Scienza dell'animamail: davidedifrancia@libero.it, facebook: Davide di Francia |
Questa autodeterminazione, questo arbitrio nel senso di non causalitá, è la stessa sostanza della libertá, la quale è un dono divino da parte del Creatore... Non si tratta di un'illusione, ma della realtà stessa, della «cosa in sè», presente nell'uomo... L'uomo vive nella libertà... In una parola, è reale non il tempo, quale forma vuota, che sotto tale aspetto non esiste proprio, bensì ciò che lo riempie o è misurato da esso
S. Bulgakov, La sposa dell'Agnello
In generale, chi, prima di me, tra i filosofi, è stato psicologo e non invece il suo opposto, «sublime imbroglione», «idealista»? Prima di me la psicologia non esisteva... Le parole più silenziose sono quelle che portano la tempesta. Pensieri che incedono con passi di colomba, guidano il mondo
F. Nietzsche, Ecce homo, come si diventa ciò che si è
Perciò su questa verità non vi è né mai vi sarà un mio scritto: essa non è dicibile come gli altri insegnamenti, ma, dopo un lungo essere e vivere insieme attorno alla stessa cosa, nasce improvvisamente nell'anima, come la luce che scaturisce dall'accendersi d'una scintilla, e da se stessa si alimenta
Platone, Lettera VII, 341 d-e
LO PSICOTERAPEUTA
"Nella psicanalisi non abbiamo altra scelta: dobbiamo dichiarare che i processi psichici in quanto tali sono inconsci e paragonare la loro percezione da parte della coscienza con la percezione del mondo esterno da parte degli organi di senso. Nutriamo addiritura la speranza che questo confronto giovi allo sviluppo delle nostre conoscenze. L'ipotesi psicanalitica di un'attività psichica inconscia ci appare, da un lato, come un'ulteriore sviluppo dell'animismo primitivo che ci induceva a ravvisare per ogni dove immagini speculari della nostra stessa coscienza, e d'altro lato come la prosecuzione della rettifica operata da Kant a proposito delle nostre vedute sulla percezione esterna. Come Kant ci ha messo in guardia contro il duplice errore di trascurare il condizionamento soggettivo della nostra percezione e di identificare quest'ultima con il suo oggetto inconoscibile, così la psicoanalisi ci avverte che non è lecito porre la percezione della coscienza al posto del processo psichico inconscio che ne è l'oggetto. Allo stesso modo della realtà fisica, anche la realtà psichica non è necessariamente tale quale ci appare. Saremo tuttavia lieti di apprendere che l'opera di rettifica della percezione interna presenta difficoltà minori di quella della percezione esterna, che l'oggetto interno è meno inconoscibile del mondo esterno".
S. Freud, 1915, L'inconscio, p. 54, vol. 8, opere complete
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AFORISMI
"Le stelle più luminose bruciano più in fretta" A. Einstein
"L'etica libera la bellezza" Politicamente scorretto
"Signor giudice, tre magistrati vorrebbero diventare procuratore della Repubblica. Uno è intelligentissimo, il secondo gode dell'appoggio dei partiti di governo, il terzo è un cretino, ma proprio lui otterrà il posto. Questa è la mafia..." F. Coppola
"L'uomo è parlato dal linguaggio" J. Lacan
"Gli uomini sono abiti a passeggio" Cartesio
"Noi sentiamo che, anche una volta che tutte le possibili domande scientifiche hanno avuto risposta, i nostri problemi vitali non sono ancora neppure toccati. Certo allora non resta più domanda alcuna; e appunto questa è la risposta" L. Wittgenstein
"Conosci te stesso" Socrate
"Amor, ch'a nullo amato amar perdona" Dante
"Ama il tuo nemico come te stesso" Gesù
"Il Linguaggio è la dimora dell'essere" M. Heidegger
"Ci vuole un caos dentro di sè per generare una stella danzante" F. Nietzsche
"La vita fugge e non si arresta un'ora" F. Petrarca
"La vita è lunga come un battito di ciglia" J. Hendrix
"L'inconscio è incapace d'esistenza" S. Freud
"Ma il principio tenebroso è ben differente nelle cose intellegibili e nelle cose sensibili. La materia è di un genere differente, così come la forma che vi si aggiunge. La materia divina riceve un limite definito, e possiede la vita ben fissata da un intelletto. La materia del corpo diviene qualcosa di definito, ma non è né vivente né intelligente; è una cosa morta che riceve l’ordine. Nei corpi, la forma non è che un’immagine. Lassù, la forma è una realtà, il suo soggetto, è dunque, anch’esso reale. (Quelli che) dicono che la materia è una sostanza, avrebbero ragione, se parlassero della materia intellegibile. Il soggetto delle forme, lassù, è proprio una sostanza, o piuttosto è la sostanza compiuta con la forma che è in lei, la sostanza completa e penetrata di chiarore." Plotino, Enneadi, 4,5
"La comunicazione umana si scontra sempre contro il muro del linguaggio" J. Lacan
I MIEI LIBRI
Quando il vento era animato da un dio, quando il vento era il soffio divino, il suo alito, la sua sconvolgente presenza, non doveva essere difficile comprendere d'un balzo, sin nelle viscere, sino a far tremare le vene e i polsi, cos'era l'anima o la psiche. Nella nostra epoca, quella degli asciugacapelli e dei ventilatori, il soffio invece non può essere altro che un mero evento fisico disanimato, un morto ed insensato movimento meccanico di particelle chimiche.
