Creato da valter47 il 22/05/2006
Resoconti di viaggio
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L'ATTESA
Il momento più bello di un viaggio, l'ho già scritto molte volte, è quando si sta per partire.
Le sale di attesa degli autobus in Centro e Sud America mi hanno fatto vivere i momenti forse più "adrenalinici" della vita.
Quando cioè il viaggio, il futuro, non è ancora iniziato, ma siamo lì, sull'orlo dell'esperienza.
Anche adesso siamo nell'attesa, ma questa volta non di un autobus, ma di un nipotino, il terzo, che non si vuole mostrare.
Sarà timidezza?
Sarà pigrizia?
Sarà. come penso io, che sta troppo bene dove si trova ora, nella panciona della sua mamma, per cui, col cavolo che viene fuori dove è gelo (in questa settimana il termometro arriverà allo zero) e stridor di denti (sempre per il freddo).
D'accordo, per essere precisi, non credo che il mio già super adorato nipotino abbia timore dello stridor di denti, ma certamente del freddo sì!
Comunque la nonna gli ha già promesso una pacca nel culetto per tutti questi giorni che noi abbiamo passato a "saltare" per aria quando squilla il telefono...
Adesso vado a letto, con il telefonino sul comodino, il casco, le lucine per la bici, i guanti pronti vicino alla porta.
Buona notte a tutti ed anche a te , nipotino, recalcitrante, ma tanto "calciante" nella pancia della tua mamma.
il nonno
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CIAO CHIAPAS
Perche' domani, oggi per gli italiani, Domenica 6 marzo partiamo per tornare in Italia.
La festa appena cominciata e' gia' finita.
Fra qualche minuto faremo l'ultima riunione con le ragazze del Progetto Orquidea per definire e riassumere le strategie dei prossimi mesi, poi ... tutti a cena al Ristorante Huaraches, prezzo fisso 30 pesos a testa (circa 2 euro), troppo?
Nelle valige tante cose colorate comperate nei mercati artigianali e negli occhi altrettanti colori, quelli del Messico e del Chiapas in particolare.
Se lunedi' 7 marzo, quando arriviamo in Italia, dopo 26 ore di viaggio complessive (contando ovviamente le soste nei vari aereoporti), non siamo proprio "alla frutta", prometto di scrivere ancora.
Per il momento do la possibilita', anche a voi, di ammirare un poco di colori chiapanechi.
Godi popolo!
Dal Chiapas, ancora per poche ore...
valter
chiapaneco per scelta e non ... per caso.
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SUPERMERCATO
Oggi facciamo "poesia utopistica economica".
Ma si'. E' bello pensare che questa indigena, che oggi vende un poco di zucchine e questi due mucchietti di avocados, forse un giorno, come Paperon de Paperoni, diventera' proprietaria di una catena mondiale di supermercati.
Dal marciapiede alle stelle!
La realta' invece e' spesso molto meno poetica, dato che qui si parla di sopravvivenza. Probabilmente, con i pochi pesos che guadagnera' dalla vendita di questi suoi prodotti, potra' sfamarsi con "tortillas y frijoles" (tortiglie e fagioli) ... come tutti i giorni.
Niente di nuovo sul fronte del "mercato" occidentale.
I titolari della Esselunga e dell'Ikea possono ancora dormire sonni tranquilli.
Noi siamo qui per cercare di far "deragliare" questi destini che sembrano correre sui binari della miseria. La dinamite che usiamo sono la cultura, intesa come scolarizzazione, ed i micro.crediti.
Risultati? Apparentemente buoni, ma per incidere su realta' consolidate da secoli occorre anche pazienza, molta pazienza.
valter
uno paziente mica tanto, neanche ... per caso.
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GAMBERI !
Oggi e' venerdi' (veramente qui in Chiapas e' ancora giovedi', ma tanto sono schizofrenico e il valter italiano gia' sente aria di vigilia) per cui da devoti cattolici parliamo del pesce.
Intanto qui vedete un bel "banco di gamberi cotti" che vengono presentati sul marciapiede per attirare l'occhio lubrico dei ghiottoni indigeni.
Sono anni che vengo in Chiapas e non ho MAI visto qualche indigeno fermarsi a comperare i gamberi. Mai!
Per me sono di plastica e lo Stato del Chiapas paga i venditori per andare in giro a "far finta" di vendere gamberi, cosi' i turisti non vedono la miseria che li circonda e pensano: mo soccia (se sono bolognesi) come si trattano bene questi indigeni, mangiano gamberi! Qui sono ricchi!
Pero' sono fatti bene, se sono di plastica, perche' hanno anche l'odore dei gamberi cotti, seccati, seccati molto (praticamente infastiditi all'ennesima potenza).
Questo mi ricorda un racconto della Banca Cooperativa di Imola in un suo calendario di "scenette romagnole".
Per favore, quelli un poco "benpensanti, quasi bigotti", gentilmente astenersi dal continuare a leggere, please!
In una cittadina della Romagna c'era uno che si vantava di avere un odorato finissimo e di poter riconoscere ad occhi chiusi tutte le cose dal loro odore.
Una sera, all'osteria, gli amici vollero fargli uno scherzo e, dopo averlo bendato, andarono a prendere il coperchio del barile delle aringhe e glielo fecero annusare.
Il personaggio rimase interdetto, aveva perso la sua baldanza, chiese di poter odorare di nuovo, poi sentenzio':
La questione e' dura, perche' le soluzioni possono essere due: o e' il coperchio del barile delle aringhe, o sono le mutande della serva...
valter
uno che cerca di non mettere il naso dove non deve, neanche ...per caso.
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Inviato da: bimbintour
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