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Studio choc/ I biocombustibili causano gravi danni ambientali. Lipu: producono più gas serra

Post n°675 pubblicato il 16 Maggio 2008 da giromapa

Da Libero.it



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La
diffusione delle colture energetiche per produrre biocarburanti sta
causando gravi disastri ambientali in tutto il mondo e non contribuisce
alla lotta contro i gas serra, suscitando anzi in molti casi l'effetto contrario. Sono sei gli esempi a livello mondiale riportati nel nuovo dossier di BirdLife International, la rete di associazioni di cui LIPU è rappresentante per l'Italia, pubblicato oggi sul sito www.lipu.it.
Sei casi dalla Malesia al Brasile, dal Kenya all'Europa e Stati Uniti,
dove foreste, zone umide, savane e altri habitat importanti per specie
animali e vegetali devono far posto alle ben più redditizie
coltivazioni di soia, olio da palma, canna da zucchero, ricino. I
risparmi nell'emissione di gas serra in atmosfera che i biocarburanti -
sottolinea la LIPU - permettono di ottenere rispetto ai carburanti
fossili sono in diversi casi inesistenti a causa delle elevate quantità
di fertilizzanti azotati necessari per la coltivazione. Addirittura la quantità di emissioni di gas serra causate dall'intero ciclo di coltivazione e utilizzo dei biocarburanti risulta maggiore di quello dei combustibili fossili. In Europa una proposta della Commissione europea fissa al 10%
entro il 2020 la percentuale che i biocarburanti dovranno rappresentare
sul totale dei carburanti impiegati nel settore dei trasporti.

Una proposta insostenibile e irrealizzabile spiega la LIPU perché implicherebbe l'utilizzo di enormi estensioni di terreno in Europa,
con conseguente utilizzo e distruzione degli habitat e della
biodiversità. Inoltre, pur ammettendo l'ipotesi di coltivare tutti i
terreni ad oggi disponibili, l'Unione Europea riuscirebbe a soddisfare
questo obiettivo solo per un terzo. E ciò inoltre a grave discapito
dell'ambiente, perché nelle proposte della Commissione Europea c'è la
cancellazione del setaside obbligatorio, ossia la messa a riposo di
terreni agricoli divenuti un rifugio importante per molte specie di
uccelli selvatici tipici degli ambienti agricoli e da anni in grave
declino, proprio per far posto a mais e colza.


La Commissione Europea, inoltre, non dà garanzie di sostenibilità nemmeno per quei biocarburanti
che arriveranno dall'estero, cui sarà costretta a rivolgersi essendo
la propria produzione interna insufficiente per raggiungere il target
del 10%. Infatti la Commissione pone insufficienti attenzioni agli effetti negativi indiretti della produzione di biocarburanti
su numerosi habitat naturali presenti in varie parti del mondo, come
le foreste primarie del Sudamerica o del Sud-est asiatico, veri e
propri serbatoi di biodiversità e preziosi serbatoi di carbonio.

"Chiediamo all'Unione Europea - dichiara Patrizia Rossi,
reponsabile Agricoltura LIPU-BirdLife Italia - di abbassare
l'insostenibile target del 10% di biocarburanti e di introdurre un
sistema di certificazione obbligatorio e il rispetto di standard
ambientali minimi, che tengano conto degli impatti diretti e indiretti
che la realizzazione di colture energetiche comporta sull'ambiente e
sulla biodiversita'"
 
 
 
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