E' legittimo chiedersi come mai Dio, invece di introdurre come primo divieto, prima legge orale e non scritta, la proibizione di qualche grave comportamento, limitando l'azione di Adamo ed Eva ad esempio su uno dei dieci comandamenti, come non uccidere, non usare violenza, non rubare, abbia invece optato per un divieto banale come quello di non mangiare una mela.
I MIEI LIBRI
Il pensiero occidentale è a tal punto pervaso dal salto simbolico del cristianesimo che anche nei luoghi simbolici più critici, anzi forse soprattutto lì, esso raggiunge le cime più elevate del dispositivo cristiano. Un esempio folgorante è quello di Nietzsche. L'inconscio freudiano e la filosofia col martello sono forse da considerare le cime moderne più elevate dello spirito cristiano originario. Rigorose operazioni antiidolatriche, cristiane. E che altro sono l'ateismo, il nichilismo e la certezza scientista se non folli atti di fede nel nulla dello spirito!
I MIEI LIBRI
Come l'edera all'albero, di Davide di Francia - Saggistica -Storia di una Repubblica fondata su stragi, golpe, segreti di Stato e infiltrazioni masso-mafiose
http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/606976/
Troppe tragedie insabbiate e doppiamente tradite minano la nostra fragile e improbabile democrazia. Le verità giudiziaria e storico-politica non vanno con-fuse. Solo una politica debole o collusa compie l'operazione mortifera di fondere insieme le due verità. Per mantenerle distinte è però necessario dotarsi di dispositivi di verità alternativi a quelli giudiziari.
E' possibile affrontare il tema della salute psichica soggettivamente? Senza ridurre la salute ad un dato oggettivo e normativo valido per tutti? Senza ridurla a normalità? E se si come
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Ci scippano democrazia e sovranità....
La psiche. Per una cura dell'anima
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Il paradosso della libertà
La libertà è la cosa in sé dell'uomo, ma al di là del senso comune essa è un impossibile paradosso che include il limite e l'accettazione della necessitá del reale
Il desiderio secondo Lacan
Lacan ci conduce ad un luogo radicale del desiderio nel quale l'uomo non desidera qualcosa, ma la speranza di occupare un posto privilegiato e significativo nel desiderio dell'Altro.
Lacan e il suo stile
Il corpo delle donne
La visione berlusconiana della donna e la smania di realizzarsi come veline di successo sono due facce della medesima medaglia. Si tratta di uno dei tanti versanti di una sempre più chiara contemporanea barbarizzazione del cammino dell'uomo.
La grande politica di Dante
La parola del sommo poeta non è solo esteticamente ineguagliabile ma abitata da una forza politica e una concretezza disarmante.
