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Un blog creato da joedg10 il 19/01/2015

Dina Cucini

Artista senese e poetessa futurista

 
 

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AL DOLORE

Sii benedetto! Anche se amaro

mi sembrasti allora.

Ora io so che l'anima

s'è intrisa tutta di quel pianto

e s'è come forgiata

molle così di sofferenza.

Senza di te, dolore

sarebbe muta ancora

quest'anima canora

viva così stupendamente.

Accanto a me, ricordo

fosti quasi da sempre

e mi piegasti

come lo stelo piega

a troppo greve pioggia.

Ma ogni stilla di pianto fu la goccia

che il sasso incava e sopra vi ricanta.

Sii benedetto mio dolor, che tanta

ansia di gioia m'hai lasciato dentro

che ora tutto m'è gioia

e tutto godo

come quel cieco che abbia luce a un tratto.

Sii benedetto, ch'è per te che guardo

alto così serenamente in cielo

ed umile mi sento

quasi che tu, dolore,

soltanto amore avessi seminato.

 
 
 

PRESEPIO

Foto di joedg10

Tu che sei nato

nella fumosa stalla

Gesù Bambino,

tutto chiaro di luce sei. Nella greppia

l'asinello e il bue

chinano il muso ad alitarti sopra

dalle froge il tepore contro il gelo.

Dal cielo cadde bianca

la sfarfallata candida di neve

che incappucciati gli alberi e le vette

tutta si stese sopra il piano e lieve

ne ricoprì la via.

Oh, ben lo sa Maria

quanto mai dura fu la strada bianca

al passo doloroso

appesa al braccio del vegliardo sposo

con l'ansia tesa, intenta alla capanna.

Or nella stalla in amorosa cura

sta china la Madonna sul Bambino.

-Gesù, Gesù,- sospira e con la mano

timorosa discosta i musi chini

intenti a ruminar dentro la greppia.

C'è fuori, d'orme, sulla bianca via

la scia lunga infinita

del piccol piede stanco di Maria

 
 
 

LA PREGHIERA

Foto di joedg10

Lo so, io non ti so pregare Signore

prona sul banco che sa di sudore

e d'incenso, la fronte fra le mani

confusa, cancellata tra le ombre

della remota chiesa,

io vo cercando

la preghiera da unire

alla prece comune e non la trovo.

Così da sola tra le luci spente

e tra le vaghe spire dell'incenso

che ancor sale alla volta,

io sento allora che si può pregare

anche senza parola.

E mi pa che Tu sia più presso

e Tu mi veda Signore, come sono.

Minima cosa, ma il mio amore è grande

Lo raccolgo così ad un sospi di fronda

ad ogni tremore della spiga bionda

a ogni voce di vento

al lento passo degli armenti

aggio grati all'aratro,

nella terra bruna e nel verde prato

lungo la via d'abeti e di ginestre.

E tutta mi riveste

un gran manto d'amore

ch'io ti pogo, Signore.

Ed è per esso sol ch'io peccatrice

posso trovar l'ardire

d'accostarmi all'altare

e di chiamar Te: Padre, Padre, Padre!

L'unico nome, l'unica parola

l'unica prece che Ti sappia dire.

 

 
 
 

LA CAMPANA

Talora

quando mi par più triste e vuoto

il senso della vita

sento quest'infinita

stanchezza dentro l'anima.

Ma più che stanca

è ferma e sorda e muta

e senza risonanza.

Così ch'io bramo almen la sofferenza

che mi distolga con la brusca mano

a questa quiete immota.

Niente. Più niente è in me.

Gioia, speranza

felicità, dolore, affanno

tutto scivola via

come sul vetro d'una gran campana

In essa sono

chiusa nel vuoto muto

atono, di me stessa.

Vedo la vita intorno a non la sento

tento, ma invano di ridestar me stessa

scuotere l'insensibile torpore

vivere, vivere viva

sia pure di sofferenza e di dolore.

Come la rena dalla chiusa mano

fugge senz'eco l'anima al richiamo.

 

 
 
 

FELICITA'

Sei tu, sei tu felicitàche batti

sì piano alla mia porta?

Sei fatta di speranza ed io t'ascolto

che sgrovigli il mio cuore

dai dubbi, dagli affanni, dal grigiore

dei tristissimi giorni.

Entra felicità, entra col vento

che per l'ampie vetrate spalancate

passa tutto cantando.

Ora nel vaso sfogliano le rose

ed i petali fuggono ridendo

inseguiti dal vento

che li sperde alitando.

Quando felicità e tu speranza

eri svanita

era il grigiore intorno

e sfiorito il balcone

e fredda e triste e muta era la casa.

Ed ecco ora tornate

iridescenti amiche. Entrate, entrate!

ho fiorito i balconi di gerani

e le vetrate ho spalancate al sole.

D'ogni passato giorno la tristezza

è svanita dal cuore.

Voi ritornate siete.

Voglio che canti il vento e rida il sole

gioiosamente nella chiara stanza

per te felicità, per te speranza

 
 
 
 

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