Scienza dell'animamail: davidedifrancia@libero.it, facebook: Davide di Francia |
Questa autodeterminazione, questo arbitrio nel senso di non causalitá, è la stessa sostanza della libertá, la quale è un dono divino da parte del Creatore... Non si tratta di un'illusione, ma della realtà stessa, della «cosa in sè», presente nell'uomo... L'uomo vive nella libertà... In una parola, è reale non il tempo, quale forma vuota, che sotto tale aspetto non esiste proprio, bensì ciò che lo riempie o è misurato da esso
S. Bulgakov, La sposa dell'Agnello
In generale, chi, prima di me, tra i filosofi, è stato psicologo e non invece il suo opposto, «sublime imbroglione», «idealista»? Prima di me la psicologia non esisteva... Le parole più silenziose sono quelle che portano la tempesta. Pensieri che incedono con passi di colomba, guidano il mondo
F. Nietzsche, Ecce homo, come si diventa ciò che si è
Perciò su questa verità non vi è né mai vi sarà un mio scritto: essa non è dicibile come gli altri insegnamenti, ma, dopo un lungo essere e vivere insieme attorno alla stessa cosa, nasce improvvisamente nell'anima, come la luce che scaturisce dall'accendersi d'una scintilla, e da se stessa si alimenta
Platone, Lettera VII, 341 d-e
LO PSICOTERAPEUTA
"Nella psicanalisi non abbiamo altra scelta: dobbiamo dichiarare che i processi psichici in quanto tali sono inconsci e paragonare la loro percezione da parte della coscienza con la percezione del mondo esterno da parte degli organi di senso. Nutriamo addiritura la speranza che questo confronto giovi allo sviluppo delle nostre conoscenze. L'ipotesi psicanalitica di un'attività psichica inconscia ci appare, da un lato, come un'ulteriore sviluppo dell'animismo primitivo che ci induceva a ravvisare per ogni dove immagini speculari della nostra stessa coscienza, e d'altro lato come la prosecuzione della rettifica operata da Kant a proposito delle nostre vedute sulla percezione esterna. Come Kant ci ha messo in guardia contro il duplice errore di trascurare il condizionamento soggettivo della nostra percezione e di identificare quest'ultima con il suo oggetto inconoscibile, così la psicoanalisi ci avverte che non è lecito porre la percezione della coscienza al posto del processo psichico inconscio che ne è l'oggetto. Allo stesso modo della realtà fisica, anche la realtà psichica non è necessariamente tale quale ci appare. Saremo tuttavia lieti di apprendere che l'opera di rettifica della percezione interna presenta difficoltà minori di quella della percezione esterna, che l'oggetto interno è meno inconoscibile del mondo esterno".
S. Freud, 1915, L'inconscio, p. 54, vol. 8, opere complete
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AFORISMI
"Le stelle più luminose bruciano più in fretta" A. Einstein
"L'etica libera la bellezza" Politicamente scorretto
"Signor giudice, tre magistrati vorrebbero diventare procuratore della Repubblica. Uno è intelligentissimo, il secondo gode dell'appoggio dei partiti di governo, il terzo è un cretino, ma proprio lui otterrà il posto. Questa è la mafia..." F. Coppola
"L'uomo è parlato dal linguaggio" J. Lacan
"Gli uomini sono abiti a passeggio" Cartesio
"Noi sentiamo che, anche una volta che tutte le possibili domande scientifiche hanno avuto risposta, i nostri problemi vitali non sono ancora neppure toccati. Certo allora non resta più domanda alcuna; e appunto questa è la risposta" L. Wittgenstein
"Conosci te stesso" Socrate
"Amor, ch'a nullo amato amar perdona" Dante
"Ama il tuo nemico come te stesso" Gesù
"Il Linguaggio è la dimora dell'essere" M. Heidegger
"Ci vuole un caos dentro di sè per generare una stella danzante" F. Nietzsche
"La vita fugge e non si arresta un'ora" F. Petrarca
"La vita è lunga come un battito di ciglia" J. Hendrix
"L'inconscio è incapace d'esistenza" S. Freud
"Ma il principio tenebroso è ben differente nelle cose intellegibili e nelle cose sensibili. La materia è di un genere differente, così come la forma che vi si aggiunge. La materia divina riceve un limite definito, e possiede la vita ben fissata da un intelletto. La materia del corpo diviene qualcosa di definito, ma non è né vivente né intelligente; è una cosa morta che riceve l’ordine. Nei corpi, la forma non è che un’immagine. Lassù, la forma è una realtà, il suo soggetto, è dunque, anch’esso reale. (Quelli che) dicono che la materia è una sostanza, avrebbero ragione, se parlassero della materia intellegibile. Il soggetto delle forme, lassù, è proprio una sostanza, o piuttosto è la sostanza compiuta con la forma che è in lei, la sostanza completa e penetrata di chiarore." Plotino, Enneadi, 4,5
"La comunicazione umana si scontra sempre contro il muro del linguaggio" J. Lacan
I MIEI LIBRI
Quando il vento era animato da un dio, quando il vento era il soffio divino, il suo alito, la sua sconvolgente presenza, non doveva essere difficile comprendere d'un balzo, sin nelle viscere, sino a far tremare le vene e i polsi, cos'era l'anima o la psiche. Nella nostra epoca, quella degli asciugacapelli e dei ventilatori, il soffio invece non può essere altro che un mero evento fisico disanimato, un morto ed insensato movimento meccanico di particelle chimiche.