Quando un uomo prende una decisione da quale punto, posizione compie l'atto della sua scelta? Come può stabilire d'aver scelto giustamente? Quali sono i presupposti, i principi, dei nostri atti? Di fronte ad un cosidetto dilemma etico, come impostiamo la nostra scelta? Se ad esempio un uomo ha il figlio affamato e non ha né denaro né lavoro e si trova di fronte ad un banco con sopra delle mele cosa deve fare? Rubarle e farsi ladro o non rubare e lasciare sempre più affamato il figlio? Dove ci collochiamo quando compiamo questa scelta? |
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Vi siete chiesti per quale ragione la BCE innonda di liquidità le banche al tasso dell'1€% mentre gli Stati sovrani vengono lasciati affondare nei loro problemi di liquidità a subire tassi da usura? Qualcuno dirà ma ci sono delle leggi, dei patti! Si sposta solo la questione. Perchè sono state fatte leggi e patti che costringessero a queste inique e perverse pratiche? Perchè per le banche sono state reperite immediatamente migliaia di miliardi mentre si lasciano crepare di fame famiglie per pochi euro? Ci avete pensato? Chi sa rispondere? Perchè nessun giornalista pone mai questa semplice domanda ai loro interlocutori? |
Post n°39 pubblicato il 26 Maggio 2012 da dif3
Se Dio esiste, di Davide di Francia - saggistica - L'uomo europeo pensa cristianamente anche quando cerca di liberarsi dal suo vincolo. Pensare le proprie radici è l'unico vero modo possibile di determinarsi diversamente. Il cristianesimo, soprattutto quello temporalizzato, starnazza istericamente dentro le sue inevitabili contraddizioni. Anche la nostra cultura ha bisogno di ripensare le proprie fondamenta spirituali se desidera innalzarsi dalla palude in cui si è goffamente arenata.
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Post n°38 pubblicato il 26 Maggio 2012 da dif3
La dolce civiltà del mercato globale, di Davide di Francia - - Narrativa - ilmiolibro.itilmiolibro.kataweb.it La dolce civiltà del mercato globale, di Davide di Francia Narrativa 64 pag. L'infezione semantica produceva patologie molto gravi: deliri di uguaglianza giuridica, di rispetto reciproco, di analisi critica, patologie che avevano da sempre provocato disordini, destabilizzazioni sociali e produttive di enorme rilevanza. Non era nemmeno possibile immaginare cosa sarebbe potuto accadere se le unità produttive avessero cominciato a pensare e a ritenersi legittimate a decidere sul bene e il male delle cose. Un disastro. Sarebbe già una catastrofe se solo una unità produttiva assumesse una simile posizione eversiva supponendo di essere capace di decidere responsabilmente. Il mercato non era riuscito a decollare fino a quando non si riuscì a cancellare problemi di questo tipo.
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Come l'edera all'albero, di Davide di Francia - Saggistica - http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/606976/ Come l'edera all'albero, di Davide di Francia Saggistica 212 Con questo lavoro, grazie anche al prezioso contributo di Luigi De Magistris e Giulietto Chiesa che ci hanno concesso d'intervistarli, si tenta un'articolazione unitaria della storia occulta del dopoguerra italiano. In particolare dal '69, dalla strage di piazza Fontana, qunado inizia un progetto eversivo efferato, anche a suon di stragi, che solo apparentemente è terminato negli anni '80. Senza che peraltro sul piano delle responsabilità personali e storico-politiche si sia fatta giustizia. Depistaggi, spostamenti di processi, segreti di Stato, prescrizioni, hanno impedito la condanna di quesi tutti i responsabili di crimini che hanno colpito non solo tanti cittadini e famiglie italiane, ma anche la stessa struttura democratica del paese e la nostra fragile identità e fierezza nazionale.
