Creato da sottocapo1 il 26/07/2011

Patologie Militari

Diritti per i militari ammalati in territorio estero

 

 

COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA Uranio Impoverito.

Post n°12 pubblicato il 04 Aprile 2012 da sottocapo1

MERCOLEDÌ 25 GENNAIO 2012

58ª Seduta

 

Presidenza del Presidente

COSTA 

 

            Assiste alla seduta, ai sensi dell'art. 23 comma 6 del Regolamento interno, la collaboratrice della Commissione, dott.ssa Antonietta Gatti.       

 

La seduta inizia alle ore 13,45

 

 

SULLA PUBBLICITA' DEI LAVORI  

 

Il PRESIDENTE avverte che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta odierna.

 

 

Audizione del signor Lorenzo Motta   

 

Il PRESIDENTE dà il benvenuto al signor Lorenzo Motta, impiegato civile del Ministero della difesa, già sottocapo di 3ª classe della Marina militare italiana. Il signor Motta ha operato a lungo all'estero e nel 2005 gli è stata diagnosticata una grave patologia, per la quale il Comitato di verifica per le cause di servizio non ha ritenuto sussistere la causa di servizio. Il signor Motta ha quindi chiesto di essere ascoltato dalla Commissione, che è interessata a conoscere il suo punto di vista, non certo per esprimersi sul merito della sua vicenda, ma in relazione all'esigenza, emersa nella più recente fase di svolgimento dell'inchiesta, di approfondire la conoscenza dei singoli casi, in relazione all'intento di disporre di una più precisa visione dei criteri di valutazione adottati dal Comitato di verifica per le cause di servizio, soprattutto in relazione al notevole numero di pareri negativi espressi sulle richieste di indennizzo ai sensi degli articoli 603 e 1907 del Codice dell'ordinamento militare di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010.

           

Prende quindi la parola il signor MOTTA, il quale, nel ripercorrere la sua carriera di specialista nel sistema di combattimento e di telecomunicazioni, come sottocapo di 3ª classe della Marina militare italiana, ricorda di essere stato destinato a La Spezia, sulla nave "Scirocco", unità anti sommergibile di cui fornisce nel dettaglio le caratteristiche tecniche. Su tale nave egli è rimasto in servizio dal 2002 al 2006 e, in questo periodo, ha preso parte, dal novembre 2002 al marzo 2003, all'operazione Active Endeavour, sotto l'egida della Nato, sostando in diversi porti del Mediterraneo e svolgendo attività inerenti le sue mansioni. Successivamente, ottenne la piena idoneità dall'ospedale militare di La Spezia per la frequenza del 54° corso ordinario incursori del COMSUBIN, corso che poi dovette abbandonare per motivi di famiglia. La dichiarazione di idoneità rilasciata dall'ospedale militare di La Spezia, che avrebbe potuto documentare uno stato di idoneità fisica fino all'anno 2003, non è stato fornito dal Ministero della difesa al Comitato di verifica per le cause di servizio e attualmente non è più presente nel fascicolo matricolare.

           

         Il PRESIDENTE raccomanda al signor Motta di acquisire tale attestato, che dovrebbe essere agli atti dell'ospedale militare di La Spezia.

           

            Il signor Motta, nell'assicurare il Presidente che darà seguito alla sua raccomandazione, riprende l'esposizione, dando conto della sua partecipazione all'operazione Enduring Freedom in Afghanistan, dal gennaio 2004 al giugno 2004, sempre a bordo dell'unità "Scirocco" che, successivamente, è stata impiegata anche in campagne umanitarie e in azioni di contrasto alla pirateria in acque somale. A tale proposito, ricorda di avere svolto attività di assistenza a civili a Djibouti, al confine con la Somalia e, in tale frangente, di avere constatato che mentre il personale militare italiano era dotato del normale vestiario estivo, in considerazione delle alte temperature della zona, il personale militare appartenente ad eserciti alleati era dotato di dispositivi di protezione individuale molto più complessi, che all'epoca, non avevano mancato di suscitare commenti ironici da parte degli italiani.

