Creato da noandas74 il 28/11/2006

SviluppoTricerebrale

C.motorio-C.emotivo-C.razionale..(l'immagine in grande è una mia costruzione di sistema simbolico realizzato all'interno del mio loft sopra il fiume metauro..la natura e suoi simboli permettono all'uomo di armonizzarsi)..

 

 

Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 04 Dicembre 2006 da noandas74
Foto di noandas74


 

L’Enneagramma è stato, secondo alcuni, importato in Occidente da  Gurdjieff dopo averlo conosciuto negli ambienti dell’esoterismo islamico e della tradizione sufi. Vedremo, nel corso di questo articolo, come tale considerazione sia erronea dando prova del fatto che l’Enneagramma era conosciuto in occidente già dal XVIII secolo e forse anche da molto prima.

Con questo non vorremo affatto sminuire il valore dell’opera di Gurdjieff, bensì esaltarlo inserendolo nella cornice dell’eredità spirituale dell’intero occidente dal quale proviene. 

Il termine enneagramma proviene dal greco ennea, nove, e gramma, segno. Il più grande problema che lo studioso dell’iconografia esoterica incontra nel tentativo di dare una spiegazione all’ennea-gramma è l’assoluta inesistenza di libri o documenti scritti su di esso. Il sistema interpretativo, infatti, è stato sempre dato alla trasmissione diretta, da “bocca ad orecchio”.

Quello che è possibile scoprire attraverso fonti che direttamente si rifanno alla cultura islamica, e non solo, è l’assoluta vastità di simbologie correlate ad esso.

L’Enneagramma è stato utilizzato per descrivere i processi della natura, per lo studio dei testi sacri, come sistema crittografico, ma anche come sunto dei meccanismi psicologici. Proprio questo aspetto è quello maggiormente conosciuto ai giorni nostri, dopo aver subito l’influenza di successivi interpreti contemporanei che, però, ben poco erano a conoscenza delle radici storico culturali da cui questo simbolo proviene. Senza una conoscenza di tali fondamenti non potrà mai essere del tutto chiara la valenza e la portata del suo simbolismo, che rivela a chi con cuore puro vi si accosta, una vastità di corrispondenze fra concetti, leggi e simboli.

 

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L’aspetto che maggiormente viene oggi divulgato è, come dicevamo, quello legato allo spunto che l’enneagramma offre di analisi dei molteplici aspetti della personalità. Abbiamo in altri articoli sottolineato come sia evidente, nella psicologia umana, l’inganno dell “Io stabile e definitivo” che è invece il composto di parti spesso avverse le une alle altre, spesso in conflitto fra loro.  Ebbene l’enneagramma veniva utilizzato da Gurdjieff proprio con questa finalità pratica: l’analisi e lo studio dei diversi aspetti meccanici della personalità umana, individuando, così, la forma di lavoro più adatta per ciascun allievo. Ma anche di questo approccio non abbiamo alcun tipo di eredità scritta da parte dello stesso Gurdjieff; possiamo, invece, entrare in contatto con ciò che egli ha lasciato in successione ai suoi allievi, attraverso la trasmissione orale e diretta.
 

Si parte dal presupposto che l’individuo ha una specifica personalità che è il frutto di una serie di influenze sociali subite e di proprie elaborazioni. Tale personalità è, però, in netto contrasto con quella parte che è definita “essenziale”. Tale “Essenza”  altro non è che l’obiettivo della psicologia sacra in genere, che si prefigge di ricondurla in uno stato di equilibrio e fioritura. L’enneagramma indica nove aspetti della personalità che, liberandosi dalle proprie identificazioni, cerca di ritrovare la propria originalità perduta.

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L’eccessiva fissazione di un individuo su un punto indica le zone di intervento dove sarà necessario frapporsi per riequilibrare le proprie durezze ed intemperanze. In tal modo ci si auto-condurrà verso un’ esperienza liberatoria dalle fissità: causa primaria delle sofferenze interiori.
 

Tale utilizzo dell’enneagramma, che è facilmente accessibile anche a coloro che non hanno il desiderio di ulteriori approfondimenti sugli altri aspetti ed utilizzi, si contrappone all’approccio di coloro che, invece, hanno una conoscenza più ampia delle sue vastità speculative.

L’enneagramma, infatti, si rifà anche all’Otz Chiim (Albero della vita) che è il glifo-sunto di tutta la spiritualità occidentale. 

Consci di tale vastità e del suo grandioso valore, molti mistici e alchimisti arabi hanno “esportato” il simbolo dell’enneagramma affidandolo alle mani di alcuni cabalisti. Abbiamo infatti tracce del simbolo dell’enneagramma anche in alcuni documenti alchemici del XVIII sec. Se analizziamo  il simbolo notiamo che esso è costituito da 6 punti continui fra di loro e 3 appartenenti ad un triangolo che non ha alcun collegamento con gli altri elementi. Se disponiamo i simboli dei 7 pianeti intorno a questi 6 punti primari e 1 (il Sole)  al centro, esattamente come facevano gli alchimisti arabi, faremo delle scoperte interessanti.

