Il suono ai confini del suono. Dai Chemical Brothers ai Boards Of Canada: Michael Sandison e Marcus Eoin Sandison, per davvero fratelli, giungono, con elettronico furore, da Edimburgo, Scozia, e già da più di dieci anni producono ottima musica, estatica e ammaliante, divenuta ormai un marchio di fabbrica, spesso imitata, mai effettivamente eguagliata. I Boards Of Canada, musicalmente parlando, nascono e crescono, in quanto, familiare duo circondato dagli strumenti dei genitori e da due registratori, intorno alla metà degli anni ’80 del secolo scorso, auto-producendo i propri lavori su rudimentali musicassette d’altri tempi – registrando uno strumento su una cassetta, poi ascoltando questa mentre suonavano un altro strumento, ovviamente con l’altro registratore che registrava il tutto – e in seguito, sotto forma di gruppo allargato a terzi, compiendo la giusta gavetta e la consueta trafila nel mondo underground, sviluppando quel loro tipico gusto per un suono indefinito, comunque caldo, pieno zeppo di disturbi e fruscii analogici vari. Al di là di ben sette releases, di cui solo l'ultima in ordine cronologico è reperibile, cioè Twoism (1995), sotto Music70, label fondata dagli stessi Michael e Marcus Eoin, il passaggio prima a Skam, pubblicando l’EP High Scores (1996) e poi definitivamente all’etichetta “di tendenza”, Warp Records – che annovera Aphex Twin, Autechre, Nightmare On Wax e Squarepusher tra gli artisti del suo catalogo – segna inevitabilmente il lancio dei Boards Of Canada sul mercato, consacrandoli oggi come uno dei nomi più importanti in ambito di elettronica. A quel punto, ed è storia abbastanza recente, il mondo si accorge di loro e dei successivi capolavori Music Has The Right To Children (1998) e Geogaddi (2002). Al termine di una lunga pausa triennale, è pubblicato The Campfire Headphase (2005), in parte sperimentale, supportato da accordi di chitarra suonati in studio e non campionati, che, forse, ha un po’ deluso l’attesa. Il duo scozzese mai domo, oltretutto devoto alla new wave più elettronica, evidentemente, ha deciso di proiettare i propri intenti in chiave cinematica con un nuovo EP, deviando il corso del loro suono per l’ennesima volta. La sensazione è stata comune a molti: i Boards Of Canada, con il recente e penultimo lavoro, avessero non solo depauperato in parte le felici intuizioni e la vena creativa che da sempre li ha contraddistinti in positivo, ma anche inseguito – senza successo – nuove potenziali sonorità. Invece, Trans Canada Highway li riconduce su percorsi a loro molto più congeniali, attraverso un’elettronica dal forte impatto ambientale e un’attitudine che richiama quella di molte band post-rock. The Campfire Headphase (2005) li aveva visti adottare un mood più introspettivo, se possibile, rispetto ad una antecedente discografia quantomeno vivace, Trans Canada Highway non segue del tutto la stessa “autostrada” stilistica, e, a conti fatti, risulta essere ancora un disco “strumentale”, nel senso letterario del termine, considerato che in taluni tratti emerge perfino la sinfonia.