            Dopo avere dato conto delle modalità di carico del munizionamento sulle navi, riferendo che quello più minuto veniva caricato a cura dell'equipaggio, protetto con guanti di lattice, e dopo aver fornito precisazioni sulle sue attività di telecomunicatore specializzato anche in comunicazioni a bandiere, il signor Motta ricorda di avere preso parte all'operazione Active Endeavour dal gennaio 2005 al giugno 2005, con sosta in porti del Mediterraneo e dell'Atlantico e di essersi accorto nel luglio 2005, dopo il rientro in patria, di una tumefazione latero cervicale DX, poi diagnosticatogli, il 13 dicembre 2005, con relativo prelievo del campioni bioptico, come linfoma di hodgkin, cellularità mista stadiazione 2 A. Iniziò quindi una terapia, consistente in chemioterapia e radioterapia, contestualmente inoltrando la richiesta per il riconoscimento della causa di servizio ai fini dell'ottenimento dell'equo indennizzo. Dopo circa tre mesi dalla scoperta della malattia, fu informato dalla Marina militare che le sue competenze sarebbero state ridotte del 50 per cento e, superati altri tre mesi di malattia, esse sarebbero state azzerate.

            Sottoposto a visita medica all'ospedale militare di Taranto, il 15 ottobre 2006, fu giudicato idoneo per il servizio a terra e la sua patologia non fu ascritta a tabella, anche se venne informalmente a sapere che ad alcuni commilitoni affetti dalla medesima patologia era stata riconosciuta la 7ª tabella A.

            Dopo avere superato il corso per il passaggio al servizio permanente effettivo, il signor Motta fu destinato ad Augusta dove, convocato dalla Commissione medica dell'ospedale militare, fu sottoposto alle stesse visite effettuate all'ospedale militare di Taranto e collocato in congedo assoluto, essendo stata constatata la sua permanente inidoneità al servizio militare. A tale proposito, il signor Motta si dichiara estremamente sorpreso per il fatto che la Commissione medica ospedaliera di Augusta si sia pronunciata per il congedo assoluto, senza ascrivere la sua patologia a nessuna tabella e senza indicare una percentuale di invalidità. 

            Solo nel 2008, a seguito della domanda presentata, il signor Motta ha ottenuto di poter transitare nei ruoli civili dell'amministrazione della Difesa.

            Dopo avere sottolineato i notevoli disagi economici e psicologici determinati dalla situazione fin qui descritta, il signor Motta osserva che suscita notevole perplessità la circostanza per cui nel decreto con cui è stato negato il riconoscimento della causa di servizio ai fini dell'equo indennizzo si fa riferimento agli atti della Commissione medica ospedaliera di Taranto, ma non a quelli della Commissione medica ospedaliera di Augusta, che ha costituito il presupposto per il congedo. Un altro motivo di perplessità riguarda il fatto che nel decreto non si fa menzione della possibilità di chiedere il riesame entro dieci giorni dalla ricezione del preavviso.

            Il signor Motta ricorda quindi di avere fatto domanda per la speciale elargizione ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 243 del 2006, e di essere in attesa di convocazione da parte della Commissione medica ospedaliera di Torino, dove attualmente risiede, per la quantificazione del danno biologico e della percentuale di invalidità. Si dichiara tuttavia pessimista sull'esito della sua richiesta, in relazione al parere già espresso dal Comitato di verifica per le cause di servizio, e fa presente di avere richiesto per via gerarchica un accesso agli atti in possesso della Direzione generale della previdenza militare con l'intento di visionare la documentazione fornita da questo organo al citato Comitato. Gli risulta, infatti, che non sia mai stato redatto un rapporto informativo da parte del Comandante pro tempore della nave "Scirocco" e che sia stato invece trasmesso lo statino riepilogativo di servizio, che non contiene alcuna informazione utile per la determinazione della sussistenza di una causa di servizio.

            Sono state inoltre effettuate analisi del campione bioptico e del frammento del midollo osseo dalla "Nanodiagnostics" di Modena, che ha riscontrato la presenza nei tessuti di numerose nanoparticelle di vari metalli, alcune delle quali di forma sferica, prodotte da alte temperature compatibili con quelle delle esplosioni di ordigni bellici, il che, secondo il referto del medesimo laboratorio, è segno inequivocabile dell'esposizione ambientale.

           

         Il PRESIDENTE, nel prendere atto della relazione svolta dal signor Motta, avverte che verrà acquisita la documentazione da questi consegnata alla Presidenza. Dispone altresì che tale documentazione, insieme al resoconto della seduta odierna, venga trasmesso al Ministro della difesa e, per conoscenza, al Capo di Stato Maggiore. Ove il signor Motta acquisisca anche la documentazione che dovrebbe essere in possesso dell'ospedale militare di La Spezia, essa verrà considerata parte integrante di quella consegnata nell'odierna seduta.

           

         Il senatore SCANU (PD) dichiara di condividere la decisione del Presidente e raccomanda che si acquisiscano tutti gli elementi utili ad una migliore comprensione della vicenda illustrata dal signor Motta, ivi compresi gli atti in possesso della Comitato di verifica per le cause di servizio, onde appurare tutte le circostanze e, ove ve ne siano, eventuali responsabilità.

