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F-35, oggi la decisione del governo Monti

Post n°974 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da dammiltuoaiuto
 
Tag: F-35

F-35, oggi la decisione del governo Monti

14 febbraio 2012versione stampabile

Enrico Piovesana

Oggi il ministro della Difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola, illustra in Consiglio dei ministri i provvedimenti di risparmio riguardanti il suo dicastero. Gli occhi di tutti sono puntati sull’acquisto di centotrentuno cacciabombardieri F-35 ‘Joint Strike Fighter’, per il quale ci si aspetta una “rimodulazione”.

Circolano voci di una riduzione a cento velivoli, che, a spanne, dovrebbe comportare un risparmio di almeno 3 miliardi di euro sui 15 totali del programma. E online ha chiesto ieri a Fabrizio Ravoni, portavoce di Di Paola, se tali numeri sull’entità del taglio fossero rispondenti al vero. “I numeri riguardanti i programma F-35 li dirà il ministro della Difesa in Consiglio dei ministri”. Un’implicita conferma che qualche taglio, comunque, ci sarà.

Non si tratterà, in ogni caso, di una rinuncia totale al programma come chiedono due mozioni parlamentari, una dell’Idv e una di Udc e Pd, che verranno discusse e votate stasera alla Camera, secondo una calendarizzazione (decisa dai capigruppo) così tardiva da apparire quasi opportunistica. La mozione dell’Idv “Di Stanislao, Di Pietro” è del 7 dicembre scorso. Quella Udc-Pd “Pezzotta, Sarubbi” risale addirittura a un anno e mezzo fa: 8 luglio 2010.

La mozione dei dipietristi “impegna il governo ad assumere iniziative volte a bloccare, in via definitiva, il programma per la produzione e l’acquisto dei 131 cacciabombardieri joint strike fighter e a valutare la reale possibilità di utilizzare tali risorse per il rilancio dell’economia e il sostegno all’occupazione giovanile; ad assumere iniziative volte a cancellare i finanziamenti previsti per il 2012 per la produzione dei 4 sommergibili Fremm, dei cacciabombardieri F35, delle due fregate «Orizzonte» con un risparmio previsto intorno ai 783 milioni di euro; a bloccare in via definitiva il progetto della mini naja «Vivi le Forze armate» con un risparmio immediato da destinare alle politiche sociali, con particolare riferimento alle famiglie e ai minori che vivono in condizioni di povertà”.

La mozione di Udc e Pd “impegna i governo a sospendere la partecipazione al programma di realizzazione dell’aereo Joint Strike Fighter non sottoscrivendo alcun contratto di acquisto di questi stessi velivoli”, osservando che “dal punto di vista puramente strategico è difficile comprendere quali siano le motivazioni per l’acquisto di un cacciabombardiere di quarta generazione: le nostre attuali missioni militari all’estero hanno una caratteristica prevalentemente di peacekeeping, dove fondamentale deve essere la figura umana mentre risulta totalmente inutile, oltre che contraria al nostro dettato costituzionale, la presenza di cacciabombardieri. La possibile giustificazione della deterrenza ai fini difensivi non regge in quanto occorre ricordare che stiamo già acquistando il caccia Eurofighter Efa più adatto a compiti da intercettore e di difesa da attacchi aerei”.

Al di là dell’encomiabile passaggio sull’incostituzionalità dell’uso di cacciabombardieri in missioni di pace – che dovrebbe valere a maggior ragione quando si parla di armare di bombe gli aerei schierati in Afghanistan – e della confusione tra sommergibili e fregate Fremm, leggendo le argomentazioni e i toni decisi con cui queste forze politiche chiedono la rinuncia a questo “inutile” spesa militare, viene da chiedersi: ma perché non hanno alzato la voce prima? Perché hanno aspettato proprio la sera dopo la decisione del governo, a giochi ormai chiusi?

