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BUONE TASSE A TUTTI di OSCAR GIANNINO


Governo ostaggio dei comunisti: per sanare i conti ci mettono le mani nel portafogliCaro direttore, se non ci siamo ancora, ci manca poco. Il preavviso del temporale fiscale che ha tutta l'aria di volersi abbattere su noi tutti non è stato una folgore abbacinante, è solo un cupo brontolio. Ma non illudiamoci. Il cielo ha cominciato ad annerirsi. E accetto scommesse che è sulle nostre tasche, che finirà per piovere a catinelle. Andiamo per ordine e cerchiamo di capire. Ieri ha terminato i suoi lavori la commissione coordinata dal professor Riccardo Faini, incaricata di certificare l'extradeficit ereditato dal governo attuale. Prima osservazione: da ieri, mi spiace per Mario Canzio che la guida con grandissima dignità, la Ragioneria Generale dello Stato serve ufficialmente a poco. Perché non è a lei che dovrebbe istituzionalmente esser tenuta a farlo, né alla somma sua, della Banca d'Italia, dell'Isae e dell'Istat, che il governo Prodi ha chiesto la verifica dei conti. Lo ha chiesto al professor Faini, ex stimatissimo dirigente del Tesoro ma sempre ex. Se un esterno dell'amministrazione dà maggior affidamento di chi ha l'incarico istituzionale di vegliare sui conti pubblici, soprattutto quando a un governo di un colore ne subentra uno di tutt'altro segno, tanto vale cominciare a tagliare la spesa pubblica abrogando Ragioneria e relativi ispettorati. Detto questo, anche il professor Faini non ha potuto fare a meno di riconoscere che l'uscente ministro Tremonti ha fatto in realtà un buon lavoro. Rispetto al 3,8% di deficit 2006, la stima dell'ultima trimestrale di cassa firmata da Tremonti, la verifica prodiana accerta che c'è solo uno 0,3% di deficit in più. Fermi tutti. È un miracolo. Perché è un dato che va inevitabilmente rapportato all'eredità che lasciò l'Ulivo cinque anni fa. Nel 2001, il governo Amato perse le elezioni sostenendo che il deficit sarebbe stato allo 0,8% del Pil. Dopo anni di roventi polemiche, Eurostat certificò che il deficit 2001 giunse invece al 3,1% del Pil, sfondando già allora il tetto di Maastricht. L'Ulivo ci lasciò un 2,3% del Pil di deficit nascosto. Tremonti, secondo la stima della commissione Faini, si ferma a un ordine di grandezza ben dieci volte inferiore, un terzo di punto. Non male, pensando che gli anni alle nostre spalle sono stati a crescita stagnante, mentre ai tempi dell'Ulivo la crescita era più sostenuta.   continua...