Dietro le sbarre....

Gli Angeli del Cortile - Una fiaba di Natale, diventata un cortometraggio, realizzato dai detenuti della Casa Circondariale di Agrigento

 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

antonio.cs4crsgrflux_viagginanny44frigorsamalinapoli2008ElisabettaBondielydgl10nappipiavanessa1979lucinda76biblioteca_supersanodemontinofrancesco_ciurleosaracallima
 
 

IL BLOG DEDICATO ALL'AUTONOMIA SICILIANA

 

« I detenuti scrivono al M...Sostieni Carmelo »

Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 02 Novembre 2006 da diofebo
Foto di diofebo

LVoce Galeotta

di Antonio Clementi

 

In data 22 settembre 2006 sono stato trasferito ed assegnato presso la casa di reclusione Di Carinola . Premetto che da quasi 5 anni ero stato assegnato alla casa di reclusione di Di Fossombrone, dove tanto male non stavo, ma nemmeno tanto bene.

Di buono c’erano tre cose :

  • 1 ) la cella singola ;

  • 2) il computer in cella;

  • 3) Le guardie non erano dure ma umane.

Per il resto, nulla che potesse offrire una "rieducazione" e un successivo inserimento per come molti ben pensanti affermano costantemente . Per ottenere qualche diritto sancito dalla costituzione e dai vari regolamenti vigenti ,civilmente si era iniziato uno sciopero o protesta, per attirare l’attenzione dei potenti Politici e finalmente iniziare a vivere dignitosamente e coltivare ciò che alimenta la vita, la speranza. sul questo Blog maggiori dettagli sullo sciopero. Cosi, il Ministero, mi ha sicuramente inserito in quel circuito di detenuti che hanno voglia di avere una nuova chance e poiché questo terrorizza la politica e il Ministero stesso, hanno pensato di mandarmi in un altro carcere di 1 livello, dove vivere o vegetare non sono affatto due verbi differenti, ma una condizione per continuare a vivere e sperare che dagli arti fuoriescano delle foglioline, prima o poi. Subito dopo l’ingresso nella mia nuova residenza, dopo l’iter di “ immatricolazione “ed un cordiale colloquio con il Commissario Comandante il quale mi ha subito chiarito come funziona questo posto Chiarimento da me condiviso e apprezzato per la schiettezza  e per la sincerita’, sono stato rilegato in una cella di una sezione in cui tutti i detenuti sono sottoposti all’ex articolo 14 bis o.p (regime di pericolosità sociale dentro il carcere) o a punizioni per infrazioni disciplinari del regolamento di esecuzioni o dell’o.p . Tenuto conto che nei 5 anni precedenti , ho scontato la mia pena (ERGASTOLO) mantenendo sempre un comportamento ligio alle norme dell’O.P della buona educazione, dell’etica e della morale, non riesco a capire il perché di questa mia attuale posizione “insolita” e retrocessione. Già all’ingresso mi è stato rolto il computer, una radiolina, un taglia capelli a batterie, le scarpe , poiché dicono che tra la suola  e il tacco c’è un piccolo ferro che mantiene salda la forma della scarpa stessa, addirittura la cintura dell’accappatoio, il tabacco, dimenticando che una Casa di Reclusione è una casa dello Stato e scordando  che il tabacco  è monopolio di Stato, e tante altre cose che a fare l’elenco ci vorrebbero settimane. Tutte conseguenze di un trasferimento inconcepibile. A Fossombrone potevo scrivere  e pubblicare i miei libri, grazie ad una piccola casa Editrice “ LA BANCA DEL GRATUITO” a breve mi doveva essere pubblicato il mio secondo libro: “ IL POTERE DEI SOLDI” il primo fu “LE DUE VERITA”. In più avevamo iniziato a parlare della pubblicazione  di una mia raccolta di poesie (ingiustamente dico poesie ) “ SENTIMENTI e PASSIONI”. Naturalmente in tutto questo non ho mai parlato di guadagni, che ho destinato in beneficenza, cosa che farò con tutto quello che pubblicherò.

