LE CARTE  DELLA BAMBOLA

Post n°11 pubblicato il 18 Agosto 2008 da nightwish2002

Luca, grazie al suo lavoro, aveva tantissimi contatti con imprenditori italiani che lavoravano con la Russia. Sapeva che le leggi in Italia che consentivano l'accesso di cittadini stranieri erano piuttosto severe e rigorose, ma, come era suo solito fare, aveva deciso di rispettarle e, visto che la legge italiana non prevede un "visto per amore" aveva bisogno di qualcuno che assumesse Valentina. Ovviamente non ebbe alcuna difficoltà a trovare questo qualcuno fra i suoi tantissimi amici e conoscenti a cui, nel corso della sua permanenza a Mosca, aveva fatto parecchi piaceri. Poi, proprio per essere al riparo da tutte le difficoltà ed i cavilli burocratici, che non poteva conoscere pur avendo continui e buoni contatti con il Consolato Italiano a Mosca, Luca decise di affidare tutta la pratica ad un ufficio della Confartigianato. Gli fu spiegato che, per non incorrere nelle difficoltà delle quote che sarebbero state emesse solo a fine anno, la soluzione migliore era quella di chiedere un visto per "lavoro autonomo". Questa procedura implicava molti costi aggiuntivi: per la consulenza, per la fidejussione, per le varie garanzie sanitarie costava a Luca quasi 1500 euro. D'altro canto non vi erano alternative e Luca, per nessun motivo era disposto a rientrare in Italia senza Valentina.

Sdraiata nella sua cuccetta Valentina contava le ore. Si era fatta quattro giorni di treno all'andata e quattro al ritorno per andare al suo paese di origine, a ben 4 fusi orari di distanza da Mosca, per fare il passaporto valido per l'espatrio. I treni in Russia viaggiano ad una velocità media di 50 chilometri all'ora e, pur essendo ormai a soli 100 chilometri da Mosca, Valentina sapeva che almeno due ore di viaggio la separavano ancora dall'arrivo. Era stata felice di rivedere la madre, la nonna ed il fratello, ma soprattutto era stata felice di poterli rivedere raccontando loro di una vita "normale" e del sogno che l'aspettava. Aveva rivisto anche tante amiche d'infanzia alle quali aveva raccontato con entusiasmo e fervore la piega che aveva preso la sua vita. Sorrideva nel suo scompartimento pensando che Luca la attendeva alla stazione... erano stati lontani in tutto due settimane, ma si era resa conto che lui le mancava molto più di quello che lei avrebbe mai potuto immaginare. Ancora poco... sapeva che lui, avendo imparato bene i costumi dei russi, la aspettava con un bel mazzo di fiori e sapeva che lui avreva preparato per lei una cena speciale.

Luca camminava lungo il treno fermo sul binario. I treni russi hanno ancora quell'odore acre dei treni a nafta, ed i vetri sono sempre ricoperti, dopo un viaggio, da fuliggine e nevischio che formano una cortina quasi impenetrabile. Valentina non gli aveva detto su quale vagone era, ma lui, malgrado si fosse rirpoposto di farlo, non aveva resistito ad attendere alla testa del treno. La vide sbucare, tre vagoni più avanti. Le treccine inconfodibili intorno ad un viso che, anche se segnato dalla stanchezza, conservava il sorriso e la luminosità degli occhi. Si abbracciarono forte e si baciarono con passione e tenerezza. Luca aveva prenotato la macchina migliore che era riuscito a trovare tramite il suo autista personale e,  preso il bagaglio di Valentina, si avvio verso l'auto tenendo Valentina sotto braccio con la mano libera. Era stato molto in pensiero perché la burocrazie russa alle volte sa creare delle difficoltà anche nelle situazioni più semplici e anche il minimo ritardo nel rilascio del passaporto avrebbe potuto mandare all'aria tutti i loro piani. Lui, dopo due giorni, sarebbe dovuto partire per l'Italia e doveva avere con se tutti i documenti necessari per la richiesta del visto.

Era capitato spesso che Luca dovesse andare via, anche per più settimane, per lavoro e Valentina era sempre stata tranquilla ad attenderlo senza preoccuparsi più di tanto. Stavolta sarebba stato via solo per una settimana, massimo due, ma Valentina era molto più nervosa ed irrequieta del solito. Quando lo sentiva al telefono la sera lo sentiva irritato, nervoso e preoccupato. Lui gli parlava di uffici e documenti che Valentina non conosceva e non capiva, ma si rendeva comunque conto che stava incontrando delle difficoltà. Per contro, quando lui gli raccontava della casa dove sarebbero stati, non lontana dal mare, con un piccolo e grazioso giardino lei iniziava a sognare quella casetta, con i muri bianchi ed il tetto rosso, con un piccolo camino nel salone. Sentiva, sapeva che nessuna difficoltà al mondo avrebbe potuto fermare Luca. In poco meno di un anno la loro unione era diventata così forte e salda che era sicura, nella maniera più assoluta, che Luna non l'avrebbe mai lasciata li per tornarsene in Italia da solo: piuttosto sarebbe rimasto in Russia anche lui!!!

Non era stato per niente facile mettere insieme tutti i documenti che servivano. L'amico di Luca, per quanto disponibile, aveva dovuto allegare molti documenti riservati come bilanci, giro d'affari, elenchi clienti. Le banche e le compagnie di assicurazione erano restie ad emettere fidejussioni e per questo aveva dovuto chiedere, ovviamente dietro compenso, aiuto ad una finanziaria. Tutti i documenti relativi all'appartamento dovevano essere tradotti ed autenticati. Insomma, ogni giorno era un'altalena di sensazioni contrastanti. Ogni volta che Luca poteva giore per aver risolto un problema, il sorriso gli si strozzava in gola per il sorgere di una nuova difficoltà. Dopo due settimane, più di 30 viaggi da 40 chilometri l'uno (l'ufficio a cui si era rivolto era in una città vicina), innumerevoli discussioni, file, accordi e trattative la busta con i documenti era finalmente pronta in tre esemplari, tutti completi di nulla-osta della Questura e dell'Ufficio provinciale del lavoro. Un esemplare veniva spedito direttamente dalla Confartigianato al Consolato, un esemplare doveva venire consegnato al Consolato a mano ed il terzo restava a Luca come archivio. Seduto sulla sua poltrona in business class del TU 204 che lo riportava a Mosca, finalmente, dopo due settimane, Luca riusciva a rilassarsi.

