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Messaggi del 20/01/2012
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L MOVIMENTO DEI FORCONI È IL RISCATTO DEL SUD - Intervista a Pino Aprile -
Ogni volta che il Sud protesta, e vi assicuro che ha tonnellate di ragioni per farlo, si trova sempre qualche motivo per infamare le ragioni della protesta. Io a questo movimento ho dedicato un capitolo del mio ultimo libro “Giù al sud”, quando non ne parlava nessuno. Li avevo incontrati alla scuola di politica di Filaga sui monti Sicani, creata da padre Ennio Pintacuda, e avevo scoperto un mondo di cui l’Italia non sa nulla, perché se il Sud non è mafia, non è camorra, non è notizia. Mi raccontarono che in 3 anni, su 200 mila aziende agricole, 50 mila erano state sequestrate, messe all’asta; mi raccontarono di gente che da generazioni coltivava quelle terre, che era scomparsa dall’oggi al domani in silenzio per pudore…tragedie vissute nel silenzio, all’interno delle famiglie. Questo è emblematico del grado di disperazione di questa gente. Il Regno delle due Sicilie era ricchissimo. Poi l’impoverimento, la fuga del Sud. Un’emigrazione che continua anche oggi. Perché? Ci sono almeno tre argomenti enormi nella sua domanda. Il primo, è l’impoverimento del Sud, un territorio che è esistito per oltre 700 anni con quei confini, con quella gente, e che il Regno delle due Sicilie ereditò e poi gestì per 127 anni. Per chi voglia fare dei paragoni, 127 anni è più di quanto è durato il Regno d’Italia, 85 per i Savoia, è più di quanto è durata la Repubblica italiana, è quasi quanto sono durati il Regno d’Italia e la Repubblica italiana messi insieme. Quella era una dinastia divenuta autoctona, perché creò le prime aree industriali in Italia: basta andarsi a leggere i documenti de “L’ Invenzione del mezzogiorno” scritto da Nicola Zitara, e anche tanti altri libri. L’invasione del sud con annessione comportò la distruzione dell’economia del Sud, la chiusura dei più grandi stabilimenti siderurgici d’Italia che erano in Calabria, l’eccidio, con sparatorie, delle maestranze che volevano impedirlo, la devastazione delle più grandi e efficienti officine meccaniche d’Italia che erano nel napoletano, l’asportazione dei lingotti d’oro, della ricchezza del Regno delle due Sicilie. Tutto questo comportò una ventina d’anni dopo, oltre alla reazione armata di quelli che furono chiamati briganti, che agivano per difendere il proprio paese, l’abbandono della propria terra da parte dei meridionali, un fatto questo che non era mai accaduto in decine di millenni. L’emigrazione dal sud, secondo varie stime, ha portato via 20/25 milioni di meridionali in 90 anni. Rispetto al passato oggi è cambiato poco o nulla. Un esempio? Il Comitato interministeriale di programmazione economica divide le quote da sbloccare, che spesso sono soldi destinati al sud, per 200 quote e destina 199 quote al nord e una al sud. Con Monti le quote, anche perché i soldi sono diminuiti, sono state circa 40, di cui 39 al nord e una al sud e in tutto il programma di Monti non c’è una parola per il sud. E poi ci si meraviglia delle proteste? I cittadini del Sud vogliono solo rispetto, attenzione ed essere considerati alla pari degli altri cittadini di questo paese. I soldi che hanno usano per il parmigiano erano stati stanziati per il sud! Poi ci si meraviglia se la gente si organizza…In Sicilia il movimento dei forconi ha cominciato a protestare dopo l’ennesimo suicidio di un signore che si è lanciato dalla sua terrazza con una corda legata al collo. E’ ipotizzabile che la crisi economia spazzi via l’Italia e riporti ad assetti pre-unitari? Queste sono sciocchezze che tendono a nascondere la serietà e la profondità delle argomentazioni per cui il sud protesta. Una laurea dura in genere, sono calcoli de “Il Sole 24 ore” circa 7 anni, moltiplicate per 7 e avrete il salasso del sud a favore del nord per regalargli una classe dirigente a proprie spese. Questo solo per l’istruzione. Poi pensiamo ai trasporti: sono stati cancellati da un improponibile, impresentabile amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato tutti, ma proprio tutti, i treni diretti sud – nord, il paese è stato spezzato in due nell’anno del 150° anniversario della cosiddetta unità. E ancora, il 90% degli aerei che partono dal sud deve pagare pedaggio a Malpensa, solo per far vivere un aeroporto che non doveva esistere. Per andare da Palermo a Tunisi bisogna prendere l’aereo per Malpensa e poi da Malpensa andare a Tunisi. Dovrà finire questa porcheria! Un ultimo aneddoto, che ho raccontato nel mio libro “Terroni”: alcuni miei amici di Bari per andare a Milano si vedevano costretti a pagare all’Alitalia un biglietto più costoso del Bari -New York. Allora, per risparmiare, compravano il biglietto per New York, arrivavano a Malpensa, scendevano, strappavano il biglietto e andavano a Milano! Il sud è il Bancomat d’Italia, continuamente insultato con l’epiteto di “ladro”. In realtà, è l’unico caso al mondo nella storia dell’umanità di un ladro che più ruba e più si impoverisce, di un derubato che più viene derubato e più si arricchisce. Ci sarà qualcosa di strano? Fonte: www.cadoinpiedi.it/ http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=9703 |
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