Creato da Nekrophiliac il 21/02/2005

DARK REALMS V2

So, I've decided to take my work back underground. To stop it falling into the wrong hands.

 

 

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Post N° 53

Post n°53 pubblicato il 30 Maggio 2005 da Nekrophiliac
 

METALLICA: RIDE THE LIGHTNING (1984)

Circa vent’anni fa, un gruppo californiano poco blasonato conosciuto con il nome di Metallica fu costretto a sfornare un'altro capolavoro in grado di raggiungere il precedente straordinario risultato. Dopo aver travolto l’audience mondiale col primo album, Kill ‘Em All (1983), dotato di una carica e di un energia tanto grezza quanto efficace, i Metallica ritornarono sulle scene con Ride The Lighting, un album dove il gruppo mostrava che nel thrash era possibile un evoluzione intelligente senza per questo snaturare lo stile di base, grazie ad una maturazione tecnico-compositiva davvero impressionante. Tecnicamente la band è davvero su ottimi livelli, per l’appunto, il mai troppo compianto Cliff Burton, spina dorsale sonora, riesce davvero ad imporsi per personalità e capacità tecniche sicuramente al di sopra della media. La nota sicuramente più positiva è il fatto che tutti i musicisti non cercano di dimostrare la loro bravura strumentale, ma mettono a disposizione delle canzoni le loro qualità. La produzione, affidata al ligio Flemming Rasmussen (Blind Guardian, Rainbow, Mercyful Fate) è ottima se rapportata ovviamente all’anno di uscita del disco, grezza al punto giusto per far risaltare l’aggressività dei pezzi e pulita quando serve. Con il disco in questione, i Metallica apportano una nuova, radicale e definitiva rivoluzione, per quanto sia una continuazione della precedente. Qui si accentua, oltre alla musica, l'epicità dei testi. Ne deriva un'ambientazione non più metropolitana, ma galattica. Un senso non più di morte o rottura, ma di eternità o martellamento su di uno stesso punto. Fondamentale, in quanto lo si può considerare un po’ come l'album della svolta stilistica della band. Un disco del genere non è nient’altro che la seconda delle tre perle create dal quartetto Cliff Burton, James Hetfield, Kirk Hammet e Lars Ulrich (senza dimenticare l'apporto di Dave Mustaine), dove si deve registrare soprattutto un suono maturo e ponderato. Cavalcate granitiche e mid-tempos oscuri si susseguono in un disco che non ha grossi punti deboli.

