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Gli schiavi di Rosarno

Post n°61 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da danilo_restagno

Ho aspettato e riflettuto prima di parlare di questa vicenda; mi sono vergognato per quanto stava succedendo e per le conseguenze però mi sono posto anche qualche domanda.
I "clandestini" erano più di un migliaio e lavoravano nella raccolta degli agrumi con i "caporali" che li ingaggiavano a giornata  come, peraltro, capita in Puglia e in Campania per la raccolta del pomodoro.
I datori di lavoro di questi "clandestini" possono dormire sonni tranquilli visto che la Legge Bossi Fini prevede come reato l'utilizzo di manodopera clandestina; coloro che avevano a disposizione le fabbriche abbandonate dove vivevano i lavoratori sono tranquilli? Nessuno cede posti letto a stranieri senza averne un riscontro economico.
Le forze dell'Ordine di Rosarno e dintorni non si sono mai accorte di questa massiccia presenza?
La domanda più grave riguarda la ragione per cui si sono create le condizioni per una battaglia urbana; secondo me i lavoratori si stavano organizzando per chiedere migliori condizioni di lavoro e qualcuno ha pensato di risolvere la questione con metodi spicci e così siamo precipitati indietro di anni.
Abbiamo scoperto che in Italia nel 2010 vivono gli schiavi, persone usa e getta, senza diritti e a cui si può dare la caccia, picchiarli sapendo che tanto non capiterà nulla.
La sinistra e i sindacati dei lavoratori dov'erano e dove sono, ancora una volta le voci fuori dal coro sono state quelle della Chiesa, di Roberto Saviano e pochi intimi.
I rosarnesi oggi manifesteranno per rivendicare la loro estraneità al razzismo, sarebbero più opportuno che riflettano su quello che è successo.
Il ministro dell'interno mostra tutta la sua decisione nel chiedere che vengano sospese le partite di calcio quando le tifoserie si lascino andare a cori razzisti ma a Rosarno cosa fa? Chiude la città...

 

 

 
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