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North Vietnam 3 - Grilli per cena

Post n°182 pubblicato il 19 Aprile 2020 da nem_o

Intanto, verso le 14, smette di piovere.
Non è che si possa fare grande affidamento sul tempo, è ancora un po' incerto. Però cerco di muovermi, di salvare il salvabile. La mia palafitta è l'ultima della via e da direttamente sulle risaie. Un po' come a Centallo dove un po' di mesi dopo scoprirò l'importanza di avere un accesso diretto sulla campagna. Ma questa è un'altra storia che appartiene ad un mondo che mai e poi mai mi sarei sognato di vivere.
Torniamo a quello che allora era il mondo reale.
Un sentiero parte proprio dalla mia palafitta e taglia in due le risaie dietro casa.
Lo prendo anche se è pressochè tutto una pozzanghera.
Ma è bello. Il verde delle risaie si perde fino al verde più scuro delle montagne e al grigio nero del cielo. Poche capanne emergono dalla foschia in lontananza e danno quel tocco di mistero al paesaggio.
Cammino pochi minuti ed incontro un anziano con una bottiglia di plastica in mano. Dentro un grillo, mi fa un gesto come di mangiare. Avrò capito bene? E' andato a caccia? Magra cena quella sera con un grillo. Ci salutiamo e procedo oltre rovinando un po' la poesia passando vicino a un fiumiciattolo pieno di plastica. Anche questa è l'Asia purtroppo.
Il sentiero va a finire su una strada asfaltata sulla quale vedo un turista in bici.
Perché no? Il tempo sembra ormai stabile.
Torno al villaggio e affitto una bici per due ore al costo di 10000 dong all'ora, meno di mezzo euro.
Inizio a girare come piace a me.
Cioè a caso.
Il caldo e l'umidità sono insopportabili. Sembra che tutto l'umido lasciato dalla pioggia si sia appiccicato a me. Più pedalo e più sudo. Ormai grondo. In moto questa sensazione non la provavo ovviamente, niente fatica e aria fresca.
Ne vale comunque la pena.
Dominano le mille tonalità del verde delle risaie e quando il sole riesce a bucare le nuvole il verde brillante si manifesta in tutta la sua bellezza
Sarà una stagione che piove sempre però e proprio questo la causa di cotanta bellezza davanti ai miei occhi. Quando non piove le risaie sono secche ovviamente.
Procedo sempre con la logica del caso, la strada sale un po' e passa vicino a quello che sembrerebbe un misto tra una caserma e un hotel di lusso, un hotel caserma con tanto di guardiani situato in un posto infelice tra due colline fuori da tutto. Fuori dalle risaie, fuori dal paese, fuori dalla realtà.
La stradina scende e va a immettersi nella strada principale più o meno nei pressi della stazione fantasma degli autobus.
Stavolta ho però un (poco) potente mezzo sotto il culo.
Due parole bisogna spenderle per la bici.
Gialla velata di ruggine o forse ruggine vela di giallo.
Cambi shimano rotti. Non cambiano nè la corona davanti né i pignoni dietro.
I freni frenano.
O almeno quanto basta.
Appena posso lascio la strada principale e prendo una stradina che va a passare sotto un arco con il nome presumo del villaggio e proseguo con a destra la montagna e qualche casa sparsa e a sinistra le risaie. Le case si trovano nel terreno più difficilmente coltivabile per non rubare spazio al riso.
Non contento della mia stradina ad un bivio ne prendo una a destra in direzione delle montagne. Salgo finchè riesco e poi mi arrendo.
Mi sento realmente fuori dal mondo.
Qui non ci sono più risaie ma foreste, bufali al pascolo, un bacino artificiale, e contadini che rientrano. Siamo ormai quasi a quell'ora in cui tutta l'Asia, umana e animale, si mette in moto per rientrare.
Decido anch'io di rientrare e non sono un umano asiatico.
Tappa per una bibita che mi sognavo da un bel po' e rientro a casa.
Birretta sotto la mia palafitta ed è già quasi l'ora di cena.
Sotto ci sono delle sedie e un tavolo.
Una scala esterna porta alla mia stanza.
Una stanza spolia, senza sedie e senza letto.
Un materassino a terra, una zanzariera e null'altro.
A parte una serie di materassini ammassati in un angolo, più che una stanza parrebbe essere un dormitorio con un unico ospite che paga per tutti la ragguardevole cifra di 13 euro.
Si va dormire presto che il giorno dopo si preannuncia una lunga giornata
E così sarà.

 
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