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UN MARE DI MERDA DI PETROLIO STA PER AFFOGARE LE NOSTRE COSTE DAL SALENTO ALLE TREMITI

Post n°853 pubblicato il 03 Agosto 2011 da dammiltuoaiuto
 

Trivellazioni nel mar Adriatico. A rischio il Salento

mare

Lecce. Scade oggi il termine per la presentazione delle osservazioni per opporsi ai trafori nel mare. La maggior parte delle trivelle sono previste nel Salento

Eccole le località salentine in cui la Northern Petroleum vuole trivellare il mare: Brindisi, Fasano, Cisternino, Ostuni, Carovigno, Meledugno, Otranto, Giurdignano, Uggiano La Chiesa, Torre Guaceto, Macchia San Giovanni, Punta della Contessa, Foce Canale Giancola, Rauccio, Aquatina Frigole, Torre Veneri, Le Cesine, Torre dell'Orso, Palude dei Tamari, Laghi Alimini, Santa Maria di Leuca, Posidonieto Capo San Gregorio, Punta Ristola.
Oltre a queste ci sono Bari, Monopoli, Polignano a mare.

Scadono oggi i termini per presentare osservazioni in opposizione alle trivellazioni.

Il Comitato per la tutela del mare del Gargano ha già inviato al ministero dell'Ambiente le sue note contro le concessioni d149 e d71 della Northern Petroleum, che prevedono i carotaggi in profondità proprio nei fondali marini.

Ora il Comitato esorta le associazioni ambientaliste a fare altrettanto, per bloccare lo scempio irreversibile della flora e della fauna adriatica.
E' stata una scienziata italiana a fornire la consulenza tecnica per la scrittura delle osservazioni già inviate. Si tratta di Maria Rita D'Orsogna, professoressa associata di Matematica Applicata presso l'Università di Los Angeles, ed è stata proprio lei ad informatre il comitato degli ambientalisti del Gargano sul fatto che la Northern petroleum ha gettato le sue mire nei mari salentini.

Le concessioni d149 e d71 prevedono indagini esplorative con la
tecnica dell'airgun e l'installazione di pozzi estrattivi a una ventina
di chilometri dalla riva, in zone altamente turistiche e naturalistiche
con ben nove aree protette e rilascio di sostanze inquinanti dannose
alla fauna marina, all'uomo e alle sue attività economiche.
Danni incalcolabili in cambio del solo 4% dei ricavi del petrolio
estratto.
Ancora pochi giorni per produrre da parte di cittadini e associazioni
le osservazioni al ministero dell'ambiente seguendo le indicazioni
della Prof.essa D'Orsogna:

http://dorsogna.blogspot.com/2011/07/affondiamo-la-northern-petroleum.html

Ecco le osservazioni del Comitato:

Al Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare
Direzione per la Salvaguardia Ambientale - Divisione III
Attenzione: Concessione d71 FR-NP e d149 DR-NP Northern Petroleum
Via Cristoforo Colombo, 44
00147 - Roma

p.c.: Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Generale per la Qualità e la Tutela del Paesaggio e l'Arte
Contemporanea
Via San Michele, 22
00153 - Roma

Oggetto: Osservazioni contro Concessione d71 FR-NP e d149 DR-NP
Northern Petroleum.