Ride The Lightning inizia con un arpeggio agrodolce, un' arpeggio spaventoso che da vita a una sorta di apocalisse dove Lars Ulrich presenta un doppio pedale da urlo: Fight Fire With Fire, bellissima canzone che funge da anello di collegamento tra questo album e il precedente. È infatti presente la (buona) grossolanità di Kill 'Em All (1983). Ruvida e aggressiva, Fight Fire With Fire è una canzone che ha fatto scuola, infatti, i Metallica sono stati grandi nel riuscire ad innestare piano piano sulla matrice del thrash una base melodica unica e riconoscibile e nel riuscire a variare sempre di piu' gli schemi. Mai orecchio umano aveva sentito qualcosa di più estremo. Tutto ciò risulta essere solo il preludio ad uno dei più grandi dischi dei californiani e della scena thrash ottantiana in generale. Dall'uscita di questo album sono passati vent'anni e nel frattempo di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta. Ride The Lightning, la title-track posta in seconda posizione, epopea alla The Four Horsemen, questa volta votata all'era del futuro, anziché a quella del passato. I Metallica continuano a inneggiare alla morte, tuttavia, d’ora in poi lo faranno pacificamente, per esorcizzarla, non più sadicamente: il gruppo passa da un nichilismo bruciante a uno "tutto interiore" e non a caso il tema qui trattato altro non è che il proselitismo contro la pena di morte, come da sedia elettrica campeggiante in copertina. << Someone help me! Oh please God help me! They are trying to take it all away, I don't want to die >>. La lezione dei Metallica ai posteri del metallo. La title-track  Ride The Lightning si apre con uno dei riff più "drammatici" mai sentiti, nel complesso risulta essere un classico brano in crescendo che dà il meglio di sé nel break centrale prima della liberatoria accelerazione finale. È giusto notare come assumano crescente importanza le parti di chitarra ritmica di James Hetfield, perfetto opposto agli assoli di Kirk Hammet che da questo disco in poi iniziò anche a collaborare alla stesura dei brani. Tuttavia, la perfezione di questo connubio la vedremo ancora tra un po'. Senza dubbio, con tale opera i Metallica hanno dimostrato di essere davvero in grado di salire di livello, grazie ad una fantasia notevole nello sviluppo di questa canzone, con dei riffs davvero spettacolari e piazzati sempre al momento giusto. Cavalca il fulmine. I classici si susseguono, è la volta di una “perla” come For Whom The Bell Tolls, il cui riff è diventato uno dei più famosi al mondo, almeno per quello che riguarda il metal; malgrado la disarmante banalità di fondo è una delle canzoni che sono state maggiormente soggette a cover da gruppi in erba. Quattro accordi o poco più, pochissime variazioni, il mid-tempo continuo, un Lars Ulrich da brividi, quanto basta per creare un capolavoro che sprigiona una carica emotiva unica. L’oscurità cade sui Metallica. L'inizio è singolarissimo: inquietanti campane a morto. Il primo riff è uno di quelli maligni che ti entrano dentro e ti rimangono nella testa per sempre, prima di far spazio alla chitarra di James Hetfield con un altro riff granitico e bastardo ed infine giunge quel terribile assolo infinito che crea un senso di attesa mostruoso. Un senso di attesa che non trova mai sfogo per uno dei più epidermici fraseggi chitarristici di sempre: da una parte la desolazione della chitarra ritmica, dall'altra la sublimità tra l'eroico e il ferito di quella solista. Per tutta la durata del brano si è in cocente attesa di un'accelerazione finale, oppure che la canzone dia spazio ad un ritmo più veloce ed energico, che riesca a far esplodere tutta la potenza qui generata, ma non lo fa. Continua imperterrita con il suo ritmo ossessivo e, quando ti aspetti il cambio di tempo, l'anelato sfogo, il brano si avvia, invece, ad un lungo finale sfumato. Quando le note ormai stanno finendo non riesci a credere che la canzone finisca così, che sia riuscita a mantenerti in bilico per i cinque minuti di durata. L’apoteosi dell’inquietudine. In ogni caso, è con Fade To Black che si arriva ad uno dei capolavori del disco. Giunti sin qui nessuno si sarebbe immaginato un pezzo come questo, una canzone dove l’indiscussa protagonista è una candida melodia, dove i ritmi si affievoliscono e la carica energetica sfuma, per lasciare spazio ad un lato dei Metallica fino a quel punto sconosciuto. Ballad struggente e maestosa nel suo incedere, sinonimo di grande band in grado di “comporre” senza il necessario bisogno di picchiare duro come dannati. È vero che la ballad è stata la croce e delizia di tutti i gruppi hard/metal. Ma è anche vero che questa sublima quella retorica perché è sincera. Ed è scritta da ventunenni. Non che ciò renda Fade To Black una