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Messaggi del 16/12/2011
Incredibile! Oltre 100.000 email inviate in meno di una settimana! Arriviamo urgentemente a 150.000 prima del nostro sit-in di protesta davanti agli uffici del Ministro questo venerdì: manda il tuo messaggio ora e fai il passaparola -- E' vergognoso: mentre noi dovremo salvare l'Italia con una manovra lacrime e sangue, Berlusconi e altri operatori si arricchiranno appropriandosi delle frequenze della tv digitale gratis! Sta a noi fermare questo scandalo e costringere il Ministro Passera ad agire ora. |
http://www.agoravox.it/Politica-ecco-quanto-ci-costa-Ogni.html
Fra i primati imbarazzanti che l’Italia ha messo insieme negli anni, uno dei più odiosi e controversi è relativo ai costi della politica. Ne parliamo tutti ma quasi nessuno ne conosce la vera entità. Tutti – più o meno – siamo a conoscenza degli stipendi dei politici e dei loro vitalizi, oltre ai tantissimi stipendi degli amministratori locali. Ma se vogliamo espandere la nostra conoscenza in tema costi della politica, è opportuno conoscere ben altre cifre. In questi giorni di ferventi preparativi della messa in atto di una manovra che ha tolto il sonno a milioni e milioni di italiani, sapere con una certa esattezza di cosa si parli davvero quando si accenna al tema dei costi della politica, potrà da un lato accrescere gli stati di insonnia, ma dall’altro sapere se e come sarà possibile – da parte delle componenti politiche più attive per ciò che riguarda la guerra ai costi troppo esosi degli ambienti istituzionali – abbassare questa enorme pressione che grava fondamentalmente sulle spalle dei cittadini. E non certo i più ricchi. Inizio dando una cifra: ogni anno la politica in Italia costa ben 23 miliardi di euro. Questo dato scaturisce sommando le spese sostenute da Camera e Senato più una lunga serie di spese per il funzionamento di tutte le istituzioni. Ma è un dato non completo perché è riferito a tutto ciò che è ufficiale. Pensate infatti alle miriadi di persone che lavorano nel sottobosco della politica. Dai porta borse pagati a nero ai "consulenti" di non ben definita collocazione. Il mantenimentro in essere delle due Camere costa ogni anno 1,7 miliardi di euro. Sappiamo però che non è attraverso la o le manovre che si possono mettere direttamente le mani nelle tasche di Camera e Senato. Infatti, anche quest'anno, con l'articolo 5 si spiega che Camera e Senato possono "autonomamente deliberare" riduzioni di spesa, "anche con riferimento a spese di natura amministrativa e di personale". Se lo faranno, i risparmi andranno al bilancio dello Stato, che li dovrà destinare a interventi straordinari su fame nel mondo, assistenza ai rifugiati o beni culturali. Vediamo ora alcune cifre nel dettaglio. La Camera spende oltre un miliardo all'anno e il Senato circa 600 milioni. Le uscite per lo stipendio complessivo pagato ogni anno a deputati e senatori dalle rispettive camere di appartenenza sono pari a 144 milioni. Dal viaggio alla "bolletta" telefonica al teatro ecc: a bilancio ci sono anche le voci aggiuntive che compongono la busta paga dei parlamentari. I rimborsi spese pesano per altri 96,1 milioni. Le spese per gli ex parlamentari che hanno maturato il diritto ad un assegno, una volta raggiunti i limiti di età, nel loro complesso arrivano a 218,3 milioni e sono i famosi e tormentosi vitalizi. Per quanto riguarda la spesa annua tra i due rami del parlamento per l'affitto di immobili impiegati come sedi istituzionali ecco che la cifra è pari a 45,5 milioni di euro. C’è poi un capitolo a parte, i rimborsi elettorali. Con l’attuale manovra, il taglio – in relazione al 2007 - arriverà al 30 per cento. Ma non è nulla se si pensa che in Germania, per esempio, i voti valgono 85 centesimi l'uno (e 38 centesimi quelli superiori al quarto milione, quindi la maggioranza per un partito come la Cdu che all'ultimo turno elettorale ne ha presi 16 milioni), da noi valgono e continueranno a valere una cifra esorbitante: 3,5 euro l'uno. Peraltro, questo denaro giunge anche nelle tasche di coloro che non siederanno in parlamento. Il motivo? Le famose “soglie di sbarramento” che devono comunque essere superate per ottenere i fondi e che sono di gran lunga più generose rispetto a quelle che regolano la distribuzione dei seggi (alla Camera basta l'1% su base nazionale, anziché il 4%, e al Senato è sufficiente il 5% in una Regione, e non l'8%). Ci sarebbero poi da calcolare i costi degli enti locali. E non è cosa facile poiché le voci in capitolo in questo caso sono tante e tali da non permettere dati certi e nemmeno stime possibili. Ciò che “si dice” è che nel prossimo futuro anche negli ambienti amministrativi dovrebbe arrivare la mannaiata che dovrebbe – ed uso sempre volutamente il condizionale – dimezzare di netto gli stipendi. Qualche altra voce in bilancio in ordine sparso. Auto blu (siamo il Paese col maggior numero di auto blu) ci costano circa 4 miliardi di euro l’anno. Da tempo si parla di eliminarne una fetta. Nessuno garantisce che verrà fatto ed in tempi brevi; altre sono le voci nei capitoli di bilancio dello Stato Italiano, ma alcune non si riesce nemmeno a calcolarle in quanto a numeri precisi. In pratica: l’Italia, rispetto al resto d’Europa, costa ai contribuenti un buon 50% in più. In alcuni casi qualcosina oltre. Visto che, quando si tratta di tagliare i costi della politica tutti o quasi fanno melina mentre – contemporaneamente – si fa credere che l’Italia debba assolutamente uniformarsi e conformarsi ai costi medi europei, viene da chiedersi quali saranno alla fine, le misure che verranno prese in considerazione e messe in atto. E se poi, quste misure verranno davvero oltre che approvate messe in essere. Il dubbio permane. Anche perché, chi mai potrà controllare che effettivamente – ad esempio – verrà dimezzato il numero di auto blu, diminuiti gli stipendi dei politici e posti limiti ai vitalizi? E che dire ancora delle migliaia di “consulenze” e pesudo tali che permangono e sono sempre al confine fra ciò che si sa e ciò che non viene nemmeno detto? Ad occhio e croce comunque, facendo i calcoli sulle dita, un bel po' di miliardi freschi ed immediati potremmo ottenerli proprio da questi ormai tormentosi tagli ai costi della politica, che sono forse la voce più vessatoria, pressante ed iniqua sulla cittadinanza italiana fra tutte le voci in bilancio. Anche perché – va sempre ricordato – tutta questa ricchezza di vitalizi, stipendi, royalties e varie ed eventuali ha un ulteriore neo agli occhi di chiunque non faccia parte del gioco della politica italiana: l’assoluta, esatta, metodica puntualità con cui questo denaro esce dalle casse del Tesoro ed entra nei conti correnti di queste migliaia di persone ogni santo mese. Con buonapace di chi in Italia è arrivato persino a lavorare senza percepire lo stipendio. Pur di conservare – almeno – la faccia. Perché ci avevano fatto credere che il lavoro nobilita l’uomo, ma nessuno ci ha mai detto quale tipo di lavoro. |
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