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Nomine di manager e primari, la Sanità si interroga

Post n°98 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da giromapa

da Pensiero Scientifico - Ven 25 Gen - 11.20

Scandagliare
gli attuali percorsi e processi di sviluppo professionale tra i
dirigenti delle aziende del SSN per ipotizzare le possibili politiche
di sviluppo alternative.
Questo l’obiettivo del convegno della FIASO, Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere, svoltosi a Roma.

 necessariamente finire l’arbitrio della politica nella selezione di
manager e primari, ma soprattutto nell’approfondire le possibili
politiche alternative di implementazione delle conoscenze e delle
capacità delle risorse umane. In un settore in continuo cambiamento
come quello sanitario, in cui i bisogni di salute sono sempre più
articolati e richiedono modalità differenti di soddisfazione, è
necessario che chi è ai vertici delle strutture aziendali, sia
costantemente aggiornato e preparato a gestire tali cambiamenti. Da
qui l’esigenza di indagare quali siano le competenze manageriali oggi
necessarie alle aziende del SSN, individuando le carenze esistenti e
proponendo percorsi di crescita. Idea della FIASO è che lo sviluppo dei
manager non possa esaurirsi con la formazione universitaria di base e
con i percorsi formativi successivi, ma debba piuttosto arricchirsi
attraverso stage e “study tour” presso altre aziende, partecipazione a
progetti di ricerca e mobilità spontanea o guidata tra le aziende del
sistema sanitario italiano e non.
Solo in questo modo i
dirigenti potranno avere un percorso di crescita completo e quindi ci
potrà essere una maggiore professionalizzazione.

Il Ministro della Salute Livia Turco, intervenuta al Convegno, ha dichiarato: "Sgombriamo
subito il campo dal miraggio delle "regole perfette" per nomine al
di sopra di ogni sospetto. Semplicemente non esistono. Il nodo sta
piuttosto nello stabilire dove inizia e dove deve necessariamente
finire l'arbitrio della politica nella selezione di manager e primari.
Intanto chiariamo che si tratta di due profili distinti. Sul primo,
quello dei direttori generali, è indubbio che la politica deve
continuare, come abbiamo visto, ad avere un ruolo fondamentale, pur se
vincolato da criteri limpidi nella selezione dei manager. Per i medici
e gli altri dirigenti apicali della sanità il discorso è completamente
diverso.
Qui la politica non deve entrare in alcun modo nella
partita delle nomine. Non può infatti che essere il direttore generale,
in piena autonomia e in qualità di primo responsabile dell'azienda
sanitaria, a scegliere i suoi migliori collaboratori. Chiarito ciò, il
problema è per l'appunto quello di come far sì che il percorso di
nomina sia il più possibile impermeabile ad "inquinamenti" di sorta. Ed
è qui che si deve introdurre il discorso sulle regole. Per aiutare a
far prevalere il merito e non la fedeltà, la competenza e non il legame
di cordata. Per questo nei giorni scorsi ho lanciato una proposta
rivolta in primo luogo alle Regioni e ai partiti, ma anche ai sindacati
e alle professioni, affinché tutti facciano la loro parte nel
presidiare il merito e la competenza prima di ogni altro interesse. Il
16 novembre scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato il mio ddl
per la "qualità e la sicurezza dei Ssn" nel quale sono previste nuove
procedure, sia per la scelta dei direttori generali che per la nomina
delle figure mediche e sanitarie apicali".

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Commenti al Post:
grabov
grabov il 28/01/08 alle 18:49 via WEB
Quando si parla di Dirigenti del Settore Sanitario non si dovrebbe, come fatto fino ad ora, nominare dei medici sostenuti da quello o quell'altro partito. Dovrebbero prima di tutto essere persone che abbiano maturato l'esperienza della gestione che, ovviamente, andrà applicata ai targets della Sanità come la salute dei cittadini, il rapporto costo/beneficio nella spesa per la salute. Ci sono in Italia circa 30.000 managers che vivono ogni giorno le problematiche delle imprese private ed hanno sperimentato il significato delle parole "efficacia, efficienza, produttività, gestione del personale, valutazione del merito". Nessuna di queste persone, già pronte a dirigere una ASO, può pensare di "mettere il naso" perchè è esclusa dalle norme di legge. Il sistema partitico si difende "dalle intrusioni" !!! Le dichiarazioni dell'on. Turco sono lodevoli in termini di intenti ma poco credibili come quelle della maggioranza dei politici. In effetti non c'è la volontà di cambiare perchè si perderebbero molte sedie "per gli amici". Occorrerebbe chiedersi anche come mai, tra le mille consulenze delle ASO non ci sia mai quella per la gestione e cioè, su come si debba agire per far funzionare un'Azienda. Eppure alcune centinaia, delle migliaia di dirigenti privati, ha fatto per anni il Direttore Generale e saprebbe indirizzare i poco preparati managers oggi inseriti nella Sanità. Delle due l'una, o l'on. Turco fa modificare la legge che esclude i veri dirigenti consentendo loro di gestire una ASO, magari in coppia con un Direttore Sanitario, o l'altra di farli affiancare da veri Direttori Generali provenienti dal privato. Giuseppe Mannori http://manageriando.blogspot.com
 
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