Quando senti scalpicciare dietro la porta era ormai notte fonda, ma Valentina era rimasta alzata ad aspettare che Luca arrivasse. Lo abbracciò e  lo baciò calorosamente e poi gli mostrò la tavola imbandita: Luca fu sorpreso di vedere la cura e l'amore che lei aveva messo nell'apparechiare la tavola con una deliziosa tovaglietta, una bella candela alla vaniglia, due calici... ma fu ancora più sorpreso nel vedere che Valentina gli aveva preparato il suo piatto preferito, i cannelloni... ed erano pure squisiti. Mangiarono allegramente, mentre lui le raccontava tutte le peripezie e le difficoltà che aveva incontrato con i documenti. Ma ormai era fatta. IL lunedi avrebbero consegnato la copia a mano dei documenti e, nel giro di un mese avrebbero ricevuto il visto. Con questa idea festeggiarono e fecero l'amore fino quasi all'alba quando stanchi, ma felici, si addormentarono sul grande divano del soggiorno.

 
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I giorni con la bambola

Post n°10 pubblicato il 30 Giugno 2008 da nightwish2002

Era trascorso un anno e mezzo, da quella notte d'inverno quando Luca e Valentina si erano incontrati. Un anno e mezzo vissuti d'incanto, senza mai una lite, senza mai un dissapore o un'amarezza. Sembravano le due facce di una stessa medaglia.. i loro caratteri si completavano perfettamente a vicenda. La pazienza di Valentina funzionava da calmante per l'irruenza di Luca, e viceversa l'irruenza di Luca faceva da stimolo per la pigrizia d Valentina.  Luca aveva iniziato a viaggiare parecchio per il suo lavoro... trascorreva una settimana a casa e una in viaggio... Budapest, Kiev, S. Pietroburgo, Riga, Ekaterinburg... ma non era più lo stesso Luca. Ovunque andasse prima, da italiano, abbastanza facoltoso, non aveva problemi ad avere avventure erotiche...adesso, ogni volta che gli capitavano situazioni intriganti, gli appariva davanti agli occhi il volto buono, sorridente e dolce di Valentina che gli diceva "Ti amo"... si sentiva in colpa anche solo di aver pensato di poter fare qualcosa... nel giro di poche settimane non faceva nemmeno più caso alle tante belle ragazze che pure vedeva durante i suoi viaggi. Il suo unico pensiero era di lavorare meglio possibile per guadagnare i più e per finire al più presto e poter tornare a casa da lei.

Valentina aveva deciso di sfruttare le sue infinite capacità per i lavori manuali e si applicava io tantissime cose. Comprava al mercato jeans da due soldi e poi, con perline, strass, pajette, colori e quant'altro li decorava in maniera sublime disegnandovi farfalle, rondini, fiori o altre fantasie. Nal giro di pochissimi giorni ricevette talmente tante ordinazioni di jeans che si trovò a stare seduta sul divano a decorare pantaloni per intere giornate. Allora, questa di decorare i jeans, era una moda completamene nuova e nel giro di poche settimane, seppure in una città con più di dieci milioni di abitanti, i jeans di Valentina si cominciavano a vedere un po' ovunque. Cominciarono ad arrivare ordini anche di alto livello dove anziché delle perline, si chiedevano perle vere... poi oltre ai jeans Valentina iniziò a decorare anche borse e scarpe. Il problema era che comunque, facendo tutto a mano e da sola, Valentina più di tanto non poteva produrre e, dopo un certo periodo, decise di smttere di accettare ordini, evase quelli che aveva e pensò ad una nuova applicazione per il suo talento. Le piaceva creare, inventare... decise così di imparare a fare la parrucchiera.

Il corso da parrucchiera durava tre mesi e costava 400 dollari. Veniva svolto in uno dei parrucchieri più rinomati di Mosca. Valentina cominciò a comprare riviste di parrucchieria, si impegnava a cercarte sempre i tagli più difficili e, man mano che andava avanti nel corso diventava sempre più padrona della materia... non solo il suo talento, ma anche un'applicazione totale allo studio della cute, dei vari tipi di capelli, dei vari problemi, dei prodotti. Al termine del corso, tutte le allieve ricevettero il loro diploma, ma a Valentina, oltre al diploma, il salone offrì un posto di lavoro. Valentina era raggiante. La sua vita aveva preso un indirizzo normale. Lavorava due giorni e poi aveva due giorni di riposo. Guadagnava poco meno di 400 dollari al mese più le mance. Certo, in confronto a quello che guadagnava prima era nulla, ma erano soldi puliti, guadagnati onestamente e non era più, grazie all'incontro con Luca, nelle condizioni disperate di una volta. Quel che guadagnava era solo per se, per fare le sue spese personali, per fare un regalo, per comprarsi le sigarette. Col passare del tempo le venivano assegnati clienti sempre più esigenti e piano piano, molte cienti comicniavano a telefonare e a chiedere l'appuntamento solo con lei.

