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LA REGIONE ABRUZZO VUOLE AMMAZZARE GLI ORSI CHE FOLLIA

Post n°883 pubblicato il 20 Settembre 2011 da dammiltuoaiuto
 


WWF: "La Regione Abruzzo si schiera contro l'orso"
Voltafaccia del comitato VIA che rinnega la decisione di chiudere la caccia fino al primo novembre nelle aree più importanti per l'Orso bruno marsicano. WWF: "Basta scelte irresponsabili, non assisteremo passivamente alla scomparsa dell'Orso bruno marsicano".

Il Comitato Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) della Regione Abruzzo vota contro l'impegno per la conservazione dell'Orso, rinnegando le prescrizioni poste a tutela della specie simbolo della Natura italiana, ormai ridotta a poche decine di esemplari. Contro il parere del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, contro il parere degli stessi funzionari istruttori della regione e senza la relazione d'incidenza ambientale prevista dalla legge, il Comitato ha irresponsabilmente rinnegato la precedente decisione del 3 agosto scorso volta ad assicurare una stretta tutela delle aree a forte presenza autunnale di Orso bruno marsicano (chiusura di tutta l'attività venatoria fino al primo novembre nelle aree A identificate dall'Accordo PATOM per la tutela dell'Orso bruno marsicano) e evitare qualsiasi possibile disturbo o danno ad una specie a serio rischio di estinzione. In realtà era una decisione annunciata visto che mentre il Comitato doveva ancora riunirsi era stata già convocata per il giorno seguente, ieri, una Giunta Regionale Straordinaria per permettere di cambiare il calendario venatorio sulla base della decisione del VIA.
Ricordiamo che il Comitato VIA è composto in larghissima parte da dirigenti della regione stessa (l'altroieri partecipavano ed hanno votato a favore della decisione l'Arch.Sorgi, direttore dell'area urbanistica della Regione, l'Arch.Pisano dirigente del settore, l'Avv. Valeri dirigente della stessa direzione, il geologo Del Sordo della Direzione LL.PP., l'esperta nominata dal Consiglio Regionale Arch. Chiavaroli, due architetti delle province di Chieti e L'Aquila, Ursini e Cataldi, e il rappresentante del Corpo Forestale dello Stato Dott. Ranieri). La decisione, arrivata su richiesta della Direzione Agricoltura (il Dr. Luigi De Collibus e il Dr.Franco Recchia erano presenti alla discussione sostenendo argomentazioni tese a superare il divieto) era stata avanzata al solo fine di permettere di aprire la caccia in questi territori proprio nel periodo in cui le femmine si trovano a dover accumulare le necessarie riserve di grasso fondamentali per la riproduzione, risorse utili alla fase del parto in tana e poi allattare i cuccioli fino all'a primavera successiva. La sopravvivenza e la capacità riproduttiva degli orsi dipende strettamente dalle possibilità di sfruttare le risorse trofiche ed è palese il disturbo causato dall'attività venatoria a questa specie come a diverse altre in un periodo così delicato della loro vita. In un momento in cui serve seriamente un impegno straordinario per la conservazione di questa popolazione di orso unica, oramai ridotta a poche decine di esemplari, le decisioni assunte e le scelte della politica vanno invece in direzione diametralmente opposta.

Basti pensare che la decisione varata dalla Regione consente di entrare nelle aree più importanti per l'orso con cani segugi che possono essere lanciati all'inseguimento delle prede (come nella caccia alla volpe). Siamo arrivati pertanto al paradosso che il Parco d'Abruzzo per limitare il disturbo agli orsi ha ritenuto precauzionalmente, in piena stagione estiva, di chiudere l'accesso ad alcuni sentieri di quota al turismo, per evitare l'impatto determinato dalla presenza dei visitatori, mentre dall'altro lato la Regione Abruzzo acconsente l'ingresso in tali aree a migliaia di cacciatori, anche con l'ausilio dei cani. Con una simile scelta la Regione Abruzzo mostra grave irresponsabilità, si rischia di condannare veramente l'Orso bruno marsicano all'estinzione: la sconcertante decisione assunta dalla Commissione VIA in contrasto con le indicazioni di organi scientifici palesa una reale incongruenza tra il dire e il fare e condanna all'oblio il PATOM. Dichiara Raniero Maggini, vicepresidente del WWF Italia "Ci lascia estremamente sconcertati e ci preoccupa la decisione assunta ieri dal Comitato VIA della Regione Abruzzo che senza una relazione d'incidenza redatta secondo la legge e con un chiaro parere espresso più e più volte dagli istruttori della regione che chiedevano attenzione ai principi di conservazione del'orso bruno marsicano hanno disconosciuto principi di precauzione e impegni assunti , dobbiamo ora dire solo a parole, con la sottoscrizione da parte della Regione del PATOM. Il Comitato VIA ha incredibilmente rinnegato le prescrizioni precedentemente assunte, decisione espressa in agosto in coerenza con le responsabilità assunte nel rispetto delle normative europee e con la puntuale volontà di contribuire a percorrere le strade di buon senso per cercare di salvare dall'estinzione l'Orso bruno marsicano: una specie unica, un bene irrinunciabile e una ricchezza tutta italiana, come il Colosseo o la Cappella Sistina, l'indiscutibile volano dello sviluppo economico legato al turismo nell'Appennino centrale. C'è bisogno di un impegno comune e di decisioni che travalichino meri interessi locali e puntuali interessi politici, la tutela di questa specie non può essere messa in discussione per consensi politici e sacrificata per un pugno di voti, negando l'interesse della larga parte della comunità, nazionale ed internazionale. L'impegno per la conservazione passa attraverso interventi puntuali, seri e concreti di tutte le istituzioni coinvolte a livello locale e nazionale, di tutti quei soggetti che hanno sottoscritto il PATOM."

