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« una lezione ai professor...nessuno tocchi Clementina! »

come sperare? come non disperarsi?

Post n°43 pubblicato il 27 Novembre 2007 da p_i_a_n_o
 

Come
sperare? Le armi di distruzione proliferano. La biosfera si degrada senza che
si sia condotta un´azione vitale che la salvi e che ci salvi. Le vecchie
barbarie imperversano nuovamente: vediamo ovunque all´opera le logiche della
vendetta e le forze di distruzione; esse si sono alleate con la barbarie che si
cela sotto il belletto del calcolo tecno-economico. Il nostro modo di
conoscenza che frammenta il sapere in brandelli sparsi ci rende sempre più
ciechi rendendoci incapaci di percepire i problemi globali e fondamentali. Come
non disperarsi
?
Scrive Edgar Morin: "
Il primo
principio di speranza è nell´improbabile.
Per capire che cosa significa l´improbabile, bisogna capire che cosa significa
il probabile. Il probabile è ciò che una mente umana, in un dato luogo, in un
dato tempo, disponendo dei migliori mezzi di informazione, può immaginare
accadrà. Il probabile non è l´ineluttabile. Già Euripide l´aveva detto al
termine di tre delle sue tragedie, per bocca del corifeo: «Ciò che è probabile
non sempre accade; talvolta un dio malevolo fa accadere l´imprevisto». Ed è accaduto
spesso nella storia umana. Pensate che, per fare un esempio storico, 2.500 anni
fa l´esercito più potente di un impero potente (l´impero persiano) attaccò
alcuni minuscoli borghi greci, tra cui Atene. Ci furono due guerre persiane.
Era più probabile che l´impero persiano schiacciasse le piccole città greche.
Tuttavia, nella prima guerra persiana, gli Ateniesi e gli Spartani respinsero a
Maratona il gigantesco esercito persiano. Una seconda volta, i persiani
invasero la Grecia
e questa volta presero Atene, saccheggiarono Atene, bruciarono Atene e
credevano di avere vinto; tuttavia, come avrete letto sui vostri libri di
storia, la flotta greca che era a Salamina tese un tranello-trappola alla
gigantesca flotta persiana e la distrusse. Da questa vittoria dell´improbabile
sono venute, cinquanta anni dopo, la nascita della democrazia e la nascita
della filosofia. Il secondo principio di speranza viene dalle potenzialità umane ancora non messe in atto.
Einstein diceva che noi utilizziamo soltanto il 15% delle nostre capacità
cerebrali – è una cifra arbitraria ma ci indica a mio avviso che siamo ancora
nella preistoria dello spirito umano. Si può anche partire dall´idea
"dell´uomo generico" che esprimeva il giovane Marx. Che voleva dire
"generico"? Non si trattava dei geni, poiché i geni non esistevano
nella scienza della sua epoca. "Generico" vuol dire che detiene in sé
capacità di generazione e rigenerazione. Queste capacità tendono a sopirsi, a
sclerotizzarsi nelle civiltà; del resto, questo riprendeva in una maniera nuova
una idea profonda di Jean-Jacques Rousseau – che vedeva nelle civiltà una certa
forma di decadimento e di corruzione in relazione alle capacità naturali
dell´essere umano. Jean-Jacques Rousseau non credeva che esistesse un uomo
buono prima dell´uomo civilizzato, ma sapeva che ciò che egli chiamava la
"bontà", vale a dire questa capacità generatrice, poteva trovarsi
inibita nelle civiltà. La capacità generatrice o rigeneratrice ha bisogno
spesso di una irruzione, di una eruzione per manifestarsi, come accadde in
Francia nel 1789. Dobbiamo pensare che oggi le forze generatrici e
rigeneratrici si manifestano in modo dispersivo e embrionale, ma non arrivano
ancora a dispiegarsi. Contemporaneamente all´amplificazione delle forze di
distruzione, esse potrebbero svilupparsi nella crisi planetaria che noi
viviamo. Allora esse ci indicheranno che dobbiamo cambiare strada, che abbiamo
bisogno di un nuovo inizio. Potremo dare un senso alle parole di Heidegger:
«L´origine non è dietro di noi, è davanti a noi». Così possiamo formulare un
