Creato da amoildeserto il 08/12/2006

beatitudineecastigo

Blog per pochi. Sono gradite menti elastiche ed eleganti. Eleganti … di chi è capace di umiltà (non solo intellettuale). Elastiche … di chi ama il confronto. Non è quindi gradito chi ama autoincensarsi.

 

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Post N° 106

Post n°106 pubblicato il 20 Marzo 2008 da amoildeserto


Ieri sera mi sono dedicata ad un assoluto riposo, assaporarlo è in stretta relazione all’esiguo numero di volte che, ad ora non tarda, me lo concedo.

Film leggero leggero, di quelli a splendido finale (ma che c****che ha avuto quella moglie, solitamente le cose vanno molto diversamente!), patatine da un lato, sigarette dall’altro, acqua rigorosamente frizzante sul comodino.
Nessun incrocio mentale con il mondo fuori, se non per chiedermi chi abbia mandato quei fiori, sì perché ieri tornando a casa ho trovato un signore in attesa sul cancello (dove peraltro se il tizio non toglieva velocemente il suo furgoncino ho corso il rischio che qualcuno segnasse irreparabilmente la mia macchina e allora addio sportelli autoapribili … beh so che io sarei comunque sopravvissuta … l’erba cattiva muore raramente!) che, avvicinandosi nella penombra, mi chiede se quel nome scritto su un foglietto, corrisponda al mio, e mi allunga un delicatissimo bouquet. Mi dice, povero, che è un po’ che aspetta perché ha suonato all’altro campanello, senza peraltro ricevere risposta. La finestre dei miei vicini era naturalmente illuminate!
“Fiori? E chi li manda?”
“Ah, questo non saprei dirglielo!”
Mi fa firmare. Interflora.
Ieri sera non mi sono ovviamente soffermata a pensare ai miei vicini idioti, solo relax … mi ero imposta, ma non potevo di certo glissare sul chi possa ancora essere così (tristemente, stupidamente … o giustamente?) romantico da mandare fiori senza un biglietto e senza un nome.
Non si firma chi crede sia superfluo farlo, chi sa di essere nel cuore o nella mente della persona a cui il messaggio è diretto. E’ che io non ho la più pallida idea di chi possa essere e questo un po’ mi dispiace. Per lui.
Mi sono addormentata, tele e abatjour accesa, per svegliarmi poi in piena notte.
Non sapendo che fare, ho acceso il computer, fatto un giretto fra blog maschili papabili, lasciato un commento su un blog di un’amica che avrà pensato”Ma che fa questa in giro alle 4 di mattino?”, per poi tornarmene a letto.
Esaurite le ore di beatitudine e certa che il mio indirizzo l’abbiano davvero in pochi, un pensiero buio ha attraversato la mente:
“Crime scene. Don’t cross”

 
 
 
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Quel luogo incantato ...
Solenne città coloniale, splendida nella sua decadenza, atmosfera rarefatta, trasognata, aerea … il luogo dell’anima.
Camminare fra le stradine di ciottoli, ammirare la magnifica architettura delle case giallo-ocra, le splendide chiese, l’affascinante visione dei tre imponenti vulcani, Agua, Fuego e Acatenango, ha rappresentato per me la realizzazione di un sogno, neppur sognato.
Antigua il luogo dove vorrei vivere, non so se questo mai accadrà, mi sono però fatta la promessa di trascorrervi almeno un anno dei miei giorni.

 

LEI. FRIDA KAHLO

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In un articolo su Leon Trotskij, comparso su Frigidaire nei primi anni ‘80, venni per la prima volta a contatto con la figura di Frida Kahlo.
Mi parve da subito una donna di grande coraggio e intelligenza e decisi di approfondire attraverso alcune letture.
Moglie del più grande muralista messicano, Diego Rivera, ebbe, oltre la poliomelite, due gravi incidenti: il primo a 18 anni quando, in uno scontro fra un tram e l’autobus su cui viaggiava, rimase trafitta e ciò le comporterà nel corso degli anni la non possibilità di vivere la maternità e il dover subire un gran numero di interventi, fino all’amputazione di un piede prima, della gamba poi … il secondo … l’incontro con Diego, che lei soleva dire, a volte per scherzo, a volte per rabbia, essere stato un incidente decisamente più grave del primo!
Frida dipinse nelle opere, in modo crudo e aspro, ma al contempo dolce e delicato, la parte dolorosa della sua realtà.
Nonostante l’handicap e le grandi sofferenze è riuscita a vivere coraggiosamente, anche in modo estremo, giorni pieni di ideali, di passioni, di amori, di incontri.
E’ stata adorata da Diego e lo ha adorato nonostante i ripetuti tradimenti: non era, di questi, il rapporto fisico che la distruggeva, ma il tradimento mentale, la mancanza di lealtà e, in quelle sue ferite, penso ci si possano riconoscere e ritrovare molte donne.
Divorzieranno, si cercheranno di nuovo e si sposeranno ancora … fa venire alla mente i tanti rapporti indefiniti, a volte conflittuali, così difficili da recidere, coppie addomesticate, in cui nessuno riesce a fare a meno dell’altro, forse, per amore.
E’ stata amata da tanti per quella vivacità, trasparenza, duttilità e finezza mentale, che le hanno permesso di vivere e coltivare, nei momenti in cui tutto luccicava, i fiori del giardino della sua vita e di sostenere, con grande forza, la solitudine nei tanti momenti bui.
Fosse lo stesso per tutte quelle donne che, da regine, si ritrovano un giorno, non più accolte!
Nella sua casa, Casa Azul, ora museo, fra le sue cose, i suoi colori, le sue opere, si respira un’aria tersa, linda, che ti entra dentro e ti riempie l’anima .
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(scritto nel giorno del 50° della sua morte 13 luglio 1954 - 2004)


 

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