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Messaggi del 01/08/2011
Post n°847 pubblicato il 01 Agosto 2011 da dammiltuoaiuto
Girovagando sul web mi sono imbattuto nella classifica dei politici più “longevi” (nel senso di attaccamento alla poltrona), e spulciando la lista dei deputati viene fuori che al primo posto c’è Mirko Tremaglia (FLI) in carica da 39 anni e 59 giorni, seguito a ruota Giorgio La Malfa (Gr. misto) in politica da 37 anni e 35 giorni … scorrendo la “classifica”, poco più in basso possiamo scorgere l’ On. Gianfranco Fini (FLI) inchiodato su quella poltrona da 28 anni e 12 giorni (a pari merito con Pier Ferdinando Casini) … e tra i più fedeli c’è senza dubbio anche l’infaticabile Massimo D’Alema (Pd) che “scarozza” tra Montecitorio e Palazzo Madama da 22 anni e 105 giorni … o l’uomo che parla a gesti (a ‘dito medio’ solitamente) Umberto Bossi in politica da 20 anni e 104 giorni, o che so, Roberto Maroni (quello condannato per resistenza a pubblico ufficiale) saldamente in politica da 19 anni e 91 giorni insieme allo scalciatore Ignazio La Russa … o il piduista Fabrizio Cicchitto (Pdl) tessera P2 n° 2232, che campa sulle nostre spalle da 19 anni e 52 giorni, e via via tutti gli altri (vedi la lista completa). Parlando di Senatori la storia non cambia, al primo posto troviamo Beppe Pisanu (Pdl) in politica da 37 anni e 68 giorni, seguito da Altero Matteoli (Pdl) in politica da 28 anni e 12 giorni, o Anna Finocchiaro (Pd) da 24 anni e 22 giorni, mentre un po’ più in basso ecco Emma Bonino (Pd), 20 anni e 70 giorni … Maurizio Gasparri (Pdl) da 19 anni e 91 giorni, come l’altro condannato per resistenza pubblico ufficiale, il ministro Roberto Calderoli …tra i più “assidui” risulta anche Francesco Rutelli (Api) a Palazzo da 18 anni e 315 giorni … ect ect ect … E non ho preso in considerazione i Senatori a vita altrimenti ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli … (qui la lista completa). Poi ci stupiamo del fatto che la classe politica Italiana sia tra le più vecchie al mondo …
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Pedofilia, crisi per la Chiesa d’Irlanda
di FQLondra di Mauro Longo, giornalista freelance in Irlanda La bufera che ha colpito l’Irlanda e la Chiesa Cattolica ha tutto l’aspetto di una piccola apocalisse. Sono passate due settimane dalle ultime rivelazioni relative agli abusi sessuali prepetrati dai sacerdoti irlandesi e la situazione è sempre più critica. L’inchiesta governativa pubblicata il 13 luglio è solo l’ultima di una serie di indagini terrificanti, che raccontano di centinaia di casi di pedofilia perpetrati da preti cattolici, con le aggravanti della sistematicità degli abusi e della connivenza dei vertici della Chiesa, irlandese e romana. Particolarmente sotto attacco il Vescovo allora in carica John Magee e il suo braccio destro monsignor Denis O’ Callaghan, i due prelati che per anni avrebbero nascosto i fatti di pedofilia accaduti nell’Arcidiocesi di Cloyne. L’accusa è pesante, perchè i continui silenzi e insabbiamenti avrebbero esposto sempre nuove vittime alle successive disgustose attenzioni dei sacerdoti degenerati. Dopo quindici giorni, il vescovo Magee non si è ancora presentato a rispondere personalmente sui dati dell’inchiesta governativa che ha shockato l’Irlanda, nonostante copra ben 13 dei 22 anni del suo arcivescovato. Il caso si tinge ulteriormente di giallo, perchè pare che nessuno sappia dove si trovi Magee, rifugiatosi forse negli Usa o a Roma, città quest’ultima che conosce molto bene per essere stato (unico nella storia vaticana) segretario personale di ben tre Papi: Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. Tra le altre cose, poiché Magee fu una delle primissime persone, se non la prima in assoluto, a scoprire la morte di Giovanni Paolo I, il suo nome compare anche nella ridda delle congetture e delle ricostruzioni dell’accaduto, tra i sostenitori delle teorie dell’omicidio del Pontefice. Lo stesso Magee avrebbe dichiarato ad una rivista italiana che per quella vicenda fu interrogato perfino dall’Interpol. Tornando al presente, la lettera di scuse inviata da Papa Benedetto XVI e l’accenno a una prossima visita nell’isola non bastano di certo a calmare gli animi. Qualche giorno fa, il ministro degli esteri irlandese Eamon Gilmore ha avuto un colloquio con il nunzio apostolico in