           

         Il senatore CAFORIO(IdV), nel concordare con il Presidente, osserva che l'odierna audizione conferma l'esigenza di approfondire la conoscenza dei criteri adottati dal Comitato di verifica per le cause di servizio nella valutazione delle singole richieste, come peraltro è stato sottolineato in precedenti sedute, anche alla luce degli oltre duecento pareri negativi espressi sulle richieste di indennizzo ai sensi degli articoli 603 e 1907 del Codice dell'ordinamento militare di cui al decreto n. 66 del 2010.

           

Il signor MOTTA fornisce quindi alcuni chiarimenti rispondendo alle domande postegli dai senatori GALPERTI (PD) e FERRANTE(PD).

 

Il senatore CARRARA(CN-Io Sud-FS), nel concordare con il Presidente, raccomanda di approfondire quanto il signor Motta ha detto circa l'assenza di una dotazione di dispositivi di protezione individuale per i reparti italiani che si trovavano a Djibouti per lo svolgimento di attività di sostegno alla popolazione civile. Tale circostanza appare meritevole della massima attenzione, soprattutto con riferimento alla comparazione con le dotazioni in possesso del personale militare degli eserciti alleati di stanza nella stessa zona.

 

Il PRESIDENTE ringrazia quindi il signor Motta e dichiara conclusa l'audizione.

 

 

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE   

 

Il senatore CAFORIO (IdV) ricorda che in una recente seduta l'assessore pro tempore per la sanità della regione Puglia, prof. Tommaso Fiore,  illustrò il progetto di fare del Centro IMID di Campi Salentina una struttura di eccellenza per la ricerca e la cura delle patologie contratte da reduci di missioni militari all'estero. In tale occasione, alla presenza dei vertici dell'Autorità sanitaria militare, si ventilò la possibilità di pervenire ad intese volte a stabilire un rapporto di reciproca collaborazione. Occorrerebbe verificare se siano stati fatti passi in avanti in tale senso.

 

Il PRESIDENTE osserva che in effetti alla seduta ricordata dal senatore Caforio partecipò anche il Capo ufficio generale della sanità militare: poiché questi, a suo tempo, aveva espresso un certo interesse per il progetto illustrato dal prof. Fiore,  propone di interpellarlo nuovamente sull'argomento.

 

Conviene la Commissione.

 

Il senatore SCANU (PD) sollecita l'acquisizione della documentazione relativa ad alcuni progetti di bonifica dell'area di Salto di Quirra dei quali ha avuto recentemente notizia. Ricorda altresì che la Commissione aveva a suo tempo deliberato di dare mandato al Gruppo di lavoro sui poligoni di tiro da lui coordinato di recarsi in Sardegna per incontrare i sindaci dei comuni delle aree dei poligoni di Capo Frasca e Capo Teulada, al fine di completare la ricognizione avviata con la missione svolta dal 13 al 15 dicembre dello scorso anno.

 

Il PRESIDENTE assicura che la documentazione alla quale ha fatto riferimento il senatore Scanu verrà richiesta. Osserva peraltro che le questioni relative al Poligono interforze di Salto di Quirra potrebbero costituire un punto di approfondimento di un eventuale elenco di quesiti che potrebbe essere predisposto in vista di una futura audizione del Ministro della difesa.

Quanto alla richiesta del senatore Scanu relativa ad una breve missione in Sardegna, fa presente che la Commissione si è già pronunciata positivamente in tal senso e che occorre pertanto fissare una data, alla luce del calendario dei lavori della Commissione.

 

La seduta termina alle ore 14,45.

 
 
 

FIORDALISI COME GUARINIELLO, VADA AVANTI CON CORAGGIO

Post n°11 pubblicato il 04 Aprile 2012 da sottocapo1

Il procuratore Domenico Fiordalisi (foto) ha dimostrato grande coraggio e tenacia ed oggi rappresenta una grande speranza per i familiari delle vittime, continui quindi fino in fondo il suo lavoro in questa direzione.

La svolta delle ultime ore sulla importante inchiesta riguardante il poligono di Quirra giunge dopo anni di negazionismo assoluto sulla vicenda e dovrebbe indurre anche la Commissione parlamentare di inchiesta a molti interrogativi, tutto questo mentre una decina di tribunali civili italiani hanno condannato il Ministero della Difesa a risarcimenti esemplari nei confronti delle vittime da possibile contaminazione da uranio impoverito. Domenico Fiordalisi come Raffaele Guariniello.