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Si tratta di un raro film italiano davvero riuscito e convincente. Molto intenso, con parole e sguardi ricchi di significato, con figure, personaggi e storie convncenti e ben armonizzati e con l'ambizione di affrontare questioni davvero importanti con grande competenza ed efficacia. Tre luoghi narrativi su tutti. La narrazione di storie come capacità di problematizzare e umanizzare la realtà, l'amore e l'amicizia come luogo essenziale della vita e, forse soprattutto, la morte come limite assoluto che risignifica l'esistenza e consente o costringe a riconsiderare la vita radicalmente. Quando Alberto e Angelo incontrano la morte, rappresentata dalla bara della signora che non riesce ad accedere al ricovero in cui loro si trovano, la loro vita non è più la stessa e deve essere completamente ripensata. Angelo riesce per la prima volta ad accedere ad un rapporto di amicizia, Alberto torna gradualmente a vivere. Prima non riusciva, prigioniero di un mondo superficiale e di se stesso. Anche l'amore della donna che lo ha sempre amato non poteva essere accolto. Dopo si. Angelo, con un deficit di parola che Alberto compensa, si butta all'interno di un progetto d'amore estremo che, con i suoi limiti, mostra comunque un lato impensabile per l'uomo comune. Alberto sarà capace d'occupare l'unica posizione possibile realizzando un trionfo dell'amore e dell'amicizia. Si tratta di un bellissimo film da vedere e da pensare. |
Ancora. Ancora una volta la biennale di Venezia non tradisce e regala emozioni e stimoli in quantità. Ogni anno si lascia Venezia con il rammarico che la magia del cinema appena sperimentata non troverà seguito nel circuito cinematografico italiano. Solo una piccolissima porzione di piacere e di film visti a Venezia potrà essere ritrovato in un sistema commerciale soffocato da logiche aziendali sterili che soffocano l’arte del cinema e deprivano gli italiani di un potenziale evocativo e formativo di fondamentale importanza. La rassegna veneziana del 2010 si chiude con il Leone d’oro a Somewhere di Sofia Coppola. Si respira un po’ di amarezza, forse di delusione, nel seguire la cerimonia di chiusura della 67. Mostra del Cinema di Venezia. Il sospetto di un conflitto d’interessi resta, ma soprattutto resta l’idea che, nonostante Somewhere ci sembri un film ben fatto, doveva essere premiato altro con il Leone d’Oro. Non che la dimensione competitiva sia poi così essenziale. Spesso non è altro che marketing. Al contrario il gusto da sempre non è disputabile. Ogni emozione è preziosa, anche quando è perdente. E la ricchezza del festival veneziano risiede sempre nell’ampia portata di visioni, di sguardi, di stili, di emozioni, di originalità che è in grado di restituire, di espriemere. Al di là della forma ineccepibile Somewhere narra il solito soggetto della vuota inquietudine americana che onestamente non ha ormai più nulla di originale o di moralmente rilevante. Ci teniamo invece a sottolineare Noi credevamo di Mario Martone (Italia, Francia, 204') con Luigi Lo Cascio, Valerio Binasco, Toni Servillo, Luca Zingaretti, Michele Riondino, Francesca Inaudi, Anna Bonaiuto. Un grande cast per ricostruire in modo fedele ed originale la lotta per l’unità d’Italia che è molto più sfaccettata e complessa di quanto la versione ufficiale voglia far credere. Un lavoro riuscito che aiuta a pensare e a riflettere. Siamo felicissimi per Alex de la Iglesia, che con il suo splendido Balada triste del trompeta si porta a casa sia il Leone d’Argento per la regia che l’Osella per la sceneggiatura. Non ci dispiace neppure il Premio della Giuria per il bel Essential Killing di Jerzy Skolimowski. Un po’ ce l’aspettavamo. Soprattutto ci aspettavamo la Coppa Volpi a Vincent Gallo un attore bravissimo. Nel caso specifico del film di Skolimowski addiritura impressionante. Ma anche molti film senza premi o anche fuori concorso ci hanno toccato l’anima. Essenziale, ruvido e toccante Angèle et Tony è il debutto nel lungometraggio della regista Alix Delaporte, vincitrice nel 2006 di un Leone d’oro con il cortometraggio Comment on freine dans una descente?. Una storia d’amore e disperazione ambientata tra i pescatori della Bassa Normandia, tra due individui segnati dalla solitudine e costretti a mettersi in gioco al di là delle iniziali intenzioni. Una storia d’amore convincente, cruda e vera. Per finire vogliamo segnalare un paio di commedie riuscitissime e gustose: La passione di Carlo Mazzacurati con un bravissimo, come sempre, Silvio Orlando e Potiche, di Francois Ozon con un trio francese d’annata: Catherine Deneuve, Gérard Depardieu, Fabrice Luchini. Per chi può, buona visione.