canzone leggera da digerire, visto che il pezzo è totalmente pervaso da una tristezza unica e terribile da sopportare, supportato da un testo praticamente disperato. L'inizio del brano è fantasmagorico con uno stupendo arpeggio su cui si innesta la chitarra solista di Kirk Hammet che funge da apripista allo stupendo riff portante della canzone. A questo punto entra il cantato di James Hetfield, che mostra i primi significativi passi in avanti come cantante, infatti, nonostante sia ancora carente in alcuni punti, qui riesce a dare profondità alle sue linee vocali. Nonostante tutto, il vero particolarismo del brano risiede nel finale strumentale dove la già citata intesa tra James Hetfield e Kirk Hammet tocca importanti livelli di bravura, con uno splendido assolo sorretto da ulteriori e splendide linee di chitarra ritmica che formano un contrasto perfetto con quelle soliste. Di Fade To Black rimane inalterata, anche a distanza di tanti anni, e altrettanti ascolti, la sua bellezza e le emozioni che sa regalare. Dissolvenza strappalacrime nel nero. Entriamo ora in una fase delicata: la parte dell'album dove si trovano le canzoni più criticate d’anonimato: Trapped Under Ice ed Escape. Contestate e ritenute dai più solamente canzoni per fare numero, a mio avviso restano validissime, né tanto meno abbassano il livello qualitativo, rispetto a quanto i Metallica hanno combinato nei 90’s. Aborro! Dopo la "pausa" della traccia precedente non poteva non arrivare un'altra mazzata aggressiva ed è, quindi, il turno di Trapped Under Ice, un pezzo tirato, maligno ed inquietante. Il tutto per quattro minuti di violenza senza sosta con uno dei testi minacciosi mai letti. Trapped Under Ice è un tunnel nel glaciale flagello del calibro sonoro dell’opener. Escape rallenta i ritmi e smussa le asprezze per concedersi alla narrazione e all'allucinazione. Non riesco a capacitarmi del motivo per il quale i Metallica non l’abbiano mai suonato dal vivo con regolarità, dato che è un pezzo esaltante, sostenuto da un deciso riff portante che provoca costante e sfrenato headbanging e un melodico chorus tra i migliori mai partoriti dalla mente di James Hetfield e Lars Ulrich, per non parlare della “dissolta” parte finale ove la chitarra, delicatamente, riprende le melodie del refrain. Orecchiabile. Il disco non dà tregua, ecco la morte strisciante. Creeping Death è un tornado sabbatico senza requie o pause. L'alienazione e la violenza questa volta trovano un'ambientazione egizia vissuta con tanta ingenuità quanta radicalità. << Schiavi Ebrei nati per servire il Faraone, fate attenzione! Avete paura di ogni suo ordine. Abbiate fede nello straniero, è il salvatore. Aspettate! Bisogna fare qualcosa. Che sia scritto, che sia fatto. Mi manda l’eletto. Uccidere il primogenito del Faraone. Sono la morte, sto arrivando >>. Non c'e' molto da dire su Creeping death, uno dei grandi classici della band. Il monumentale riff portante ha fatto scuola, il pezzo è maledettamente epico ed energetico, il ritornello rappresenta in pratica l'ABC del metallo pesante... e poi è indimenticabile quel caotico ed assassino break finale con James Hetfield che urla ossessivamente "die"... storica. Da notare come per questo brano, e in particolare proprio per il concitato stacco centrale, i Metallica abbiano avuto parecchi problemi con i concittadini Exodus, ex band del riccioluto chitarrista Kirk Hammet, perché quel break faceva parte di un brano di quest’ultimi, intitolato Die By My Hand, presente sul loro primo demo. La conclusione del disco è affidata a The Call Of Ktulu, influenzata dall'ingegno creatore di H.P. Lovecraft, è in assoluto il maggiore brano dei Metallica e ultimo zampino lasciato da Dave Mustaine al vecchio gruppo: uno strumentale dove tutta la levatura armonica, melodica, compositiva ed esecutiva del gruppo viene fuori. Pagina che sorge delicata e poi via via, nel concitato crescendo, giunge alle spume più deflagranti e catastrofiche, tuttavia in qualche modo contenute da una superiore architettura ordinatrice. Nel finale, cui si giunge attraverso una selva di riffs dei più mesti della storia, campeggia un nugolo di distorsioni in cui paiono esservi rinchiusi tutti gli abissi delle generazioni universali. Scrivere pezzi strumentali non è cosa facile, per di più, scriverli così lunghi ancora meno: il rischio di annoiare a morte gli ascoltatori con interminabili girotondi sonori è costantemente dietro l'angolo. Invece, The Call Of Ktulu non annoia mai. In conclusione, ritengo che tale disco sia pervaso da un'atmosfera unica di tensione e malinconia, facendo sì che chiunque resti letteralmente incollato all'ascolto quasi fosse un film thriller ove l’assassino non è stato ancora smascherato. Creativo.