E' legittimo chiedersi come mai Dio, invece di introdurre come primo divieto, prima legge orale e non scritta, la proibizione di qualche grave comportamento, limitando l'azione di Adamo ed Eva ad esempio su uno dei dieci comandamenti, come non uccidere, non usare violenza, non rubare, abbia invece optato per un divieto banale come quello di non mangiare una mela.
I MIEI LIBRI
Il pensiero occidentale è a tal punto pervaso dal salto simbolico del cristianesimo che anche nei luoghi simbolici più critici, anzi forse soprattutto lì, esso raggiunge le cime più elevate del dispositivo cristiano. Un esempio folgorante è quello di Nietzsche. L'inconscio freudiano e la filosofia col martello sono forse da considerare le cime moderne più elevate dello spirito cristiano originario. Rigorose operazioni antiidolatriche, cristiane. E che altro sono l'ateismo, il nichilismo e la certezza scientista se non folli atti di fede nel nulla dello spirito!
I MIEI LIBRI
Come l'edera all'albero, di Davide di Francia - Saggistica -Storia di una Repubblica fondata su stragi, golpe, segreti di Stato e infiltrazioni masso-mafiose
http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/606976/
Troppe tragedie insabbiate e doppiamente tradite minano la nostra fragile e improbabile democrazia. Le verità giudiziaria e storico-politica non vanno con-fuse. Solo una politica debole o collusa compie l'operazione mortifera di fondere insieme le due verità. Per mantenerle distinte è però necessario dotarsi di dispositivi di verità alternativi a quelli giudiziari.
E' possibile affrontare il tema della salute psichica soggettivamente? Senza ridurre la salute ad un dato oggettivo e normativo valido per tutti? Senza ridurla a normalità? E se si come
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Ci scippano democrazia e sovranità....
La psiche. Per una cura dell'anima
La verità soggettiva nel processo di cura
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Il paradosso della libertà
La libertà è la cosa in sé dell'uomo, ma al di là del senso comune essa è un impossibile paradosso che include il limite e l'accettazione della necessitá del reale
Il desiderio secondo Lacan
Lacan ci conduce ad un luogo radicale del desiderio nel quale l'uomo non desidera qualcosa, ma la speranza di occupare un posto privilegiato e significativo nel desiderio dell'Altro.
Lacan e il suo stile
Il corpo delle donne
La visione berlusconiana della donna e la smania di realizzarsi come veline di successo sono due facce della medesima medaglia. Si tratta di uno dei tanti versanti di una sempre più chiara contemporanea barbarizzazione del cammino dell'uomo.
La grande politica di Dante
La parola del sommo poeta non è solo esteticamente ineguagliabile ma abitata da una forza politica e una concretezza disarmante.