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![]() ilmiolibro.kataweb.it Come l'edera all'albero, di Davide di Francia Saggistica 212 Con questo lavoro, grazie anche al prezioso contributo di Luigi De Magistris e Giulietto Chiesa che ci hanno concesso d'intervistarli, si tenta un'articolazione unitaria della storia occulta del dopoguerra italiano. ![]() Oggetto: Come l'edera all'albero Ti segnalo che ho pubblicato il libro Come l'edera all'albero. Segui questo link per vedere la copertina, la scheda di presentazione e leggere le prime pagine: http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=601563
Presentazione libro Come l'edera all'albero di Davide di Francia Con questo lavoro, grazie anche al prezioso contributo di Luigi De Magistris e Giulietto Chiesa che ci hanno concesso d'intervistarli, si tenta un'articolazione unitaria della storia occulta del dopoguerra italiano. In particolare dal '69, dalla strage di Piazza Fontana, quando inizia un progetto eversivo efferato, anche a suon di stragi, che solo apparentemente è terminato negli anni '80 senza che peraltro sul piano delle responsabilità personali e storico-politche si sia fatta giustizia. Depistaggi, spostamenti di processi, segreto di Stato, prescrizioni hanno impedito la condanna di quasi tutti i principali responsabili di crimini che hanno colpito non solo tanti cittadini e famiglie italiane, ma anche la stessa struttura democratica del paese e la nostra fragile identità e fierezza nazionale. La strategia della tensione prosegue anche negli anni '90. E' lo stesso procuratore nazionale antimafia Grasso a sottolineare che anche le stragi mafiose del 92-94 sono un sub-appalto della strategia della tensione. Solo trattative vergognose e la istituzionalizzazione massiccia e capillare delle masso-mafie all'interno delle istituzioni hanno portato alla pacificazione attuale. E' l'ex guardasigilli Conso a confessare, dopo 17 anni, che nel '93 decise di sopprimere il 41 bis a 140 mafiosi con l'obiettivo di fermare le stragi. Effettivamente l'obiettivo venne raggiunto. Alle stragi si rispose con alcune concessioni incluse nel famoso papello. Le stragi cessarono cedendo al ricatto mafioso. Una vergogna inaudita che la classe politica e i media lasciano obliare colpevolmente anzichè approfondire e colpire duramente e con decisione. E questo nello stesso Paese in cui si decise di lasciare ammazzare Moro in ragione di una cinica e opportunistica strategia della fermezza. Come precisò Pieczenik, stratega americano vicino a Cossiga che partecipò al comitato di crisi istituito per l'occasione, Moro doveva morire, "Cossiga era l'uomo delle decisioni dolorose, non poteva far altro che far uccidere Moro. Siamo stati noi a mettere il dito dei brigatisti sul grilletto della pistola con cui gli hanno sparato". La morte di Moro è dovuta anche ad una cinica ragion di Stato. La stagione delle bombe è terminata solo grazie ad una resa dello Stato alle masso-mafie che hanno invaso e occupato le istituzioni italiane. Non passa una settimana senza che qualche rappresentante delle istituzioni venga indagato, processato e/o condannato per mafia. Sindaci, assessori, governatori, senatori della repubblica. Andreotti, Dell'Utri, Cuffaro, Cosentino, Berlusconi, solo per ricordare i più noti. E questi invece di essere allontanati con ignominia mantengono il sostegno della classe politica. Anche quando si è di fronte a fatti acclarati con condanne definitive e carcerazioni, le dichiarazioni di alcuni pilitici sono sconcertanti. Come Follini e Casini che in riferimento alla condanna e carcerazione di Cuffaro hanno confermato la loro amicizia con l'ex governatore della regione Sicilia e sono rimasti convinti che l'amico non è un mafioso. C'è da chiedersi cosa li può convincere. In modo analogo tanti politici non perdono l'occasione di ripetere che Andreotti sarebbe stato assolto quando la Cassazione ha stabilito che il senatore a vita ha partecipato al sodalizio criminoso con molti esponenti di spicco della mafia siciliana fino agli anni '80. Anche di fronte a fatti acclarati la classe politica non riesce ad avere una visione realistica e a prendere una posizione di condanna ferma contro la mafia. Figuriamoci in presenza di indagini e condanne non definitive. Se l'attuale equilibrio dovesse infrangersi alcuni autorevoli protagonisti (De Magistris, Ingroia e Genchi) ritengono che le bombe potrebbero tornare. Che fare? Dobbiamo abbassare la testa per evitare la violenza mafiosa? Lasciamo il Paese in mano alle mafie pur di vivere in pace? Lo sguardo non è quello del professionista ma del cittadino qualunque, disorientato, avvilito e indignato. Il sentimento di unità nazionale oggi così in crisi e al centro del dibattito pubblico può realizzarsi solo attraverso un percorso di verità che faccia emergere i segreti che lo Stato in questi decenni ha tentato con forza di occultare. Troppe tragedie insabbiate e doppiamente tradite minano la nostra fragile e improbabile democrazia. Le verità giudiziaria e storico-politica non vanno con-fuse. Solo una politica debole o collusa compie l'operazione mortifera di fondere insieme le due verità. Per mantenerle distinte è però necessario dotarsi di dispositivi di verità alternativi a quelli giudiziari. Paolo Borsellino evocato nel IV capitolo, attraverso una lezione magistrale, lo dimostra con chiarezza. La collusione, la contiguità e la inaffidabilità nella gestione della cosa pubblica sono morbi civili dai quali un paese sano deve sapersi difendere senza fare ricorso necessariamente alla magistratura che in questo modo finisce per essere pericolosamente sovraesposta.