A Luca la vita di Mosca piaceva...era intensa, febbrile, attiva...l'unico dispiacere era che non c'era il mare. Luca era cresciuto sul mare, aveva una passione profonda per l'acqua. Quando seppe che aveva aperto il Transvaal propose subito a Valentina di andarci a passare un pomeriggio. Il Transvaal era una gigantesca cupola di vetro all'interno della quale era stata ricostruita una spiaggia tropicale, con tanto di fiume, scivoli, onde artificiali, addirittura un sistema di getti d'acqua per il surf... insomma, mentre fuori la neve diventava ghiaccio ad una temperatura spesso oltre i 20 gradi sotto lo zero, dentro alla cupola splendeva il sole e si faceva il bagno ascoltando bachata, salsa e merengue!!!! Il Transvaal divenne un appuntamento fisso di quasi tutti i sabati. Era divertente e romantico.... Quando Luca dovette rientrare in Italia per alcuni giorni, promise a Valentina che sarebbe tornato il giorno di S. Valentino e che sarebbero andati insieme al Transvaal per un bel bagno ed una cenetta romantica. Mentre era in aeroporto contrariato perché l'aereo portava ritardo e non avrebbe potuto arrivare in tempo per andare da nessuna parte, sentì uno dei piloti parlare del crollo di un acquapark a Mosca... per quello che ne sapeva lui aMosca non vi erano altri posti del genere se non il Transvaal. Quando arrivò a casa a Mosca a notte fonda accese subito il televisore e lui e Valentina guardarono inorriditi... la grande cupola del Transvaal aveva ceduto ed era crollata... la gente in costume da bagno intrappolata sotto le macerie a 19 gradi sotto zero... e loro, solo per il ritardo dell'aereo non erano li. Alla fine si contarono una ventina di morti... si guardavano Luca e Valentina con un nodo alla gola... quel posto trasudava allegria... era sempre pieno di gente... loro si sentivano come dei sopravvissuti!!!!

Nel tempo libero Valentina aveva iniziato a dipingere. Era davvero incredibile come tutto quello che avesse a che fare  con la creatività e con la manualità le riuscisse  benissimo. Aveva comprato una tela ed i colori ad olio quasi per gioco, per ingannare le lunghe attese in solitudine quando Luca era lontano per lavoro. Il suo primo quadro rappresentava le età di una donna... in primo piano una bambina con un pallone colorato, poi una ragazza con il pancione e dietro una donna anziana... dai capelli si capiva che era lei stessa... le luci, le sfumature ed i colori davano ad ogni età un tono, un carattere. Un quadro di grandissima espressività che Valentina mostrò orgogliosa a Luca al suo ritorno dall'ennesimo viaggio. Ne Valentina ne Luca potevano allora immaginare nemmeno lontanamente che qull'hobby sarebbe diventato un giorno una delle cose più importanti della loro vita. Valentina continuava ad accumulare successi con il suo lavoro di parrucchiera, ormai le arrivavano richieste da tantissimi saloni ed aveva fatto tagli ed acconciature anche per molte persone famose. Addirittura una cantante la aveva voluta per fare la sua acconciatura e quella di tutti i figuranti del suo concerto.

Dopo il crollo del Transvaal i sabati e le domeniche erano diventati molto più tristi e monotoni, giorni difficili da riempire. Spesso se ne andavano semplicemente a passeggiare al VDNK, il vecchio quartiere fieristico di Mosca dove vi era un bellissimo parco con delle splendide fontane, oppure facevano romantiche passeggiate al giradino botanico dove si inebriavano del profumo di meravigliosi fiori. Talvolta capitava qualche bel concerto: andarono a vedere addirttura i Carmina Burana...non solo cantato, ma proprio l'opera teatrale vera e propria...spettacolare, con i suoi giochi pirotecnici che culminano con l'incendio della Torre. Andarono a vedere concerti rock e d'opera, Notre dame du Paris e Zucchero. Spesso andavano a gironzolare nei centri commerciali dove Luca spariva nei negozi di dischi e dvd, mentre Valentina si divertiva a provare decine di paia di scarpe. Poi finivano sempre in qualche ristorantino per una cenetta romantica. Comunque, la loro unione era forte, erano felici insieme e non c'era nulla che li potesse in qualche modo mettere in discussione.

Luca sapeva che, alla fine dell'anno, il suo lavoro a Mosca sarebbe giunto al termine e sarebbe dovuto ritornare in Italia. Sapeva anche che le leggi per l'immigrazione erano molto cambiate e che ottenere un visto era diventato molto difficile; ma aveva davanti a se poco meno di un anno ed era sicuro che, durante quel periodo, sarebbe riuscito a trovare una soluzione. Valentina era felice che lui le avesse chiesto di andare in Italia insieme; aveva sempre avuto il terrore che, al momento di rientrare, lui l'avrebbe scaricata. Al tempo stesso era anche un po' impaurita: col fatto che lui parlava russo, lei non aveva mai imparato l'italiano e nemmeno con l'inglese se la cavava benissimo... ma al di la della lingua, la spaventava l'idea di andare in un posto dove non conosceva nessuno, la terrorizzava l'idea della solitudine. Ma non per questo si sarebbe staccata da Luca. Era pronta ad affrontare qualsiasi cosa, pur di stare accanto a lui e sentiva che anche da parte di Luca c'era la stessa forte convinzione. Avevano deciso: a gennaio o a febbraio sarebbero tornati in Italia insieme e per sempre!!!!!

 
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La rivoluzione della bambola

Post n°9 pubblicato il 18 Giugno 2008 da nightwish2002

"Ma per vivere servono i soldi, come faccio??"  Chiedeva Valentina senza riuscire a capire fino in fondo dove Luca volesse arrivare. Era passata poco meno di una settimana dalla notte in cui per la prima volta era entrata in quella casa, e per tutti quei giorni aveva vissuto li, uscendo ogni sera per andare a lavorare. Ma ci andava contro voglia e, quasi tutte le notti, rientrava molto prima dell'orario a cui era abituata e, tutte le notti, trovava Luca ad attenderla. Lui non le faceva domande su come era andata la serata, l'accoglieva sempre con un largo sorriso e con tanta passione la amava tutte le notti. Però gli si leggeva negli occhi che qualche cosa non andava... Valentina capiva bene cos'era che non andava, ma non sapeva cosa fare. Quando Luca una sera sbottò dicendole che non riusciva più a tollerare l'idea del suo lavoro, che il pensarla a scopare con un altro lo faceva soffrire, non per moralismo, ma per vera e propria gelosia, lei cercò di spiegargli che, da quando si erano conosciuti, lei non era più andata con nessuno... certo ballava, si spogliava, ma finiva li... niente più prestazioni extra.... La risposta di Luca fu rapida e decisa e Valentina capì che doveva averci pensato a lungo: "Ti vuoi trasferire a vivere da me?? Andiamo sabato a casa tua a prendere tutte le tue cose e vieni qui!!!"

