val più una pacca sul culo che dieci sei bella in taverna
le gambe, stoffose di gonna di scena, prigioniere
tra i quadricipiti e il tocco bollente del mio ballerino
massaggio defaticante
nero sopracciglio assassino
comincian da lungi gli impasti
la pianta beve dalle radici
e finora ci siam dissetati di applausi
gomiti, calore, calore, gomiti stretti su panche massicce, in taverna
e tutti infatuati di tutti
nebbia fumosa vociare d'umani
brindiamo di nuovo al sipario di oggi e al palco di domani
e i calici son tazze di terracotta
che han visto giorni migliori
si nomina invano il nome di iddìo in taverna
e ricordiamoci di sacrificare le feste
risate e taciute speranze che iddìo non ci nomini invano
mentre l'antica sapienza ribolle dalla terra ghiacciata.
legna bruciata e il maiale che fu
desco pesante ed i torbidi sguardi lucidati dal vino
limpida la sola coscienza che nulla abbiamo di nostro.
ci teniamo stretti, ed eccola qui
la nostra ricchezza
Inviato da: Slavinia
il 28/11/2007 alle 08:10
Inviato da: April_in_Paris
il 27/11/2007 alle 11:45
Inviato da: Slavinia
il 27/11/2007 alle 11:30
Inviato da: April_in_Paris
il 27/11/2007 alle 11:27
Inviato da: Slavinia
il 27/11/2007 alle 11:22