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L'evoluzione umana è un'evoluzione tecnologica incontrollata che aumenta pericolosamente le capacità distruttive del virus umano. Anzichè utilizzare l'evoluzione tecnica per liberare l'uomo dal lavoro, dai bisogni vitali e aumentare lo spazio dedicato alle relazioni amichevoli e ai piaceri dello spirito, l'uomo sembra non vedere altro che potere, denaro, sopraffazione a qualsiasi costo. La recente invenzione della guerra soprannominata aiuto umanitario ha finito per facilitare l'attivazione dei conflitti bellici e delle prevaricazioni che paradossalmente si nascondono dietro il paravento dell'esportazione della democrazia e della libertà a suon di bombe. La diagnosi del virus umano purtroppo è sempre più infausta. |
"Se dunque si chiede perché Dio permise che fosse tentato l'uomo ch'egli prevedeva avrebbe dato il consenso al tentatore, io non posso scandagliare la profondità dei segni divini e confesso che [la soluzione] del problema sorpassa di molto le mie forze. Può esserci dunque una causa occulta, la cui conoscenza è riservata - non per i loro meriti ma piuttosto per una grazia di Dio - a persone più valenti e più sante di me. Agostino, De Genesis ad litteram 11,4.6 1. La vergogna è un'emozione scarsamente trattata dalla letteratura psicoanalitica e, di conseguenza, non sufficientemente elaborata dal punto di vista teorico. Solo negli ultimi dieci anni si è notato che la vergogna è presente in una vasta gamma di disturbi della personalità, soprattutto in quelli più gravi: paranoia, disturbi narcisistici, perversione, schizofrenia e psicosi maniaco-depressiva[2]. La sua presenza massiccia in psicopatologia richiede dunque un'attenta riflessione, al fine di portare nuova luce su alcune importanti questioni concettuali, come quella della colpa. Nella psicanalisi la focalizzazione dell'attenzione sulla colpa ha offuscato l'importanza della vergogna: dato che paradossalmente, la prima si viene strutturando sulla seconda, che la precede, difficilmente si giungerà ad una comprensione esauriente della colpa se si prescinde dalla conoscenza della vergogna. Freud, all'interno delle coordinate tracciate per affrontare il problema della colpa, aveva già individuato lo spazio della vergogna. Se ne possono evidenziare, nel corso dei suoi lavori, due diverse descrizioni: egli ne ha parlato da un lato come di una formazione reattiva che segue la vicenda edipica e l'erigersi del Super-Io (ad esempio nei Tre saggi sulla teoria sessuale), dall'altro come d'angoscia sociale che invece precede sia l'una sia l'altra[3]. Questo secondo senso è decisamente più interessante del primo perché Freud mostra come l'angoscia sociale, precedendo l'erigersi del Super-Io, preceda inevitabilmente anche la genesi della colpa, predisponendo così in qualche modo il terreno sul quale quest'ultima verrà successivamente ad articolarsi. Negli ultimi capitoli di "Il disagio della civiltà" si trovano pagine molto belle nelle quali Freud descrive l'angoscia sociale come premessa al discorso sulla colpa. L'angoscia sociale è quella condizione pre-edipica di dipendenza dall'amore dell'altro significativo nella quale il bene e il male vengono accettati a "scatola chiusa" sulla base delle indicazioni genitoriali; cioè è bene tutto ciò che garantisce l'amore dei genitori ed il senso di sicurezza che ne deriva, mentre è male ciò che non garantisce tutto questo (amore e senso di sicurezza). Condizione, quella descritta a proposito dell'angoscia sociale, che non solo spiega, ma mostra addirittura come inevitabile quel detto che afferma "le colpe dei padri cadono sui figli"; infatti se la legge dei genitori viene accettata tutta a "scatola chiusa", viene inevitabilmente accettato tutto, cioè sia il bene che il male. Questo perché le colpe dei padri sono inscritte nel patrimonio - etico-morale -, sia orale che scritto, e se noi accettiamo quest'ultimo ne accettiamo necessariamente anche le colpe inscritte, che inevitabilmente finiamo per ripetere anche ora. |
Post n°25 pubblicato il 09 Ottobre 2010 da dif3
L'angoscia sociale, per Freud, è solo una premessa al discorso sulla colpa, che lo ha sempre interessato moltissimo; è anche possibile che questo grande interesse per la colpa abbia fatto passare in secondo piano il tema dell'angoscia sociale; tuttavia quest'ultima precedendo la colpa tende anche ad influenzarla. Da qui l'ipotesi che un approfondimento delle problematiche sollevate dall'angoscia sociale potrebbe rendere possibile una comprensione più esauriente di quelle connesse con la colpa, alla cui base già Freud poneva l'angoscia sociale. |