 
 
 

LA SVOLTA DELL'INCHIESTA SU QUIRRA. "TORIO RADIOATTIVO NEI CADAVERI DEI PASTORI RIESUMATI"

Post n°10 pubblicato il 04 Aprile 2012 da sottocapo1

Era stata pronosticata per la primavera la svolta, tanto attesa, dell'inchiesta sul poligono di Quirra ed oggi sembra essere arrivata, con il ritrovamento nei corpi dei pastori riesumati di torio radioattivo e con una lista di 20 indagati.

GLI INDAGATI


Nuovi clamorosi sviluppi nell'inchiesta del procuratore di Lanusei (Ogliastra), Domenico Fiordalisi, sulla cosiddetta Sindrome di Quirra e sul presunto inquinamento all'interno della base e l'emissione di sostanze potenzialmente nocive per l'uomo, l'ambiente e gli animali che frequentavano le aree del Poligono sperimentale interforze di Perdasdefogu-Salto di Quirra (Pisq). Nell'inchiesta sono entrati 19 nuovi indagati e un avviso di garanzia per ''ostacolo aggravato a indagini su disastro ambientale'' e' stato notificato al sindaco di Perdasdefogu, Walter Mura. Tra gli indagati vi sarebbero sette generali, alcuni dei quali avrebbero comandato il Pisq mentre gli altri avrebbero avuto incarichi relativi al controllo delle aree addestrative delle forze armate. Nell'elenco degli indagati figurerebbero anche i periti che effettuarono le prime analisi e i controlli sullo stato di ''salute'' del poligono dopo gli allarmi lanciati da associazioni ambientaliste su una grave compromissione ambientale e su casi abnormi di tumori tra il personale militare e civile e gli abitanti delle aree intorno al poligono. La nuova svolta nell'inchiesta e' arrivata dopo che nel novembre scorso, accogliendo una richiesta dell'Aeronautica Militare, erano stati revocati tutti i sequestri preventivi e probatori sugli animali allevati nei terreni, sui fondali marini, delle sorgenti e corsi d'acqua e sui rifiuti ed aree terrestri. La Procura ogliastrina aveva accolto anche la richiesta di dissequestro di una quindicina di radar dopo l'impegno del Ministero della Difesa ad avviare un piano di bonifica e di messa in sicurezza delle aree operative a tutela del personale e delle altre persone e ad interrompere tutte le attivita' di brillamento con esplosivi. Secondo la Procura,nel poligono vi sarebbe una compromissione ambientale, a causa delle presenza, come indicato in uno dei provvedimenti di sequestro delle aree, di torio 232, elemento altamente radioattivo, che puo' provocare gravi danni alla salute degli uomini e degli animali anche dopo molti anni. L'area interessata e' di circa 75 mila metri quadri. Gli esami fatti eseguire dal procuratore Fiordalisi avrebbero evidenziato anche alte concentrazioni di antimonio, piombo e cadmio, metalli tossici molto pericolosi per la salute umana e animale.(ANSA)


TORIO RADIOATTIVO NEI CADAVERI

Quantita' di torio 232, elemento radioattivo, in quantita' superiori alla norma sono state trovate nelle ossa di gran parte delle salme di pastori fatte riesumare nei mesi scorsi dalla procura di Lanusei nell'ambito dell'inchiesta per omicidio colposo plurimo legata all'inquinamento ambientale nel poligono interforze del Salto di Quirra, fra le province di Cagliari e Ogliastra. Su 12 delle 15 salme sottoposte ad analisi per la verifica dei livelli di elementi radioattivi, le analisi affidate all'Arpas e al perito scelto dalla procura, il fisico Evandro Lodi Rizzini, hanno evidenziato torio 232 nelle ossa in misura sensibilmente piu' alta rispetto alla norma. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, i dodici pastori in questione, morti per leucemie o linfomi, avevano fatto pascolare il proprio bestiame nelle aree del poligono, dove non esistevano recinti ne' cartelli che segnalassero pericoli di un'eventuale esposizione alla radioattivita'. E' emerso, invece, che gli altri tre, quelli nelle cui ossa non state evidenziate anomalie, non portavano il gregge al pascolo in quelle zone. La presenza di alti livelli di radioattivita' potrebbe essere collegata alle centinaia di missili Milan (almeno 1.200) lanciati e fatti esplodere durante test militari e attivita' addestrative nel poligono, dove risulta che siano state anche fatte brillare grandi quantita' di armi obsolete provenienti da arsenali sparsi nella penisola.