 

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Notate come nell’immagine qui riportata la distribuzione dei pianeti sull’enneagramma giunta fino a noi sia perfettamente combaciabile (anche se vista “allo specchio”) con quella di questa immagine tratta dal testo alchemico “La Sapesse des Anciens” (Europa -1730 circa).


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La stessa storia dell’alchimia nasce nel VII secolo dell’era cristiana con le invasioni arabe e furono proprio le popolazioni arabe a dare un fortissimo impulso alla ricerca che si sviluppò in tal senso in Europa alcuni secoli dopo. Grazie all’opera di Costantino l’Africano (1020-1087) nel XI sec. un gran numero di studiosi occidentali si rese conto dei grandi tesori culturali disponibili in lingua araba e fra il XII ed il XIII sec. apparve in tutta Europa una vasta quantità di manoscritti di alchimia in latino, traduzioni integrali del testo arabo. Verso la fine del XIII sec. la maggior parte delle traduzioni venne portata a termine e gli studiosi europei potevano proseguire il loro lavoro in modo indipendente. Gli scrittori del XIV e XV sec., però, si rivelarono meno originali di quanto ci si poteva aspettare in confronto ai grandi progressi realizzati durante il XII e XIII sec. e questo perché la nuova indipendenza non portò subito ad un rapido sviluppo degli studi alchemici ma sembrava che gli studiosi dovessero ponderare a lungo sul materiale arabo che era giunto nelle loro mani.

L’enneagramma, quindi, si poneva anche come strumento simbolico per quegli alchimisti che ne avevano la chiave di lettura.

Purtroppo, però, tale chiave è sepolta nelle menti e nei cuori di coloro che hanno potuto conoscerla in quanto “… tale scienza dell’Enneagramma è stata tenuta segreta molto a lungo e se ora è, in un certo modo, resa accessibile a tutti, lo è solo in forma incompleta e teorica, inutilizzabile in pratica da chiunque non sia stato istruito in questa scienza da un uomo che la possiede”.  (P.D. Ouspensky – Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto).

 

Giovanni Quinti

 
 
 

Shakleton

Post n°3 pubblicato il 30 Novembre 2006 da noandas74
Foto di noandas74

La storia
Una catastrofe psicocosmica
mi sbatte contro le mura del tempo.
Sentinella, che vedi?
Una catastrofe psicocosmica
contro le mura del tempo.
Durante la grande guerra nel Gennaio del 1915,
un forte vento spingeva grandi blocchi di ghiaccio galleggianti
imprigionando per sempre la nave dell'audace capitano Shakleton.
Su un piccolo battello, con due soli compagni,
navigò fino a raggiungere la Georgia Australe;
mentre i 22 superstiti dell'isola Elefante
sopportavano un tremendo inverno.
(Deriva, deriva, verso nord, nord-ovest.
Profondità 370 metri 72° di latitudine est).
Per sopravvivere furono costretti a uccidere i loro cani,
per sopravvivere.
Ma il 30 Agosto 1916, il leggendario capitano,
compariva a salvarli con un'altra nave.
2 Il ricordo
Stille Dämmerung
Der garten ist gefrohren
Die Rosen erlitten
Sage mir warum
Sage mir varum
in einem verlorenen Garten
Sage mir warum
deine Stimme hören
Sage mir warum
schweige bitte nicht.

 
 
 