Lui le aveva detto che aveva paura di innamorarsi di lei, le aveva raccontato tutte le sue vicissitudini passate e che s era ripromesso che mai e poi mai avrebbe più iniziato una storia con una russa..."Poi tu sei anche una puttana" le aveva detto, in maniera molto indelicata, ma sincera "come potrei mai credere che non stai con me solo per interesse??". Valentina gli diede una risposta che lo fece sentire un perfetto imbecille : "E' una settimana che sto sempre e solo con te... in una settimana avrei potuto guadagnare almeno 1000 dollari... tu quanto mi hai dato... io quanto ti ho chiesto?? Niente!!! Eppure sono ancora qui..." Solo a quelle parole Luca capì quello che stava succedendo... Non era Valentina la vera puttana... era lui!!!! Era lui che non riusciva a vedere oltre lo stereotipo che si era creato... era lui che non riusciva a dare fiducia alla persona, che ne guardava solo la sessualità... era lui che stava pensando alla sicurezza della sua posizione, dei suoi soldi e della sua vita rifiutandosi di vedere quello che lei, da giorni gli esprimeva in ogni gesto, in ogni atteggiamento e in ogni parola!!! Era lui che, per paura e per vigliaccheria stava rifiutando di accettare il fatto che con quella ragazza, qualsiasi fosse la sua professione, stava davvro bene.

Valentina capiva che Luca era sincero in quella richiesta. Certo anche lei aveva paura... sapeva che se avesse lasciato la sua casa e, di li a poco Luca ci avesse ripensato, non ci sarebbe più stata una via di ritorno. "Lascia questo lavoro, ti prego... io ti voglio bene...tanto...e ogni volta che chiudi quella porta per andare a lavorare, io devo chiudere le porte del mio cuore per non sentire come grida di rabbia e di dolore!!! Provo a dormire mentre ti aspetto, ma come chiudo gli occhi il nero della notte si accende delle luci rosse del night, sento la puzza del fumo, sento parole, sospiri e musica e vedo te che ti spogli, mani che ti toccano, sguardi che ti penetrano e non trovo pace".  Valentina sentiva la disperazione di quelle parole, vedeva la sofferenza vera nello sguardo di Luca.. quanti uomini le avevano promesso di ricoprirla d'oro, ma lei sapeva che era un gioco delle parti fra lei e il cliente... ma questo non le era mai successo... se avesse dato retta a Luca avrebbe abbandonato una strada che non amava, ma che le garantiva di poter vivere anche abbastanza agiatamente... e poi?  "Per vivere servono i soldi, come faccio?? Mosca è una delle città più care del mondo!!!" ripetè lei. 

Luca guadagnava bene e, pur non essendo mai stato un buon risparmiatore (anzi tutt'altro), sapeva che quello che guadagnava, con un minimo di attenzione, sarebbe stato sufficiente ad entrambi per condurre una vita più che dignitosa. Non voleva però far sentire Valentina una "mantenuta"... aveva imparato bene a conoscerne l'orgoglio, il senso della dignità e l'ansia di indipendenza. "Tu lascia quel posto.. quel che serve per vivere, per il momento lo ho io... riprendi i tuoi studi e, nel frattempo, cercheremo un lavoro attinente a quello che tu ami fare,un lavoro che non sia solo per "mangiare", ma che ti dia soddisfazione e gioia!!! Mosca è una città piena di teatri, eventi, manifestazioni e spettacoli... è una città che ferve di iniziative... qualcosa, con un po' di pazienza, troveremo, vedrai...."

Luca aveva fatto per anni l'animatore turistico, anche a livelli piuttosto alti, ed aveva sviluppato un grande amore per il teatro, in particolare per il musical. Passione che condivideva con Valentina. Passavano ore a parlare di teatro, lei gli faceva vedere i video degli spettacoli che aveva fatto quando ancora studiava, lui, pur non avendo video dei suoi spettacoli passava ore a raccontarle le trame, gli allestimenti, le coreografie... Valentina comunque era più giovane e, soprattutto, aveva molto più talento di Luca... aveva una voce potentissima, intonata e limpida, mentre Luca era stonatissimo... si muoveva benissimo, con grazia, agilità, sensualità ed un grande senso del tempo e del ritmo, mentre Luca, seppur fisicamente ancora in ottima forma malgrado i suoi 41 anni,  era molto meno aggraziato nei movimenti... ma soprattutto, Valentina aveva le mani d'oro... sapeva disegnare,  ricamare, lavorare la carta e il gesso... tutto quello che richiedeva un talento ed un senso artistico manuale le riusciva benissimo. Per questo motivo Luca aveva la certezza assoluta che Valentina, prima o poi, in un modo o in un altro, avrebbe trovato un modo di mettere a frutto i suoi talenti e di fare un lavoro gratificante finanziariamente e spiritualmente.

Valentina conosceva la realtà russa molto meglio di Luca e sapeva che le possibilità non erano poi così tante come pensava lui, sapeva che, da un punto di vista lavorativo il futuro non era così roseo come lo vedeva lui...ma diamine, per la prima volta nella sua vita, qualcuno le dava la possibilità di fare una scelta libera, con la disponibilità a condividere questa scelta comunque vada... per la prima volta qualcuno le offriva la possibilità di fare quello che le piaceva, pronto a sostenerla... per la prima volta, da quasi due anni, aveva la possibilità di tornare ad essere una persona e non più soltanto un corpo... aveva paura, ma sentiva che Luca era sincero... aprì il cellulare: "Sergeiy??? Io non lavoro più...verrò domani a prendere le mie cose, i miei costumi, i mie cd... niente di personale... solo che ho deciso di cambiare vita" . Chiuse il cellulare... iniziò a ridere in maniera strozzata... era il suo modo per non piangere... per difficile che potesse essere stata sapeva che stava chiudendo definitivamente una pagina importante della sua vita, sapeva che stava abbandonando per sempre un mondo che con i suoi suoni, colori, odori, con i suoi lati luminosi ed i suoi lati oscuri era stato il suo mondo...