ACCAME: "FINALMENTE SI COMINCIA A FARE LUCE"

"Finalmente, per il lodevole impegno di un Procuratore della Repubblica, è stata rintracciata la presenza di torio in alcuni cadaveri di persone che hanno operato nel poligono. I pericoli del torio (più facilmente rintracciabile nei cadaveri che non l’uranio impoverito) erano noti da lunghissimo tempo, tra l’altro perché impiegati nei missili controcarro Milan che per questo motivi vennero tolti dall’impiego. Il pericolo fu anche reso noto alla Commissione Uranio Impoverito del Senato. Più di un migliaio di missili Milan è stato impiegato nel poligono di Salto di Quirra. Purtroppo anche di recente il Ministro della Difesa pro tempore La Russa, ha affermato che il personale nei poligoni non correva rischi. Ora si dovrà immediatamente provvedere che tutto il personale dei poligoni sia dotato di misure di protezione. Finora ha operato a mani nude senza neppure una mascherina. Alla luce di quanto verificatosi tutti casi di risarcimento, per cui vi era stato un diniego dovranno essere rivisti". 
VITTIMEURANIO.COM 
 
 
 

POLI BORTONE, EMENDAMENTO PER RISARCIRE MILITARI MALATI

Post n°9 pubblicato il 29 Agosto 2011 da sottocapo1

Vincolare una parte delle risorse che si stanno recuperando dal taglio dei costi della politica e dalla lotta agli sprechi al risarcimento dei militari italiani gravemente malati e ai familiari di quelli deceduti, anche a causa della possibile contaminazione da uranio impoverito o da altre sostanze dannose.” E’ quanto prevede un emendamento alla manovra finanziaria che sarà presentato da Adriana Poli Bortone, presidente di Io Sud.

“In Italia, - spiega la senatrice - come ricorda il sito Vittimeuranio.com, e per stessa ammissione del ministro della Difesa Ignazio La Russa, ci sono almeno tremila militari affetti da patologie neoplastiche dopo essere stati in missione all’Estero o dopo aver prestato servizio nei confini nazionali e quindi anche nei poligoni di tiro. La stragrande maggioranza di questi malati non ha ricevuto nessuna forma di assistenza e si trova a dover combattere oltre che con la malattia anche con una miriade di leggi e regolamenti che sembrano essere fatti apposta per negare un minimo riconoscimento perché si chiede di dimostrare il nesso di causalità e quindi il riconoscimento della causa di servizio. Cosa molto difficile quando si tratta di patologie come quelle tumorali. Quindi chiediamo che come condizione essenziale per ottenere i risarcimenti sia sufficiente l’essere gravemente malati. Questo mi sembra il minimo che si possa fare”.
VITTIMEURANIO.COM

 
 
 

"Ho un cancro a 28 anni. Voglio la verità su quel poligono e sulla mia malattia" La denuncia di una donna soldato

Post n°8 pubblicato il 29 Agosto 2011 da sottocapo1
Foto di sottocapo1

Salve, mi trovavo per caso in questo sito dopo una serie di ricerche sulla mia malattia. Mi presento, mi chiamo XXXXX e sono un caporal maggiore dell’Esercito Italiano. Ho 28 anni e da qualche mese ho scoperto di avere un linfoma di Hodgkin. Sono in cura presso l’ospedale oncologico di Cagliari. Per circa due anni e mezzo ho prestato servizio al poligono interforze di Perdasdefogu, e non nego che tutti i medici alla scoperta della mia malattia mi hanno chiesto proprio se fossi stata in quella zona. Ebbene si, in quella zona ci sono stata e sono stata anche a Teulada per delle esercitazioni, visto il mio incarico da missilista controcarri ho sparato
anche io i “famosi” missili che non ho ancora capito se sono tossici oppure no.
Alla luce di tutto questo ora vorrei delle risposte. Vorrei sapere se la mia malattia dipende dal lavoro che faccio e che ho fatto. Lotto con tutte le mie forze per combattere questa malattia ma voglio le mie soddisfazioni e le risposte che è giusto che io abbia. Spero che tra di voi ci sia qualcuno che mi possa aiutare.


