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beatitudineecastigo

Blog per pochi. Sono gradite menti elastiche ed eleganti. Eleganti … di chi è capace di umiltà (non solo intellettuale). Elastiche … di chi ama il confronto. Non è quindi gradito chi ama autoincensarsi.

 

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Uomini in Rete. Chat e dintorni.

Post n°97 pubblicato il 05 Gennaio 2008 da amoildeserto

Sottotitolo: “Libera la fantasia e gratifica i desideri!”


La Rete si sa è quel luogo in cui siamo quel che vorremmo essere, o meglio è la nostra parte bella che, consciamente o inconsciamente, facciamo prevalere.
Chi si incontra è quel che vorremmo per noi avere, o meglio quel che desideriamo l’altro sia.
Anche se non ci hai mai pensato nemmeno da ragazzina, una qualche forma di uomo ideale nella tua mente avrà pur trovato posto, se non altro per automatica esclusione dei vari prototipi che hanno avuto la fortuna di incrociare, insozzandola, la tua strada ri/coperta di soffici e tenui petali.
E quale luogo è più adatto di questo free market per incontrarlo?

Chi escludi a priori è il grezzo puro (devo dire che me ne sono capitati pochi, la qual cosa mi fa ben sperare che il mio nick, o autoincensiamoci, il contenuto del mio blog, funga da deterrente), quello nemmeno capace di indorare il primo messaggio, sempre esplicito ed estremamente coinciso (una, due, tre parole sono più che sufficienti per partorire prelibatezze), al quale è però semplice rispondere usando modi altrettanto diretti e con un click te lo togli dai piedi, perché il grezzotto, nonchè libidinoso, di messaggi ne manda a bizzeffe e qualcuna che lo farà “vibrare”, prima o poi la incontrerà.
Alla malcapitata costei, si richiede essere una sorta di oggetto da “intrigo”, puro consumo non duplicabile, in cambio le sarà però offerto quell’agognato, imperdibile paradiso non ancora a lei sufficientemente noto (perché di certe abilità il buon dio ha solo lui, il grezzotto, omaggiato) e che, visto il soggetto, ho seri dubbi possa riuscire anche solo lontanamente ad individuare.
“Intrigare”, termine superabusato in queste lande.
Lo cercano quelli che nella scheda scrivono in modo lindo e chiaro il loro essere impegnati, “coniugato con prole” è quel che viene più frequentemente scelto per indicare la propria “onestà” (prima fase dell’intorto), perché tu non possa poi affermare non te l’avesse prima detto (ultima fase di quel che intorto non vuole più essere). Naturalmente l’uomo, con moglie e stuolo di figli al seguito, aggiunge quel che cerca dalla vita, perché si sa, bisogna viverla, godendosela fino infondo (molto infondo!) questa vita (avrai mica deciso di non scandagliarne tutti gli anfratti?) e conclude con quella richiesta così altruista … “regalo e chiedo discrezione”, che equivale a dire … donna, fatti usare, nessun coinvolgimento, nessuna pretesa … motel e riga (l’hotel costa troppo e dio mio se mi scoprono!)!
A me piace sta storia del motel, ma solo nei film americani, immagini di auto lunghe e spigolose che percorrono centinaia di chilometri nel nulla e poi finalmente, ecco comparire fra la polvere e le luci della sera quell’oasi nella quale la perdizione non è mai un optional. Non mi piacerebbe però viverlo. Ecchecavoli, portami minimo al Danieli, concedimi di gioire (almeno) guardando splendori outise of the window!
E il “coniugato” che entra di notte in chat? Quello dove lo mettiamo? Non è facile trovargli un posto perché lo spazio richiesto è davvero tanto, uno stuolo infinito di anime in pena in cerca di “sollievo”, possibilmente via cam.
Ne hanno bisogno per pacificarsi con il sonno … è in voga la ninnananna per adulti che pare abbia sembianze ben diverse dall’originale a noi nota!
Per questi, la meta tanto agognata, il luogo d’approdo e d’approccio è la “chat piccante” (o come essa si chiami).
Se ti dovesse capitare, come è successo a me, di voler salutare un amico che è in chat, infilandoti in quella nuvoletta blu che dalla sua scheda ti conduce direttamente in quel mondo dove lui rilassa la sua mente, e capire da una semplice scorsa ai nick (che ti fanno morire dal ridere per non piangere di quali elucubrazioni la mente sia capace) in quale girone tu sia approdata, sentirai probabilmente la risposta che a me è stata data, ossia
“Sono qui per salutare un’amica”
“Ma come, anche tu?”
E fuggirai, inseguita da quel lui che vorrà a tutti i costi spiegarti la casualità dell’evento.
Perché quella era la prima volta in cui il nostro uomo metteva piede (piede?) in quello spazio dedicato a non meglio identificabili intrecci.
Perché lui è un puro.
E le coincidenze sono solo e soltanto coincidenze.
(continua)


