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Messaggi del 12/08/2011
Post n°860 pubblicato il 12 Agosto 2011 da dammiltuoaiuto
Costi della politica: tutti i tagli che si possono fare subito
Vogliono la fiducia dei cittadini in questo momento nero? Se la guadagnino. Il governo, la maggioranza e la stessa opposizione non possono chiedere un centesimo agli italiani senza parallelamente (anzi: prima) tagliare qualcosa di loro. Conosciamo l'obiezione: non sarà un taglio di 1000 euro dallo stipendio reale (l'indennità è solo una parte) di deputati e senatori a risolvere il problema. Perfino se tutti fossero condannati a lavorare gratis risolveremmo un settemillesimo della manovra. Vero. Ma stavolta non hanno scelta: è in gioco la loro credibilità. Per partire devono aver chiaro un punto: il perfetto è nemico del bene. In attesa di una ridefinizione generale dello Stato (campa cavallo) certe cose si possono fare subito. Alcune simboliche, altre di sostanza.
Sono stati presentati nove progetti di legge, dall'inizio della legislatura, per ridurre o addirittura dimezzare il numero dei parlamentari. Da destra, da sinistra... Dove sono finiti? Boh... Sono tutti d'accordo, a parole? Lo facciano, quel taglio. Senza allegarci niente. Sennò finisce come sempre finisce: la sinistra ci aggancia una cosa inaccettabile dalla destra, la destra ci aggancia una cosa inaccettabile dalla sinistra. E tutto resta come prima. Esattamente il giochino della riforma bocciata al referendum del 2006, che vedeva sì una modesta riduzione da 630 a 518 deputati, da 315 a 252 senatori (non il dimezzamento sbandierato: quella è una frottola) ma anche uno svuotamento dei poteri del Quirinale e un aumento dei poteri del premier. Dettagli che garantivano la bocciatura: la sinistra non l'avrebbe votato mai. Vogliono ridurre davvero? Trovino un accordo e lo votino tutti insieme: non servirà neanche il referendum confermativo. Sennò i cittadini sono autorizzati a pensare che sia solo propaganda. Come propaganda appare per ora la mega-maxi-super-riforma votata dal Consiglio dei ministri il 22 luglio. Se era così urgente perché non risulta ancora depositata e non se ne trova traccia neanche nel sito di Palazzo Chigi? Era sufficiente l'annuncio stampa? Forse erano più urgenti le vacanze.
Non si possono abolire subito le province senza ripartire parallelamente le competenze e i dipendenti? Comincino a toglierle dal tabù della Costituzione e a sopprimere quelle che hanno come capoluogo la capitale regionale destinata a diventare area metropolitana o non arrivano a un numero minimo di abitanti.
Vogliono inserire il pareggio di bilancio nella Costituzione? Inizino col riconoscere, concretamente, che la cosa oggi più lontana dal pareggio sono le pensioni dei parlamentari: alla Regione Lazio i contributi versati sono un decimo di quanto esce per i vitalizi. Alla Camera e al Senato un undicesimo. Al netto dei reciproci versamenti addirittura un tredicesimo. Immaginiamo la rivolta: non si toccano i diritti acquisiti! Sarà, ma quelli dei cittadini sono già stati toccati più volte. Deve partire una stagione di liberalizzazione? Partano introducendo una regoletta esistente nei Paesi più seri: un deputato pagato per fare il deputato può far solo il deputato. Un caso come quello di Antonio Gaglione, il parlamentare pugliese espulso dal Pd per avere bucato il 93% delle sedute e così assenteista («preferisco fare il medico»), da bigiare addirittura il passaggio chiave del 14 dicembre scorso che vide Berlusconi salvarsi per pochissimi voti dalla mozione di sfiducia, in America è impensabile. E così quelli dei tanti avvocati (uno su sette alla Camera, uno su sette al Senato) e professionisti di ogni genere che pretendono di fare l'una e l'altra cosa. Dice uno studio de «lavoce.info» che un professionista che continua a fare il suo lavoro anche dopo l'elezione «bigia» in media il 37% in più degli altri parlamentari. Basta.