Grazie per l’attenzione, XXXXXXXX

VITTIMEURANIO.COM

 
 
 

SENTENZA MELIS: MANCATA ADOZIONE DI NORME PROTETTIVE. LA COMMISSIONE DI INCHIESTA ACCERTI LE CAUSE

Post n°7 pubblicato il 29 Agosto 2011 da sottocapo1

Anche se ci sono voluti ben 7 anni per una valutazione del caso Melis da parte della magistratura, questa ora vi è stata ed ha messo in evidenza che, pur essendo noti i pericoli dell’uranio impoverito non vennero adottate le misure di protezione necessarie. Il pericolo era stato segnalato da molti militari italiani che già in Somalia (1992-94) avevano visto indossare ai militari USA (anche a 40 gradi all’ombra) tute pesanti e maschere ed avevano anche segnalato che i militari USA lavavano ogni sera le tute.

Così era accaduto anche in Bosnia dal 1995 in poi e di seguito in Kossovo. Le predette segnalazioni però non hanno dato luogo alla emanazione di misure di protezione. Tali misure (tute guanti, maschere, occhiali) erano state già rese note all’Italia dal 20 dicembre 84. Altra normativa è quella del 14 ottobre 93 emanata dagli USA in Somalia. Vi è poi la normativa del 2 agosto 1996 nei riguardi di radiazioni a bassa intensità emanata dal Comando alleato in Europa e quella del 22 novembre 99 emanata dalla KFOR, la Forza Multilaterale nei Balcani, a firma del colonnello Osvaldo Bizzari.

Potrà essere la Commissione di inchiesta del Senato ad appurare perché quanto sopra è potuto accadere. Certo è che l’adozione tempestiva del “principio di precauzione” avrebbe potuto evitare molte dolorose conseguenze.

Falco Accame

VITTIMEURANIO.COM

 
 
 

Esplosione a Cipro, rischio esalazione di uranio impoverito

Post n°6 pubblicato il 04 Agosto 2011 da sottocapo1

I 98 container di esplosivi saltati in aria lunedì mattina in una base navale di Cipro presso il villaggio di Zygi – uccidendo 13 persone, ferendone 61 e distruggendo la più grande centrale elettrica dell’isola – probabilmente contenevano munizioni fabbricate col micidiale uranio impoverito (Du, Depleted uranium). Questo metallo, usato per rinforzare le ogive dei proiettili anticarro e aumentarne la capacità di penetrazione, provoca però anche gravi danni all’ ambiente e l’insorgenza di tumori in chi ne viene a contatto.  A lanciare l’allarme, come riferisce il quotidiano “Famagusta Gazette”, è il professor. Theodore Liolios del ”Centro greco per il controllo delle armi”  secondo cui tutti coloro che sono stati esposti in qualche modo all’esplosione dovrebbero essere sottoposti ad analisi cliniche.

 Secondo il giornale, le affermazioni di Liolos si basano su rivelazioni di Wikileaks circa uno scambio di messaggi tra le autorità’ Usa secondo cui nei container sequestrati a bordo del cargo Monchegorsk potevano esserci proiettili da 125mm fatti con uranio impoverito. Anche riguardo a che cosa abbia provocato l’enorme cratere lasciato dalla deflagrazione, Liolios non crede sia stata semplice polvere pirica: “‘Altre sostanze hanno causato quel cratere”, ha detto. Secondo il ”Centro greco per il controllo delle armi”, infatti, vi sono ”forti indizi” che i containers fossero pieni di proiettili d’artiglieria da 125mm fatti con uranio impoverito oppure con tungsteno addizionato della cui presenza le autorità cipriote non erano state informate.  Mentre il ministero dell’Agricoltura di Cipro ha disposto analisi del terreno nella zona circostante l’esplosione, l’ambasciata Usa a Nicosia ha inviato un Sms ai connazionali sull’isola in cui è detto che, “ nonostante l’emergenza immediata alla base di Zygi sia finita, esortiamo ancora i cittadini Usa ad evitare quell’area”.

 
 
 

Un militare palermitano racconta…

Post n°5 pubblicato il 01 Agosto 2011 da sottocapo1
Foto di sottocapo1

Spettabile redazione di BSicilia,
quella che sto per raccontarvi è la mia storia.

L’8 aprile 2002 mi arruolai in Marina, con mansione di specialista nel sistema di combattimento telecomunicatore. Fui destinato a La Spezia e imbarcato sulla nave Scirocco.

Partecipai al Tirnav (tirocinio navale), al Presidentex (onori al Presidente della Repubblica), all’Snmg2 (standing naval mediterranean group 2), allo Stanavformed (pattugliamento nel Mediterraneo), all’Enduring Freedom (missione per la pacificazione in Afghanistan) e a tanti altri programmi.

Alla fine delle (luglio 2005), venni in ferie a Palermo e decisi di sposarmi. Il 15 luglio, però, mentre mi facevo la barba, mi accorsi di una tumefazione laterocervicale a destra.