Da una mia personalissima analisi “Santa Maria Goretti in chat” a cui mi sto ultimamente dedicando :)




 
 
 
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Quel luogo incantato ...
Solenne città coloniale, splendida nella sua decadenza, atmosfera rarefatta, trasognata, aerea … il luogo dell’anima.
Camminare fra le stradine di ciottoli, ammirare la magnifica architettura delle case giallo-ocra, le splendide chiese, l’affascinante visione dei tre imponenti vulcani, Agua, Fuego e Acatenango, ha rappresentato per me la realizzazione di un sogno, neppur sognato.
Antigua il luogo dove vorrei vivere, non so se questo mai accadrà, mi sono però fatta la promessa di trascorrervi almeno un anno dei miei giorni.

 

LEI. FRIDA KAHLO

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In un articolo su Leon Trotskij, comparso su Frigidaire nei primi anni ‘80, venni per la prima volta a contatto con la figura di Frida Kahlo.
Mi parve da subito una donna di grande coraggio e intelligenza e decisi di approfondire attraverso alcune letture.
Moglie del più grande muralista messicano, Diego Rivera, ebbe, oltre la poliomelite, due gravi incidenti: il primo a 18 anni quando, in uno scontro fra un tram e l’autobus su cui viaggiava, rimase trafitta e ciò le comporterà nel corso degli anni la non possibilità di vivere la maternità e il dover subire un gran numero di interventi, fino all’amputazione di un piede prima, della gamba poi … il secondo … l’incontro con Diego, che lei soleva dire, a volte per scherzo, a volte per rabbia, essere stato un incidente decisamente più grave del primo!
Frida dipinse nelle opere, in modo crudo e aspro, ma al contempo dolce e delicato, la parte dolorosa della sua realtà.
Nonostante l’handicap e le grandi sofferenze è riuscita a vivere coraggiosamente, anche in modo estremo, giorni pieni di ideali, di passioni, di amori, di incontri.
E’ stata adorata da Diego e lo ha adorato nonostante i ripetuti tradimenti: non era, di questi, il rapporto fisico che la distruggeva, ma il tradimento mentale, la mancanza di lealtà e, in quelle sue ferite, penso ci si possano riconoscere e ritrovare molte donne.
Divorzieranno, si cercheranno di nuovo e si sposeranno ancora … fa venire alla mente i tanti rapporti indefiniti, a volte conflittuali, così difficili da recidere, coppie addomesticate, in cui nessuno riesce a fare a meno dell’altro, forse, per amore.
E’ stata amata da tanti per quella vivacità, trasparenza, duttilità e finezza mentale, che le hanno permesso di vivere e coltivare, nei momenti in cui tutto luccicava, i fiori del giardino della sua vita e di sostenere, con grande forza, la solitudine nei tanti momenti bui.
Fosse lo stesso per tutte quelle donne che, da regine, si ritrovano un giorno, non più accolte!
Nella sua casa, Casa Azul, ora museo, fra le sue cose, i suoi colori, le sue opere, si respira un’aria tersa, linda, che ti entra dentro e ti riempie l’anima .
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(scritto nel giorno del 50° della sua morte 13 luglio 1954 - 2004)


 

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