Irlanda, monsignor Giuseppe Leanza, e ha chiesto in quella occasione una risposta ufficiale del Vaticano sui fatti di Cloyne. Anche nei confronti della Chiesa di Roma le accuse sono infatti gravissime: una lettera dell’allora nunzio apostolico, monsignor Luciano Storero, ammoniva i prelati irlandesi dal riferire alla polizia i casi sospetti. Secondo il ministro della Giustizia irlandese Alan Shatter, e il ministro per l’Infanzia Frances Fitzgerald, il Vaticano dava sostegno a coloro che evitavano di collaborare con le autorità, con un atteggiamento “completamente inaccettabile”. Perfino il primo ministro irlandese Enda Kenny si è espresso con un discorso molto sentito, utilizzando parole durissime contro i tentativi di insabbiamento della Santa Sede, capace di anteporre i propri interessi a quelli delle vittime. “Per nostra fortuna, questa non è Roma” ha dichiarato il premier. “Questa è la Repubblica d’Irlanda del 2011, una repubblica di leggi, di diritti e di responsabilità… dove la delinquenza e l’arroganza di un certo tipo di “moralità” non saranno mai più tollerate o ignorate”. A seguito di queste accuse dirette e senza mezzi termini, la segreteria di stato vaticana ha infine richiamato il nunzio apostolico a Roma, un gesto di piena crisi diplomatica, paragonabile al ritiro di un’ambasciata da un paese nemico. Il vicedirettore della sala stampa vaticana, Padre Benedettini, ha dichiarato in merito che “il richiamo del nunzio (…) denota la serietà della situazione, la volontà della Santa Sede di affrontarla con obiettività e determinazione, nonché una certa nota di sorpresa e rammarico per alcune reazioni eccessive”. Anche quest’ultima espressione sembra non sia molto piaciuta agli irlandesi. |
Post n°845 pubblicato il 01 Agosto 2011 da dammiltuoaiuto
I portaborse e i “strani giochetti” dei politici per riceve migliaia di euro di rimborsi!DA STOP CENSURA.IT Ne ho raccontate di tutti i colori negli ultimi tempi, dai strani aggeggi per superare gli ztl, alle 2200 pensioni dei parlamentari, ai 119 deputati con doppio in carico in parlamento, alle lussuose cene al costo di una manciata di euro dei nostri Senatori, agli assenteisti strapagati, ai vergognosi privilegi dei parlamentari a cui paghiamo viaggi, massaggi, cure termali, protesi ect ect, alla presa per il culo della mancata abolizione delle province (promessa e inserita nel programma del Pdl nl 2008), e potremmo continuare ancora molto a lungo … l’ultima porcheria che ho deciso di “denunciare” arriva dal sistema che gira intorno ai portaborse, che oltre ad esser spesso sfruttati, lavorando in nero e con stipendi sottopagati (ma non sempre è così), ci costano diversi centinaia di migliaia di euro l’anno senza saperlo … ma andiamo nel dettaglio (da La Stampa):
Sistema che ha fatto così lievitare ulteriormente i costi (nonostante la crisi), come denunciato da Pietro Ichino (Pd):
E sicuramente saranno “spiccioli” questi di qui stiamo parlando, ma proprio non mi và giù il fatto che siamo noi cittadini a dover pagare i portaborse a questa gente (i politici più pagati dell’intera Ue) che oltre a non metterli in regola, usano escamotage per ricevere rimborsi (a spese dei contribuenti) di cui godono ad uso personale … e non sono poi neanche così pochi , ricordatevi, come detto sopra, che ogni gruppo parlamentare riceve 10mila euro al mese come rimborso per ogni portaborse reintegrato. Ma quanti sono?
Calcolando che al momento i portaborse in più sono 35 (a 10mila euro al mese l’uno – pagato da noi contribuenti) fate un po’ il conto di quando buttiamo ogni mese? e all’anno, solo per i portaborse? E come se non bastasse:
Questa ragazzi è la peggiore Italia! |
Post n°844 pubblicato il 01 Agosto 2011 da dammiltuoaiuto
Non c'è nemmeno il pesce fresco. Un pranzo di lusso con una manciata di spiccioli, carpaccio di filetto con salsa al limone a 2 euro e 76, spaghetti alle alici a 1 e 60, lamelle di spigola con radicchio e mandorle a 3 euro e 34, affettati, lombatine, dessert e grandi vini. Questo e molto altro al Ristorante del Senato. In 10 anni le spese per la ristorazione parlamentare sono aumentate del 119%, più che raddoppiate, ma i prezzi per Deputati e Senatori sono rimasti ridicoli. E pensate: non sono nemmeno contenti. [il menù del Senato, clicca per ingrandire - fonte: l'Espresso - |
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