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500.000 penne e non sentirle

Post n°65 pubblicato il 02 Maggio 2007 da nem_o

“La presenza dei nomadi metteva allegria. Sappiamo chele civiltà sono nate quando i popoli migratori sono diventati stanziali. Ma qualcosa continua a suggerirci che la nostra natura consiste nel moto e che la quiete assoluta è la morte”

(Stefano Malatesta, Il Cammello Battriano)

 

 

Non esiste nulla di peggio dallo scrivere un blog senza aver nulla da dire.

Farlo per il solo gusto di farlo, perché altri leggano cose che non interessano ma lette solo per cortesia nei confronti di chi scrive.

Spesso scritto perché va scritto e condiviso per gentilezza, quasi mai sincera: dunque Blog come metafora della vita. E neanche sempre condivisa, priva spesso di quella falsa gentilezza che ci trasciniamo dietro dall’inizio del (nostro) mondo.

Ho quindi taciuto a lungo.

A volte avevo cose da dire ma mi difettava il tempo.

Altre volte avevo il tempo ma nulla da dire.

E ho taciuto.

Ora è tempo di ri-partire, di aprire le vele verso l’oriente.

Lascio una città che si sta riempiendo di cessi e di bandiere tricolore (quali strane associazioni mentali mi sovvengono mio malgrado), lascio una città che cesso non è, ma che volte se li merita tutti questi orinatoi.

Fuggo da una città che tra poco decuplicherà i suoi abitanti per accogliere tra le sue braccia l’adunata delle penne nere d’italia e vado a cercare un po’ di silenzio ai piedi di monti che per la prima volta vedrò ergersi oltre i 7000 metri: felice di allontanarmi da tanto casino incombente.

Bishkek, Osh, Irkeshtam Pass, Kasghar, deserto del Taklamakan il cui nome evoca ataviche paure (si traduce più o meno in “se entri, non esci”), Turpan, Urumqui: luoghi che luoghi non sono ancora, per ora semplici puntini su una carta geografica, ma saturi di storia. Di qui transitava la via della Seta, quando la nostra civiltà si stava appena delineando qui era già tutto un traffico nei due sensi. E come sempre insieme alle merci si traghettavano le idee, le fedi, le religioni. Via della Seta o Via del Buddismo, forse più semplicemente la via verso l’oriente.

Basta, mi fermo, non voglio annoiarvi con la mia saccenza comprata a poche lire da una lonely placet qualsiasi.

Si va nuovamente in Asia, e questo per il momento mi basta.

Il resto è nulla.

Come 500.000 mila penne nere che si librano in aria a pochi centimetri da terra.

 
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Commenti al Post:
ferreroluke
ferreroluke il 03/05/07 alle 15:56 via WEB
Buon Viaggio Nilu, Buon tutto e come tu mi scrissi quando ero che stavo per partire per l'Asia: ti auguro di diventare una spugna e poter così assorbire quante più cose e sensazioni ti sarà possibile. Ti auguro di condividere Risate, Cibo, Emozioni, Preghiere, Idee, Ideali, Km e Birra con chi avrai la fortuna di incontrare! Ti leggerò. Ci rivedremo al tuo ritorno! Luka PS: al telefono basta rispondere Yes. PS2: al tuo ritorno esesterà sempre di meno. It will not exsists a very big bird
(Rispondi)
 
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