Con la presente il Comitato per la tutela del mare del Gargano, che
ha tra i propri compiti statutari la salvaguardia dell'ecosistema
marino, la tutela della salute delle popolazioni garganiche, la
sensibilizzazione dell'opinione pubblica sui temi della salubrità del
mare e dei rischi per la salute umana derivanti dall'inquinamento dello
stesso, già organizzatore della manifestazione del 24 aprile 2010 a
Lesina contro il parere positivo espresso dall'ufficio valutazione di
impatto ambientale alla richiesta della società irlandese Petrolceltic
Elsa, parte integrante della Rete nazionale per la difesa e la
valorizzazione del mare Adriatico e del mar Ionio, esprime, come già
fatto per le aree adiacenti alle isole Tremiti, la propria contrarietà
alle ispezioni sismiche e all'installazione dei pozzi petroliferi d71
FR-NP e d149 DR-NP per la ricerca di idrocarburi, come proposto dalla
Northern Petroleum di Londra. Non possiamo permettere tacitamente che
pozzi sorgano lungo il litorale pugliese, a circa 25 km dalla riva, in
quanto, se approvati tali pozzi rappresenterebbero l'inizio di una vera
e propria aggressione dell'Adriatico meridionale da parte di ditte
petrolifere straniere con gravi danni e ripercussioni negative anche
sulle attività umane che si svolgono sul Gargano.

Oltretutto, la VIA prevede l'uso di tecniche invasive come l'air gun
con danni alla pesca, ripercussioni estremamente negative sulla salute
e sulla vita stessa degli animali del mare, realizzazione di pozzi
esplorativi che potrebbero restare nei nostri mari per decenni, se
produttivi. Il progetto della Northern Petroleum non mette in nessuna
evidenza l'inevitabile uso di fanghi e fluidi perforanti e la
produzione di acque di risulta altamente tossiche che ogni pozzo,
preliminare o permanente, comporta. La Northern Petroleum non menziona
neppure i pericoli di subsidenza, scoppi, inquinamento e semplicemente
ignora gli effetti disastrosi sull'attività della pesca, già fortemente
minacciata da scarichi velenosi di tutti i tipi, o sul settore turismo
che è una delle attività prevalenti della Puglia.

Il mare Adriatico deve essere difeso e tutelato dall'attività
estrattiva del petrolio, inclusi i progetti in esame, che sono da
ritenersi in forte e totale contrasto con l'ambiente, l'economia, la
storia, le tradizioni della Puglia e delle sue coste. Una Puglia che
deve difendere ad ogni costo il turismo di qualità, la pesca, l'
agricoltura, la salute dei cittadini, la sua consolidata immagine di
territorio sano.
L'estrazione di scarse quantità di petrolio pesante, ricco di zolfo,
con guadagni irrisori da parte dello Stato, non deve e non può
giustificare l'aggressione alle nostre attività produttive, alla nostra
salute, al nostro territorio.
La presente è da intendersi ai sensi dell'articolo 6, comma 9 della
legge 8 luglio 1986 n.349, che consente ai cittadini di presentare
osservazioni sui progetti sottoposti a VIA e ai sensi del trattato di
Aarhus che, recepito anche in Italia, consente alle popolazioni il
diritto di esprimersi su proposte ad alto impatto ambientale, rendendo
l'opinione dei cittadini vincolante. Rinnoviamo, quindi, la preghiera
affinchè i Ministeri competenti boccino i progetti della Northern
Petroleum, rispettando la volontà delle popolazioni della Puglia e dell'
Adriatico, sancita e conclamata anche dalla regione Puglia.

 
 
 

OBAMA L'INGANNATORE

Post n°852 pubblicato il 03 Agosto 2011 da dammiltuoaiuto
 

LASCIAMO STARE IL COMPROMESSO

 

- DI ELLEN BROWNAsia Times -

La crisi del tetto del debito degli Stati Uniti potrebbe essere evitato facendo rispettare il Quattordicesimo Emendamento, che obbliga il governo a pagare i suoi debiti già contratti, incluse le pensioni. Ciò concerne la social security, che è un “diritto”, nel senso originario della parola. Ne abbiamo diritto perché ce la siamo pagata con le tasse.
Il gioco della roulette russa a cui è sottoposto il debito pubblico statunitense è stato definito un “grottesco carnevale” e un ricatto politico. Queste proteste sono motivate da uno statuto che è presente solo negli Stati Uniti e che non ha mai avuto alcun senso.