Commenti al Post:
CacciatricediSangue
CacciatricediSangue il 31/05/05 alle 21:18 via WEB
su questo...io...io...devo lasciare qualcosa...ma...no non si puo...ma...ma...senza parole! anche senza voce...ihihhi
 
 
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 01/06/05 alle 17:02 via WEB
Ora che c'è finalmente la recensione sei o sarai obbligata a commentare!
 
   
CacciatricediSangue
CacciatricediSangue il 01/06/05 alle 19:09 via WEB
io non posso commentare un album dei metallica...uno solo..sarebbe limitarli...eliminando le ultime uscite prettamente commerciali..i metallica per me so sacri..anche perchè dal vivo fanno ancora paura....(scusa ma sto ancora con la testa a milano, con toxicity in sottofondo..mejo de questo non potevo fare nei commenti!)
 
     
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 01/06/05 alle 19:17 via WEB
Sei andata a vedere i System Of A Down, eh? Oggi al TG3 ne parlavano entusiasti. Io credo che siano già agli sgoccioli della carriera, ovviamente, posso sbagliarmi, ma Toxicity rimane una "voce nel deserto". La sacralità dei Metallica è la loro luce riflessa degli 80's, e purtroppo, oggi niente di tutto ciò.
 
     
CacciatricediSangue
CacciatricediSangue il 02/06/05 alle 16:47 via WEB
i soad gia alla frutta????'mmmm non ancora
 
     
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 02/06/05 alle 21:51 via WEB
Frutta? No, già sono arrivati al dolce. E tra sei mesi, con Hypnotize, prenderanno tutti insieme un bel caffè.
 
     
CacciatricediSangue
CacciatricediSangue il 03/06/05 alle 10:49 via WEB
prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr! a parte i motivi commerciali che hanno portato a dividere l'album in due...ti dirò...li ho veramente sentiti cresciuti...io parlo dal vivo..perchè in studio tutti so bravi..pure gigetto d'alessio e la spears (non me ne vogliano i loro fanZZ ma a me fan cagare)
 
     
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 04/06/05 alle 23:52 via WEB
Per favore, non bestemmiamo gratuitamente. Mesmerize è inascoltabile. Dal vivo, personalmente, non ho mai visto i System Of A Down, ma sul piano qualitativo e tecnico son giunto a formulare la tesi che siano oggigiorno molto più "melodici" e "suonati" i dischi dei Cannibal Corpse. Ora bollatemi come eretico!
 
utente_medio
utente_medio il 31/05/05 alle 21:51 via WEB
Il miglior album dei Metallica.
 
 
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 01/06/05 alle 16:59 via WEB
E Master of puppets lo buttiamo via?
 
   
SpiralArchitect
SpiralArchitect il 01/06/05 alle 18:19 via WEB
Se andiamo a sfilare i pezzi, sul singolo brano forse Puppets ha qualcosa in più. C'è indubbiamente una consapevolezza acquisita e un'amalgama raggiunta. Trovo tuttavia Ride più equilibrato nel complesso. Ad eccezione di Fade To Black che spicca sul disco e su tutta la produzione dei Metallica, il resto del materiale contenuto nel disco ha tutto un'analoga qualità media. Puppets invece è più sconnesso, trovo una bella differenza tra la prima metà del disco (Battery, Puppets, Should e Sanitarium) e la seconda (che raggiunge le vette della prima solo con Orion). Come ripete spesso un mio amico di pub davanti ad una birra.... "Ride The Lightning è uno di quei dischi che una volta messo sul lettore non lo toglieresti mai".
 
     
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 01/06/05 alle 19:15 via WEB
Sono pur sempre 8+8 canzoni realizzate da un gruppo "giovane"... le prime e le seconde parti differiscono sì, ma ciò non toglie la loro immortalità e la frequenza con cui dischi come Ride the lightning e Master of puppets risiedono stabilmente nel mio lettore cd.
 
SpiralArchitect
SpiralArchitect il 31/05/05 alle 22:45 via WEB
Confermo, ma appena posso scrivo due parole in più su Lightining. E anche su puppets. intanto ho lasciato il mio pensiero su justice e sul Black.
 
 
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 01/06/05 alle 17:00 via WEB
Caro architetto, ti ringrazio. Ho letto i tuoi commenti approfonditi e ora ne aspetto altri.
 
clasiss
clasiss il 01/06/05 alle 17:11 via WEB
e vogliamo buttare pure black album?
 
 
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 01/06/05 alle 18:03 via WEB
Assolutamente no... e, a maggior ragione, di invito a leggere la mia recensione (è la n°3) e il "gustoso" commento di Spiralarchitect...
 
   
clasiss
clasiss il 07/06/05 alle 00:07 via WEB
vado a leggere :D .... e stendiamo un velo pietosissimo su ST.ANGER weak...
 
     
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 22/06/05 alle 15:35 via WEB
Un pietoso velo? Per St. Anger serve un lenzuolo.
 