 
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La vita della bambola

Post n°8 pubblicato il 10 Giugno 2008 da nightwish2002

Luca si affrettò più del solito per tornare a casa. Era curioso di vedere se ci avrebbe trovato Valentina o no. Al lavoro era stata una giornata pesante e il non aver dormito per tutta la notte non lo aveva aiutato affatto, ma mentre impaziente attendeva l'ascensore si rendeva conto che la stanchezza, come d'incanto era svanita. Cercò frettolosamente di infilare la lunga chiave nella serratura della porta blindata, ma nella foga la chiave gli cadde rumorosamente per terra. Piegato per raccoglierla senti, dietro alla porta i passi di Valentina... era ancora li. Provò un senso di soddisfazione e di gioia nel vedere la porta aprirsi e trovarsi davanti lei che gli sorrideva. Se avesse potuto avrebbe voluto fermare il tempo in quell'istante per quanto lo trovava meraviglioso. Entrò, si tolse le scarpe e appena rialzatosi si trovò le braccia di lei intorno al collo mentre le sue belle labbra si stampavano su di lui. Ebbe un attimo di sbandamento di fronte a tanta affettuosità. Valentina gli era sembrata una ragazza allegra e spiritosa, ma piuttosto  riluttante alle smancerie e quel suo atteggiamento così "da mogliettina affettuosa" lo aveva completamente spiazzato.

Luca sapeva che di li a poco Valentina sarebbe uscita per andare a lavorare. Avevano finito di cenare e lui la guardava mentre si preparava. Avvertiva dentro di se un senso di fastidio, sapendo quel che lei andava a fare, ma si sforzò di cacciare quel pensiero il più lontano possibile. "Quando hai finito di lavorare tornerai qui?" Ancora una volta le parole gli uscirono da sole, senza che lui potesse in alcun modo fermarle. "Tu sei stanco, non hai dormito tutta la notte e sei andato al lavoro... non resisterai fino alle tre di notte" rispose affettuosamente lei. "Ma se ti fa piacere, io torno volentieri" aggiunse poi. In realtà Luca era stanchissimo, ma pensò che avrebbe potuto dormire fin vero le due e mezza e poi avrebbe aspettato il suo ritorno. Le porse le chiavi di casa dicendole che, se lui si fosse addormentato lei sarebbe potuta entrare con quelle. "Certo che mi fa piacere... mi fa sempre piacere se tu sei qui" le disse mentre lei si infilava le scarpe. Sulla porta lei sporse le labbra verso di lui che subito si alzò e andò a baciarla. Un attimo e la porta si richiuse lasciando Luca da solo.

Luca continuò a girarsi e rigirarsi nel letto senza riuscire a prendere sonno. Si disse che quando uno è troppo stanco alle volte non riesce a prendere sonno, ma sapeva benissimo che si stava prendendo in giro da solo. Non riusciva a dormire perché si stava innamorando di Valentina e sapeva a quali rischi si stava esponendo. Sapeva che avrebbe dovuto evitare quella situazione dalla quale non sarebbe potuto venire nulla di buono, ma al tempo stesso era più che sicuro che ormai ci si era buttato dentro a capofitto e che non avrebbe fatto nulla, ma proprio nulla, per uscirne.  Decise  improvvisamente, come era solito fare quando la testa e la ragione gli dicevano una cosa, mentre il cuore e l'istinto ne dicevano un'altra. Si alzò ed andò in salone, si aprì una birra e accese la tv: quella ragazza gli piaceva e non doveva permettere alle sue paure e ai fantasmi del passato di rovinargli quei momenti così belli.

Era appena passata la mezzanotte quando Luca sentì la chiave infilarsi nella serratura. Controllò l'orologio appeso al muro... lo confrontò con il suo e con l'ora sul cellulare...non c'erano errori... non si era fermato l'orologio...era davvero mezzanotte e cinque. "Ah...come sono contenta" disse Valentina entrando "il locale è stato completamente vuoto per tutta la sera, nemmeno una persona!!!! Così ci hanno fatto andare a casa" Luca non sapeva se essere più contento per il fatto che lei fosse tornata prima o se esserlo perché il destino aveva fatto sì che, da quando si erano incontrati, lei non avesse più avuto modo di esercitare la sua "professione". Si alzò, le andò incontro e, davanti alla grande parete a specchio la abbracciò e la baciò, ma stavolta con non solo sulle labbra... era il primo bacio, una cosa che a Luca aveva sempre dato intense sensazioni. Gli piacque come baciava Valentina... non era una di quelle che infilano solo la punta della lingua (a Luca questa cosa non piaceva prorpio...per lui era come quelli che ti danno la mano solo con la punta delle dita...) o che la muovono troppo velocemente. Dava baci profondi e appassionati, pieni di calore!!! E Luca sentiva, durante il bacio che il corpo di lei veniva attraversato da improvvisi e forti fremiti.

Luca non ricordava quando fosse stata l'ultima volta che aveva fatto l'amore per quattro volte in una notte... probabilmente non era mai successo prima... ma in quella notte c'era qualcosa di magico. A lui piaceva molto il fatto che lei non fosse li a gambe larghe, tipo "fai quello che ti pare, basta che ti sbrighi", ma partecipasse al suo gioco erotico. Luca non amava le sveltine... a lui piaceva il sesso lungo, pieno di preliminari. Aveva cominciato lui, baciandole i piedi... infilando la punta della sua lingua fra in mezzo alle dita dei suoi piccoli piedi.... succhiandogli le dita dei piedi una ad una... e più sentiva i fremiti di lei, più lui si eccitava... poi era passato ai polpacci, fermandosi però prima un attimo a baciarle le caviglie... era salito su passando per la parte interna delle coscie.... sfiorandole appena il pube era passato a baciarle la pancia e l'inguine... dolcemente... con una lentezza esasperante, ma al tempo stesso eccitante... poi si era finalmente deciso ad affondare la sua lingua li dove lei desiderava. Poi rialzò la testa e si sporse verso le labbra di lei per baciarla... mentre lo faceva sentì le mani di lei che gli spingevano il bacino in basso e si ritrovò dentro di lei.