secondo principio di speranza, a partire dalle potenzialità generiche
(generatrici e rigeneratrici) dell´umanità. La terza fonte di speranza viene
dalle possibilità di meta-morfosi.
Che cosa è una metamorfosi? Ne abbiamo numerosi esempi in natura, in
particolare nel mondo degli insetti. Vedete un bruco entrare in una crisalide.
Che cosa accade in questa crisalide? Il bruco comincia ad auto-distruggersi pur
mantenendo il suo sistema nervoso e questo processo di auto-distruzione è al
tempo stesso auto-produzione e auto-creazione di un essere nuovo che tuttavia è
lo stesso; ha la stessa identità, ma è del tutto differente nelle sue qualità e
nelle sue attitudini. E quando la crisalide si apre, ebbene è una farfalla che
appare e che prende il volo. La prima grande metamorfosi sopravvenuta sul
pianeta Terra è quella della trasformazione di una organizzazione strettamente
fisico-chimica in una organizzazione vivente. Questa auto-organizzazione è
dotata di qualità, di potenzialità inesistenti a livello delle organizzazioni
strettamente fisiche o chimiche. Essa può riprodursi, ripararsi, muoversi,
conoscere. È nata probabilmente quando sistemi fisico-chimici sempre più
diversi, ricchi e complessi sono arrivati a un limite di sviluppo; essi non
potevano allora fare altro che distruggersi oppure trasformarsi in un
meta-sistema vivente più complesso e più ricco: il meta-sistema vivente. Nel
corso dei millenni, l´umanità fu costituita da piccole società di
cacciatori-raccoglitori senza Stato, senza agricoltura, senza città, senza
leggi. Tuttavia, in cinque punti del globo, Medio-Oriente, bacino dell´Indù,
Cina, Messico, Perù, un certo numero di queste società si è trovato insieme in
uno stato di densità demografica nuovo e si sono unificate e trasformate in
meta-società, le società storiche con l´agricoltura, con gli Stati, con le
città, che hanno sviluppato grandi civiltà. Non tutto è stato un progresso,
poiché molte qualità umane sono state perdute con le società arcaiche e molta
violenza e distruzione sono arrivate con le società storiche. Ma quello che
voglio evidenziare è che è arrivato un momento "storico" in cui forze
di metamorfosi si sono esercitate. Oggi il pianeta non riesce più ad affrontare
i suoi problemi mortali né a risolvere i suoi problemi vitali. Ora, un sistema
che non riesce ad affrontare i suoi problemi vitali o si disintegra o arriva a
effettuare una metamorfosi trasformandosi in un sistema più ricco, più
complesso, capace di affrontare questi problemi. Noi siamo nella
globalizzazione, ma questa dovrebbe essere superata in una "società
mondo". Siamo nello sviluppo, ma questo dovrebbe essere superato nell´idea
di una politica della civiltà e di una politica dell´umanità. Siamo in uno
stato di caos, uno stato agonico; ma voi sapete che la parola
"agonia" significa "lotta estrema tra le forze della morte e le
forze della vita" e che, paradossalmente, ciò che può apportare la morte
può apportare la nuova vita. C´è dunque speranza di una metamorfosi delle
nostre attuali società in una società mondo di tipo nuovo. Allora, si può dire
che più siamo incapaci di affrontare i nostri problemi vitali, più ci
avviciniamo a una catastrofe, più ci avviciniamo a una possibile metamorfosi.
Anche la speranza può crescere con la disperazione. Il poeta Hölderlin diceva:
«Là dove cresce il pericolo, cresce anche ciò che salva». Tutto questo ci
mostra che la speranza non è una certezza, che la speranza deve crescere,
paradossalmente, con la disperazione e che l´idea di metamorfosi è diventata
salutare, forse la più importante ormai. Ma è evidente che prima che ci sia una
trasformazione, prima della comparsa di un nuovo sistema, non lo si può
concepire, non si può definire. Possiamo soltanto indicare che bisognerebbe
cambiare via, che la via nuova potrebbe emergere e che è la via della speranza.
"

 
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