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Così lontano, così vicino
Post n°215 pubblicato il 11 Settembre 2007 da aldo_caposaldo
Mi ricordo di aver pensato, nell'orrore, che stava accadendo lontano, in una realtà che non era la mia, in un contesto in cui mai mi sarei potuto trovare. Un pensiero inutile giusto per allontanare la tragedia, per sentirmi un po' più al sicuro, per mettere un confine tra me e quel delirio di morte: come mai avrei potuto io trovarmi su uno di quei voli dirottati? Poi pensai a dieci anni prima, avevo ventidue anni ed ero andato a New York da solo, ospite di amici carissimi che vivevano nel New Jersey. Avevo passato da loro tutta la seconda metà di Agosto e i primi giorni di Settembre, poi dovevo andare in California a trovare la famiglia che mi aveva ospitato l'estate precedente. Avevo scelto un volo della United Airlines che decollava da Newark, faceva scalo a Denver in Colorado e poi arrivava a San Francisco. Doveva partire alle sette e trenta di mattina ma io arrivai al check-in in ritardo, la signorina al banco mi tranquillizzò, si era liberato un posto e mi avevano riprenotato su un volo diretto Newark-San Francisco che partiva alle otto, non avrei fatto scalo e sarei anche arrivato prima. Quando decolli da Newark passi accanto a lower Manhattan, era una giornata splendida, il sole si rifletteva sull'Hudson e vidi le torri splendere in quella luce abbagliante. Era l'undici Settembre del 1991. |
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