Facevo parte di un gruppo Teatrale creato dopo che io stesso scrissi un testo per una commedia, tratta dall’omonimo libro “IL POTERE DEI SOLDI” . Scrivevo per il giornalino interno ”Un mondo a quadretti“ pPartecipavo alle attività Socio-Ricreative dell’Istituto e ogni tanto partecipavo a concorsi letterari banditi tra i vari Istituti di pena Italiani. Tutto questo ha sempre dato fastidio a qualcuno, se alla fine non è stato apprezzato. E vero che ho partecipato allo sciopero dei detenuti, della C.R. di Fossombrone ma è altrettanto vero che ho scioperato civilmente, senza infrangere alcuna norma giuridica o intramuraria  e rispettando i criteri democratici della società sanciti anche nella nostra Costituzione. Oggi dopo 13 anni di carcerazione sofferta, mi ritrovo in una cella senza Suppellettili, in una specie di isolamento preventivo o magari di sorveglianza, o forse in attesa di una sanzione più grave.

Domanda: Cosa chiedevo partecipando allo sciopero?

  • Lavorare più frequentemente, una palestra che funzionasse tutto l’anno, l’acqua potabile, fare i colloqui con i miei cari potendoli abbracciare, una pentola per cucinarmi una pizza, una cella più pulita con un gabinetto più consono, al posto di una turca. Nulla di più.............

Non ho chiesto di essere liberato, ne ho chiesto un’arma per tentare un evasione, non ho picchiato nessuno, ne imposto la mia indole criminale, ho solo chiesto che mi fossero garantiti i diritti fondamentali che la stessa Costituzione e lo stesso O.P. mi dovrebbero garantire, ALMENO SULLA CARTA.

Di per se l’ergastolo è Anticostituzionale, se è vero che la pena deve essere atta al recupero a al reinserimento, e anche vero che in Italia  non c’è la pena di morte (grazie a Dio). Però, se un ergastolo, perché tale deve esser punito per partito preso e vedersi rovinato il duro lavoro svolto, per poi coglierne i frutti con un graduale reinserimento, mi sa che il carcere italiano è tutto ” un braccio della morte” dove i condannati dopo 15-20 anni  si accorgono che stanno per morire. Cosi è stato per me  e anche se non mi faranno l’iniezione letale, il mio percorso integrativo svolto fino al 21 febbraio 2006 è stato bruciato, sciolto nell’acido, quasi fosse un testimone scomodo ho un cadavere scottante.

Lo so che sono dure tipiche azioni mafiose, ma non trovo altri termini per definire lo scempio consumato sulla mia pelle. Essere il capo espiatorio di un sistema repressivo e non rieducativo, non fa onore allo Stato Democratico in cui ci si vanta dei partigiani, di Cavour e di Garibaldi e di Mazzini e di Mameli e di tanti altri. E’ lo Stato che mi ha insegnato a non farmi  giustizia. Ma se poi è proprio lo Stato a mettere in atto vendette intimidatorie, allora la sua legge non è poi tanto diversa da quella per cui sono stato condannato all’ergastolo.

UCCIDERE:

Togliere la vita ad un essere vivente.

Togliere la speranza .

Sopprimere con violenza una persona non avendo un dizionario.

Non ho altre definizioni ma so che uccidere  vuol dire anche buttare via 13 anni di duro carcere di un uomo che chiedeva solamente una nuova chance.