Il WWF interverrà in tutte le sedi nazionali ed internazionali utili per affermare la necessità che le istituzioni rispettino gli impegni assunti e che le normative ratificate dal nostro paese non rimangano lettera morta ma che si applichino e si faccia il possibile per tutelare beni e valori comuni come l'ultima popolazione di orso dell'Appennino. E' ora di dire basta a simili scelte irresponsabili, non assisteremo passivamente alla scomparsa dell'Orso bruno marsicano.

L'animale simbolo grazie al solerte assessore regionale ci sta per lasciare per sempre, come? semplice:

Incredibile richiesta al Comitato Valutazione di Impatto Ambientale regionale

Togliere un limite alla caccia imposto a tutela della specie.

Il WWF in queste ore è stato costretto a diffidare la Regione Abruzzo a seguito di una incredibile richiesta inoltrata dall'Assessorato all'Agricoltura guidato da Mauro Febbo al Comitato Valutazione di Impatto Ambientale della Regione stessa. La Direzione Agricoltura ha richiesto al Comitato VIA di rivedere la decisione del 3 agosto scorso in merito al Calendario venatorio 2011-2012 con la quale aveva imposto il posticipo all'1 novembre dell'apertura della caccia nell'area di massima concentrazione dell'Orso bruno marsicano (Zona A dell'accordo P.A.T.O.M. per la protezione dell'orso).

Dichiara Massimiliano Rocco, responsabile del programma specie per il WWF Italia "Il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise aveva ribadito al Comitato VIA quanto già emerso in numerosi studi scientifici e, cioè, la necessità di evitare il disturbo degli orsi in uno dei periodi più delicati, quello dell'iperfagia che precede il letargo. In autunno l'Orso marsicano cerca di mangiare il più possibile per accumulare grasso sufficiente per passare l'inverno e per questo si muove moltissimo, divenendo più vulnerabile. Basti pensare che le femmine gravide devono accumulare risorse tali da poter partorire in pieno inverno ed allattare nella tana fino ad Aprile inoltrato. La presenza di cacciatori e gli spari conseguenti possono rappresentare un disturbo dannoso. Basti pensare che nei mesi scorsi il Parco ha chiuso precauzionalmente alcuni sentieri in quota per limitare il disturbo ad una specie così rara ed in pericolo, limiti ad escursionisti che al massimo hanno un binocolo e non un fucile a tracollo."

Dichiara Raniero Maggini, vicepresidente del WWF Italia "L'assessorato all'Agricoltura e l'ufficio caccia sembrano trascurare irresponsabilmente la gravità della situazione in cui versa la specie simbolo della Regione o peggio ritengono di subordinarla agli interessi dei cacciatori più estremisti. L'orso bruno marsicano è a fortissimo rischio di estinzione eppure si continua a far finta di niente. Per la conservazione dell'Orso bruno marsicano è fondamentale coinvolgere i cacciatori delle aree interne, mantenendo uno stretto legame tra chi pratica l'attività venatoria e territorio evitando l'invasione di cacciatori residenti in aree esterne. Lo stesso accordo PATOM sottoscritto dalla Regione ricorda l'importanza della creazione delle aree contigue ai parchi in cui solo i residenti possono cacciare. Una norma inserita nella Legge Quadro dei Parchi 394/91 su cui la Regione Abruzzo è inadempiente ormai da 20 anni. Non solo, la Direzione Agricoltura è riuscita a peggiorare ulteriormente la situazione inserendo nel Calendario venatorio il famigerato Comparto Unico sulla Migratoria che di fatto azzera anche gli Ambiti Territoriali di Caccia. Questo ha provocato un forte risentimento tra i cacciatori dell'aquilano. La Direzione Agricoltura della Regione appare ostaggio dell'estremismo venatorio. È necessario cambiare rotta immediatamente: confidiamo che il Comitato VIA rigetti nella riunione di domani questa richiesta confermando le scelte fatte a tutela dell'Orso il 3 agosto scorso e indicando alla Direzione Agricoltura la strada da seguire per il futuro" 


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G. Chiodi: stampa@giannichiodi.com

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