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110 sesso e lode

Post n°495 pubblicato il 28 Aprile 2008 da giromapa

Da L'espresso
Esami pagati in natura o con mazzette. Studentesse pronte a tutto. E
un dossier segreto rivela come una cupola con docenti e politici si
spartiva cattedre e concorsi nell’ateneo di Bari


 






Èun «mosaico, una tessera che va ad incastrarsi con l'altra, perché
là non esiste una persona indipendente... tutti quanti fanno parte
di un ingranaggio perverso, tutti! Voglio essere molto buono, il 30
per cento delle persone che si sono laureate nell'ultimo decennio
non sarebbero più laureate». Ecco che cos'è stata per anni
l'Università di Bari, e in particolare la facoltà di Economia,
secondo Massimo Del Vecchio, 46 anni, professore o, meglio,
"cultore della materia" a Matematica.

Per la Procura di Bari Del Vecchio è la tesserina magica nel
sistema della compravendita degli esami universitari. Una rete
organizzata a cellule: gli studenti avvicinano i bidelli, i bidelli
avvicinano chi di dovere e l'esame si supera. C'è un tariffario, si
arriva fino a 2 mila euro. Ci sono i filmati che dimostrano i
passaggi di denaro da una mano all'altra, due mazzette prese in
flagrante. Ci sono anche le intercettazioni che raccontano favori
sessuali. Centinaia di pagine che hanno spinto il sostituto
procuratore Francesca Pirrelli a chiedere e ottenere l'arresto di
sei persone: due dipendenti dell'università, due bidelli e due
professori, uno dei quali è appunto Del Vecchio. Altri quattro
docenti rischiano l'interdizione, compresa la presidente del corso
di laurea. El'inchiesta potrebbe presto allargarsi ancora. Da
qualche giorno, sotto gli occhi del comandante provinciale dei
carabinieri, Gianfranco Cavallo, c'è un particolare in più.

La tessera che chiuderebbe il mosaico: al momento dell'arresto a
casa di Del Vecchio sono state trovate una dozzina di pagine,
scritte in corsivo, fitte di nomi e cognomi, episodi, riferimenti,
intrecci, nuove rivelazioni. Un memoriale - che ora viene valutato
dagli uomini del tenente Michele Cataneo - che svelerebbe tutti i
segreti della facoltà e dell'università, dove una cupola gestirebbe
le elezioni del preside, del rettore e i concorsi universitari. Ci
sono nomi di alcuni tra i più noti professori della città e quello
di un parlamentare del Pdl. Appunti che non sorprendono, perché
confermano il quadro delle registrazioni telefoniche. Nelle quali
Del Vecchio spiegava: «Qui ci sono tre-quattro famiglie importanti:
non è che loro determinano soltanto il nuovo preside, ma
determinano chi si deve mettere alle cattedre. Perché al preside
dicono: "Noi abbiamo la possibilità di farti preside, però dopo che
ti abbiamo fatto preside tu...". Alla prossima tornata sono ancora
più forte di prima e dirò a un altro preside: "Vedi che se non
vengo io, tu non vieni nominato". Allora tu verrai da me e mi
dirai: "Cosa vuoi da me?". Due parenti falli entrare... Così il mio
potere aumenterà sempre». Al professore i carabinieri hanno
sequestrato «copioso materiale cartaceo» con numeri di telefono
«abbinati a giovani donne», nonché «voluminoso dossier fotografico
dall'esplicito contenuto erotico, ritraente giovani donne, molte
delle quali verosimilmente studentesse ». Il docente era proprio al
telefono con una studentessa, il 12 aprile 2006.
Del Vecchio: «Tu, ti devi aprire, ti devi aprire
proprio... perché se ti apri a metà poi... ti metti in una
situazione di tranquillità locale, perché se vedo che tu anziché
aprirti ti copri, mi copro anche io... Se non ti sbottoni... io non
ti posso fare niente».

Studentessa: «Professore, se lei mi dice ho la
soluzione al tuo problema, io domani stesso sto qua... Io,
professore, le sto dimi viene in mente».

Del Vecchio: «Io non intendevo sbottonati in senso
figurato, io intendo in un altro senso...».

Studentessa: «Io, professore domani le porto i soldi». Del
Vecchio: «Non intendevo nemmeno in senso economico... Va bè andiamo
avanti».

Secondo Del Vecchio però il baratto sessuale non è un'abitudine
isolata alla facoltà di Economia e Commercio. Lo fanno i professori
ma anche i bidelli. Parla per cognizione di causa perché in tanti
si rivolgevano poi a lui per fare superare l'esame di matematica.
Così racconta a un amico.

Del Vecchio: «Nicola (ndr, un bidello) si
è fatto le studentesse greche in facoltà nell'Aula magna».

Amico: «Davvero?».