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3. Il mistero grande dell'amore materno
La questione "funzione materna" va impostata all'interno di una diversa prospettiva, per certi versi più complicata. Se l'atto che definisce la paternità è una decisione, una scelta; la natura dell'atto è essenzialmente spirituale, cioè sovraessenziale. Non esiste un atto materiale. Se paternità, atto, e simbolico sono intimamente collegati, si identificano e si esauriscono nel piano spirituale, la posizione che contraddistingue la madre invece (oltre ad essere una scelta con la quale anche lei deve assumersi se lo vuole la sua funzione) è radicalmente avviluppata ad un profondissimo e spesso insuperabile legame biologico, nel corpo. Infatti, per molti mesi il figlio, prima ancora di vedere la luce, è letteralmente parte del corpo della madre. Non c'è alcuna separazione, madre e figlio sono un unico corpo. E anche in seguito al parto l'infante è in grado di pacificarsi e di superare l'angoscia che il suo pianto segnala solo recuperando il contatto con il corpo della madre, il suo calore, il suo odore, e l'assunzione sostanziale del suo corpo attraverso il latte materno che lo nutre sostanzialmente ma anche in modo sovrasostanziale in quanto rappresentante vitale del suo amore. Fin da subito la dialettica della domanda eleva il bisogno ad una domanda d'amore in quanto è l'amore materno che rende possibile l'allattamento e che anima e vivifica il latte materno. Il latte è un dono materno prima ancora d'essere cibo. Non è certo in quanto cibo che l'infante si riempie di latte. Neppure il piacere può esaurire il senso della sua ricerca perché una madre che non si donasse con amore priverebbe immediatamente l'infante del proprio piacere fino a spingerlo a rinunciarvi. Qualora il rapporto tra la madre e il suo bambino si esaurisse nel rispondere alla sua fame, ammesso che il bambino continui comunque a nutrirsi, segnerebbe radicalmente e forse irrimediabilmente l'identità del bambino che si realizzerebbe come luogo di soddisfazione senza slancio di un mero bisogno anziché luogo degno e colmo della gioia dell'Amore. Nel primo caso la sua vita sarebbe depressa e senza slancio, nel secondo caso carica di una vitalità inesauribile. E' l'amore che muove e da' slancio al bambino, mentre il piacere ne è l'effetto e non la causa. Benché sia la fame a spingere il bambino nella ricerca del seno della madre, per lui la fame non può essere altro che mancanza dell'amore materno, non certo di cibo. La particolarità della posizione materna rende comprensibile la difficoltà, per la madre e per il figlio, di separarsi completamente nell'intero arco della vita. Per la madre, il figlio, in un qualche modo, sarà sempre un pezzo di lei, il suo cuore, che vaga per il mondo. Per la madre accettare il figlio come distinto, separato, e appartenente ad un luogo altro da lei è quasi impossibile. La radice del suo amore è infinitamente controbilanciato da un legame biologico, corporale indissolubile. In questo punto ritroviamo la funzione essenziale della paternità: la sua incidenza separativa. Il padre, quando non è fuorcluso, cioè non agente e presente nel luogo dell'Altro materno, efficace formuletta lacaniana, è colui che interviene all'interno della diade madre-bambino separandola. Infatti il desiderio della madre verso il padre, verso cioè un luogo altro rispetto al bambino, istituisce la madre come non completabile dal figlio liberandolo dal ruolo di fallo, cioè della sua eventuale nefasta presunta e agognata capacità di completare e soddisfare la madre. Senza separazione il figlio non avrebbe possibilità di accedere al desiderio che germoglia dalla rinuncia al godimento mortifero di essere un'unica cosa con la madre, e quindi, di non essere se non un'appendice di lei. La separazione, resa possibile dal padre incluso nel luogo dell'Altro, produce l'oggetto perduto, la Cosa e il desiderio, che spingerà il piccolo uomo a cercare nel mondo un suo degno sostituto, capace di elevarsi alla dignità della Cosa. Ecco l'importanza decisiva della funzione legale interdittrice del padre. E' il padre che attiva quel limite vivificante che sbarra la strada al godimento incestuoso e senza limiti, che segna l'impossibilità di essere onnipotente e di avere tutto, che limita la libertà individuale attraverso il riconoscimento del diritto della libertà altrui. Solo in questo modo è possibile garantire e tutelare una libertà individuale non divorata dalla prepotenza e dall'ingordigia altrui, libertà responsabile e rispettosa che fonda la civiltà del Mondo umano. Insomma l'esistenza dell'uomo è resa possibile dall'azione di un limite legale, linguistico originari, coevi all'uomo. La linea di demarcazione del passaggio dalla scimmia all'uomo è infatti fissato dall'apparizione di pratiche simboliche, riti funebri, rappresentazioni grafiche, manufatti che appaiono improvvisamente come effetti di un limite misterioso. Viene prima l'uomo o il linguaggio e la legge? Domanda sull'inizio a cui è impossibile rispondere in quanto l'uno presuppone il secondo. Non c'è uomo senza limite simbolico così come non c'è limite simbolico senza uomo. L'uomo è il prodotto di un'azione simbolica che lo lega costitutivamente ad un debito simbolico originario che tuttavia non è pensabile senza l'uomo in quanto legge e linguaggio non sono dati al di fuori del mondo umano. Viene prima l'uovo o la gallina? Pensare ad un Altro simbolico senza l'uomo, ad una legge e ad un linguaggio senza l'uomo significa immediatamente pensare a quel reale che gli uomini chiamano Dio e che imbarazza l'uomo di scienza anche quando va in chiesa regolarmente. |