Approvato per la prima volta nel 1917 e rivisto da allora varie volte, impone un limite quantitativo al debito federale. La cosa senza senso è che lo stesso congresso che ha votato sullo statuto ora vota sul bilancio che periodicamente eccede il limite, richiedendo così la revisione dello statuto. Il tetto del debito è stato innalzato 74 volte dal 1962, 10 dal 2001. Il più recente aumento, portato dalla H. J. Res. 45 a 14,294 triliardi di dollari, è stato convertito in legge il 2 febbraio del 2010.
Le tasse non vengono raccolte prima che il budget annuale sia passato, e così il congresso non può sapere in anticipo se o quanto prestito supplementare sia necessario. Inevitabilmente, ci saranno alcuni anni in cui il bilancio spinge il debito oltre il limite, richiedendo così una nuova regolamentazione. E inevitabilmente, ora che questa tattica è stata scoperta, ci sarà sempre una battaglia rovinosa per l’incremento, perdite di tempo nel congresso, la destabilizzazione dei mercati e una turbativa per la fiducia dei sistemi finanziari e politici statunitensi. Ci saranno continui ricatti, bracci di ferro e concessioni. La situazione è insostenibile e pretende una soluzione definitiva.
Fortunatamente, esiste. Un gruppo di studiosi di legge stanno facendo raccomandazioni per eliminare la questione tutti insieme giocando una briscola costituzionale. Il Quattordicesimo Emendamento riporta nella Sezione 4:

La validità del debito pubblico degli Stati Uniti, autorizzato per legge, che comprende i debiti contratti per i pagamenti delle pensioni e le ricompense per i servizi svolti per la repressione delle insurrezioni o delle rivolte, non può essere messa in discussione.

Quando lo statuto e la costituzione si scontrano, la costituzione prevale. Che il governo debba pagare quanto dovuto e già contratto, non è materia di negoziazione. È un mandato costituzionale. E queste sono proprio le somme si cui stiamo parlando, come il Presidente Barack Obama ha evidenziato nei suoi interventi sull’argomento lo scorso venerdì. Ha detto:

Alzare il tetto del debito offre semplicemente al paese la possibilità di pagare i conti che il congresso ha già approvato. Lo voglio sottolineare. Il tetto del debito non determina quanti soldi in più possiamo spendere, ci autorizza semplicemente a pagare le somme già dovute. Offre agli Stati Uniti d’America la capacità di mantenere la propria parola.

Ignorare il limite posto dal tetto del debito da un punto di vista costituzionale non farebbe, come ha dichiarato Michelle Bachmann, del Presidente Obama un “dittatore”. Significherebbe semplicemente che sta seguendo il suo mandato costituzionale per pagare i conti del governo in tempo e per intero.

Le pensioni non sono una forma di welfare

Il presidente potrebbe avere le idee chiare sull’argomento, ma non ne sta ben approfittando. Invece, sembra essere pronto a buttare le vecchiette sotto al tram tagliando le pensioni, Medicare e Medicaid, tutto in nome del “compromesso”.
Il Quattordicesimo Emendamento dice che i debiti già contratti non possono essere messi in discussione, “compresi i debiti per i pagamenti delle pensioni”. Che includono la social security, che è un “diritto” nel vero senso della parola: ne abbiamo diritto, perché ce le siamo pagato.
Infatti, il Social Security Act fu originariamente fatto accettare al congresso e alla nazione nel 1935 non come un sussidio del governo, ma come un programma di risparmi per la pensione. Già quest’anno l’Urban Institute ha pubblicato una studio per valutare il programma in questo modo, e ha concluso che il lavoratore medio che va in pensione oggi riceverà dalla social security proprio l’esatto ammontare che ha messo da parte negli anni, con un modesto 2% di tasso d’inflazione reale (dopo l’inflazione).
Un accordo è un accordo. Lo abbiamo pagato, è nostro e il governo degli Stati Uniti farà il suo. Per cambiare i termini dell’accordo ex post è sia una rottura del contratto che una violazione della costituzione.