Del Vecchio: «Sì, nell'aula magna dove si
riuniscono per decidere... là non ci sono nemmeno le finestre,
capito?... Una ragazza di Bitonto era stata con Nicola che voleva
alcuni giochetti... orali. Questa si è rifiutata e ha detto,
giochiamo in questo modo... Io l'ho saputo perché questa doveva
fare matematica, Nicola su matematica non poteva fare niente».


Amico: «Era cosa vostra».

Anche l'11 gennaio 2006 Del Vecchio parla con una studentessa. E
allude - scrivono i carabinieri - a «rapporti sessuali intrattenuti
tra studentesse, docenti e addetti alle aule allo scopo di superare
gli esami».

Del Vecchio: «Tu, non ti devi spaventare, perché
certe cose esistono a Bari... Io te lo dico sapendo che sei una
persona che rimane qua...». E indica i nomi di alcuni docenti, non
indagati. Poi prosegue: «Lui se li porta in quell'albergo; proprio
ti posso dire anche il numero della stanza dove va, perché là è
amico del proprietario... Una volta fu sgamato dalla moglie, si
separarono pure... Poi si fanno anche i bidelli le ragazze. I
bidelli non belli, quelli proprio che una dice: "Madonna, neanche
se stessi in punto di morte..."».

Il 21 gennaio, invece, sempre Del Vecchio «illustra alla candidata
le modalità di superamento dell'esame di inglese mediante il
versamento di una mazzetta di 1.500 euro ». Ma come al solito il
discorso cade anche sul sesso:

Del Vecchio: «Se puoi essere interessata dopo
all'inglese, l'altro te lo posso far fare con molto poco... Per
tutte e due le lingue... 1.500 euro». Poi ride. E spiega come
funziona nelle altre facoltà.

Del Vecchio: «A Giurisprudenza non solo si
comprano, ma bisogna vedere anche con quale metodo si comprano: se
in euro o in natura. Io là conosco ragazze che si vendono proprio.
Oh Dio, stanno anche a Economia... Hanno una storia con il
professore che fa diritto ed è una storia che si chiude dopo la
verbalizzazione sul libretto, poi hanno una storia con
quell'altro... Ti dico che sono molto belle queste si vogliono
solo... divertire. Cose che succedono anche da noi ma a
Giurisprudenza, succede ancora di più perché il numero di cultori
della materia è maggiore...».




L'ateneo di Bari

La ragazza non sembra stupirsi. Laconica infatti commenta:
«Sì, è logico». Accanto alla compravendita degli esami c'è quella
delle tesi. C'è il caso per esempio di «una tesi procurata da
Vincenzo Milillo (il bidello al centro dell'inchiesta,
ndr) e approntata dal docente Giorgio Cusatelli», in
cambio di un assegno da 2.500 euro. «Il professore - si rassicurano
al telefono gli indagati - ha detto che se la vedeva tutta lui...
Nicola si deve mettere d'accordo con il professore... Si segnasse
tutto quello che gli dice, è il professore che sta dirigendo
tutto... La tesi si fa allo scanner, non c'è bisogno di scriverla
due volte. Viene nel computer, già. Si va sopra e si cambiano solo
le frasi dove ha cambiato quello... e se no dobbiamo scrivere tutto
di nuovo. E che siamo, fessi?». No, fessi no. Ma almeno
riconoscenti: «Avevo appuntamento con il professor Cusatelli gli ho
portato il vino, dieci litri di vino proprio buono».

Nell'inchiesta emerge poi una fitta rete di raccomandazioni su
alcuni esami, al centro della quale si troverebbe il professore
ordinario di Diritto del Lavoro, Antonio De Feo. Presidente del
Circolo tennis, De Feo è un uomo di fiducia del parlamentare della
Cdl ed ex governatore pugliese, Raffaele Fitto: il docente anni fa
è stato arrestato con l'accusa di aver favorito un amico e parente
dell'onorevole nella vendita di una società di cui era curatore
fallimentare.

Fitto viene più volte nominato da De Feo anche in questa inchiesta.
Il professore si premura per esempio con la sua segretaria di
preparare «una cartellina dei raccomandati... perché poi farò una
lettera se appoggiano Fitto». Il 15 febbraio del 2005 lo chiama
invece il capo di gabinetto dell'allora governatore pugliese, Mario
De Donatis che gli aveva chiesto una raccomandazione per una
studentessa.

De Donatis: «L'ha fatta?».

De Feo: «Già fatta... già fatta...».

De Donatis: «Quanto?».

De Feo: «Io mi scrivo tutti ricordati...».

De Donatis: «Dammi un giorno del mese... ».

De Feo: «Un giorno del mese vuoi tu... (ride)...
Aspetta, aspetta un attimo, sto facendomi dare il verbale....
Giorno trenta!».
(23 aprile 2008)

 
 
 
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