Valentina era abituata ad alzarsi tardi, anche perché raramente le capitava di riuscire ad andare a dormire prima dell'alba. Ma quella casa era così silenziosa da farla dormire ancora di più e meglio del solito. Il fatto che poi fosse ad un piano così alto, faceva in modo che tutti i rumori dall'esterno fossero quasi inudibili eliminando, praticamente, ogni possibile causa di disturbo. Rimase a lungo, dopo essersi svegliata, a pigrare nel letto, ripensando, ancora allo strano comportamento di Luca. Era abituata a uomini che da lei volevano una cosa sola e quella situazione, per quanto le desse sensazioni estremamente piacevoli, la faceva sentire in imbarazzo. Pensò che era inutile farsi troppe domande a cui, da sola, non avrebbe mai trovato risposta. Pensò che la cosa migliore fosse di chiedere, in maniera diretta, a Luca il motivo di questa mancanza di desiderio verso di lei. Sapeva di essere bella, ma come tante ragazze della sua età, sapeva crearsi un mucchio di complessi e il fatto che lui non l'avesse desiderata, secondo lei, era dovuto al fatto che lei non gli piacesse. Ricordò che lui aveva detto che gli piacevano le donne mediterranee, formose e con dei bei seni... lei era piuttosto magra e, pur essendo molto ben proporzionata, il suo seno era una seconda... la sua carnagione così chiara e i capelli chiarissimi poi la rendevano quanto di più lontano si potesse immaginare da una donna mediterranea!!!!

Seduta sul divano, davanti alla televisione pensò a quanto si era sbagliata nel pensare che una vita famigliare potesse essere banale e noiosa. Quell'uomo la faceva sentire così protetta, così curata... la riempiva di attenzioni e di premure. E' pur vero che Valentina sapeva benissimo che gli uomini all'inizio fanno sempre così, poi, una volta che hanno ottenuto quel che volevano, dopo un po' si stufano, rivolgono le loro attenzioni su altri "giocattoli" e tu diventi solo un fastidio a malapena sopportato, eppure qualcosa le faceva sentire che Luca era diverso. Ed era diversa anche lei. Mai e poi mai avrebbe immaginato di stare in casa ad aspettare un "lui" che tornasse dal lavoro... per di più gratis!!!! Le sembrava di vivere in un sogno... un sogno che, temeva, si sarebbe interrotto quella sera, quando lei sarebbe uscita da quella casa per andare a lavorare.

I suoi pensieri furono interrotti dal rumore squillante di una chiave che cadeva per terra al di la della porta di ingresso. Ebbe un brivido di apprensione e al tempo stesso di contentezza... corse verso la porta e la spalancò senza nemmeno guardare prima chi fosse (cosa assai pericolosa a Mosca) e vi trovò Luca piegato che, borbottando buffe parole in italiano, cercava di recuperare la chiave dal pavimento. Le venne assolutamente spontaneo accoglierlo con gioia ed affetto perché era veramente tanto contenta che lui fosse arrivato. Purtroppo avevano solo un paio di ore perché poi lei sarebbe dovuta andare a lavorare, ma decise che avrebbe usato quelle ore per capire se lei piaceva a Luca o no! Si sedette sul divano e fece cenno a lui di sedersi per terra fra le sue gambe; gli porse la birra e poi cominciò lentamente e dolcemente a massaggiargli il collo, la testa e le spalle. Sentiva la stanchezza di Luca e sentiva come si rilassava sotto le sue dita. "Perché mi hai chiesto di restare??" Domandò. Senti i suoi muscoli un attimo irrigidirsi, poi lui si girò e la guardò dolcemente..... "Che ti è dispiaciuto restare??" Odiava quando ad una domanda le rispondevano con un'altra domanda, era una cosa che la lasciava sempre disorientata. Avrebbe voluto insistere, ma ormai a che sarebbe servito?? Per lei era quasi ora di andare via e, una volta chiusa quella porta, quanto accaduto sarebbe stato solo nella sua memoria.

Solitamente il locale così vuoto metteva Valentina di malumore. Il tempo non passava mai e, soprattutto, non si guadagnava nulla. Il direttore si innervosiva e sgridava lei e le altre ragazze per qualsiasi sciocchezza. Ma quella sera, vedere il night deserto era quanto più potesse desiderare perché sapeva che, quando era così, spesso venivano mandate a casa prima e lei non stava più nella pelle. Era rimasta senza parole quando, mentre stava per andare via, Luca le aveva messo in mano le chiavi di casa dicendole che l'avrebbe aspettata. Era sicurissima che quella strana avventura finisse quella sera, che sarebbe rimasta una parentesi romantica nella sua vita sconclusionata, e invece... Quando la porta del locale si aprì e vide entrare tre uomini Valentina ebbe un sussulto ed un momento di sconforto. La loro presenza mandava in fumo tutti i suoi sogni. Rimase seduta sul suo divano guardando di traverso i tre uomini i quali, a loro volta, diedero una rapida occhiata in giro per il locale, si voltarono e rumorosamente come erano entrati se ne andarono via. Valentina guardò, cn un sorris beffardo verso il direttore del night e, dopo un suo gesto, capì che era già ora di alzarsi e di andarsi a cambiare per tornare a casa.

Luca le corse incontro, non appena lei richiuse la pesante porta dell'appartamento, come se non la vedesse da anni e, non appena la ebbe fra le braccia la baciò con tutta la sensualità e il desiderio... Valentina provò un forte brivido e si abbandonò a quel bacio. Non era certo una novellina del sesso...ma a lei il sesso piaceva e tanto e quel bacio, così profondo e appassionato la stava eccitando. Ancora abbracciati in quel lungo bacio si ritrovarono stesi sul grande letto. Lui le sfilava i vestiti baciandola ovunque. Quando sentì la lingua di lui frugarle fra le gambe, intensamente, ma delicatamente, si sentì sciogliere già in un primo orgasmo. Per lei l'orgasmo non era mai stato un problema, ma quello era l'orgasmo più dolce che avesse mai avuto.... lui si alzò verso di lei per baciarla e, vedendo che estava, lei lo prese e lo tirò verso di sè inarcandosi leggermente per farlo entrare...