INFO
CLINICA ED ETICA
L'etica si propone di sottolineare l'importanza della scelta nel comportamento dell'uomo, anche nella clinica e quando questa apparirebbe del tutto impossibile. Se da una lato la clinica è il luogo all'interno del quale il soggetto può recuperare le proprie origini per riarticolare la logica di una scelta che fino a quel punto egli aveva colto come insoddisfacente d'altro canto lo deve fare a partire dalla constatazione che si tratta sempre di una scelta impossibile, emotivamente ma anche logicamente. L'orizzonte all'interno del quale tutto si realizza è, ad esser precisi, quello etico. Messuna morale, nessun ideale, nessuna identificazione, nessuna illusione può sostenere la sua scelta. L'etica è esattamente l'opposto di un atteggiamento moralizzante. Ciò è vero nonostante il fatto che la filosofia ha quasi sempre pensato l'etica come una sorta di realizzazione pratica della morale, riducendola così all'esecuzione di una legge o di un codice deontologico. Ma, come già evidenziava più di duemila anni fa Paolo di Tarso, la Legge non può garantire alcuna giustizia. Oggi lo abbiamo sotto gli occhi con evidenza, basta andare in Parlamento, cambiare le leggi e anche i reati commessi smettono di essere reati (ad es. il falso in bilancio). Oppure anche nel rispetto della legge si possono commettere ingiustizie come le banche che nella attuale crisi economico-finanziaria globale hanno distrutto la vita di tante famiglie. La giustizia proviene solo da un atto giusto che ogni volta è singolare. Non si potrà mai generalizzare la giustizia, purtroppo o per fortuna.
"Infatti non chi sta ad ascoltare la Legge sarà giusto davanti a Dio, ma chi attua la Legge sarà giustificato. Quando infatti i gentili, che non hanno la Legge, ne attuano i precetti per istinto, pur privi della Legge sono essi stessi Legge per sè. Essi dimostrano l'azione della legge scritta nei loro cuori....
pechè, se si ha giustizia mediante la Legge, allora Cristo è morto inutilmente.
Che diremo dunque? La Legge è peccato? Non sia mai. Però non conobbi il peccato se non mediante la Legge. Non avrei conosciuto il desiderio, se la Legge non avesse detto: non desiderare."
Paolo di Tarso, Lettera ai Romani, 2,13; Lettera ai Galati, 2, 21; Lettera ai Romani, 7,7
POLITICA, DIRITTO ED ETICA
"Con la paura ormai ci convivo. E' inutile nascondere apprensioni quotidiane per la mia incolumità e la sopravvivenza fisica. Il problema è quello di far convivere la paura con il coraggio" P. Borsellino
"Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola" G. Falcone
"Se un uomo non è disposto a rischiare per le proprie idee, o le sue idee non valgono niente, o non vale niente lui" Gioacchino Genchi
Come l'edera all'albero, di Davide di Francia - Saggistica -Storia di una Repubblica fondata su stragi, golpe, segreti di Stato e infiltrazioni masso-mafiose
http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/606976/
Troppe tragedie insabbiate e doppiamente tradite minano la nostra fragile e improbabile democrazia. Le verità giudiziaria e storico-politica non vanno con-fuse. Solo una politica debole o collusa compie l'operazione mortifera di fondere insieme le due verità. Per mantenerle distinte è però necessario dotarsi di dispositivi di verità alternativi a quelli giudiziari.
RECENSIONI LIBRI
All'interno di questa sezione mi propongo di evidenziare preferibilmente testi poco noti che ritengo siano di grande valore e importanza. Pertanto non includerò tutti quei capolavori assoluti che non hanno però bisogno di essere promossi in quanto già ampiamente apprezzati e divulgati. In linea di massima quindi non troverete le recensioni delle opere di Freud, Shekespeare, Platone, Dante, ecc... A meno che non si tratti di lavori periferici e poco noti.
Sulla lettura, Marcel Proust.
Non trovo migliore iniziazione per una sezione dedicata alle recensioni che la presentazione di questo breve saggio sulla lettura. Venti pagine da leggere tutte d'un fiato, commuovente e appassionate. La lettura viene trattata magistralmente, naturalmente in stile poetico e non cattedratico, nei suoi aspetti intimi autoformativi ma anche nei suoi rivoli più oscuri e perigliosi. Qui Proust, che in altri luoghi ho trovato a volte un pò eccessivo, mantiene un portamento lirico, equilibrato e saggio. Non privatevi di questa lettura. Mi ringrazierete.
