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Post n°22 pubblicato il 05 Settembre 2008 da storia.fusione

ecco qui uno spunto di riflessione in proposito

 

E’ il lontano 1997, quando AEM Spa, acquisendo la Citytel Spa, dà vita a Metroweb Spa con lo scopo di sviluppare e gestire reti per la telecomunicazione.
Ottenute le autorizzazioni ministeriali, Metroweb si mette all’opera per costruire la più grande rete a fibre ottiche d’Italia, una rete che dovrà coprire Milano e la Valtellina.
Per questi motivi, nel 1999, AEM firma un contratto con il gruppo e.Biscom (ora Fastweb) per sviluppare congiuntamente una rete a fibre ottiche spente. AEM trasferisce a Metroweb le proprie reti e le relative dorsali, mentre e.Biscom acquisisce il 33% di Metroweb con un aumento di capitale.
Nel 2003, in seguito ai problemi che investono il gruppo e.Biscom/Fastweb, AEM rileva il 33% di Metroweb, diventandone così proprietaria al 100%. Metroweb diviene dunque una società di tutti i Milanesi.
Con un investimento complessivo di oltre 200 milioni di euro, tutta Milano viene cablata con 230 mila kilometri di cavi a fibra ottica. I disagi che i cittadini devono affrontare sono molti: lavori in corso, viabilità difficoltosa, alcuni problemi alle linee telefoniche. Ma in fondo ne vale la pena: la città viene dotata di una rete di telecomunicazioni all’avanguardia, una rete capace di renderla più competitiva.
Purtroppo il Sindaco di Milano si chiama Albertini e Palazzo Marino ha necessità di fare cassa: i conti comunali non sono proprio rose e fiori. Quale pensata migliore se non quella di vendere Metroweb, proprio ora che si è conclusa la fase di investimento? Perché aspettare una decina d’anni per veder crescere una società pubblica utile e funzionale?
Il Comune di Milano bandisce allora un’asta per vendere Metroweb. Tutti d’accordo a Palazzo, anche l’ad dell’AEM Zuccoli brinda. Arrivano, udite udite, venti proposte. Ma non si possono vedere! Perché?
Nel frattempo Albertini passa la palla alla Moratti che, ovviamente, si vede bene dal fermare il tutto: anche a lei qualche spicciolo per il Comune non dispiacerebbe. E poi, parola della Sig.ra di Palazzo Marino: “ormai si tratta di infrastrutture superate…”
Il 19 ottobre 2006 Metroweb viene così venduta per 32 milioni di euro alla Burano Spa, società nata ad hoc e costituita per il 23,53% dalla stessa AEM che vende e per il 76,47% da Sscp Fibre, una holding lussemburghese. Questa Sscp Fibre è a sua volta partecipata al 74% da Stirling Square Capital Partners, fondo di investimento facente capo a Citigroup e capitanato (tra gli altri) da Stefano Bonfiglio e Gregorio Napoleone, due vecchi consulenti di Micheli e Scaglia, gli dei ex et in machina di e.Biscom/Fatweb.
Il restante 26% di Sscp Fibre, invece, fa capo a Trondoli e Grassi, ex manager Fastweb (guarda caso) e a tre fantomatiche società offhsore: la 63 Charitable delle Bermuda, la Naikooks delle Isole Vergini e la Merlin di Guernsey.
Morale della storia?
Un’azienda che ha investito su une rete cruciale per oltre 200 milioni e che quindi dispone di un patrimonio importantissimo per la Società viene data via per 32 milioni di euro. Anzi, scusate, 24 milioni, dato che 8 milioni l’AEM li ha dovuti versare nel creare la Burano Spa e vendere un proprio asset.
Ma poi, in fondo in fondo, siamo sicuri dei 24? Difficile dirlo dato che coi 24 milioni AEM ha acquistato obbligazioni Metroweb e dato in pegno le proprie azioni per finanziare gli altri compratori.
Che dire? Un’operazione fantastica! Il pubblico crea, il privato guadagna. Ma non è ancora finita. La ciliegina sulla torta è una notizia di queste ore.
La nuova Metroweb, a capitale privato, affitterà la propria rete a Telecom Italia per 50 milioni di euro. Telecom potrà contare su 70 mila palazzi cablati per offrire i suoi nuovi servizi di ultima generazione (”un’infrastruttura superata” secondo la Moratti) e i proprietari di Metroweb guadagneranno qualche soldino.
Una svendita perfetta.

(tratto dal blog OMB)

 
 
 
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