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UN TERRORISTA SEGRETARIO DELLA CAMERA di VITTORIO FELTRI


SENZA VERGOGNA Nuova sorpresa ulivista: a Montecitorio un ex di Prima Linea condannato per omicidioSia chiaro in partenza: non ho nulla di personale contro Sergio D'Elia, al quale sono legato da un rapporto di simpatia se non altro perché, noi due insieme, ci siamo dati una mossa contro la pena capitale cui sono ostile non per motivi religiosi o di principio, ma soltanto pratici, e non sto a spiegarli: mi spiacerebbe provocare nel lettore una rapida crescita di barba. Ciò premesso, sono rimasto basito alla notizia che l'ex terrorista, ovviamente ravveduto, è stato eletto deputato al Parlamento nelle liste della Rosa nel pugno (radicalsocialisti, centrosinistra) e anche segretario alla presidenza della Camera. Il recupero di un criminale alla vita civile rallegra sempre, conforta; figuriamoci se voglio negare a D'Elia - scontata metà della sanzione, una trentina di anni - l'opportunità di un reinserimento nel consorzio umano. Nel suo caso peraltro meritato in quanto la sua indole, secondo ogni testimonianza, è profondamente mutata dai tempi in cui militava in Prima Linea, la più spietata e sanguinaria banda di malviventi specializzata nell'uccisione di presunti avversari politici (di classe). Per intenderci, era di Prima Linea quel Viscardi (bergamasco) detentore di un record difficilmente eguagliabile: ne stecchì sette. Meglio precisare. Siccome era di animo nobile, Viscardi partecipava sì agli agguati, però lasciava ai compagni la mansione di sgrossare il lavoro ossia sparacchiare alla vittima da lunga distanza. La vittima cadeva e, se rantolava cercando di opporsi alla morte, entrava in scena lui: estraeva la pistola e gli rifilava il colpetto di grazia. Scoprimmo così l'esistenza di una tipologia nuova di assassini: quella dal cuore tenero. Roba da matti. Oggi con il volto rifatto, connotati diversi, Viscardi è libero e bello (a dire il vero è libero da venti anni) e se n'è persa traccia. continua