La mattina dopo, di buon ora, seduti davanti alla grande finestra del salone, sorseggiando un caffè si guardavano compiaciuti e complici. La finestra dava verso est e il sole, già alto, illuminava ampiamente la stanza e i loro volti. Erano compiaciuti e soddisfatti, entrambi con il pensiero inseguivano momenti di quella notte e, al solo pensiero, sentivano l'eccitazione tornare. Era successo qualcosa di grande, di molto più grande di quello che entrambi in quel momento potessero capire o immaginare, qualcosa che avrebbe cambiato le loro vite per sempre.

 
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La notte con la bambola

Post n°7 pubblicato il 28 Maggio 2008 da nightwish2002

Dopo il secondo piatto di lasagna, abbondantemente innaffiato di buon Chianti, Valentina sentì l'assalto della stanchezza. Erano quasi le 5 del mattino e loro stavano ancora li, seduti ad un tavolo a ridere e scherzare; la musica in sottofondo suonava ormai ininterrottamente lo stesso cd visto che nessuno dei due aveva la voglia di abbandonare la conversazione, fosse anche per poco, per andare a cambiare il disco. Lei sapeva già che avrebbe dovuto attendere ancora un bel po' prima di poter dormire... tanta ospitalità, lui aveva addirittura preparato la lasagna, una cosa di cui Valentina aveva solo sentito parlare prima di quel momento, l'aveva aspettata fuori al lavoro fin quasi alle due... insomma, le era ben chiaro in mente che avrebbe dovuto dare a Luca quello che lui, come ogni altro uomo si aspettava. Non che la cosa le dispiacesse, in fondo era un bell'uomo, gentile, educato, pulito e interessante; anzi proprio perché quell'uomo in qualche modo la attraeva avrebbe voluto dargli il meglio di se stessa e, così stanca, temeva che non sarebbe riuscita ad esprimersi al meglio della sua sensualità.

A Valentina la casa era piaciuta moltissimo. Malgrado avesse avuto rapporti con molti uomini, non era mai stata a casa di nessuno di loro e questa casa era, in assoluto, la più grande e la più bella che avesse mai visto. Confrontata poi con il pccolo appartamento dove viveva lei e dove in quattro dividevano due camere, bagno e cucina, questo luogo le sembrava enorme. Resto parecchi minuti di fronte alla enorme parete a specchi, un po' a rimirarsi, un po' a guardare come quella parete facesse sembrare la camera gigantesca. Non riuscì a trattenere un gridolino di sorpresa quando vide il bagno, con il bel lavandino in stile moderno, con la grandissima specchiera,  la grande vasca da bagno angolare e la cabina doccia, rialzata su una specie di piccola pedana, raggiungibile con due piccolini scalini. La cucina, ovviamente italiana, era grandissima, un po' stretta, ma dotata di tutti gli accessori più strani, molti dei quali le erano completamente sconosciuti. Ma la cosa che le piaceva di più era il fatto che l'appartamento, al non piano, avesse delle finestre enormi da cui si godeva di un bellissimo panorama su un giardino pieno di betulle. La casa sorgeva di fronte al luogo dove, nel 1998, un attentato aveva fatto crollare un intero palazzo, dando di fatto il via alla guerra in Cecenia. Al posto di quel palazzo vi erano due moderni grattacieli ed un piccolo memoriale, ma questa era l'unica nota triste di quella casa.

Valentina adorava fare il bagno nella vasca; faceva lunghi e rilassanti bagni quasi tutti i giorni, ma quella sera era troppo stanca e, comunque, anche la cabina doccia non sembrava meno invitante della vasca. Si lavò accuratamente, stando ben attenta a non bagnarsi le lunghissime treccine, altrimenti ci avrebbero messo delle ore ad asciugarsi, poi si mise seduta sul piccolo seggiolino di plastica che sbucava da una delle pareti della doccia e comincio a giocare con i tasti dell'idromassaggio; appena spinse il primo tasto che le capitò sotto gli occhi, da alcuni forellini sulla parete doccia le arrivò uno zampillo proprio in faccia... infastidita per paura che le potesse calare il trucco, ma divertita da quell'involontario scherzo del box doccia, comincio a provare gli altri tasti, finché non trovò quello per il massaggio alla cervicale... si alzò la pesante massa di treccine sulla testa, poggiò la testa alla parete e lasciò che l'acqua le massaggiasse il collo per alcuni minuti, rilassandosi e perdendosi nei suo pensieri.

Valentina aveva indossato una corta sottoveste da notte. A dire il vero era abituata a dormire nuda, ma non le sembrava carino presentarsi così in camera da letto. Poi sapeva bene che un po' di lingerie eccitava l'uomo molto di più di una ragazza già completamente nuda. Uscì dal bagno diretta verso la camera da letto con la certezza che Luca fosse già ad attenderla dentro al letto e passando davanti alla parete a specchio si fermò per un attimo a guardarsi. Rimase molto sorpresa nel vedere riflesso nello specchio che Luca non era affatto ad attenderla nel letto, nudo ed eccitato, come lei si attendeva, ma stava comodamente e tranquillamente seduto sul divano, con una sigaretta in una mano e l'ennesimo bicchiere di vino nell'altra. Con un sorriso la invitò a sedersi e le porse un bicchiere di vino. Valentina fu presa completamente alla sprovvista da quell'atteggiamento... che lui avesse qualche problemino??? Però la doccia le aveva messo sete e si sedette, prese il bicchiere del vino e si accese anche lei una sigaretta. Lui la guardò intensamente e le disse l'ultima cosa che lei si sarebbe aspettata di sentirsi dire: "Devo andare al lavoro adesso, ma se vuoi tu rimani pure; tornerò verso le 7 di stasera e sarei felicissimo di trovarti ancora qui". Fuori, le nuvole si dipingevano di quel rosa tenero tipico delle gelide giornate invernali...erano già le sette di mattina...