INFO
CLINICA ED ETICA
L'etica si propone di sottolineare l'importanza della scelta nel comportamento dell'uomo, anche nella clinica e quando questa apparirebbe del tutto impossibile. Se da una lato la clinica è il luogo all'interno del quale il soggetto può recuperare le proprie origini per riarticolare la logica di una scelta che fino a quel punto egli aveva colto come insoddisfacente d'altro canto lo deve fare a partire dalla constatazione che si tratta sempre di una scelta impossibile, emotivamente ma anche logicamente. L'orizzonte all'interno del quale tutto si realizza è, ad esser precisi, quello etico. Messuna morale, nessun ideale, nessuna identificazione, nessuna illusione può sostenere la sua scelta. L'etica è esattamente l'opposto di un atteggiamento moralizzante. Ciò è vero nonostante il fatto che la filosofia ha quasi sempre pensato l'etica come una sorta di realizzazione pratica della morale, riducendola così all'esecuzione di una legge o di un codice deontologico. Ma, come già evidenziava più di duemila anni fa Paolo di Tarso, la Legge non può garantire alcuna giustizia. Oggi lo abbiamo sotto gli occhi con evidenza, basta andare in Parlamento, cambiare le leggi e anche i reati commessi smettono di essere reati (ad es. il falso in bilancio). Oppure anche nel rispetto della legge si possono commettere ingiustizie come le banche che nella attuale crisi economico-finanziaria globale hanno distrutto la vita di tante famiglie. La giustizia proviene solo da un atto giusto che ogni volta è singolare. Non si potrà mai generalizzare la giustizia, purtroppo o per fortuna.
"Infatti non chi sta ad ascoltare la Legge sarà giusto davanti a Dio, ma chi attua la Legge sarà giustificato. Quando infatti i gentili, che non hanno la Legge, ne attuano i precetti per istinto, pur privi della Legge sono essi stessi Legge per sè. Essi dimostrano l'azione della legge scritta nei loro cuori....
pechè, se si ha giustizia mediante la Legge, allora Cristo è morto inutilmente.
Che diremo dunque? La Legge è peccato? Non sia mai. Però non conobbi il peccato se non mediante la Legge. Non avrei conosciuto il desiderio, se la Legge non avesse detto: non desiderare."
Paolo di Tarso, Lettera ai Romani, 2,13; Lettera ai Galati, 2, 21; Lettera ai Romani, 7,7
POLITICA, DIRITTO ED ETICA
"Con la paura ormai ci convivo. E' inutile nascondere apprensioni quotidiane per la mia incolumità e la sopravvivenza fisica. Il problema è quello di far convivere la paura con il coraggio" P. Borsellino
"Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola" G. Falcone
"Se un uomo non è disposto a rischiare per le proprie idee, o le sue idee non valgono niente, o non vale niente lui" Gioacchino Genchi
Come l'edera all'albero, di Davide di Francia - Saggistica -Storia di una Repubblica fondata su stragi, golpe, segreti di Stato e infiltrazioni masso-mafiose
http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/606976/
Troppe tragedie insabbiate e doppiamente tradite minano la nostra fragile e improbabile democrazia. Le verità giudiziaria e storico-politica non vanno con-fuse. Solo una politica debole o collusa compie l'operazione mortifera di fondere insieme le due verità. Per mantenerle distinte è però necessario dotarsi di dispositivi di verità alternativi a quelli giudiziari.
RECENSIONI LIBRI
All'interno di questa sezione mi propongo di evidenziare preferibilmente testi poco noti che ritengo siano di grande valore e importanza. Pertanto non includerò tutti quei capolavori assoluti che non hanno però bisogno di essere promossi in quanto già ampiamente apprezzati e divulgati. In linea di massima quindi non troverete le recensioni delle opere di Freud, Shekespeare, Platone, Dante, ecc... A meno che non si tratti di lavori periferici e poco noti.
Sulla lettura, Marcel Proust.
Non trovo migliore iniziazione per una sezione dedicata alle recensioni che la presentazione di questo breve saggio sulla lettura. Venti pagine da leggere tutte d'un fiato, commuovente e appassionate. La lettura viene trattata magistralmente, naturalmente in stile poetico e non cattedratico, nei suoi aspetti intimi autoformativi ma anche nei suoi rivoli più oscuri e perigliosi. Qui Proust, che in altri luoghi ho trovato a volte un pò eccessivo, mantiene un portamento lirico, equilibrato e saggio. Non privatevi di questa lettura. Mi ringrazierete.