Negano di intascare i soldi destinati ai collaboratori non messi in regola e pagati in nero? La riforma è già pronta e depositata: il deputato o il senatore fornisce al Parlamento il nome del collaboratore di fiducia e questi viene pagato direttamente dal Parlamento. Ed ecco che l'«equivoco infamante» su certe furbizie sarebbe all'istante risolto.
Il vero cambiamento, però, quella rivoluzionario, sarebbe la decisione di spalancare finalmente le porte alla legittima curiosità dei cittadini. Massima trasparenza: quella sarebbe la svolta epocale. Se un americano vuole vedere se «quel» deputato che si batte per la ricerca farmaceutica ha avuto finanziamenti, commesse, incarichi professionali da un'azienda di prodotti farmaceutici va su Internet e trova tutto. Se un tedesco vuol sapere se «quel» deputato ha guadagnato dei soldi fuori dal Parlamento e in che modo, va su Internet e trova tutto. Se un inglese vuole conoscere i nomi di chi quel giorno ha viaggiato su quel volo blu dal 1997 ad oggi o quanto spendono a Buckingham Palace per le bottiglie di vino va su Internet e trova tutto.
Da noi per avere le sole dichiarazioni dei redditi dei parlamentari un cittadino di Vipiteno o di Capo Passero deve andare a Roma, presentarsi in un certo ufficio della Camera o del Senato, dimostrare di essere iscritto alle liste elettorali e poi accontentarsi di sfogliare un volume senza manco la possibilità di fare fotocopie. Per non dire del Quirinale dove ogni presidente, per quanto galantuomo sia, pur di non smentire la cautela del predecessore, mantiene riservato il bilancio del Colle limitandosi a dare delle linee generali. Che magari sono sempre meno oscure ma certo sono lontanissime dalla trasparenza britannica. Cosa risparmieremmo? Moltissimo. Un solo esempio: sapere che il passaggio dato su un volo di Stato a una ballerina di flamenco finirebbe all'istante sui giornali, spingerebbe automaticamente a ridurre se non a eliminare del tutto certi «piacerini». Lo stesso vale per certi voli elettorali vietati, come ricorda una dura polemica sui giornali, anche in Turchia. Il governo, la maggioranza e l'opposizione (per quanto possa incidere) ritengono di avere, sui costi della politica, la coscienza a posto? Pensano di avere tagliato il massimo del massimo e che non si possa tagliare di più? Mettano tutto online. Con un linguaggio non inespugnabile. Ma soprattutto, vale per la destra e per la sinistra, la smettano una volta per tutte di gettare fumo fingendo di fare confusione (confusione voluta, ipocrita, pelosa) tra il qualunquismo, la demagogia e il diritto di sapere dei cittadini. Che sudditi non sono.
Sergio Rizzo Gian Antonio Stella 08 agosto 2011 |
Post n°859 pubblicato il 12 Agosto 2011 da dammiltuoaiuto
Facciamo i conti in tasca alla casta!http://www.stopcensura.com/2011/08/facciamo-i-conti-in-tasca-alla-casta.html Come dicevo ieri, dalla relazione del bilancio consuntivo della Camera dei deputati 2010 è possibile fare veramente i conti in tasca ai nostri cari deputati … ieri infatti avevo riportato le spese dei parlamentari (13 milioni di euro nel solo 2010) per i trasferimenti … oggi invece riporterò un po’ di voci per far capire meglio come vive questa gente! Ripeto, tutti i dati riportati sono presi bilancio consuntivo della Camera dei deputati 2010 e sono riferiti appunto al solo 2010 (tra parentesi è riportata la pagina dove è possibile riscontrare i dati riportati di seguito):
Cap. 1 - Indennita` dei deputati (pag.12):
Cap. 5 - Rimborso delle spese sostenute dai deputati per l’esercizio del mandato parlamentare (pag.12):
Cap. 10 - Assegni vitalizi – Deputati cessati dal mandato (pag.12):
Cap. 20 - Rimborso di spese sostenute dai deputati cessati dal mandato (Pag.12):
