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«Politici delinquenti». Schifani contro Radio2.

Post n°18 pubblicato il 02 Settembre 2011 da dirittiedignita
 

di Statuto70

Nell'articolo comparso sul Sole24Ore di mercoledì 24 agosto 2011 relativo al "caso Schifani - Max Laudadio", si commentava quanto dichiarato dal conduttore di Radio2 in  seguito a  un intervento fatto registrare  da uno spettatore radiofonico. L'argomento era l'esiguo costo sostenuto dai parlamentari nei ristoranti ad essi riservati nell'ambito dei due rami parlamentari, l'esternazione del conduttore e il successivo intervento del Presdiente del Senato.

A tal proposito, se da un lato può apparire ragionevolmente e istituzionalmente credibile che chi rappresenti l'istituzione senatoriale del Paese, nel caso di specie mi riferisco - evidentemente - al Presidente del Senato della Repubblica Italiana, abbia anche il compito di "difendere" i relativi componenti da tutto ciò venga considerato come lesivo della loro dignità, d'altro canto ci troviamo innanzi all'ulteriore riprova che tale classe politica dirigenziale fa di tutto per dimostrarsi molto distante dal pensiero radicalmente diffuso nell'opinione pubblica di cui essi stessi dovrebbero farsi, in astratto, portatori in qualunque modo.


La seconda carica dello Stato, in riferimento alle «poco ortodosse» dichiarazioni - sono stati accusati di essere tutti "delinquenti"  (si riporta quanto citato dal conduttore pubblico) - rilasciate attraverso l'etere dal conduttore radiofonico di Radio2 Max Laudadio, afferma che: «una denuncia costruttiva, che è doveroso comprendere ed accogliere è cosa ben diversa da un compiaciuto qualunquismo che vuole solo denigrare le istituzioni e coloro che le rappresentano».
E bene, Il Presdiente Schifani dovrebbe, per puro amore dell'obiettività, ricordarsi che la citata dichiarazione di principio dovrebbe, per rigore logico e morale, essere valida anche in riferimento a tutte le Istituzioni pubbliche diverse da quelle parlamentari ed essere ovviamente estensibile anche a «coloro che le rappresentano».
Dovrebbe, inoltre, ricordare che un Ministro della Repubblica Italiana, sin dal suo insediamento, continua a esternare dichiarazioni offensive connotate da un voluto e studiato «compiaciuto qualunquismo che vuole solo denigrare le istituzioni e coloro che le rappresentano» rivolgendo gli epiteti di fancazzismo vario rivolti in maniera totalmente generalista a qualunque categoria del mondo del lavoro pubblico (ricordate i poliziotti "panzoni", i precari della scuola "mangia pagnottelle", i precari della P.A. "fannulloni che dovrebbero andare a scaricare cassette ai mercati generali ortofrutticoli", ecc., ecc.).
In questo caso, inoltre, ci sarebbe l'aggravante che il turpiloquio qualunquista e demagogico proviene dallo stesso datore di lavoro pubblico rappresentato dal Ministro dell'innovazione per la pubblica amministrazione, cioè da colui che è a capo dei "fannulloni".
Quale datore di lavoro privato apostroferebbe in pubblico e in forma ossessivo-compulsiva i propri dipendenti? Se così facesse dimostrerebbe di essere stolto, iniquo e bilioso poiché farebbe un clamoroso autogol mostrandosi incapace di gestire il  personale alle proprie dipendenze. Sarebbe un po' come sputare in aria senza spostarsi a tempo debito dalla traiettoria di ritorno dello sputo!
Questi concetti sono stati, infatti, denunciati da chi fu chiamato dallo stesso ministro a valorizzare/punire i funzionari dipendenti delle amministrazioni pubbliche, il prof. Pietro Micheli nella sua lettera di dimissioni da componente della CIVIT, scrisse che: «Il pressing sui “fannulloni” ha dato i suoi frutti all’inizio (riduzione dell’assenteismo), ma ha finito anche per deprimere la reputazione e il senso di appartenenza di tanti dipendenti pubblici. E dato che queste sono le leve motivazionali più potenti, sarà dura riuscire a (ri)motivare il personale pubblico a far meglio con l’uso di tornelli, telecamere, bastoni e carote (per altro sparite dopo la recente legge di stabilità)
Ciò premesso, spero che il Presidente del Senato Schifani abbia provato quello che molti dipendenti pubblici generosi e puntuali nel loro impegno quotidiano hanno provato e provano ancora difronte a manifestazione di pensiero qualunquiste e demagogiche di un datore di lavoro all'"altezza" della situazione generale del Paese. D'altronde, esimio Presidente Schifani, il Popolo (anche quello «compiaciutamente qualunquista») è o non è il "datore di lavoro" di tutti i Senatori?
Presidente Schifani, almeno lei riceverà delle scuse  dalla Rai e dal conduttore di Radio2.
Non credo che gli onesti e vituperati funzionari delle amministrazioni pubbliche riceveranno mai altrettanto.

 

* Le citazioni sono tratte dal quotidiano on line:  www.ilsole24ore.com  del 24 agosto 2011.

 

 

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