SpiralArchitect
SpiralArchitect il 01/06/05 alle 17:18 via WEB
Questo è l'album più importante dei Metallica. Con Kill Em All, trash grezzo nudo e crudo, i Metallica sembravano dire al mondo intero: "Ragazzi, ci siamo anche noi. Con pieno merito, e con questi attributi". Con Ride The Lightning invece i Metallica intendono dire "come" intendono starci. Un'evoluzione intima, qualitativa, in cui maturano le coordinate stilistiche ed espressive del gruppo. Quel sinfonismo di fondo che contraddistinguerà la migliore produzione della band (Ride, Puppets, in parte Justice con la coda di Nothing Else Matters), quegli squarci di luce melodica nel cupismo di un mondo sonoro oscuro e disilluso. Queste le armi principali che faranno dei Metallica una band di rilevanza mondiale, ben oltre il confine metal. Perché questo loro hanno sempre rivendicato in fondo. Essere qualcosa di più di un'onesta band metal. Essere una band che fa musica, buona e grande Musica. Dove la musica, da qualunque latitudine parta, ha una rilevanza universale e non sottosta a ghettizzazioni di sorta. Ma a differenza della seconda e funesta svolta, quella del Black album, dove questo passaggio avrà una clamorosa deflagrazione esterna, e l'evoluzione avverrà a scapito di una clamoroso snaturamento della band, portando ad un depauperamento delle intime e sudate conquiste di un sound e della cifra stilistica complessiva del gruppo, qui avviene un graduale trapasso qualitativo, un affinamento che non altera la portata della loro musica, la loro cubatura. I Metallica non suonano meno, suonano sostanzialmente meglio, brani migliori, più belli. I Metallica iniziano ad elaborare un loro sound, complessivo, inconfondibile, di grande caratura, che non può lasciare indifferenti anche chi non è abituato a masticare certa musica. Ora si può discutere una vita se sia meglio Ride o Puppets, ma questa discussione, alla fine dei conti, lascia il tempo che trova. Più che individuare l'album migliore, il brano migliore, appare importante individuare il DNA della musica di una band nell ambito del proprio percorso. E se così è, non c'è ombra di dubbio che tutto quello che contraddistinguerà i grandi Metallica, che forgerà il loro sound, tutto quello che sarà consacrato e santificato in Puppets, nasce da qui, da quest album. Come non c'è ombra di dubbio che non ci sia nulla in Puppets, o anche in Justice, che non sia già stato detto, magari in embrione, qui in Ride. Qui è stato tracciato il solco, qui piantati i semi che altrove riscontreranno frutti magari maggiore, e più equilibrati.
 
 
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 01/06/05 alle 18:04 via WEB
Hai ragione, è qui che sono stati seminati i semi dei Metallica e del loro futuro radioso, almeno fine alla spudorata "commercializzazione" dei 90's.
 
SpiralArchitect
SpiralArchitect il 01/06/05 alle 17:40 via WEB
Sarebbe poi da approfondire l'apporto di Cliff Burton nella cifra stilistica raggiunta dai Metallica. Quel sinfonismo, dicevo, lo vede sempre protagonista. C'è sempre la sua firma, in Fade To Black e in Ktulu, In Master Of puppets e in Orion, infine in To Live Is to Die. Non sembra tanto un caso che proprio in Justice For All che di Burton contiene solo una coda, la situazione musicale inizi a sfaldarsi, fino a rivelarsi completamente compromessa e nuova nel Black Album. Burton a mio avviso aveva un grande senso musicale. Che contribuiva in maniera determinante alla musica del "gruppo" in quanto tale, come alchimia e sintesi di elementi, non semplice somma. Burton non sarà mai sostituito. In Justice si mette una pezza, in parte per la presenza dell'ultimo suo contributo, in parte cercando di tener vivo, all'occorrenza ricreare, l'effetto (in pezzi come One). Poi sarà bandiera bianca, il gruppo cambierà musica. Potrà piacere o meno (a me non piace) ma non c'è dubbio che è tutt'altra musica.
 
 
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 01/06/05 alle 18:06 via WEB
Come scrissi mesi fa, con ...And justice for all si era toccato il fondo del barile, o meglio era stato appena imboccato il tunnel della sperimentazione e del non-gusto creativo.
 
utente_medio
utente_medio il 02/06/05 alle 09:49 via WEB
Ogni pezzo di questo album rapisce... e non saprei cos'altro aggiungere a quello che avete già detto. Questa è una produzione pietra miliare.
 