 
 
 

INTERVISTA NIGEL FARAGE

Post n°973 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da dammiltuoaiuto
 

ESCLUSIVO - NOCENSURA.COM INTERVISTA NIGEL FARAGE

A distanza di quasi due mesi dalla precedente intervista, abbiamo rivolto nuovamente alcune domande all'eurodeputato inglese Nigel Farage che come al solito si distingue per l'assoluta schiettezza e sincerità delle risposte; nessuna "frase di rito", nessun "convenevole" ma risposte ben circostanziate, pronunciate da un profondo conoscitore della realtà "euro-cratica".


a cura di Alessandro Raffa per nocensura.com

- Gli italiani guardano con apprensione gli accadimenti che stanno sconvolgendo il popolo greco: tagli al sociale, tasse, riduzione di stipendi e pensioni... misure molto più pesanti di quelle assunte fino ad ora in Italia dal governo BCE-Monti: SECONDO LEI ESISTE IL RISCHIO CONCRETO CHE UNO SCENARIO SIMILE AVVENGA ANCHE IN ITALIA?


- Si. Probabilmente la prossima nazione a dover assumere forti misure di austerity sarà il Portogallo, e forse anche Spagna e Irlanda; ma l'Italia, nonostante le sue immense riserve auree, (o forse per preservare la riserva aurea) diventerà certamente l'obbiettivo di un "attacco" della Troika. Questo se non succederà "molto presto", succederà "abbastanza presto".


- Monti si è presentato agli italiani con una manovra finanziaria "lacrime e sangue" dal valore di circa 60 milioni di Euro che si è sommata a quelle varate pochi mesi prima dal governo Berlusconi. Nonostante le rassicurazioni, noi sospettiamo che quando si saranno "calmate le acque" il governo interverrà nuovamente, mettendo di nuovo le mani "nelle tasche" degli italiani, magari con una campagna mediatica creata ad arte e con "l'arma dello spread" che manovrano a loro uso e consumo. COSA NE PENSA? SECONDO LEI GLI ITALIANI SARANNO VESSATI ULTERIORMENTE?


- Si. L'unica soluzione offerta da parte dell' UE per il debito pubblico è l'aumento delle tasse e la riduzione della spesa pubblica, senza alcun riguardo per promuovere la crescita economica, che è l'unica soluzione a lungo termine, e che le politiche dell'UE non solo hanno distrutto, ma cercano di eliminare in modo permanente. Possiamo valutare questo modo di operare in buona fede, come "panico ignorante" da parte della UE, oppure in modo più cupo, come l'intensificazione delle politiche destinate al drenaggio della periferia della UE, sia in termini economici che di risorse umane, in modo che tutti i paesi periferici diventino provincie sottomesse.


- L'Italia è scesa dal 50° al 61° posto nella classifica della "libertà di stampa" di "Reporter senza Frontiere": la situazione, che erà già grave quando governava Berlusconi, da quando ci è stato imposto Monti è ulteriormente peggiorata, in quanto egli ha il sostegno di "PD" e "PDL" i principali partiti italiani di "centrodestra" e "centrosinistra", che controllano il 90% dei mass media: fino ad oggi gli italiani si sono "difesi" con i blog liberi come il nostro, ma su internet aleggia lo spettro dell'ACTA: I BLOG LIBERI COME IL NOSTRO SONO DESTINATI A CHIUDERE?


- Il potere politico dell'UE e dei suoi sostenitori a livello mondiale, ovvero gli organi che fanno capo al "Council on foreign relations" (CFR) di New York dipende dal controllo di giornali e televisioni, utilizzati per controllare la popolazione e la politica nazionale. La  contrazione della varietà di opinioni disponibili sui mass media  non è certamente casuale, come non lo è che giornali e TV sono esclusi dalle pressioni che l'UE ed i suoi compagni di congiura intendono esercitare su internet tramite l'ACTA e con altre misure, mascherate come "protezione della privacy" che UE e soci stanno portando avanti. 


- Il governo italiano, che ha ripetuto fino alla nausea su tutti i mass media di regime che "è necessario fare dei sacrifici per salvare il paese" sta spendendo circa 15-16 miliardi di euro per acquistare 131 cacciabombardieri d'attacco F35; non contenti hanno acquistato anche altri cannoni semoventi, nonostante ne avessero a disposizione 70 che non sono mai stati utilizzati. Inoltre Monti nel silenzio assoluto, con il "silenzio-assenso" dei partiti di centrosinistra e di centrodestra, dopo aver partecipato attivamente ai bombardamenti in Libia, ha modificato le regole d'ingaggio del contingente italiano in Afganistan, autorizzando di fatto i bombardamenti. Siamo propensi a pensare che la militarizzazione in atto in Europa (non solo in Italia) sia dovuta alla volontà di avere, nel prossimo futuro, un ruolo più attivo nelle guerre che gli "esportatori di democrazia" USA hanno intenzione di combattere: questo permetterà agli USA di combattere su più fronti contemporaneamente. QUESTA "CHIAVE DI LETTURA" SECONDO LEI E' GIUSTA? QUALE CREDE POSSANO ESSERE I PROSSIMI OBIETTIVI MILITARI?


