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Medicina: l'Ipotesi, Esposizione a Piombo 'Invecchia' Cervello

Post n°101 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da giromapa

Da Adnkronos - Lun 28 Gen - 18.02

Milano,
28 gen. (Adnkronos Salute) - Altro che declino naturale legato all'età.
Ad 'arrugginire' prematuramente la mente delle persone anziane potrebbe
essere stata la quantità di piombo assorbita decenni prima, quando
erano ancora giovanissime, magari per colpa dei gas di scarico delle
auto. Questa ipotesi emerge da diversi studi statunitensi, relativi
proprio all'impatto delle sostanze inquinanti disperse nell'ambiente,
le cui conseguenze possono manifestarsi anche a molti anni di distanza.

Alcune
ricerche, condotte da Brian Schwartz della Johns Hopkins University
(Usa), suggeriscono che un'antica esposizione al piombo può 'regalare'
al cervello di una persona che invecchia anche cinque anni di più
rispetto all'età anagrafica. Insomma, "una porzione di ciò che viene
chiamato normale invecchiamento, potrebbe essere dovuta a esposizioni
ubiquitarie ambientali come quelle al piombo", spiega Schwartz alla Cnn
online. "E il fatto che questo accada con il piombo, rappresenta la
prima prova che ciò sia davvero possibile".

Altri inquinanti,
come mercurio e pesticidi, potrebbero agire nello stesso modo, dice il
ricercatore. La nozione di effetto ritardato non è nuova (vedi il caso
di tabacco e amianto). Ma negli ultimi anni i ricercatori si stanno
concentrando sull'esposizione ad alcuni 'veleni' nei primi anni di vita
e sugli effetti negativi per la salute dopo molto tempo. "E' un'area di
ricerca emergente", commenta Philip Landrigan, della Mount Sinai School
of Medicine di New York. L'idea è che alcune sostanze con cui entriamo
in contatto nella giovinezza distruggono le cellule cerebrali, un
evento cui il cervello riesce a far fronte finchè non perde ancora più
cellule con l'avanzare dell'età. Solo allora i sintomi, come perdita di
memoria o tremori, cominciano a manifestarsi. Con il piombo, poi, gli
studi che risalgono indietro nel tempo sono semplici: misurando le
quantità accumulate nella tibia, infatti, si può capire con quanto
'veleno' si è entrati in contatto nel passato (mentre il piombo nel
sangue riflette un'esposizione recente).

Dall'introduzione della
benzina senza piombo, l'esposizione a questa sostanza si è molto
ridotta, come testimonia uno studio condotto da Schwartz su 1.000
cittadini di Baltimora dai 50 ai 70 anni. Sottoponendo queste persone a
test sull'acutezza mentale, si è visto che i più esposti alla sostanza
dimostravano un'età mentale maggiore, fino a sei anni, rispetto ai
coetanei. Un'analoga ricerca di Howard Hu dell'Università del Michigan
suggerisce che, in tarda età, chi ha 'accumulato' più piombo nelle ossa
ha un declino mentale più rapido rispetto ai coetanei. E' come se si
ritrovasse sulle spalle il peso di cinque anni in più rispetto a quelli
della carta d'identità. Nessuno dice che il piombo sia la sola causa
del declino della funzionalità cerebrale legato all'età, sottolinea Hu,
ma certo sembra un fattore coinvolto in questo fenomeno.

La tesi
dei due ricercatori, però, non è universalmente condivisa dai colleghi.
"Penso che molte cose influiscano su come invecchiamo. Ma è prematuro,
al momento, assegnare un ruolo chiave al piombo nel declino cognitivo
degli anziani", sostiene Margit Bleecker, del Center of Occupational
and Environmental Neurology di Baltimora. In ogni caso la ricercatrice
ammette che l''ipotesi piombo' è "un'idea molto interessante".

 
 
 
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