Dove prendere i soldi

Una nazione sovrana può sempre trovare il denaro per pagare i debiti con una propria valuta. Gli Stati Uniti potrebbero, se volessero, pagare i conti usando le banconote libere dal debito o greenbacks, come fece il Presidente Abraham Lincoln per evitare un debito paralizzante durante la Guerra Civile. Alternativamente, potrebbe eliminare il deficit con il piano del Parlamentare Ron Paul, che raggiunge gli stessi risultati. Come ha spiegato Stephen Gandel per esporre la soluzione di Paul sul Time Magazine:

Nell’ultimo anno o due la Fed ha sempre comprato i bond del Tesoro per cercare di abbassare i tassi di interesse e di stimolare l’economia. L’ultimo giro di acquisti è stato nominato QE2, e al suo avvio era già attorniato da una fitta rete di critiche, anche se la gran parte degli economisti erano d’accordo sul fatto che generalmente si tratta di una misura utile. Il risultato è che la Fed adesso detiene circa 1,7 triliardi di dollari di debito.
Ma si tratta di un debito fasullo. Il Tesoro paga gli interessi sul debito per conto del governo degli Stati Uniti alla Fed, che in cambio restituisce il 90 per cento dei pagamenti che ottiene ancora al Tesoro. Comunque, quel triliardo e sette di obbligazioni che la Fed possiede, malgrado il gioco delle tre carte dei pagamenti, è ancora conteggiato nella somma del tetto del debito, che fa arrivare il totale del debito federale a 14,3 trilioni.
Il piano di Paul: facciamo sì che la Fed e il Tesoro straccino il debito. È comunque un debito fasullo. E alla Fed sarà permesso legalmente di restituire il debito al Tesoro per essere distrutto. Un triliardo e mezzo di dollari è pari alla stima della spesa che supererà le entrate fiscali per il 2011.

Il più grosso svantaggio del piano, come dice Gandel, è solo che “non sembra una buona cosa”. Dà l’impressione che il governo stia ripagando i propri debiti stampando moneta. Ma questa è l’emissione di moneta da parte di un governo: una banconota che attesta un debito dovuto e posseduto dal pubblico, che corrisponde a un valore equivalente che viene scambiato sui mercati. Una banconota degli Stati Uniti o greenback e una banconota della Federal Reserve o una fattura in dollari sono sempre promesse di pagamento. Il governo può emettere allo stesso modo una fattura in dollari, come una banconota in dollari e un’obbligazione in dollari, come Thomas Edison aveva già indicato negli anni ’20.
L’obiezione a questa soluzione è che provocherebbe inflazione, ma come l’economista Richard Koo dimostra graficamente, gli alleggerimenti quantitativi della Fed non hanno avuto fino a questo momento pratica alcun effetto inflazionistico per l’emissione di moneta:


Le politiche male indirizzate della Fed hanno invece causato un triliardo e sei di “riserve in eccesso” che sono nei bilanci delle banche, come già spiegato in un precedente articolo. In modo opportuno, l’eccesso delle riserve può essere usato come collaterale per i contratti di future e derivati, e questo è proprio quello che alcune banche sembrano fare con questo denaro: garantire gli scambi sul mercato finanziario. Questa sorta di speculazione, ossia soldi che fanno soldi senza che ci siamo un incremento di produttività, può e farà innalzare i prezzi.
Se le somme fossero state destinate direttamente al governo per spenderle sul budget nazionale, sarebbero potute arrivare nell’economia reale per ottenere qualcosa di buono. Il budget del governo verrebbe impiegato non per la speculazione, su per merci e servizi. Un aumento di domanda pilotato dal governo provoca un incremento dell’offerta, facendo convergere domanda e offerte, evitando così l’inflazione dei prezzi mentre viene stimolata l’attività economica.