- Penso che queste osservazioni siano giuste. Attraverso il controllo dei media riescono a fare accettare le guerre al pubblico, e credo che il prossimo obiettivo sia forse l'Iran, che rappresenta un territorio strategico; oltre a far arricchire i produttori di armi e dare accesso a enormi risorse naturali, la guerra consentirebbe di accelerare l'assorbimento dei territori soggetti all'UE in un impero sotto il controllo centrale dell'UE, senza lasciare loro alcuna funzione se non quella di vacanza-resort e di base militare.


Alessandro Raffa per nocensura.com

ESCLUSIVO - Documento sull'ACTA a cura dell'Ufficio di Nigel Farage - clicca
qui

La redazione di nocensura.com ha rivolto alcune domande all'Eurodeputato inglese dell'UKIP, Mr. Nigel Farage, divenuto famoso anche in Italia per il suo duro intervento in europarlamento, a seguito della sostituzione dei governi italiano e greco con quelli che non ha esitato a definire "governi fantoccio". Gli abbiamo rivolto una serie di domande su temi molto importanti - dal "MES" alla democrazia in Europa - alla quale Mr. Farage ha risposto con grande schiettezza, mentre possiamo scommettere che i "nostri" cari onorevoli avrebbero replicato con i classici "convenevoli". Le sue risposte, sono veritiere quanto sconcertanti: il coraggio di quest'uomo - che in passato ha già subito un attentato alla propria vita - è incommensurabile: leggete le sue risposte! 
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Carissimo On. Nigel Farage, vorremmo proporLe alcune domande, alla quale i politici italiani non risponderebbero mai, oppure lo farebbero con i classici "discorsi di rito" e convenevoli. L'intervista sarà pubblicata sul libero blog nocensura.com e probabilmente sarà ripresa da molti altri blog liberi italiani.


- Domanda di nocensura.com - Entro la fine dell'anno sarà approvato il trattato del "Meccanismo Europeo di Stabilità" - "MES". Quali conseguenze comporterà questo nuovo organo sovranazionale per i cittadini e le nazioni europee? Perché, secondo lei, hanno protetto questo organo e i membri che ne faranno parte, con un trattato che consente loro di operare al di sopra delle leggi e di ogni controllo?
- Risposta di Mr. FarageIl MES consentirà a un piccolo gruppo di ministri delle finanze dell'UE di prendere decisioni per conto di governi eletti, riducendo così apertamente quei governi allo status di autorità locali. I Governi eletti sono stati in gran parte ridotti a tale status da molti anni, ma questa riduzione è sempre stata accuratamente nascosta. Da ora in poi, con la gestione centralizzata delle decisioni in ambito finanziario e fiscale, l'UE ha abbandonato ogni pretesa di legittimità democratica, proprio come ha fatto quando ha disposto il collocamento dei non eletti "eurocrati" a capo dei governi italiano e greco. L'immunità e l'esenzione dal controllo sono privilegi standard, conferiti a tutti gli "Eurocrati".


- Domanda di nocensura.com - Quali obiettivi cercherà di conseguire Mario Monti durante il suo mandato di governo? E' sbagliato credere che le manovre finanziarie che sono state imposte agli italiani negli ultimi tempi, siano finalizzate allo scopo di reperire i 125 miliardi necessari per versare la quota di adesione italiana al "MES"?
- Risposta di Mr. Farage - Ovviamente! La chiamano "integrazione". Suona bene, vero? Ma chiamiamola "centralizzazione" (che è molto più appropriato) e non suona così bene. E suona anche peggio, se si considera quanto costerà. La cosa "divertente" è che tutti i programmi dell'UE progettati per creare stabilità finanziaria - o qualsiasi altro tipo di "stabilità" o "integrazione" - risultano sempre più costosi rispetto agli accordi esistenti, e producono una maggiore instabilità. Le reali conseguenze non sono così difficili da capire: avremo un altro strato di irresponsabile, costosa, buro-euro-crazia, che comporterà  più corruzione, più sprechi - non è divertente da nessun punto di vista!

