Paradis de Danielle
Un pò di me - Pensieri, emozioni, desideri, sogni... (OGNI RICORDO SARA' COME LA PAROLA DI UN RACCONTO)
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*Triora*
Post n°116 pubblicato il 24 Ottobre 2013 da dANy60jack
Halloween si avvicina, si parla di...
Oggi voglio scrivere notizie su uno dei borghi più belli e misteriosi che io abbia mai visitato, si trova in Liguria, la mia terra.
Inoltrandosi nella provincia di Imperia, lungo la statale 548 della valle Argentina, si trovano le indicazioni per raggiungere il piccolo borgo di TRIORA a 780 mt. s. l. m., annoverato tra i più belli d'Italia. Per arrivare percorriamo circa 40 km di curve, su una strada molto stretta che costeggia la valle: lo strapiombo sotto di noi è notevole, ma la vista di cui godiamo è mozzafiato. Sembra quasi impossibile che proprio in quelle zone, dove la quiete verde smeraldo dei boschi incontra la serenità azzurra del cielo, si sia sviluppata una delle più orrende persecuzioni nei confronti di presunte streghe, più di un secolo prima della follia di Salem (1691). Nel 1587, a seguito di una carestia che perdurava quasi da due anni, si cominciò a sussurrare di streghe e fattucchiere o meglio, di baggiure e foitureire (come riportano i documenti di quel tempo) e da lì a poco s'innestò una vera e propria caccia che causò numerose vittime. Il nome Triora deriva dal latino "Tria Ora" (tre bocche) ed infatti lo stemma cittadino è Cerbero, il cane infernale, con le sue tre teste... In realtà, il riferimento dovrebbe riguardare i tre fiumi che confluiscono sul territorio oppure i tre alimenti su cui in passato si basava l'economia e cioè grano, vite e castagna. Il principale prodotto del luogo è il pane, nella sua caratteristica forma rotonda e fatto con farina di tipo 1 (di crusca). Molto apprezzati i formaggi d'alpeggio, tra i quali spicca il "Bruzzo", uno dei più antichi dell´Alta Valle Argentina: ottenuto dalla fermentazione naturale della ricotta, ha un sapore leggermente piccante, è un ottimo condimento per la pasta e si sposa molto bene con il pane e il pomodoro fresco. Il territorio dona anche castagne, miele e funghi, principalmente porcini. Se vi recate a Triora non potete non visitare la "Cabotina". L’umile casolare della Cabotina e la sua prospiciente aia sono da sempre considerate, nella memoria popolare, dimora abituale delle streghe. Qui le bàgiue preparavano i loro alluncinanti intrugli, le pozioni di erbe magiche come la belladonna, il giusquiamo e lo stramonio, sotto i cui deleteri effetti si abbandonavano a osceni balli e ad orge sfrenate. Presso la Cabotina le streghe si trastullavano con le colleghe molinesi palleggiandosi bimbi in fasce, trafugati alle madri che incautamente li avevano lasciati al di fuori delle mura dopo il suono dell’Ave Maria.
Da visitare: Il Museo Etnografico e della Stregoneria di Triora dedica al paese e al processo alle streghe tre piani: subito, all’ingresso, quattro sale dedicate al territorio di Triora, dove particolarmente interessante è la sezione dedicata all’Arte e all’Artigianato locale; scendendo di un piano si trova il Museo Etnografico, suddiviso in cinque cicli, in cui ha spiccato, per la cura particolare, la ricostruzione di un’antica cucina rustica. Infine, scendendo ancora di un piano, si giunge nei sotterranei, non senza provare inevitabilmente un reverenziale timore e una sorta di insito batticuore: qui si trovano tre sale dedicate alla stregoneria, nelle quali sono sapientemente ricostruite le prigioni, e dove sono conservati gli strumenti di tortura e soprattutto tutti i documenti storici.. Da vedere infine le fontane tagliate nella pietra viva e i ruderi dell´antico Castello costruito dai Genovesi nel sec. XIII per la difesa dei propri confini. Il paese conserva il suo patrimonio architettonico ed è estremamente facile lasciarsi rapire dalla magia che trasuda dalle mura delle case e che ancora si respira passeggiando negli stretti vicoli che lo caratterizzano: impossibile non farsi ammaliare, soprattutto perchè legato al misterioso mondo della stregoneria e della caccia alle streghe.
http://www.triorahalloween.it/
Passeggiare per il borgo, inoltrarsi dentro i carruggi, sotto volte e archi scavati nella roccia, negli antri scuri di case diroccate, è come tornare indietro nel tempo. Una sorta di sbigottimento medievale prende a percorrere tenebrosi portici, oscuri angiporti, gradinate, strade catacombali annerite dal fumo di secoli, da incendi saraceni o dal tritolo nazista. Riemergere al sole e alla luce brillante della Valle Argentina, è quasi una liberazione.
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