È l’ora di fermare l’inganno

La crisi del debito è stata creata, non da una rete di sicurezza sociale comprata e pagata dai contribuenti, ma da un sistema bancario conquistato dai giocatori d’azzardo a Wall Street. Hanno perso le loro scommesse e sono stati salvate a spese dei contribuenti; e se qualcuno dovesse essere ritenuto responsabile, lo si dovrà trovare tra loro.
La crisi del tetto del debito è stata prodotta, architettata per estorcere concessioni che vincoleranno la classe media nello schiavismo del debito per i prossimi decenni. Il Congresso è autorizzato dalla costituzione a emettere la moneta che serve per pagare i suoi debiti. Abraham Lincoln lo fece; Barack Obama lo potrebbe fare. Probabilmente non lo farà, ma deve rispettare il suo mandato costituzionale per pagare i conti del governo come e quando dovuto. Lo statuto che impone un tetto al debito nazionale è aggirato dal Quattordicesimo Emendamento, rendendolo ridondante e non necessario. Lo statuto dovrebbe essere abolito. **************************************

Fonte: http://www.atimes.com/atimes/Global_Economy/MH02Dj04.html

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=8711

 
 
 

Assenteista a 15mila € al mese

Post n°851 pubblicato il 03 Agosto 2011 da dammiltuoaiuto

Ecco la Classifica dei più assenteisti d'Italia:

17° On. Giancarlo Pittelli 51.42% PDL
16° On. Luca Giorgio Barbareschi 51.61% GRUPPO MISTO
15° On. Mario Baccini 54.24% PDL
14° On. Antonio Di Pietro 54.96% IDV
13° On. Gianni Vergnetti 55.21% API
12° On. Francesco Pionati 55.67% PT
11° On. Calogero Mannino 58.54% GRUPPO MISTO
10° On. Paolo Guzzanti 58.74% PT
   On. Italo Tanoni 63.37% GRUPPO MISTO
   On. Maria Grazia Siliquini 65.89% PT
   On. Ricardo Antonio Merlo 68.67% UDC
   On. Pier Luigi Bersani 69.56% PD
   On. Denis Verdini 70.41% PDL
   On. Antonio Angelucci 71.20% PDL

Salgono sul Podio:
On. Mirko Tremaglia 76.19% FLI
On. Niccolò Ghedini 76.57% PDL ( e possiamo immaginarci anche il motivo.. i processi di Berlusconi )
On. Antonio Gaglione 93.23% GRUPPO MISTO ..

..93,23% di assenteismo e percepire mensilmente 15mila euro lui e altri 4mila euro al mese per il suo portaborse! Questa è la peggiore Italia!

 
 
 

Sono il piu' assenteista......ma.. non mi dimetto

Post n°850 pubblicato il 03 Agosto 2011 da dammiltuoaiuto
 

“Quando ricevo lo stipendio non mi sento a posto, ma non mi dimetto!”

Antonio Gaglione

«La mia posizione non è limpida, lo ammetto». «Quando ricevo lo stipendio di deputato non mi sento proprio a posto. Ma la vita è fatta di bilanci e io che per 7 anni ho dedicato alla politica tempo, energia e soldi, mi dico che globalmente il bilancio è positivo. E di conseguenza non mi dimetto»

«Il Parlamento è stato espropriato delle sue funzioni. Non c'è una legge d’iniziativa parlamentare e si votano solo leggi di iniziativa governativa. Deputati e senatori sono lì solo per approvare o bocciare atti di governo. Per quello ho smesso di andarci» (Corriere del Mezzogiorno)

E’ disgustato e stanco della politica Italiana … ma non di rubare i soldi agli Italiani!

Il “campione” in questione si chiama Antonio Gaglione (eletto nel Pdl e poi passato al Gruppo Misto), ne avevo parlato proprio pochi giorni fa riportando la lista dei parlamentari più assenteisti … lui è il primatista della graduatoria con il 93.23% di assenze!