- Domanda di nocensura.com - Un numero crescente di italiani vedrebbe di buon occhio l'uscita dall'Euro, nonostante la pressione dei mass media, che sostengono che ciò avrebbe effetti disastrosi. Qual è la sua opinione?
- Risposta di Mr. Farage - Se questo è quello che pensano gli italiani, hanno ragione. L'intero concetto di "valuta multi-nazionale" è una follia. Ma il progetto degli eurocrati è un altro: loro sanno bene che la valuta multinazionale non funziona, l'obiettivo è abolire le nazioni per creare un impero, con una singola moneta imperiale, qualsiasi sia il prezzo da pagare per i comuni cittadini, in termini di disoccupazione, povertà e privazione dei diritti. In effetti, gli eurocrati pensano che il totale collasso sociale sia necessario, per imporre il proprio (glorioso) progetto per il futuro su di noi. Dal punto di vista degli eurocrati, sta andando tutto molto bene.


- domanda di nocensura.com - I cosiddetti "complottisti" sostengono che gli organi sovranazionali, non solo Europei ma addirittura mondiali, avranno sempre più influenza, e che il loro progetto vada verso una "moneta unica mondiale". Qual è la Vostra opinione?
- Risposta di Mr. Farage - Sì, penso che sia l'obiettivo della "cricca megalomane", che sta lavorando per creare una Unione Europea in stile dittatoriale, non solo in Europa, ma in tutto il mondo. Ciò comporterà la soppressione di tutti gli Stati-nazione, e quindi di tutte le valute nazionali.

Intervista concessa in esclusiva per nocensura.com - la diffusione è consigliata! Vi preghiamo però di non alterare nessuna parte del testo.


staff nocensura.com

Per approfondire la questione del "MES" - "Meccanismo Europeo di Stabilità" - vi suggeriamo di leggere i seguenti articoli: 

 
 
 

IL PETROLIO STA FINENDO ......

Post n°972 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da dammiltuoaiuto
 

“Il petrolio è molto meno di quanto si creda”

14 febbraio 2012versione stampabile

“La produzione di combustibili fossili di cui possiamo disporre è minore di quanto molti credano”, questo sostengono James Murray e David King sulla rivista scientifica Nature. “A partire dal 2005 – continuano i due studiosi -, la produzione convenzionale di petrolio greggio non è cresciuta di pari passo con la crescita della domanda. Noi sosteniamo che il mercato del petrolio è passato a un nuovo e diverso stato, in una di quelle che in fisica si chiamano transizioni di fase: oggi la produzione è ‘anelastica’, incapace cioè di seguire la crescita della domanda, e questo spinge i prezzi a oscillare in modo selvaggio. Le risorse degli altri combustibili fossili non sembrano in grado di colmare il buco”. Insomma, malgrado dal 1999 le importazioni di barili al giorno siano sensibilmente diminuite (si parla di meno 388mila barili), in Italia si spendono mediamente 55 miliardi di dollari ogni anno per importare petrolio, 43 miliardi in più di spesa rispetto a 13 anni fa. E qui si crea il problema, visto che la situazione italiana è molto simile a quella di molti altri paesi del mondo: presto l’offerta di petrolio non riuscirà a soddisfare la domanda che verrà a creare. Secondo Murray e King, comunque, l’allargamento della forbice tra domanda e offerta contribuirà alla ricerca sulle fonti energetiche alternative.

“Molti credono che il carbone sarà la soluzione ai nostri problemi energetici – spiegano ancora i ricercatori -, e che rimarrà a buon mercato ancora per decenni. Ma parecchi studi recenti suggeriscono invece che il carbone disponibile è meno abbondante di quanto si sia finora dato per assodato. Cosa vuol dire tutto questo per l’economia globale, così strettamente legata alle risorse fisiche? Delle 11 recessioni verificatesi negli Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale, 10, fra cui la più recente, sono state precedute da un balzo improvviso dei prezzi del petrolio”.