 
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 02/06/05 alle 12:48 via WEB
Pietra? Un macigno.
 
Cane_nero
Cane_nero il 06/06/05 alle 19:31 via WEB
Ricordando che si scrive tHrash con l'acca, devo dire che ho sempre preferito il grezzume trucido e arrogante di Kill'em All... però oh, i primi 4 dischi dei Metallica sono tutti capolavori, e che possa passare l'eternità ad ascoltare gli album di Gigi D'Alessio chi dice il contrario! Pezzi rimasti nella storia: Creeping Death in primis. Penso che qualsiasi gruppetto di pirloni che provano a fare metal abbia provato a rifarla. E ci credo... e' una meraviglia! Poi The Call of Ktulu, il solito grande strumentale dei Metallica, Fight Fire with Fire, e sono d'accordo con te nel considerarlo il perfetto trait d'union, For Whom the Bell Tolls e ovviamente la "storica" Fade to Black... minchia, ma come hanno fatto poi i METALlica a diventare quella merdaccia di gruppo che sono diventati? (salvo ora lo scimmione e basta, e solo perche' ha suonato nei mirabolanti Suicidal Tendencies)
 
 
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 07/06/05 alle 22:22 via WEB
Non so come si sono ridotti così... ma i $ hanno avuto un ruolo di primissimo piano nella vicenda che ha scandito il loro progressivo declino nel tempo.
 
   
Cane_nero
Cane_nero il 07/06/05 alle 22:58 via WEB
Secondo me si sono semplicemente rincoglioniti... se avessero voluto soldi a palate avrebbero continuato sulla strada del (buonissimo ma non eccezionale) Black Album: tutti gli album successivi (pesantissimi e anti-commerciali ahimè!)hanno venduto un terzo di quello...
 
     
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 07/06/05 alle 23:30 via WEB
Alzheimer precoce? Forse. Io resto più propenso alla schiavitù della Universal. E soprattutto alla mancanza di idee. Con Black Album hanno incrociato i gusti di milioni di consumatori di musica. La strada era tracciata. E, invece, subentrò la sperimentazione massiva. Load, Reload. Tuttavia, dato che non bastavano... ecco Garage Days, un disco solido ma si tratta di cover su cover e il disco del nuovo millenio: S&M. Una trovata pacchiana. Niente da dire. L'orchestra del compianto Michael Kamen suonava da paura. I MetallicA erano già appannati. Poi fu la volta di I Disappear, prima canzone non scritta da loro, per la colonna sonora di Mission Impossible II. Infine, St. Anger. Il disco da supermercato. Non mi stancherò mai di ripeterlo, i MetallicA sono dei "venduti". Paradossalmente, il successo non gli mancherà mai. Il calo delle vendite c'è stato. In maniera consistente. Tuttavia, l'ultimo platter è stato stravenduto alle nuove "leve"... ciò mi preoccupa.
 
 
obscuraimago
obscuraimago il 13/06/05 alle 15:36 via WEB
Kill'em all fu un grandissimo disco, anche per me vale ciò che dice Cane nero, è l'album che preferisco tra quelli dei Metallica (che oggi sono metallica con la lettera minuscola per me).Dj
 
   
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 13/06/05 alle 16:15 via WEB
E' poco dire con la "lettera minuscola"... hanno toccato il fondo del sottofondo.
 
SpiralArchitect
SpiralArchitect il 07/06/05 alle 12:21 via WEB
Mi par di capire insomma, al di là delle sfumature e differenze, che .... sul fatto che questo sia un gran disco siamo tutti d'accordo.
 
 
clasiss
clasiss il 07/06/05 alle 14:27 via WEB
alla fine la conclusione è questa... :)
 
   
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 07/06/05 alle 19:19 via WEB
E la conclusione è altresì scontata. Ridateci questi MetallicA!!!
 
     
clasiss
clasiss il 07/06/05 alle 21:23 via WEB
credo sia impossibile...
 
     
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 07/06/05 alle 22:21 via WEB
Ormai è impossibile. Andrebbero boicottati ad ogni loro nuova uscita, con buona pace dell'eretica utente_medio! :P
 
     
clasiss
clasiss il 08/06/05 alle 17:32 via WEB
ahahahahha appoggio
 
     
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 08/06/05 alle 20:35 via WEB
Lo credo bene.
 
