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Le Carceri tornano ad essere affollate anche di bambini 

Post n°16 pubblicato il 01 Agosto 2007 da diofebo
 

A Rebibbia sono 19 i bambini detenuti insieme alle loro madri

 
L'ultima settimana di luglio ha fatto registrare una presenza record di bambini nel nido del carcere di Rebibbia Femminile. Ad oggi, infatti, sono 19 i bambini e le bambine che vivono con le mamme detenute nel carcere romano. L'allarme arriva dal Garante regionale dei diritti dei detenuti Angiolo Marroni: il più piccolo dei bambini di Rebibbia ha meno di un mese, il più grande 2 anni e mezzo. Tutte le mamme sono straniere 2 africane (di cui una ha due figli), 16 sono romene.

A queste si devono aggiungere anche una donna romena prossima alla maternità. "Il sovraffollamento di bambini comporta dei problemi: - sottolinea il garante - la capienza della sezione riservata alle mamme con bambini è, infatti, di 14 letti e a causa del sovraffollamento alcune detenute con i figli sono state collocate nelle sezioni comuni". Il problema principale è come intrattenere i piccoli durante il giorno, evitando che su di loro pesi eccessivamente il carcere. "Trascorrono il tempo nella stanza dei giochi o nella zona verde da poco attrezzata. Alcuni di loro - fra mille difficoltà legate alle diffidenze delle mamme straniere - ora frequentano un nido esterno", aggiunge. Ma "è evidente che, nonostante l'impegno di operatori e volontari, i bambini vivono una situazione difficile".

La legge prevede che i bambini da 0 a 3 anni possano stare in carcere con le mamme detenute e al compimento del terzo anno è obbligatoria la scarcerazione dei minori, indipendentemente dalla pena che sta scontando la madre, con l'affidamento del piccolo o ai parenti (se ci sono) o alle case famiglia, "determinando spesso gravi traumi alle mamme e ai bambini". "Quella fra 0 e 3 anni è l'età del primo apprendimento ed è davvero difficile pensare che un bambino possa crescere in cella e con limiti di spazio intorno.

La verità è che i piccoli stanno perdendo una parte importante della vita per colpe che, evidentemente, non sono le loro. Credo che questa emergenza dimostri l'urgenza di prevedere, per le madri detenute, misure alternative alla detenzione, e l'uso della carcerazione solo per reati gravi. Inoltre, visto che le detenute madri sono straniere, e in particolare romene, sarebbe auspicabile un coinvolgimento della rappresentanza diplomatica di Bucarest in Italia per affrontare una situazione che appare incancrenita».

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