La frontiera scomparsa. Trans Canada Highway si accoda alla già nutrita discografia dei Boards Of Canada sette mesi dopo il full-length The Campfire Headphase (2005), eppure bisogna tornare a Geogaddi (2002) per poter schematizzare la successione ininterrotta di concetti che ne contrassegna alcune delle rappresentazioni mentali di fondo: all'epoca, invero, con il sostegno del presidente della Warp, Steve Beckett, il duo progettò e realizzò tale disco, in modo che avesse una durata pari ad esatti 66 minuti e 6 secondi. Una presa in giro per gli ascoltatori che temevano la presenza del Maligno. A siffatta durata seguiva il numero 23 delle tracce presenti, presupposto logico che prevede che 2\3 equivalga, ovviamente, a 0,666. Un ulteriore scherzo era conferito dalla versione giapponese dello stesso Geogaddi (2002), la cui bonus track From One Source All Things Depend, conteneva samples di bambini che discutevano su chi\cosa fosse realmente Dio. Trans Canada Highway, EP di 6 pezzi, è stato, suo malgrado, pubblicato il 6 maggio 2006, anche se la data prefissata per l'uscita era originariamente il 06/06/06. Tuttavia, al di là della singolarità dei numeri e della curiosità della cabala – architettata dal duo – accompagnate da un buffo quanto innocuo messaggio subliminale, maggiormente consistente appare il legame sotteso fra The Campfire Headphase (2005) e, appunto, Trans Canada Highway. Perché simil titolo? L’intero EP è un concept sul viaggio di mezz’ora, in autostrada per le vaste terre canadesi, esattamente da St. John’s a Victoria. In apertura, dunque, maggiormente in rilievo è posta una estesa laguna di inesplorati suoni, generatrice di acquosi mulinelli fluttuanti, a più orbite. Vero e proprio vortice liquido, a una manciata di istanti da un tuffo al cuore. Dayvan Cowboy, in versione rimaneggiata rispetto quella presente su The Campfire Headphase (2005), è la classica traccia che fa gridare al miracolo: un’esplosione di feedback smembrati nella ionosfera che si trasforma in una lenta panoramica su un brullo panorama.
Il videoclip “in caduta libera”, il primo in assoluto della carriera dei Boards Of Canada, è stato diretto da Melissa Olson, assistente cinematografica canadese, che ha selezionato plastiche immagini di skydive che coniugano perfettamente l’offerta sonora che nel corso degli anni hanno destabilizzato i due fratelli: vocazione disorganica dell'elettronica per niente nobile e, piuttosto, tesa all'introspettiva ambient; strutture dei brani più convenzionali e supporto di strumenti veri – in questo caso chitarre acustiche filtrate. Dayvan Cowboy prevale senza dubbio sulle seguenti cinque tracce qui proposte, tanto per il particolarissimo effetto di "rielaborazione in chiave sintetica" di peculiarità principalmente rock quali artefatte distorsioni, così come per l'accentuato tasso melodico, che rende piacevolmente scorrevoli i restanti venti e più minuti di algide ed espanse atmosfere in piena forma Boards Of Canada, tra “cinematografici” echi e psicotici avvitamenti. Trans Canada Highway presenta, al di là del fortunato brano Dayvan Cowboy in ben due versioni, una quaterna di brani deputati a connotare molteplici e susseguenti short-cuts di umori ambientali. Una levigata e minuziosamente lavorata Left Side Drive è in odor di classico da ben altra collocazione, non da EP. Heared From The Telegraph Lines e Under The Coke Sign finiscono per esser due gracchianti interludi da paesaggi erbosi sintetici, e infine la frammentata ed eterea Skyliner riporta l’ascoltatore alle dense sonorità di Sixtyniner con fondi pulsazioni di fibrose percussioni. A seguito dei curati remix realizzati per Beck e cLOUDDEAD, quest’ultimo, sotto le spoglie di Odd Nosdam, ricambia il favore: la sua versione di Davyan Cowboy, nove glaciali minuti di durata, mette in risalto una sorta di mantra centrale, a colpi di ritmiche hip-hop. Originale, diametralmente diversa rispetto le altre. Il ritorno dei Boards Of Canada e del loro “melting pot” sonoro così si chiude. In bellezza.
sul mio blog ti sei confuso con Rob Halford dei Judas Priest, che qualche anno fa ha dichiarato di essere gay. Lemmy non so se sia sposato o abbia figli, ma non credo sia gay. buona domenica ;) Principe
A vecchia tigre! Ho preso una morchia di LP e ti ho pensato: A Valid Path di Alan Parsons... Il non plus ultra dell'elettronico senza idee!!!!! Vale la pena una recensione smerdante! Ciaoooo!