L'Angelo necessario, Massimo Cacciari
Un lavoro davvero ispirato. Il Regno dell'Angelo, al di là del nomos, della Legge, del bene del male, del linguaggio, consente di illuminare la radice e il senso dell'essere. L'Angelo, pura infanzia, illumina i primi anni di vita dell'uomo, quando la Legge, il Linguaggio sono orizzonti quasi completamente esterni e non interiorizzati. La dove solo l'amore, donarsi e affidarsi, possono manifestarsi. L'Angelo, messaggero della parolo divina, è la porta che consente ad ogni soggetto di mettersi in contatto col la propria parola, col principio che lo costituisce intimamente. Anche in chiave psicologica è un gioiello da non perdere.
Il Tempo etico, Ettore Perrella
Un capolavoro della psicoanalisi. Per chi si interessa di psicoanalisi, ma anche per chi desidera inoltrarsi nel labirinto dell'animo umano, non deve rinunciare a questo luogo prezioso dello spirito umano vivente. Se la psicoanalisi è ancora viva, lo è in opere come questa, rare e spesso nascoste al grande pubblico, alle masse. Non so se è ancora reperibile in qualche modo, se non lo fosse cercherò di aiutarvi in qualche modo. Per quel che mi riguarda lo considero uno dei tre capolavori della storia del pensiero italiano del secolo scorso.
La persuasione e la rettorica, Carlo Michelstaedter
Ecco il terzo capolavoro italiano del secolo scorso. Un pensatore acerbo ma di una profondità, una sensibilità e un coraggio straordinari. Uno sguardo acuto e penetrante che svela la iscrizione costitutiva della mancanza radicata al cuore di ogni cosa. La vita è la mancanza della sua vita. Anche un peso pende e in quanto pende dipende, e se anche in un punto dovesse raggiungere il punto ideale del suo tendere, in quel punto non sarebbe più quel che è: un peso che pende. L'impossibilità della soddisfazione piena è radicata strutturalmente nell'essere di ogni ente, irriducibile a qualsiasi pretesa soluzione pacificatoria. Unica alternativa l'occultamento di questa scomoda verità. Una sfida straordinaria per mettere in gioco la nostra parola al di là delle lusinghe del linguaggio e della realtà.
Enzo Paci, Kierkegaard e Thomas Mann
Non potevo non ricordare un pensatore a cui sono molto affezionato. Molti lavori sono preziosi contributi. Fra tutti propongo questo su Kierkegaard uno dei filosofi più acuti di sempre, capace di sezionare in modo devastante anche il grande Hegel: se la vita fa parte del capitolo sulla logica, allora Hegel non riesce ad afferrare l'essenziale né dell'una né dell'altra. Insomma un connubio straordinario per immergersi nel mare autentico del pensiero e della vita.
Il nomos della terra, Carl Schmitt
Un'opera straordinaria scritta dal più grande giurista del secolo scorso. Sia la forma che i contenuti sono veramente di grande livello. Le istituzioni stanziali che portano agli Stati moderni si affermano bonificando il mare aperto luogo di di conquista, di briganti e di corsari, terra di nessuno, non soggetta a leggi e proprietà. Gli Stati e la proprietà si istituiscono con un atto di forza e di violenza e per affermarsi, consolidarsi e perpetrarsi nel tempo si autoaffermano attraverso il diritto, le leggi e i diritti di proprietà. Una riflessione originale e preziosissima anche per orientarsi all'interno degli sconvolgimenti attuali prodotti da una globalizzazione sempre più sfrenata.
RECENSIONI FILM
Il tempo dei gitani di Emir Kusturica è stato il primo film magico che ho visto. La considero la mia iniziazione al cinema che tocca il profondo del cuore. Non potevo non iniziare da questo meraviglioso film. In alcune sue parti un capolavoro assoluto.
Il concerto
Le parole sono sporche, solo la musica dice la verità!
http://www.youtube.com/watch?v=zvR6qaMmBOE&feature=mfu_in_order&list=UL
In un mondo migliore
Il deserto cresce e la violenza dilaga incontrollabile!
http://youtu.be/uIeXfqhih6A?hd=1
Questioni di cuore, F. Archibugi.
Un bellissimo film commentato nella rubrica-tag cinema
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L'INTUIZIONE DELLA SATIRA
La deriva della Chiesa temporalizzata.
Come spiegare il consenso di Berlusconi? Ecco un'ipotesi piuttosto convincente.
Per un Paese più libero.
Quelo. C'è grossa crisi, non si dove si sta andando su questa tera
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