 
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 07/06/05 alle 19:18 via WEB
Pienamente d'accordo.
 
SpiralArchitect
SpiralArchitect il 09/06/05 alle 11:46 via WEB
Appoggio e sottoscrivo, sperando che non ci veda e non cisenta :))
 
 
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 09/06/05 alle 13:55 via WEB
Francamente, me lo auguro. ;O)
 
obscuraimago
obscuraimago il 13/06/05 alle 15:32 via WEB
Prodi guerrieri del metallo, mi scuso per il ritardo nel commentare questa sacra pietra miliare, ma sto lavorando parecchio e quì è cominciata l'estate...Ride è forse il più complesso dei primi tre lavori dei Four Horsemen, rafinatamente potente, molto heavy, forse meno diretto di Master (che reputo uno dei migliori album della storia della musica)ha una carica devastante. Pezi come Creeping Death sono e saranno sempre un pilastro per i posteri, una pietra miliare immancabile nell'evoluzione di questa grande (un tempo) band. E' incredibile come, pur sentendomi tradito dai quattro di Frisco io continui a amare questi vecchi pezzi come una parte della mia vita! La particolarità di Ride credo sia il poliedrico evolversi in direzioni e sonorità differenti di ciascuna delle tracce, senza mai diventare ripetitivo nè scadere di tono. Non c'è una sola mossa sbagliata in ride, tutto è curato il giusto, pensato in modo da avere un suo equilibrio in modo da diventare uno di quegli album che si possono ascoltare ventimila volte senza mai annoiare. Concordo in pieno con la tua recensione, caro Nekrophiliac, soprattutto con il commento finale: Creativo, confermo e sottoscrivo! Un saluto dal Dj
 
 
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 13/06/05 alle 16:14 via WEB
Io, invece, sottoscrivo pienamente un tuo aggettivo: "poliedrico". Bentornato dj.
 
FEAROFTHEDASH
FEAROFTHEDASH il 14/09/05 alle 15:19 via WEB
un anno fa, dopo l'ultimo album, pensavo fossero finiti anche loro, definitivamente venduti al popolo del rockettino da MTV.. Ma dopo che li ho visti a Padova l'anno scorso, dal vivo..LEVIAMOCI IL CAPPELLO!! Professionisti, dei grandi! anche se forse si potevano risparmiare i bimbi sul palco.. E se anche sparissero, tra cent'anni ci sarà sempre qualcuno che camminando fischietta l'assoletto melodico che c'è in mezzo a Master of Puppets..
 
 
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 16/09/05 alle 11:44 via WEB
Ho una personalissima opinione su St. Anger. Malgrado fosse suonato malissimo, (batteria da cucina - assoli ridotti praticamente a una manciata di secondi - basso non pervenuto e Hetfield un pochino giù di corda), è stato pur sempre un ritorno sulle scene. Era dai tempi di Load (1996) che i MetallicA non realizzavano un disco nuovo. Re-Load (1997) era composto da "scarti". Garage Inc. (1998) era una raccolta di cover, per carità, assai gustose. S&M (1999) un esperimento sinfonico, riuscito a metà. La colonna sonora di Mission Impossible 2, "I disappear" è l'unica canzone di cui i MetallicA non hanno scritto testo e musica. Mi sono spiegato? Sette anni dopo, eccoli qua. Invecchiati, sì... ma con la voglia di ritrovare la retta via. Purtroppo, è un compito assai arduo. Sfuggire alla commercializzazione oggi sarebbe come chiedere alla Luna di sorgere al posto del Sole. Non è un problema. Occorreva rinnovarsi. St. Anger è il principio. Rimboccatevi le maniche e si riparte. I vecchi tempi resteranno memorabili. Probabilmente nessuno potrà dimenticarsi tanto di Master of Puppets, che di Nothing else Matters o di Creeping Death, tuttavia, non è ancora giunto il tempo per associare la parola "fine" ai MetallicA. Anche il tour mondiale è stato un ottimo espediente per riprendere contatto con le folle. Che ancora gli tributano oneri e onori. Resto, perciò, fiducioso nel futuro. Non mi aspetto un nuovo Master of Puppets, certo... però coltivo la speranza che ancora qualcosa di buono questi quattro sig.ri la possono dare. Saluti.
 
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