La conclusione, a questo punto, per Murray e King è presto detta, anche se di non facile applicazione nel breve periodo: “Dobbiamo specificare degli obiettivi di conservazione per migliorare l’efficienza dell’uso dell’energia ricavata dai combustibili fossili. Di ciò fa parte tassare il petrolio per tenere alti i prezzi e incoraggiare riduzioni del suo impiego; incoraggiare l’energia nucleare; domandarsi se e come la crescita economica possa andare avanti senza aumenti della disponibilità di combustibili fossili; abbassare i limiti di velocità sulle strade e incoraggiare il trasporto pubblico; o rimodulare gli incentivi fiscali a favore dello sviluppo delle energie rinnovabili.
È una trasformazione che richiederà decenni, quindi bisogna cominciare il più presto possibile. Sottolineare gli imperativi economici a breve termine imposti dai prezzi del petrolio dovrebbe bastare a spingere i governi ad agire subito”.

mdv

 
 
 

Pensioni gratis agli stranieri, è boom

Post n°971 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da dammiltuoaiuto
 

Pensioni gratis agli stranieri, è boom

Pier Luigi Salinaro

 

Senza aver mai versato contributi incassano 7.156 euro l?anno

Gli extracomunitari con carta di soggiorno fanno arrivare in città i genitori over 65 che all?Inps chiedono il ?vitalizio?

Tredici mensilità da 550,5 euro, mentre un modenese non ne incassa più di 500 pur avendo versato contributi per anni (21 maggio 2008)

 

Ci sarebbe una certa preoccupazione anche a Modena per il dilagare di richieste d' assegni sociali da parte di immigrati che, a quanto sembra, stanno mettendo in seria difficoltà l'Inps. Non esistono cifre precise del fenomeno a livello modenese (il fenomeno è nazionale), anche perchè i funzionari dell'ente di viale Reiter - contatti anche ieri - spiegano che dati e informazioni possono essere forniti solo dalla Direzione Generale di Roma. Dalla capitale ci spiegano che i dati, per singole province, possono rilasciarli solo dopo una richiesta scritta all'Inps di Modena, incaricata poi di inoltrarla alla stessa Direzione Generale. Insomma, forse fra qualche mese si potrà sapere qual'è la situazione modenese sul fronte assegni sociali agli immigrati.

Ma in che cosa consiste questa richiesta da parte degli immigrati degli assegni sociali?

Le cose stanno così: gli immigrati che hanno compiuto i 65 anni e non hanno redditi oppure sono sotto la soglia dei 5mila euro annui, hanno diritto a quella che una volta si chiamava "pensione sociale".

Quando gli extracomunitari regolari residenti in città o in provincia con tanto di carta di soggiorno in regola e residenza, si sono accorti delle normativa di legge - tutto deriva dalla legge 388 del 2000 (inserita nella finanziaria 2001 dell'allora governo Amato) che ha riconosciuto l'assegno sociale anche ai cittadini stranieri - non hanno fatto altro che presentare domanda di ricongiungimento familiare e far arrivare a Modena genitori o parenti anziani. Tra gli immigrati extracomunitari, pare che gli albanesi siano stati gli antesignani e maestri in materia.

Come funzione questa legge varata dal parlamento italiano?

L'extracomunitario regolare, dopo aver fatto venire a Modena i congiunti, manda i familiari o il familiare ultra- 65enne all'Inps. Qui l'interessato autocertifica l'assenza di reddito oppure dichiara la pensione minima nello Stato di provenienza - che deve essere certificata - e il gioco è fatto. L'Inps a quel punto eroga 395,6 euro al mese di assegno sociale, più 154,9 euro di importo aggiuntivo. In totale 550,5 euro per 13 mensilità quindi 7.156 euro l'anno, esentasse. In sostanza genitori, nonni e parenti tutti over 65 di lavoratori extracomunitari, percepiscono i 7.156 euro all'anno, senza aver mai versato alcun contributo all'Inps.

Tutto questo mentre una buona fetta di pensionati modenesi, percepisce pensioni di 500 euro al mese, meno dell'assegno agli anziani stranieri e tutto questo dopo aver versato contributi e pagato tasse per una vita.