 
 
 

ONOREVOLI PELLEGRINI IN TERRA SANTA

Post n°849 pubblicato il 03 Agosto 2011 da dammiltuoaiuto
 

In pellegrinaggio ma con l'auto blu

 

La Camera dei deputati salva le macchine con autista, il Senato le segreterie. Ora oltre un mese di vacanza.

 

http://www.iltempo.it/politica/2011/08/03/1276530-pellegrinaggio.shtml?refresh_ce

 

Sembra lo slogan di una pubblicità: toccateci tutto ma non le ferie lunghe e le auto blu. Deputati e senatori risparmieranno in tre anni 270 milioni. Ma non su tutto. Alcuni privilegi resteranno: oltre alle macchine con autista, agli assegni mensili e alle vacanze da record, anche eventi, mostre e segreterie particolari. A Montecitorio un ordine del giorno presentato da Amedeo Laboccetta (Pdl) puntava a cancellare la fondazione della Camera. Costa 2 milioni di euro all'anno. È stata creata nel 2003 e, da statuto, deve divulgare l'attività della Camera, promuoverne l'immagine, favorire e sviluppare il rapporto tra l'istituzione parlamentare e i cittadini. Organizza eventi culturali, mostre e convegni. Tutte cose a cui, prima del 2003, provvedeva la Camera dei deputati. Ora il presidente della fondazione è Fausto Bertinotti. Lo affiancano nove deputati consiglieri di amministrazione, un direttore generale e quattro revisori dei conti. Il provvedimento presentato da Laboccetta avrebbe costretto il presidente Fini a chiuderla. Ma non sarà così: hanno votato a favore soltanto 57 deputati, 446 quelli contro. Eppure Laboccetta aveva ragioni da vendere: «Quelle attività - ha chiarito in Aula il deputato del Pdl - potrebbero tranquillamente essere realizzate senza costi utilizzando le risorse e il personale di cui la Camera già dispone». Montecitorio si tiene strette anche le auto blu. Un ordine del giorno del capogruppo dell'Italia dei Valori Massimo Donadi prevedeva di consentire l'uso della macchina di servizio soltanto al presidente Fini e al segretario generale. Insomma, basta vetture per i vicepresidenti, i numeri uno delle Commissioni, i capigruppo. Ma anche qui non c'è stato niente da fare: 199 voti a favore, 309 contro. Altro capitolo i vitalizi. L'Idv avrebbe voluto risparmiare subito 100 milioni all'anno trasformando gli assegni in rendite calcolate col sistema contributivo. Idea bocciata, anche se è passato un ordine del giorno del Pd per cui sarà messo a punto un sistema pensionistico che cancellerà i vitalizi. Passiamo al Senato. Gli inquilini di Palazzo Madama, che approveranno oggi il bilancio, non hanno voluto rinunciare alle spese per gli assistenti e le consulenze. È del 10,8 per cento l'aumento per il «personale addetto alle segreterie particolari»: si passa dai 13.183.756 euro spesi nel 2010 a una previsione di 14.990.000 per il 2011. Quasi due milioni di euro in più. Aumentano del 5,8 per cento, invece, i finanziamenti per «le prestazioni professionali per l'Amministrazione»: nel 2010 la voce è costata 1.807.231 euro, la previsione per il 2011 è di 2.226.000 euro. Infine le vacanze: da questo fine settimana all'11 settembre. L'attività parlamentare, infatti, riprenderà il 12. Più di un mese di ferie. Troppo, secondo tanti. Su internet le proteste sono state centinaia anche perché il motivo che ha spinto i capigruppo a posticipare la ripresa dei lavori (doveva essere il 5 settembre) non convince: un pellegrinaggio in Terra Santa di 170 deputati e senatori che si terrà dal 3 al 9 settembre. Fini ha rivolto un appello ai capigruppo: chissà che, almeno su questo, non facciano marcia indietro.

 

Alberto Di Majo

 

03/08/2011

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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