Cap. 55 - Spese per la locazione di immobili - ACQUISTO DI BENI E SERVIZI. (pag.16):
Cap. 60 - Spese per manutenzioni ordinarie (pag.16):
Cap. 65 - Spese per servizi di pulizia e igiene (pag. 16):
Cap. 75 - Spese telefoniche (pag.16)
Cap. 85 - Spese per acquisto di beni e materiali di consumo (pag. 18):
Cap. 120 - Spese per assicurazioni (pag.20)
E per oggi ragazzi mi fermo qui … io non l’ho fatto, ma per chi ne avesse voglia provate a sommare tutte le cifre riportate sopra e che paghiamo di tasca nostra … questi sono solo alcuni dei costi della politica che i contribuenti Italiani pagano ogni anno (questi sono riferiti in particolare al 2010) … e hanno anche il coraggio di chiederci di tirare la cinghia … ma non si vergognano un pochino? |
Il vero scandalo sono i rimborsi elettorali "Non per questo noi chiamammo tanta parte del Paese alla vita pubblica..." da L'imperio di Federico De Roberto (1929) Il numero di luglio de L'Europeo fa i conti in tasca a quella che ormai non possiamo che definire una vera e propria deriva: "persone che vivono - direttamente e indirettamente - di politica: 1,3 milioni. Costi: 18,3 miliardi di euro l'anno, che salgono a 24,7 per colpa del sovrabbondante sistema istituzionale. E poi ci sono le auto blu, i voli di Stato, i rimborsi, le spese di rappresentanza..." Pagina dopo pagina un viaggio doloroso negli sprechi della classe politica più screditata della nostra storia repubblicana. Perché qui non sono in discussione i legittimi costi della democrazia, ma i privilegi insostenibili di un Parlamento di nominati e non di eletti dai cittadini. Secondo uno studio della Uil, oltre agli stipendi dei parlamentari, sono gli enormi costi di gestione di Camera e Senato a pesare sui costi della politica tra dipendenti (sono 2.632, per un costo complessivo solo di stipendi di 451 milioni), costi di manutenzione, per i servizi, per la sicurezza, i pasti a carico dei contribuenti, consulenti e segreterie particolari (la Camera ha previsto 21 milioni per le "prestazioni di personale non dipendente"), la cancelleria (un milione), il vestiario di servizio (più di un milione), affitti di uffici anche non utilizzati per decine e decine di milioni di euro (ad ogni parlamentare è garantito un ufficio personale per una spesa di 54 milioni all'anno). E poi come si sa c'è la busta paga dei politici tra indennità, diarie, benefit, rimborsi forfettari per viaggi e telefoni, con privilegi che per i parlamentari italiani continuano anche a fine mandato tra assegni di solidarietà (!!), decenni di pensioni d'oro e vitalizi. In tutto questo esiste una voce davvero esilarante: rimborso forfettario per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori. C'è da rotolarsi: ogni deputato riceve 3.690 euro e ogni senatore 4.180 per un rapporto che semplicemente non c'è, visto che con la legge porcellum del 2005 l'elettore vota solo per le liste di candidati, senza poter esprimere preferenze. Quindi questi politici oggi al governo hanno tolto ai cittadini il diritto di scegliere i loro rappresentati ma non hanno pensato che, a quel punto, andava rimosso anche il rimborso per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettore. Quando dici la credibilità. Andiamo avanti, perché sta per arrivare al vero scandalo. Ma prima due parole sulla "Repubblica delle berline". Le auto blu, concesse a parlamentari, presidenti di regione e di provincia, sindaci, presidenti di commissione... Secondo una indagine del 2010 voluta dal Ministro Brunetta, le "auto blu" sono circa 86mila. I consumi si aggirano sui 300 milioni di euro e tra ammortamenti, manutenzione, assicurazioni, personale, meccanici (sono circa 45 mila i dipendenti che si occupano delle auto dei politici) arriviamo a una spesa annua di 2 