Il 13 dicembre di quello stesso anno seppi che avevo il linfoma di Hodgkin: mi ricoverarono d’urgenza per fare la biopsia al midollo osseo e iniziare i miei 8 cicli di chemioterapia e i 35 cicli di radioterapia.

Tutto sembrava andare male quando, in ospedale, mia moglie mi disse di essere incinta. Riacquistai la voglia di vivere, ma dopo ricevetti un’altra mazzata.

La Marina mi comunicava, per lettera, che dal mese successivo le mie competenze si sarebbero ridotte del 50% e, se il periodo di malattia fosse andato avanti per altri 3 mesi, non mi avrebbero corrisposto più alcuno stipendio.

Feci 17 mesi totali di cure, una parte di questi mesi senza stipendio, appunto. Non avevo soldi per far fare a mia moglie le visite ginecologiche e fui anche sfrattato di casa.

Trovai, però, la forza di reagire. Il 15 ottobre 2006, nacque la mia prima figlia: Nadia. Nacquero poi anche Asia e Alessandra.

Adesso mi sottopongo a controlli medici ogni due anni. Il linfoma è in via di remissione completa. Non lavoro più per la Marina , ma sono un impiegato civile del ministero della Difesa e mi sono trasferito a Torino, a casa di mio padre, dove vivo con la mia famiglia.

Mi resta un “dubbio” sulla causa della sua malattia. Nel 2001 mi sottoposi alle visite per il concorso in Marina, nel 2002, giunto alle scuole militari di Taranto - mi sottoposi ad altre visite per l’incorporamento all’ottavo corso VFB, nel 2003 mi sottoposi ad altre visite ancora per accedere al 54esimo Corso ordinario incursori del Varignano. In tutti i casi, risultai perfettamente sano.

Nel 2005, dopo le , avevo il linfoma di Hodgkin. Perché lo Stato non riconosce che mi sono ammalato all’estero? Perché, invece, mi ha tagliato lo stipendio? Qual è la differenza tra un che muore in terra straniera e un che muore per una malattia contratta sempre in terra straniera?

Perchè esistono militari onorati e militari ignorati?

Pubblicato su www.bsicilia.it

 
 
 

A Palermo muore un reduce dai Balcani

Post n°3 pubblicato il 27 Luglio 2011 da sottocapo1
Foto di sottocapo1

E’ morto l' 11/07/2011 a Palermo il Caporal Maggiore Angelo Mazzola, guastatore dell’Esercito, che da 10 anni ha eseguito missioni di pace in vari paesi stranieri a partire dai Balcani. Ha operato purtroppo senza misure di protezione. Lascia la moglie e un bambino di 5 anni. E’ morto a Palermo dopo essere stato ricoverato all’ospedale della Maddalena. Il militare era affetto da un tumore al fegato che poi si è esteso ad altri organi. L’Anavafaf esprime il suo più profondo cordoglio alla famiglia.

Ora ha inizio l’iter per i risarcimenti in una situazione assai preoccupante perché vi sono oltre 400 casi in attesa di risposte sugli indennizzi. 2.536 casi furono segnalati dalla Sanità Militare nel 2007 alla Commissione Uranio impoverito del Senato. L’Anavafaf non può non rilevare la trascuratezza esistente nei riguardi dei “nostri ragazzi”. Così come a volte vengono chiamati i nostri militari. Nessuna responsabilità è mai stata ammessa circa la mancata adozione di misure di protezione.

C’è da aggiungere che la morte tra tante sofferenze per malattia contratta da uranio impoverito di un militare che ha preso parte per 10 anni a missioni di pace, passa del tutto ignorata a differenza di quanto accade per altri militari che magari sono morti per esplosione di un ordigno sempre nello svolgimento degli stessi compiti. E’ inaccettabile una tale differenza di trattamento tra militari ignorati e militari onorati. Purtroppo le ragioni sono facilmente intuibili.

 

Pubblicato su http://inchiestauranio.blogspot.com/


 
 
 

Afghanistan: la vittima è David TOBINI

Post n°2 pubblicato il 27 Luglio 2011 da sottocapo1
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Il Blog si unisce alla scomparsa del Caporal Maggiore David TOBINI.