Non è necessario premere il grilletto per uccidere, se si nega la possibilità di osare a chiedere un lavoro più frequentemente per non essere di peso alla società e alla propria famiglia, di osare a chiedere di essere  ancora considerato un cittadino Italiano, anche se condannato per reati gravi, di osare a cimentarsi  a scrivere e pubblicare  per donare qualcosa a chi ne ha più bisogno. Ma la cosa buffa è vedere parlamentari in dibattiti televisivi a volte molto accesi, e leggere articoli e proposte di legge su come umanizzare il carcere. L' on. Pisapia, propone l’abolizione dell’ergastolo. L’on. Mastella, ministro della "giustizia", fa votare l’indulto. L’ ON. Bertinotti, presidente della camera, grida da una vita che bisogna migliorare il carcere. L’ON. Luxuria visita solamente le sezioni dei transessuali, e dire che le ho chiesto aiuto due volte, sperando che venisse a Fossombrone, magari  in seguito pubblicherò sul mio sito: www.ziacristina.it anche la lettera di aiuto che le ho inviato. Naturalmente era una raccomandata con ricevuto di ritorno, ho ricevuto la cartolina…….ma non ho ricevuto la sua risposta……….

Nel libro “LE DUE VERITA” scrissi “il carcere è un mondo parallelo creato dagli errori umani in contrapposizione alle leggi degli uomini e al volere di Dio". 

Solo che Dio non ha mai trasgredito le sue leggi e quando capì che stava perdendo la guerra contro il male mando sulla terra il proprio figlio e lo sacrificò per tutti noi. Gli uomini al contrario di Dio sacrificano quelli come me, quelli che già una volta hanno sbagliato, quelli che sono abituati a sopportare l’inferno terreno.

Non bisogna umanizzare il carcere, bisogna fare molto per umanizzare le menti che ne gestiscono la funzione. La stessa Costituzione Italiana, tante leggi, decreti e sentenze di cassazione, fatti a misura assicurano che il detenuto bisogna privarlo solo della libertà e garantire il suo recupero, più o meno prolungato nel tempo, per assicurare alla società libera un futuro più sereno e tranquillo.

Bisogna capire che non ci vogliono nuove leggi e giorni migliori per far funzionare il Pianeta Carcere, ma Uomini giusti e rispettosi delle leggi che migliorano i giorni, per far questo basta solo mettere in atto ciò che già esiste, poiché contemplato dalla Costituzione  e dai vari ordinamenti , fino a poco tempo fa, anche se carcerato, ridevo di gusto, di gioia, poi quel trasferimento : un vero è proprio sfollamento , via i capri espiatori, via le persone da punire, da condannare da sacrificare, per dimostrare che lo Stato è quell’autorità principe, somma a cui tutto è concesso, anche infrangere le leggi, civilmente ma subdamente, tortura gli uomini e gli Italiani, senza mai pagare, senza mai essere giudicato, senza mai mostrare un'anima e una coscienza. In quasi tredici anni di carcerazione non ho mai chiesto un beneficio, non ho mai cercato scorciatoie per non pagare le colpe che mi sono state attribuite, ma che mai ho confessato (questa è un'altra lunga storia), però ho sempre chiesto di salvaguardare la mia dignità. SE ho sbagliato pago. Sto pagando! continuerò a pagare finchè qualcuno, senza che sia io a chiederlo stabilirà che potrò avere un'altra chance, ma fino a quel momento vorrei farlo dignitosamente per permettere ai miei figli di vivere liberi e fuori da quel mondo che ho cercato è voluto. Se è vero che ho sbagliato, mi sarà impossibile risarcire del tutto la società, ma mi piacerebbe pagare per garantire  l’equità della giustizia stessa, e non per permettere che la  giustizia sia usata come rappresaglia per incutere timore e incrementare

il potere e l’autorità degli uomini che la rappresentano. Ecco è questo che chiedo: parlare con chi sa e tace, con chi vede e si gira dall’altra parte, con chi uccide e non  paga,  con chi parla, parla e parla, ma non agisce, con chi ha l’autorità e ne abbusa, con chi gestisce la mia vita, senza che la mia vita gli appartiene.

Antonio  Clementi  detenuto presso il Carcere di Carinola

scrivetegli:  Antonio Clementi - Via S. Biagio,6  - 81030 Carinola (CE)

 

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

INFO


Un blog di: diofebo
Data di creazione: 05/08/2006
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: diofebo
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 52
Prov: AG
 

FACEBOOK

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963