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Rapporto fra telefoni cellulari e cancro: ritardi, liti e dissensi

Post n°721 pubblicato il 06 Luglio 2008 da giromapa

Da Hardware Upgrade

“Sale a tre anni il ritardo nella pubblicazione degli studi condotti in oltre 10 anni da ricercatori di tutto il mondo. Cresce nel frattempo anche la voglia di saperne di più, anche se vi è un certo allarme nel vedere scienziati esprimere pareri molto spesso controversi o nebulosi”

La notizia si può leggere sull'International Herald Tribune, ma anche su diverse testate nazionali, ed è di quelle che interessa un po' tutti gli utenti dei telefoni cellulari. Sta suscitando una certa apprensione il ritardo della divulgazione dei dati che dovrebbero chiarire una volta per tutte il grado di correlazione fra utilizzo del telefono cellulare e lo sviluppo di tumori cerebrali, frutto di uno studio che coinvolge studiosi di tutto il mondo da almeno 10 anni.

Il ritardo si sta spingendo infatti oltre i tre anni, decisamente troppi, e difficilmente si può nascondere una certa apprensione circa il perché della mancata pubblicazione dei risultati, almeno fino ad oggi. La questione Lo studio infatti non è di quelli amatoriali, ma realizzato da Interphone con sovvenzioni di almeno una dozzina di produttori di cellulari fra cui Nokia, la Commissione Europea e l'organizzazione Mondiale della Sanità, per citare solo i più famosi.

Qualche considerazione è però possibile, in quanto la fonte raccoglie alcuni pareri dei singoli studiosi, raccolte nei diversi centri dislocati nel mondo al lavoro sul progetto, come Europa, Israele, Giappone e Canada.

Dovendo raccogliere le fila di conclusioni tratte dai diversi studiosi, vi sarebbe un problema di interpretazione dati, cosa che ha portato a veri e propri scontri fra gruppi di lavoro, giunti a conclusioni differenti dovute ad interpretazioni ad onor del vero difficili da trarre. Lo svedese Lennart Hardell ha per esempio affermato che andrebbe valutata la vera attendibilità dei pazienti affetti da cancro al cervello, in quanto spesso questi malati tendono ad avere ricordi alterati dalla malattia e fornire di conseguenza indicazioni di utilizzo del cellulare non propriamente veritiere, per quanto rese nella più completa sincerità.

Scienziati di altri paesi hanno invece iniziato a divulgare qualche piccolo dato, dai quali emergerebbe un rischio accresciuto di ammalarsi, specie in quegli utenti che per 10 anni hanno fatto uso intensivo del cellulare da un solo lato della testa. La difficoltà vera è dunque quella di mettere d'accordo per una stesura univoca del rapporto scienziati divisi sulla metodologia e sui risultati, evidentemente ben lontani dal confermare ma anche dall'escludere la correlazione cellulare-cancro.

Non sono mancati screzi fra i gruppi di studio, come per esempio fra israeliani e australiani. Questi ultimi infatti avrebbero invitato in modo chiaro a fare un uso moderato del cellulare, rimproverati dai colleghi di generare allarmismo senza avere in mano prove certe.

Troviamo dunque diverse fazioni, alcune delle quali chiaramente invitanti alla cautela nell'utilizzo del cellulare, usanza fra l'altro molto più diffusa fra i giovani e giovanissimi, che utilizzano il cellulare molto più del campione preso in esame dallo studio di Interphone. Su una cosa però tutti concordano: il cellulare è uno strumento prezioso e di grande utilità. Stando alle ultime promesse (finora mai mantenute), l'autunno dovrebbe portare ad un documento condiviso sui risultati dello studio. Non resta che attendere e sperare in un chiarimento, dovuto un po' a tutti.

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