 
 
 

“Il mio tumore dopo le missioni”, il calvario di un militare

Post n°1 pubblicato il 26 Luglio 2011 da sottocapo1
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Lorenzo Motta, palermitano di 30 anni, racconta a PalermoToday la sua lotta contro linfoma di Hodgkin: "E la marina mi tagliò lo stipendio". Un altro caso dopo la morte del caporal maggiore Angelo Mazzola

di Francesco Sicilia 21/07/2011

Nadia

sorride accanto a papà Lorenzo. Nadia, 5 anni ad ottobre, è la medicina miracolosa che nessun luminare avrebbe potuto prescrivere a Lorenzo Motta, 30 anni a ottobre anche lui, per combattere il terribile linfoma di Hodgkin, un tumore maligno. Una malattia che per Motta, palermitano che ora vive a Torino, “è conseguenza delle missioni militari che ho fatto all’estero tra il 2002 e il 2005”. Motta ha scritto a PalermoToday, dopo aver appreso la notizia della morte di Angelo Mazzola, caporalmaggiore dell’Esercito, ucciso da un tumore al fegato, che per l’Anavafaf (un'associazione che assiste i familiari delle vittime arruolate nelle forze armate) è stato causato dalle missioni di pace alle quali Mazzola aveva preso parte. La storia di Motta è simile ma, per fortuna, non c’è una fine tragica.

Ecco il suo racconto. “Mi arruolai l’8 aprile del 2002 con mansione di specialista nel sistema di combattimento Telecomunicatore, ero una persona felice di aver intrapreso la strada di mio padre ex sergente della marina militare. Fui destinato sempre nel 2002 a La Spezia ed imbarcato sulla nave Scirocco una delle più operative della flotta”. Poi inizia il periodo delle missioni e delle esercitazioni. “Partecipai al Tirnav (tirocinio navale), al Presidentex (onori al Presidente della Repubblica), all’Snmg2 (standing naval mediterranean group 2), allo Stanavformed (pattugliamento nel Mediterraneo) all’Enduring Freedom ( missione per la pacificazione in Afghanistan) ed a tanti altri programmi”. Dal luglio del 2005 il calvario. “Alla fine delle missioni  – prosegue Motta - mi recai a Palermo in ferie e mia moglie Cetty, all'epoca la mia fidanzata, mi fece una grande sorpresa, aveva affittato casa per poter intraprendere una vita coniugale e familiare cosa che a me andava a genio ma che purtroppo durò ben poco. Esattamente il 15 luglio mentre facevo la barba mi accorsi di una tumefazione laterocervicale a destra”.Gruppo di militari italiani all'estero

Il 13 dicembre 2005, Motta non lo ricorda per la consueta scorpacciata di arancine, che si fa a Palermo. “Seppi che avevo il linfoma di Hodgkin, mi ricoverarono d'urgenza per fare la biopsia al midollo osseo e iniziare i miei 8 cicli di chemioterapia ed i 35 cicli di radioterapia, una cura atroce”. Al peggio, però, spesso c’è una fine. “Tutto sembrava andare male – continua il giovane - quando in ospedale mia moglie mi diede una notizia formidabile: era incinta. All’improvviso riacquistai voglia di vivere e sicurezza nell’affrontare il percorso”. Dopo, un’altra mazzata. “Ricevetti una lettera della Marina militare che mi comunicava che dal mese successivo le mie competenze si riducevano del 50% e se la malattia si fosse prolungata per ulteriori 3 mesi le competenze erano pari a zero. Feci 17 mesi di cure, una parte di questi mesi senza stipendio con relative conseguenze. Non avevo soldi per far fare a mia moglie in gravidanza le visite del caso, fui sfrattato di casa”.

Lorenzo Motta, però, trova la forza di reagire. Il 15 ottobre 2006, Cetty gli regala la prima figlia, Nadia. “Neanche ebbi il tempo di godermela che il 17 ottobre dovetti andare a Taranto per una visita militare”, dice con amarezza Motta. Poi nascono anche Asia e Alessandra. Motta adesso si sottopone a controlli medici ogni due anni. Il linfoma è in via di remissione completa. Non lavora più per la marina militare, è un impiegato del ministero della Difesa e si è trasferito al Torino, a casa del padre, dove vive con le sue quattro principesse, la moglie e le bimbe. Gli resta un dubbio, che tanto dubbio per lui non è, sulla causa della sua malattia. “Mi sono arruolato nel 2002 e nel 2003 prima del corso per incursore della Marina mi fecero visite di ogni genere, risultavo sano come un pesce. Nel 2005 dopo le missioni avevo il linfoma di Hodgkin. Perché lo Stato non riconosce che mi sono ammalato all'estero? Perché mi tagliò lo stipendio? Qual è la differenza fra un militare che a causa di un attentato muore in terra estera ed un militare che muore per una malattia presa in terra estera?”

Pubblicato su www.palermotoday.it

 
 
 

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