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Il 28 gennaio sciopero dei metalmeccanici. Manifestazione a Cassino.

Post n°201 pubblicato il 18 Gennaio 2011 da devofiom

Andiamo a Cassino perché lì c’è uno stabilimento Fiat che occupa circa 4000 lavoratori e lavoratrici. Oltre ai dipendenti FIAT c’è un indotto che occupa ulteriori 5000 lavoratori. A Cassino vengono prodotte la Giulietta, la Bravo e la Lancia. Cassino rischia di essere uno dei prossimi stabilimenti a vedere accordi vergognosi come quelli di Pomigliano e Mirafiori.

Andiamo a Cassino per contrastare la scelta compiuta dalla FIAT alle Carrozzerie di Mirafiori e a Pomigliano D’Arco, scelta che è un atto antisindacale, autoritario e antidemocratico senza precedenti nella storia delle relazioni sindacali del nostro paese dal dopoguerra.

Andiamo a Cassino perché vogliamo manifestare, ovunque sia presente la FIAT in Italia, la nostra netta opposizione al ricatto di Marchionne.

Andiamo a Cassino perché difendere i lavoratori e le lavoratrici della Fiat significa difendere il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro senza deroghe, difendere la legalità, la democrazia e la libertà di rappresentanza sindacale.

Andiamo a Cassino perché vogliamo combattere la precarietà e il dominio del mercato che divorano la vita delle persone e compromettono la coesione sociale e il futuro del paese. Noi crediamo che ci sia un'alternativa, un altro modello sociale e di sviluppo.

VIENI ANCHE TU!

La Fiom di Roma Sud sta organizzando dei pullman, l’appuntamento è il 28 gennaio alle ore 7,30 di mattina. Chi vuole essere con noi quel giorno è pregato di prenotarsi ai seguenti numeri, per consentirci di organizzarci al meglio.

* P.le Ostiense – per info e prenotazioni contattare numero 335 6701580
* P.zza della Repubblica – contattare 347 1656702
* Via del Velodromo 80, fermata M Colli Albani – contattare 3296272055
* Stazione Anagnina – contattare 3357590874

Uniti ce la possiamo fare!

da: http://fiomroma.blogspot.com/

 
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devofiom
devofiom il 25/01/11 alle 17:10 via WEB
Caro collega, noi crediamo che l’attacco di Marchionne sia la più brutale aggressione ai diritti dei lavoratori che sia mai stata inferta dal dopoguerra ad oggi e temiamo che, a breve, riguarderà l’intero corpo dei lavoratori e non solo le fabbriche. E’ vero, come dici, che il referendum è stato vinto da coloro che erano per l’accordo, ma riteniamo che la quota perdente del 43% possa e debba continuare ad esprimersi ed a lottare strenuamente per non dare alla casta di manager, banchieri e finanzieri la facoltà di distruggere il contratto nazionale e ignorare, calpestandola, la Costituzione, usando l’arma ignobile del ricatto. Come sai il referendum è stato vinto grazie al voto degli impiegati…, facile! L’articolo 41 della Costituzione afferma che l’impresa può fare i suoi profitti ma nell’ambito della responsabilità sociale, cioè non può fare quel che vuole, non può dire “vado in Canada se non accettate le mie condizioni”. In altre parole deve stare dentro un sistema di democrazia e diritti preciso, sancito a chiare lettere dalla nostra Costituzione. Tre anni fa Berlusconi propose di abolire quest’articolo, perché comunista… In verità non è un articolo comunista, il concetto di responsabilità sociale nasce dalla cultura cattolica. Politici del centro-sinistra e grandi giornali si schierarono contro Berlusconi, dichiarando che non si poteva cancellare l’articolo 41 della Costituzione. Adesso Marchionne l’ha abolito di fatto. E’ vero che tutto ciò, oggi, non ci riguarda strettamente. La nostra azienda prospera e ce ne rallegriamo. Tuttavia riteniamo che guardarsi intorno e premunirsi nei confronti di chi sta mettendo in atto un disegno di devastazione dei diritti dei lavoratori (che purtroppo, prima o poi, riguarderà anche noi!) sia la cosa giusta da fare. Per questo non riteniamo affatto un controsenso lo sciopero del 28, anzi!
 
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