miliardi di euro. A questo bisogna aggiungere almeno un altro miliardo per le auto dedicate ai servizi speciali e di vigilanza urbana. Ma il vero scandalo, a mio avviso, sono i rimborsi elettorali. E se ne parla pochissimo. O almeno io non avevo l'esatta percezione dell'enormità di questo scandalo fino a quando non ho letto l'inchiesta de L'Europeo. Di sicuro anche altri ne avranno parlato, ma davvero ho la sensazione che rispetto alla gravità di questa voce l'opinione pubblica sia poco sensibilizzata. Sono in pratica gli ex finanziamenti pubblici ai partiti (aboliti dal referendum del 1993) e "camuffati, come scrive L'Europeo, grazie a un decreto legge del 2006, che permette ai partiti di incassare il doppio di quello che spendono". In quel decreto legge del 2006 viene inserito un comma che recita: "In caso di scioglimento anticipato del Senato e della Camera il versamento delle quote annuali dei relativi rimborsi è effettuato". Traduzione: le Camere si sciolgono, ma ai rimborsi elettorali non succede niente. In pratica dal 2008, più rimborsi "doppi" per tutti, rappresentanti in Parlamento e no, fino a tutto il 2011. Come funziona? Leggiamo sempre su L'Europeo: "Per ogni elettore potenziale i partiti si autoassegnano un euro e poi si distribuiscono i soldi in base ai risultati elettorali, senza il bisogno di dover presentare e dimostrare spese realmente sostenute. Un euro ogni elettore potenziale, per ogni tornata elettorale (Camera, Senato, regionali ed europee), per cinque anni. Totale? Una tombola". Nel 1993 subito dopo il referendum che abolì il finanziamento pubblico ai partiti (referendum proposto dai radicali), i politici s'inventano "il contributo per spese elettorali", allora fissato in 1600 lire per ogni abitante censito, per un totale di 90 miliardi di lire (47 milioni di euro). Nel 1999 il contributo viene triplicato e arriva a 4.000 lire e non viene più calcolato per abitante ma sugli elettori registrati nelle liste della Camera. Poi arriva l'euro e il Parlamento decide per un euro per ogni elettore che però non corrisponderà a un dimezzamento rispetto alle 4.000 lire perché quell'euro sarà riconosciuto per ciascuno dei cinque anni della legislatura. Quindi le 4.000 lire con l'arrivo dell'euro diventano 5 euro. "E i rimborsi del 2001 da 194 milioni passano a oltre 476 milioni di euro". "Per le politiche 2008, la Lega Nord (quella di "Roma ladrona") ha speso 3 milioni 476 mila 704 euro ma incassa dallo Stato 41 milioni 384 mila euro. Il PDL, a fronte di 68 milioni e mezzo spesi, porta a casa 206 milioni e mezzo... Il Partito democratico 18,4 milioni spesi e 180,2 incassati. L'IDV ha speso 4,4 e incassa 21,6; l'UDC ha speso 21 milioni e chiude con un attivo di 5 milioni in 5 anni". Anche chi è rimasto fuori dal Parlamento ha usufruito dei rimborsi: la Destra ha incassato 6,2 milioni, con un guadagno di quasi 4 milioni. Rifondazione Comunista nel 2006 (i partiti che componevano il cartello Sinistra Arcobaleno si sono "consolati" con ciò che restava dei rimborsi per la legislazione precedente) incassa 34 milioni e mezzo di euro a fronte di una spesa di appena 2,8 milioni. "I partiti sono uno dei pilastri della nostra vita politica: un pilastro che in 16 anni è costato agli italiani 2 miliardi 253 milioni 612.233 euro e 79 centesimi". Arianna Ciccone @valigia blu - riproduzione consigliata |
Bush a Silvio "Smettete di pagare i talebani"http://www.stopcensura.com/2011/08/bush-silvio-di-pagare-i-talebani.html
In particolare:
Mazzette (perchè di questo si tratta) che poi presumibilmente i Talebani usavano per acquistare armi e ammazzare i soldati degli altri contingenti … e la notizia naturalmente fa il giro del mondo …
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