L'Angelo necessario, Massimo Cacciari
Un lavoro davvero ispirato. Il Regno dell'Angelo, al di là del nomos, della Legge, del bene del male, del linguaggio, consente di illuminare la radice e il senso dell'essere. L'Angelo, pura infanzia, illumina i primi anni di vita dell'uomo, quando la Legge, il Linguaggio sono orizzonti quasi completamente esterni e non interiorizzati. La dove solo l'amore, donarsi e affidarsi, possono manifestarsi. L'Angelo, messaggero della parolo divina, è la porta che consente ad ogni soggetto di mettersi in contatto col la propria parola, col principio che lo costituisce intimamente. Anche in chiave psicologica è un gioiello da non perdere.
Il Tempo etico, Ettore Perrella
Un capolavoro della psicoanalisi. Per chi si interessa di psicoanalisi, ma anche per chi desidera inoltrarsi nel labirinto dell'animo umano, non deve rinunciare a questo luogo prezioso dello spirito umano vivente. Se la psicoanalisi è ancora viva, lo è in opere come questa, rare e spesso nascoste al grande pubblico, alle masse. Non so se è ancora reperibile in qualche modo, se non lo fosse cercherò di aiutarvi in qualche modo. Per quel che mi riguarda lo considero uno dei tre capolavori della storia del pensiero italiano del secolo scorso.
La persuasione e la rettorica, Carlo Michelstaedter
Ecco il terzo capolavoro italiano del secolo scorso. Un pensatore acerbo ma di una profondità, una sensibilità e un coraggio straordinari. Uno sguardo acuto e penetrante che svela la iscrizione costitutiva della mancanza radicata al cuore di ogni cosa. La vita è la mancanza della sua vita. Anche un peso pende e in quanto pende dipende, e se anche in un punto dovesse raggiungere il punto ideale del suo tendere, in quel punto non sarebbe più quel che è: un peso che pende. L'impossibilità della soddisfazione piena è radicata strutturalmente nell'essere di ogni ente, irriducibile a qualsiasi pretesa soluzione pacificatoria. Unica alternativa l'occultamento di questa scomoda verità. Una sfida straordinaria per mettere in gioco la nostra parola al di là delle lusinghe del linguaggio e della realtà.
Enzo Paci, Kierkegaard e Thomas Mann
Non potevo non ricordare un pensatore a cui sono molto affezionato. Molti lavori sono preziosi contributi. Fra tutti propongo questo su Kierkegaard uno dei filosofi più acuti di sempre, capace di sezionare in modo devastante anche il grande Hegel: se la vita fa parte del capitolo sulla logica, allora Hegel non riesce ad afferrare l'essenziale né dell'una né dell'altra. Insomma un connubio straordinario per immergersi nel mare autentico del pensiero e della vita.
Il nomos della terra, Carl Schmitt
Un'opera straordinaria scritta dal più grande giurista del secolo scorso. Sia la forma che i contenuti sono veramente di grande livello. Le istituzioni stanziali che portano agli Stati moderni si affermano bonificando il mare aperto luogo di di conquista, di briganti e di corsari, terra di nessuno, non soggetta a leggi e proprietà. Gli Stati e la proprietà si istituiscono con un atto di forza e di violenza e per affermarsi, consolidarsi e perpetrarsi nel tempo si autoaffermano attraverso il diritto, le leggi e i diritti di proprietà. Una riflessione originale e preziosissima anche per orientarsi all'interno degli sconvolgimenti attuali prodotti da una globalizzazione sempre più sfrenata.
RECENSIONI FILM
Il tempo dei gitani di Emir Kusturica è stato il primo film magico che ho visto. La considero la mia iniziazione al cinema che tocca il profondo del cuore. Non potevo non iniziare da questo meraviglioso film. In alcune sue parti un capolavoro assoluto.
Il concerto
Le parole sono sporche, solo la musica dice la verità!
http://www.youtube.com/watch?v=zvR6qaMmBOE&feature=mfu_in_order&list=UL
In un mondo migliore
Il deserto cresce e la violenza dilaga incontrollabile!
http://youtu.be/uIeXfqhih6A?hd=1
Questioni di cuore, F. Archibugi.
Un bellissimo film commentato nella rubrica-tag cinema
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