C'è poi un altro particolare che sa tanto di "beffa": se il genitore, il nonno, il parente straniero a Modena non si trova bene, può tranquillamente tornare in patria, tanto l'assegno continua a decorrere. E nei paesi nordafricani con queste cifre si vive da "nababbi". Ultimamente comunque sono satte adottate restrizioni e gli stranieri che beneficiano dell'assegno sociale non devono lasciare il nostro paese. Le domande degli stranieri per l'assegno sociale sarebbero in costante aumento e vengono quasi sempre accolte dall'Inps, visto che la legge non prevede nè un minimo di versamenti e nemmeno un certo tempo di residenza.

FONTE  :  http://espresso.repubblica.it/dettaglio/pensioni-gratis-agli-stranieri-e-boom/2026432

 
 
 

SCOMMETTERE SULLA FAME GOLDMAN SACHS HA VINTO

Post n°970 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da dammiltuoaiuto
 

Come Goldman Sachs ha scommesso sulla morte per fame dei poveri. E ha vinto

In Gran Bretagna e negli Usa sta facendo scalpore un editoriale apparso il 2 luglio su The Indipendent e firmato dal giornalista e critico d'arte Johan Hari, definito dal Daily Telegraph come una delle persone più influenti sulla sinistra in Gran Bretagna. L'articolo, intitolato "How Goldman gambled on starvation" è stato rilanciato da diversi giornali e dai siti di molte Ong ambientaliste ed umanitarie. Tratta un argomento terribile ed affrontato spesso anche da Greenreport, ma svela anche uno dei lati peggiori e praticamente genocidi della speculazione finanziaria internazionale, Vi proponiamo l'articolo di Johan Hari ripubblicato dal World Development Movement.

A questo punto, probabilmente pensate che la vostra opinione sulla Goldman Sachs e il suo sciame di alleati di Wall Street abbia toccato il fondo del disgusto. Vi sbagliate. C'è di più. E' venuto fuori che il più distruttivo di tutti i loro atti più recenti è stato discusso a malapena. Ecco il resto. Questa è la storia di come alcune delle persone più ricche del mondo, Goldman, Deutsche Bank, i traders della Merrill Lynch ed altri ancora, hanno provocato la morte per fame di alcune delle persone più povere del mondo, solo perché così hanno potuto fare un più grasso profitto.

Si inizia con un mistero apparente. Alla fine del 2006, i prezzi degli alimentari in tutto il mondo avevano cominciato ad aumentare, improvvisamente e stratosfericamente. Entro un anno, il prezzo del grano era schizzato in alto dell'80%, il mais del 90% e il riso del 320%. In un sussulto globale della fame, 200 milioni di persone, soprattutto bambini, non potevano più permettersi di avere cibo e sprofondarono nella malnutrizione o nella fame. Ci sono stati disordini in oltre 30 paesi e almeno un governo fu rovesciato violentemente. Poi, nella primavera del 2008, i prezzi altrettanto misteriosamente scesero al livello precedente. Jean Ziegler, il relatore speciale dell'Onu sul diritto all'alimentazione, lo ha definito «Un omicidio di massa silenzioso», causato interamente dalle «azioni dell'uomo».

All'inizio di quest'anno ero in Etiopia, uno dei paesi più colpiti, e la gente lì si ricorda la crisi alimentare come se fossero stati colpiti da uno tsunami. «E' stato molto doloroso - mi ha detto una donna della mia età che si chiama Abeba Getaneh - I miei figli avevano smesso di crescere. Da quanto avevo fame, mi sentivo come se dell'acido per batterie fosse stato riversato nel mio stomaco. Ho tolto le mie due figlie da scuola e fatto debiti. Se fosse andato avanti ancora a lungo, penso che il mio bambino sarebbe morto».

La maggior parte delle spiegazioni che vennero date allora si sono rivelate false. Non è successo perché l'offerta è diminuita: per esempio, l'International Grain Council dice che la produzione mondiale di grano era addirittura aumentata durante quel periodo. Non è stato nemmeno perché la domanda era cresciuta. Ci hanno detto che l'espansione delle classi medie cinesi e indiane stavano spingendo i prezzi verso l'alto, ma come ha dimostrato il professor Jayati Ghosh del Centre for Economic Studies di New Delhi, in realtà la domanda in tali Paesi in quel periodo è diminuita del 3%.