Ciao n.cave, pensionata pantera d'altri tempi, A Valid Path di Alan Parsons è un disco così così: tra algoritmi e poliritmia. Malgrado riunisca più esperienze, più artisti, è forse ancora troppo legato allo "strumento" computer. Non riesco a compiere un deciso salto in avanti. Certo, non mancano loop accattivanti, però, troppo densa è l'atmosfera dark. Vuoi un consiglio spassionato su come spendere la tua pecunia? L'intera discografia degli Underworld è scontata a 6,90 €, eccetto Everything, Everything. Sai che significa? Che con una manciata di € ti porti a casa la raccolta: doppio cd, equivalente ad un'esplosione di suoni...
Sì, anche francese. Purtroppo, niente tedesco e spagnolo per ora. Attendo che qualcuno/qualcosa, dalla rete, permetta ciò. I lettori nel mondo sono presenti, purtroppo, non partecipi. A me va bene lo stesso. Offro loro la possibilità di "leggermi" in una lingua, quanto meno, più conosciuta. Passi l'inglese che è universale. Il francese lo si studia un po' dapertutto e lo si parla in Belgio, Lussemburgo, Svizzera, numerosissimi stati dell'Africa centro-occidentale, nelle Americhe - tra Québec, Louisiana, Maine, Vermont e Guyana Francese - nelle Antille (Guadalupa, Martinica, Haiti) e persino in Oceania tra Polinesia, appunto, Francese, Nuova Caledonia e Wallis & Futuna. In tutto ciò, mai dire mai nella vita. La Francia è vicina. Tutto può succedere. Mi auguro di poter farti rivivere una certa atmosfera - anche se la vedo difficile, considerando il tuo peregrinare in terra d'Oltralpe - con il prossimo intervento su questo blog...
Allora, sono alle prese con lo scrivere di un qualcosa che, francamente, potrebbe piacere a tutti. Non credo che si disdegni un po' di chillout, soprattutto se ispirata alla città di Parigi...
Casella postale piena,non posso rispondere.. Probabilmente sarai andato anche via.. Non penso oggi ci sarò,serve il computer a Robby..per cui se non riusciamo a sentirci,ti mando un bacio adesso..
Ecco cos'era successo. A un certo punto, sono andato a buttarmi sotto l'acqua e poi a guardare la F1, oltre che, logicamente, a pranzare. Grande Ferrari oggi. Se ci sarai stasera, sai già dove trovarmi. Bacini...
Ok, vedi di svuotarla, altrimenti, tarpi le ali ai miei messaggi. Buona serata e forza... vabbé, già sai e ho notato con piacere che ti sei ricordata di quanto accadrà tra soli tre giorni, già meno di 72 ore. Non lo vorrei, né dovrei dirlo, eppure, conti alla mano, si potrebbe anche perdere stasera, a patto di battere i Lupi nello scontro diretto di mercoledì pomeriggio per lauearsi, finalmente, campioni d'Italia...
Francesi, elettronici, in giro dal 1998, due albums all'attivo, un singolo di successo internazionale quale Breathe, noto ai più per i passaggi in televisione della pubblicità della Mitsubishi, insomma, davvero un bel trio. Dici che il box è meglio posizionarlo in testa? Personalmente, in fondo non mi piace tanto. Attendo che lo si possa inserire, con comodità, a lato. Che ne pensi? Mi rimetto nelle tue "mani"...