momento di passaggio

Post n°2 pubblicato il 30 Novembre 2006 da noandas74
Foto di noandas74

sono vivo fratellone questa notte qualcosa è successo sono ancora vivo..ti abbraccio da subito e sei sempre con me..
>
> sono tornato adesso da una notturna passeggiata in una montagnola di questo paese..artur e nerone sempre in avan scoperta con un occhio sempre di dietro per controllare i miei spostamenti..
> vorrei condividere con te questo momento..è stata una passeggiata ricca di emozioni..il silenzio e il buio mettevano a nudo il mio umore in sottofondo..come ti ho detto trascorro molto tempo da solo..bene l'umore ti dicevo era quello di chi si sente solo in un luogo e in mezzo a persone che sempre più difficilmente riconosce come suoi simili..non vorrei sembrarti troppo strano ma come ti ho ripetuto più volte a me interessano le cose vere..quelle che hanno un cuore..con fatica si sopporta avvolte quest'isolamento ma è come se mi sentissi costretto, come se le cose intorno mi si allontanassero sempre più, mi sento lontano da tutti loro..il più delle volte non mi interessa il chiccherare superfluo dello stare insieme per svagarsi..non disdegno gl incontri con le vecchiette, ne ho trovate alcune davvero curiose e piene di un mondo in cui mi ci ritrovo sono quelle stesse che alimentarono il mio cuoricino di fanciullo..non sono le stesse certo ma hanno in comune quella saggezza che le collega nel tempo..maria una vecchietta sulla novantina e angelina che esattamente una settimana fa volle a tutti i costi abbracciare e baciare i miei due cagnolini, lodandoli più volte, quella fu una mattina, lo stesso molto particolare, altre persone compreso una bella signora molto ben vestita si avvicino per accarezzarli, una giornata calda con dei contrasti di luci ed ombre incredibili.. bè ti dicevo l'umore triste mi fu subito dopo poco che camminavo evidente..si erigeva come una barriera in fondo al cuore come a proteggerlo dalla cruda e faticosa realta..di un lavoro credimi pesante..nel tempo pesante volevo dire.. sono più di due anni che non stacco..di una realtà che avvolte vorresti diversa e allora presi a ricordare me stesso e a lampate realizzavo tutta la somma di me stesso, del mio vissuto, qualcosa di certo voleva emergere e spingeva dall'interno, e sconsolato piangevo perchè dicevo ma dove sono finite tutte quelle persone che ho amato dove è finito il mio amore per loro..tutti quei luoghi in cui ho vissuto, tutti quei mondi,perchè oggi mi trovo in questo luogo? solo, perchè ho voluto questo per me? perchè? e piangevo, piangevo..
> su in cima, lungo questo bianco stradino che mi portava dritto nell'oscura selva mi accosciai, stetti li a guardare tutto attorno avrei voluto che una mano dolce amica m'avesse sollevato..ma fu in questo preciso momento che il piccolo nerone e il grande artur si avvicinarono per consolarmi, era da tanto tempo che non sentivo qualcuno cosi vicino,sentivo il loro spirito puro, ho sentito che non ero più solo..che la vita è fatta di piccole cose che si puo comunicare senza fare troppo chiasso..che l'amore passa attraverso i gesti più semplice,che non è fatto di astrazioni,di pratiche meditative, di considerazioni sul tempo e lo spazio..
>
> a presto fra

 
 
 

la storia qui riportata proviene dal mali scritta dal  mio fratello di essenza..

Post n°1 pubblicato il 30 Novembre 2006 da noandas74
Foto di noandas74

Quanti siete in questa piroga notturna, i vostri occhi ed i vostri denti brillano nella notte, sguardi e sorrisi increduli accarezzati da un filo di luna,
io vi aspetto da un giorno ed una notte, e ho visto tramontare due volte il sole qui ad Akka, accanto ai gendarmi, seguito nelle mie avide esplorazioni crepuscolari da folle eccitate di bambini che volevano conoscere le magiche proprietà di questa chiara pelle che indosso, già, io “annassara”, nazareno come chi da duemila anni...
vi fa ridere annassara tra voi, in mezzo ai vostri sacchi di miglio, sorgo, pesce seccato, i fumi dei vostri thé e questi pentoloni di riso, esoterico seme che calma i morsi della vostra secolare fame,
da quanto lontano arrivate, quanta pazienza, quanti rassegnati sorrisi benefici mi regalate, i miei occhi vedono i vostri gesti antichi ed amorevoli, in queste briciole che restano della notte ci sono ancora briciole di emozione, nazareno tra i mandinghi
Sulla trave centrale il mio corpo riposa, ancora scorto da sguardi curiosi che s’incrociano in cerca di approvazione, per condividere tra compagni di viaggio quest’inusuale episodio, “l’hai visto anche tu come riposa il bianco, allungato sulla trave...”; le vostre timide movenze a me liete sono la cura d’un’atavica stanchezza che arriva dalle retrovie di secolimmagini, e anche a me viene da sorridere, annassara tra voi sonrai
la testa pende a filo d’acqua, acqua di fiume, o acqua dell’unico grande fiume, che dopo tante pioggie da queste parti si chiama lago... il Lac Debò, ferile delta d’un immenso Niger stagionale, Niger fiume che dopo le piogge imita il mare, Niger ai tuoi bordi palpita la vita, da secoli uguale a sè stessa, immagini fedeli del passato si muovono al ritmo dettato dagli antenati, pescatori da sempre che solcano le acque con legni affumicati, lancio di reti circolari, reti che sulle sponde i vecchi rammendano silenziosamente, forse arte ormai genetica, ripetersi di riti, continuità sconosciuta a noi nazareni dell’occidente, io incredulo e ridente, io che a stento ricordo i padri dei miei padri, annassara tra i bozò.
Nei mesi secchi è una sabbiosa landa il Lac Debò, spezzata da qualche spinoso stoico albero anfibio, che oggi sommerso a metà mostra il suo ciuffo di chioma, come uomini in apnea, un apnea di 8 mesi l’anno, ognuno resiste a modo suo...
la storia non é finita fratello, ma volevo la leggessi.

Fa

 
 
 

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