Ci sono alcune spiegazioni minori che spiegano qualcosa sugli aumenti dei prezzi, ma non tutto. È vero che la crescente domanda di biocombustibili stava divorando i terreni agricoli tanto necessari, ma questo è un processo graduale che non spiegherebbe un picco così violento. E' vero che l'aumento dei prezzi del petrolio, ha fatto salire i costi della coltivazione e della distribuzione di cibo, ma i dati dimostrano sempre più che questo non è stato il fattore maggiore.

Per capire la causa principale, si deve scavare attraverso alcuni concetti che vi faranno aumentare il mal di testa, ma non sarà nemmeno metà di quanto dolore hanno provocato allo stomaco dei poveri del mondo.

Per oltre un secolo, i contadini nei paesi ricchi sono stati in grado di impegnarsi in un processo in cui si proteggevano dai rischi. L'agricoltore Giles poteva mettersi d'accordo a gennaio a vendere il suo raccolto ad un commerciante in agosto a un prezzo fisso. Se c'era una grande estate e il prezzo globale era alto, lui perdeva po' di soldi, ma se c'era un'estate schifosa o il prezzo crollava, allora era lui ad aver fatto un buon accordo. Quando questo processo era strettamente regolamentato e solo le imprese con un interesse diretto nel settore potevano entrare in gioco, funzionava bene.

Poi, intorno agli anni ‘90, Goldman Sachs e altri lobbisti hanno fatto dure pressioni e le norme sono state abolite. Improvvisamente, questi contratti sono stati trasformati in ''derivati" che potevano essere comprati e venduti tra operatori che non avevano nulla a che fare con l'agricoltura. Era nato Il mercato della "food speculation" .

Così l'agricoltore Giles accetta ancora di vendere il suo raccolto in anticipo ad un trader per 10.000 sterline. Ma ora quel contratto può essere rivenduto a speculatori finanziari, che trattano il contratto stesso in quanto oggetto di potenziale ricchezza. Goldman Sachs può comprarlo e venderlo per 20.000 sterline a Deutschebank, che lo rivende per 30.000 sterline a Merryl Lynch e su e su, fino a che pensano che il prezzo possa essere spinto in alto, fino a quando non sembra più avere quasi alcun rapporto con i campi dell'agricoltore Giles e tutti gli altri.

Se questo vi sembra mistificante, lo è. John Lanchester, nella sua superba guida al mondo della finanza, "Whoops! Why Everybody Owes Everyone and No One Can Pay" spiega: «La finanza, come altre forme di comportamento umano, nel ventesimo secolo ha subito un cambiamento equivalente all'emergere del modernismo nelle arti, una rottura con il senso comune, un svoltare verso l'autoreferenzialità e l'astrazione e nozioni che non potevano essere spiegate nella lingua inglese di tutti i giorni».

La poesia ha trovato la sua rottura rompendo con la semplice rappresentazione della realtà quando T.S. Eliot scrisse "The Wasteland". La finanza ha trovato il suo Wasteland moment nel 1970, quando iniziò ad essere dominata da strumenti finanziari complessi che nemmeno le persone che li gestiscono non hanno pienamente capito. Come dice Lanchester: «Con i derivati ... c'è stata una rottura profonda tra il linguaggio della finanza e quello del senso comune».

Che cosa ha a che fare questo con il pane nel piatto di Abiba? Come potrebbe toccarla questo universo parallelo della speculazione Fino a quando è arrivata la deregulation, il prezzo dei generi alimentari è prodotta dalle stesse forze della domanda e dell'offerta di cibo. (anche queste si erano dimostrate profondamente imperfette: avevano lasciato un miliardo di persone affamate). Ma dopo la deregulation, non c'era più solo un mercato nei prodotti alimentari. È diventato, al tempo stesso, un mercato di contratti che hanno speculato sul cibo che sarebbe teoricamente aumentato in futuro e gli speculatori hanno guidato i prezzi verso il tetto.