Ma che figata Nè!!!! :D Anche l'intro sonoro nei reami oscuri...immagini nuove...solo che mi dispiace ma io di questo genere so veramente poco! :( Ho provato ad ascoltare qualche pezzo ma non riesco a digerire tutto...è inutile...ho l'animo solo metal! Ma tu resti sempre un BIG!!! :D Bella pè te...salutoni Mà!!! :D
Sì, ringraziamo ancora Ocean.Drive per la piacevole novità del box, dai contenuti più disparati, o quanto meno, un ottimo concentrato di chill-out, brani jazz ed atmosferici, così come più marcatamente elettronici. Ho gradito non poco questa sua "trovata". Resto in attesa della diffusione del box su larga scala, il che equivarrà a compiere le proprie scelte in termini di tracklist. Ora come ora, è il solo Ocean.Drive il demiurgo della situazione. Nel momento in cui la tracklist sarà modificabile, gli Oscuri Reami disporranno della loro appropriata musica e spero che anche la Zona del Crepuscolo accenda il sonoro. Capisco che certi "suoni" non siano proprio il tuo "forte", un po' difficile da mandar giù, ma, t'ho detto, il "convento" di Ocean.Drive passa questo. Ed è già tantissimo in termini di risultato parziale. Per i finali ce solo da aspettare. Fiduciosi come sempre. Grazie dei complimenti Claudio. Ciao ciao.
Sicuramente lo farò appena ne avrò l'occasione Marco!!! Sai che i miei complimenti non sono gratuiti...mi piace tutto per davvero!!! Attendiamo impazienti i prossimi passi che muoverà Ocean.Drive allora!!! ;) Chau Mà!!!
Ti ringrazio. Sei sempre gentilissimo. E mi fa altrettanto piacere che apprezzi ciò che porto avanti. In attesa di futuri sviluppi sonori, ti saluto nuovamente, con affetto. Ciao Claudio.
Ok, non rigrazio più.. lo farò da vicino quando ne avrò opportunità. In fondo, se tutto va per come deve andare, il mio trasferimento nella capitale è prossimo e chissà che io non possa essere a Roma nel giro di un paio di settimane. Ciao!
Suvvia, cara cuginetta, c'è sempre un nuovo domani alle porte, comprendo che proprio domani, ormai alle porte, potrebbe esser un giorno triste per una parte della città, ma pensa a noi altri sparsi in tutta Italia a festeggiare... e anche un po' a Tolkien e ai Figli di Hurin, almeno ti distrarranno un po'...
Niente di niente, meglio che resto in silenzio la prossima volta. Meno male che il blog è già nero di suo, perché sono listato a lutto anche io. Che mercoledì d'inferno! Per un attimo ho avuto quella tremenda sensazione di déja-vu che mi perseguita. E i ricordi sono andati indietro ad una domenica di maggio del 2002. Fortuna che oggi non era l'ultima giornata e che il vantaggio cumulato è notevole, altrimenti, chissà, forse avrei potuto commettere qualche gesto inconsapevole anche questa volta, sì, proprio come cinque stagioni fa...
Ennesima delusione, ormai una delle tante, calcistiche e non. Sono abituato. Supererò anche quest'ultima. Aspettando domenica il Siena per un pronto riscatto.
chiaro che tifi per noi in coppa eh?;) ps. sei l'unico a cui ho fatto i complimenti...vedilo come un atto di rispetto della tua persona, e non al tuo esser tifoso dell'inter;)
Che io sia l'unico con cui ti sei complimentata dello scudetto nerazzurro, ciò mi fa onore, e non posso che ringraziare il tuo sportivo gesto. In Champions League, vedo "rosso": il Liverpool, malgrado la sconfitta col Chelsea nella gara d'andata, è capace di regalarmi grandi emozioni e sono fiducioso che un pronto riscatto avverrà. Chissà che non possa arrivare in finale proprio con il Milan. Da Istanbul ad Atene, perché no?
Aprire gli occhi un mattino, con i mille tormenti, di una vita che non riesci più ad afferrare, ancora assopiti, ed avere limpida nella mente una luce, un flash, le camicie blu e nere, e il rammentarsi di una gioia, un istante che racchiude milioni di frammenti, un profondo sospiro, la nostra gioventù, e un pensiero... io c'ero.