Luca era piuttosto contrariato perché l'androne del palazzo dove viveva non era minimamente all'altezza dell'appartamento; era mal illuminato, le pareti graffiate e scarabocchiate, il pèavimento sporco e maleodorante; temeva che Valentina, una volta visto l'androne, avrebbe trovato una scusa per andarsene. Invece gli sembrò che lei rimanesse assolutamente indifferente a tanta bruttura. Certo gli androni della maggior parte dei palazzi di Mosca erano anche peggio del suo, ma Luca non ci aveva minimamente pensato. Quando aprì la porta di casa, entrati nel piccolo ingresso dove, come si usa in Russia, si stavano togliendo le scarpe, Luca vide bene come Valentina si guardasse intorno, sorpresa e meravigliata dalla bellezza e dalla grandezza dell'appartamento. Le disse di fare come se fosse a casa sua sbirciandole nella scollatua mentre lei si inchinava per liberarsi dell scarpe e corse avanti per mettere la lasagna in forno e versare due abbondanti bicchieri di vino.

Non era certo la prima volta che si portava una ragazza a casa, anche se la tattica del dire di essere un buon cuoco era nuova, e, visto che era a secco di sesso da un bel pezzo, non ci trovava nulla di male. Ma quello che più lasciava Luca sconcertato era il fatto che, pur sapendo bene di essersi portato a casa una prostituta che, proprio in quanto tale, immaginava benissimo cosa lui potesse volere, la trattava come se fosse una vecchia amica, senza malizia, senza provocazione. Ma non lo faceva apposta, non c'era finzione in lui. Gli veniva assolutamente spontaneo. Non che non gli sarebbe piaciuto fare sesso con lei, ma in quel momento non era la sua esigenza primaria: in quel momento voleva che lei stesse bene, che parlasse con lui e soprattutto che sorridesse... il sorriso di Valentina lo faceva sentire bene e quando lei sorrideva lui restava estasiato. Cercava sempre di guardarla in maniera distratta, per non farla sentire troppo sotto osservazione, per non darle l'impressione che lui la stesse spogliando con gli occhi, ma si rendeva conto che, per quanto ci provasse, quando lei parlava, lui le fissava ora gli occhi ora le labbra.

Come cuoco era davvero bravo visto che aveva vissuto tanti anni da solo e la lasagna era una delle sue specialità; inoltre quella volta, avendo avuto parecchio tempo a disposizione, era stato attento a tutti i dettagli e gli era venuta davvero una lasagna speciale. Eh si, cucinare gli piaceva, ma lo intristiva parecchio il fatto di dover poi mangiare da solo tutte e cose buone che preparava. Quella notte era dunque doppiamente felice, sia per la bellezza e la freschezza spirituale (e anche fisica) della sua ospite, sia per poter sdere in allegra compagnia a cena. Mentre mangiava Luca ascoltava Valentina che gli raccontava dei suoi studi e della sua passione per la musica e per l'arte in generale.... ascoltava Luca, ascoltava, ma non sentiva rapito com'era da quegli occhi verdi che brillavano di un sorriso che lui non conosceva. Avrebbe voluto lasciarsi andare e dire a Valentina che lei gli piaceva tantissimo, ma Luca era tanto bravo come cuoco quanto imbranato come "conquistatore"; inoltre c'era qualcosa che lo frenava e gli imponeva di non lasciarsi andare troppo ne con le parole ne con i fatti.Luca era già rimasto scottato due volte e proprio con due donne russe. Ma non scottato nel senso che lo avevano lasciato punto e basta. Con ciascuna di loro aveva avuto un figlio ed entrambe, quando avevano trovato di meglio, lo avevano lasciato portandosi via i figli... e per un attimo gli ritornò in mente la causa che aveva in corso proprio con una di loro.

Cacciò via il pensiero annegandolo in una lunga sorsata di vino. Valentina era andata a farsi la doccia e Luca si rese conto che l'essere rimasto da solo, anche per poco tempo, lo aveva immediatamente rabbuiato. Sentiva di la lo scroscio dell'acqua e per un momento ebbe la tentazione di spogliarsi, di andare di la ed entrare nella doccia con lei. Gli sembrò subito una mossa eccessivamente sfacciata, per cui preferì alzarsi dal tavolo, versarsi dell'altro vino e sedersi sul divano. Ormai non mancava molto alle sette e sarebbe dovuto andare al lavoro. Un po' gli dispiaceva, ma si sentiva, al tempo stesso, rassicurato poiché questo gli avrebbe impedito di andare a letto con Valentina. Si esatto.. rassicurato... aveva paura di andare a letto con lei perché sentiva che quella persona gli piaceva, ma non voleva farsi coinvolgere in un'altra storia sfigata, già condannata a non avere un lieto fine... con una puttana poi!!? Men che meno, sicuramente a lei interessava solo il fatto che lui fosse straniero e benestante; sicuramente lei lo avrebbe circuito ed avrebbe cominciato ad approfittare del suo amore per prendere da lui quanto più poteva; sicuramente lei lo avrebbe... non ebbe il tempo di finire il pensiero che, alzando la testa, la vide davanti all'enorme parete a specchio. Era bellissima e quando alzò le braccia per alzarsi i capelli la cortisima sottoveste si alzò quel tanto che bastava a Luca per vedere qualcosa di lei che aveva già visto al night, ma che in quel momento poteva essere solo suo... Luca sospirò, si accese una sigaretta e versò del vino in due bicchieri porgendone uno a Valentina, poi sorprese se stesso a dirle: ""Devo andare al lavoro adesso, ma se vuoi tu rimani pure; tornerò verso le 7 di stasera e sarei felicissimo di trovarti ancora qui". Si tuffò nell'aria gelida del mattino chiudendo il portone alle sue spalle sapendo che non avrebbe dovuto dire quelle parole, ma non er questo pentito di averle dette...anzi, gli sembrava di essersi tolto un gran peso dal cuore.

 
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