Ecco come è successo. Nel 2006, gli speculatori finanziari come la Goldman si tirarono fuori dal collassato mercato immobiliare americano e stavano guardandosi intorno per rifare la loro scorta e gonfiarsi di contanti. Hanno cominciato a comprare grandi quantità di derivati basati sul cibo: il calcolo era che i prezzi degli alimenti sarebbe rimasto stabile o sarebbe aumentato, mentre il resto dell'economia si bloccava. Improvvisamente, gli investitori terrorizzati di tutto il mondo decisero di comprare, comprare , comprare. Così mentre la domanda e l'offerta di cibo rimanevano praticamente le stesse, l'offerta e la domanda per i contratti basati sul cibo crescevano in maniera massiccia, il che ha significato che l'all-rolled-into-one dei prezzi ha eroso massicciamente il cibo nei piatti della gente. E' cominciata la fame.

Il prezzo del cibo è stato ora fissato dalla speculazione, piuttosto che dal cibo reale. L'hedge fund manager Michael Masters stima che anche nelle borse regolamentate negli Usa, che occupano una piccola parte del business, il 64% di tutti i contratti sul grano sono gestiti da speculatori con nessun interesse reale nel grano. Hanno soltanto p un prezzo da gonfiare e da rivendere. Anche George Soros ha detto che questo è stato «Solo come accumulare segretamente del cibo durante una crisi di fame, in modo da fare profitti con l'aumento dei prezzi». La bolla scoppiò solo nel marzo 2008, quando la situazione negli Usa peggiorò a tal punto che gli speculatori dovettero tagliare le loro spese per coprire le loro perdite interne.

Quando ho chiesto loro di commentare l'accusa di avere causato la fame di massa, il portavoce della Merrill Lynch ha affermato:«Huh... Io non ero a conoscenza di questo». Poi mi ha inviato una e-mail per dirmi: «Preferisco non fare commenti». Anche la Deutsche Bank si è rifiutata di commentare. Alla Goldman Sachs sono stati un po' più dettagliati, nella loro risposta hanno detto: «Serie analisi... hanno concluso che gli index funds non hanno causato la bolla dei prezzi delle commodity futures», portando come prova un singolo statement dall'Ocse.

Come sappiamo che questo è sbagliato? Come sottolinea il professor Ghosh, alcune colture vitali, tra cui miglio, manioca e patate, non sono trattate nei futures markets. Il loro prezzo è aumentato un po' durante questo periodo, ma solo una frazione rispetto a quelle colpite dalla speculazione. La sua ricerca dimostra che questa speculazione è stata «la causa principale» dell'aumento.

Così si è giunti a tutto questo. I ricchi speculatori del mondo hanno realizzato un casinò dove la fiches sono stati gli stomaci di centinaia di milioni di persone innocenti. Hanno scommesso sull'aumento della fame ed hanno vinto. Questo è quel che accade quando si segue l'indicazione che i mercati non regolamentati sanno meglio di tutti quando è il momento di fermare la corsa. Il Wasteland moment del settore finanziario ha creato in davvero un deserto. Che cosa dire del nostro sistema politico ed economico se possiamo infliggere così casualmente tanta miseria, e quasi senza neanche rendersene conto?

Se non ri-regolamentiamo, è solo una questione di tempo prima che tutto questo accada di nuovo. Quanto tempo dovrà trascorre, allora? Quante persone saranno uccise la prossima volta? Le mosse per ripristinare le norme pre-‘90 sul commodities trading sono andate incredibilmente a rilento. Negli Usa, il Congresso ha approvato una regolamentazione, ma si teme il Senato, infiltrato di speculatori-finanziatori, possa annacquarne il senso. L'Ue è molto indietro anche in questo, mentre in Gran Bretagna, dove si svolge la maggior parte di questo "commercio", i gruppi di difesa dei diritti umani sono preoccupati che il governo di David Cameron possa bloccare del tutto la riforma per compiacere i suoi amici e finanziatori della City.

Solo una forza può fermare un altro rigonfiamento della bolla speculazione-fame, che ci sarà probabilmente presto. Il popolo dignitoso dei Paesi sviluppati deve gridare più forte dei lobbisti della Goldman Sachs. Nel Regno Unito, il World Development Movement sta per lanciare una settimana di azione per questa estate, perché vengano prese le decisioni necessarie per questo. (...) L'ultima volta che ho parlato con lei, Abiba mi ha detto: «Non possiamo passare attraverso a tutto questo un'altra volta. Vi prego, fate qualsiasi cosa per essere sicuri che mai e poi mai ci succeda ancora».

Elaborazione e traduzione di Umberto Mazzantini


 
 
 
 
 
 
 
 
 

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