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beatitudineecastigo

Blog per pochi. Sono gradite menti elastiche ed eleganti. Eleganti … di chi è capace di umiltà (non solo intellettuale). Elastiche … di chi ama il confronto. Non è quindi gradito chi ama autoincensarsi.

 

« Messaggio #36 »

Lupi, bambini e ninnananne

Post n°35 pubblicato il 28 Marzo 2007 da amoildeserto

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Un Capodanno di qualche anno fa mi trovavo in uno splendido paese della provincia di Treviso.
L’amica della quale ero ospite fece riferimento al mio luogo di origine e una deliziosa signora presente alla cena, se ne uscì con un …
“Ma daiiii, tu sei stata una bambina di … !!”
E mi spiegò cosa intendesse dire.
Quando era piccola, il suo babbo le aveva letto un articolo di giornale in cui si parlava di questo paese, un luogo fra neve e lupi. Ovviamente il suo pensiero era andato ai bambini che lì vivevano e la sua mente li aveva inseriti in un contesto fiabesco non privo di rischi :)
Talmente colpita dall’idea della difficile vita di quei poveri, sfortunati, bambini, quotidianamente alle prese con terribili lupi famelici, se ne ricordava a distanza di molti anni.
Le dissi di come la mia ninnananna, nella casa sulla rupe, fosse davvero, a volte, il rumore del vento e l’ululato dei lupi e di come ricordassi ancora chiaramente i suoni che si mescolavano in quelle fredde notti d’inverno.
Abbiamo sorriso.

E le ninnananne non dicono solo di angioletti e stelline …

Questa è un’antica ninnananna che ha legami con la cultura e la tradizione di luoghi impervi, di gente umile, di duro lavoro, di bambini dalle guance rosse …

Ninnananna


Sciònna, sciònna, sciònna ninnarella

r lup z’ha magnata la pecorella

z l’ha magnata e nen z l’ha fenuta

vicina a ru vallone l’ha rimanuta.

Tu pecorella mèia come faciste

quand mocca a ru lup te truviaste?

Suonn ca ‘ngannaste ru pastore

‘nganna ru figlie mie ca mo è l’ore.

Fatte la sciònna e fatte ‘n lunghe suonne

L’uòcchie so biglie e n’ieanne de bisuògne.

De bisuògne n’ieanne l’uòcchie tiè

Fatte la sciònna e beneditte sciè.


Dormi, dormi, dormi ninnarella

il lupo ha mangiato la pecorella

l’ha mangiata e non l’ha terminata

vicino al dirupo l’ha lasciata

Tu pecorella mia come ti sei sentita

quando ti sei trovata nella bocca del lupo?

Sonno che hai ingannato il pastore

inganna il mio figlioletto che adesso è ora

Fai la nanna e fai un lungo sonno

i tuoi occhi sono belli e ne hanno bisogno

bisogno ne hanno gli occhi tuoi

fai la nanna e che tu sia benedetto



Diventai poi, con grande fatica, una bambina di città … mi mancavano i prati, i boschi, i fiori, i giochi nella piazza, i racconti di paura davanti al camino …

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E ... specie in tempi di sgomitate ed arrivismo, a me piace invece ricordare le mie origini pastorali .

 
 
 
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ANTIGUA. GUATEMALA

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Quel luogo incantato ...
Solenne città coloniale, splendida nella sua decadenza, atmosfera rarefatta, trasognata, aerea … il luogo dell’anima.
Camminare fra le stradine di ciottoli, ammirare la magnifica architettura delle case giallo-ocra, le splendide chiese, l’affascinante visione dei tre imponenti vulcani, Agua, Fuego e Acatenango, ha rappresentato per me la realizzazione di un sogno, neppur sognato.
Antigua il luogo dove vorrei vivere, non so se questo mai accadrà, mi sono però fatta la promessa di trascorrervi almeno un anno dei miei giorni.

 

LEI. FRIDA KAHLO

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In un articolo su Leon Trotskij, comparso su Frigidaire nei primi anni ‘80, venni per la prima volta a contatto con la figura di Frida Kahlo.
Mi parve da subito una donna di grande coraggio e intelligenza e decisi di approfondire attraverso alcune letture.
Moglie del più grande muralista messicano, Diego Rivera, ebbe, oltre la poliomelite, due gravi incidenti: il primo a 18 anni quando, in uno scontro fra un tram e l’autobus su cui viaggiava, rimase trafitta e ciò le comporterà nel corso degli anni la non possibilità di vivere la maternità e il dover subire un gran numero di interventi, fino all’amputazione di un piede prima, della gamba poi … il secondo … l’incontro con Diego, che lei soleva dire, a volte per scherzo, a volte per rabbia, essere stato un incidente decisamente più grave del primo!
Frida dipinse nelle opere, in modo crudo e aspro, ma al contempo dolce e delicato, la parte dolorosa della sua realtà.
Nonostante l’handicap e le grandi sofferenze è riuscita a vivere coraggiosamente, anche in modo estremo, giorni pieni di ideali, di passioni, di amori, di incontri.
E’ stata adorata da Diego e lo ha adorato nonostante i ripetuti tradimenti: non era, di questi, il rapporto fisico che la distruggeva, ma il tradimento mentale, la mancanza di lealtà e, in quelle sue ferite, penso ci si possano riconoscere e ritrovare molte donne.
Divorzieranno, si cercheranno di nuovo e si sposeranno ancora … fa venire alla mente i tanti rapporti indefiniti, a volte conflittuali, così difficili da recidere, coppie addomesticate, in cui nessuno riesce a fare a meno dell’altro, forse, per amore.
E’ stata amata da tanti per quella vivacità, trasparenza, duttilità e finezza mentale, che le hanno permesso di vivere e coltivare, nei momenti in cui tutto luccicava, i fiori del giardino della sua vita e di sostenere, con grande forza, la solitudine nei tanti momenti bui.
Fosse lo stesso per tutte quelle donne che, da regine, si ritrovano un giorno, non più accolte!
Nella sua casa, Casa Azul, ora museo, fra le sue cose, i suoi colori, le sue opere, si respira un’aria tersa, linda, che ti entra dentro e ti riempie l’anima .
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(scritto nel giorno del 50° della sua morte 13 luglio 1954 - 2004)


 

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