Essere interisti non è semplice, o meglio, essere interisti nel cuore è una dura prova che il fato ti riserva. Inter è sofferenza, Inter aiuta ad essere forti. Crollare ogni volta e trovare sempre la forza di rialzarsi. Perdi battaglie, sconfitte umilianti, ma tu sei sempre lì, a rivendicare la superiorità del tuo essere. Si! Perchè tu non sei come glia altri, mai la certezza di essere il migliore, vivi i sentimenti con un'intensità ai più sconosciuta. Pensi alla tua Curva Nord che non smette mai di incitare i suoi ragazzi e trovi quel senso di cameratismo che al mondo d'oggi pare perduto. In ogni dove, ti ritrovi a marciare kilometri su kilometri al seguito di una fede. In alternanza, nella tua mente, rivivi le immagini di apici e baratri, attimi vissuti l'uno a fianco dell'altro, abbracci e bronci, spavalderia e disperazione. Facce che mai potrai dimenticare, espressioni che rimarranno scolpite nel cuore. Pensi alla notte del 22 aprile 2007, rivedi i colori neroblu e ti senti umida la guancia per una lacrima che accarezza il tuo viso.
Non è da tutti, perchè, nonostante tutto, sappiamo di essere dei privilegiati. Essere grandi, magari anche solo per un immenso passato e trovarsi ora, sempre a cozzare contro muri che paiono insormontabili, ti dona quel sentire una sontuosità che ti accompagna in ogni passo verso il futuro. Pensi a quello che sei, a quello che eri e che forse diventerai. Uomini che, con una trentennale tradizione, crescono l'uno con l'altro, ancorati da un vincolo indissolubile, perchè tu ci sei e ci sarai sempre. Vite differenti, ricche di serenità o in certi casi di vuoti incolmabili, che si completano a vicenda; gente diversa che conoscendosi impara a vivere con una mentalità non comune. Vivere l'emozione Inter, viverla in Curva Nord, è sinonimo di ragazzi che maturano con caratteristiche d'altri tempi, perduti nell'attuale civiltà.
Noi siamo diversi, viviamo per un sorriso, viviamo per esplodere grazie ad una gioia o ad un dolore. Sappiamo che c'è un modo solo per non morire mai, e quel modo è vivere davvero. Ed è per questo che, malgrado il buio che attornia quello che noi rappresentiamo, siamo sicuri, nella nostra comunità, di appartenere ad una razza d'eroi. Noi, abitanti di una delle ultime Avalon, superstiti, in piedi tra le rovine, di una civiltà di superuomini.
Dame e cavalieri! Con una commozione che pare imbarazzante, ma è sintomo di vita, urliamo! Una volta ancora: grazie CURVA NORD, grazie cara vecchia INTER!!!
Un commento simile è toccante. Difficile da dimenticare, al pari del nostro trionfo in campionato, contro tutto e tutti. Siamo stati epici nell'incedere, il record di vittorie è lì a testimoniare tutto ciò. Abbiamo fronteggiato alcuni infortuni abbastanza seri, continuando a marciare compatti verso la gloria. Il 22 aprile 2007 è stato il vero "Giorno dei Giorni". Altro che Ligabue. Il giorno in cui abbiamo segnato un'era, distanziandoci da un fosco passato, tra sconfitte e delusioni a raffica. Oggi siamo Campioni. Finalmente. Niente scudetto in tono minore. Questo è merito nostro. Nessuno ha saputo tenerci testa. Le altre squadre sono quasi tutte cadute per nostra mano. Giunge infine l'ora degli applausi e della tanto sospirata festa. In attesa che il Manchester United ci regali un ennesimo sogno...
La sportività esiste. A seguito di Bayern München - Milan, non ho avuto difficoltà nell'ammettere che il Milan aveva superato il turno perché squadra più brava, più forte, riconoscendo, con ciò, i suoi indubbi meriti...
Io sono interista. E ho sopportato per 18 anni, sfottò vari, prese per il culo, offese, ingiurie e barzellette sulla mia squadra. Ora, una volta, che sono intento nel portar male alla altra squadra di Milano, subito sono additato come "non sportivo"...