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Bari, esami a luci rosse all'università ....

Post n°49 pubblicato il 27 Settembre 2011 da andrea73rm

Bari, esami a luci rosse all'università ...

 

Non capisco dove sia il problema...

Le studentesse avevano problemi all'orale...il professore che ha fatto?

le ha aiutate "nell'orale"...dove sta il problema?

mah...vacci a capire qualcosa....

 
 
 

BATTERIO KILLER: ULTIMI AGGIORNAMENTI

Post n°48 pubblicato il 17 Giugno 2011 da Saikoro
 
Foto di vorrei_capire0

BATTERIO KILLER

SEQUESTRATA CARNE A VERONA: E' ALLARME ANCHE IN ITALIA?

Il batterio killer potrebbe essere anche in Italia. A scopo preventivo il ministro della Salute ha predisposto il sequestro di 5 tonnellate di carne francese, considerata il vettore dell'infezione da Escherichia Coli per cui sono stati ricoverati 6 bambini di Lille.

L'allarme creato dal cosiddetto batterio killer ha dell'incredibile: dopo giorni di conclamata emergenza sembra ancora lontana, infatti, la scoperta del vettore dell'Escherichia Coli. Dopo aver messo sotto accusa germogli di soia, cetrioli, germogli di broccoli e altre specie vegetali, pare che adesso l'attenzione degli scienziati si stia focalizzando sugli alimenti derivati dal mondo animale. Proprio ieri, infatti, da Lille, in Francia, è arrivata la notizia del ricovero di 6 bambini: i piccoli avevano manifestato forte diarrea emorragica dopo aver mangiato hamburger. Ciononostante, seppur gravi, le loro condizioni non facevano temere il peggio.

Contestualmente a questa scoperta, nel pomeriggio di ieri i carabinieri dei NAS hanno provveduto a sequestrare 5 tonnellate di carne bovina sotto forma di polpette e hamburger, presso un supermercato della catena LIDL di Verona. La carne sequestrata, ripartita in 1.570 confezioni, recava il marchio "Steak Country", dell'azienda francese che potrebbe essere responsabile dell'infezione dei bambini di Lille. I campioni a marchio "Steak Country" sequestrati nel pomeriggio di ieri, in queste ore verranno analizzati dall'Istituto Zooprofilattico di Padova, al fine di verificare se effettivamente la carne incriminata sia un vettore di Escherichia Coli. Nella giornata di domani, intanto, verranno sequestrati dai NAS le restanti confezioni di carne con marchio in questione.

Ad ogni modo, il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ci tiene a ribadire che in Italia non esiste allarme per il batterio killer, e che i sequestri rappresentano azioni preventive finalizzate al controllo, al termine del quale la carne verrà dissequestrata. Queste le parole del ministro in merito alla questione, intervistato a Radio 24: "Oggi mangerò hamburger. I consumatori italiani possono stare tranquilli. Abbiamo effettuato un sequestro preventivo in Italia di una partita di hamburger della stessa ditta. Dopo i controlli, la carne verrà dissequestrata. Non c'è nessun problema per i consumatori".

In particolare, secondo quanto ha dichiarato un portavoce della Commissione UE, pare che il batterio responsabile dell'infezione francese appartenga a un ceppo diverso rispetto a quello che ha invece agito in Germania. Secondo il portavoce, inoltre, il batterio francese è relativo ad una specie più comune rispetto a quella tedesca.

IL BATTERIO KILLER FA ALTRE VITTIME E LA GERMANIA BRANCOLA NEL BUIO

 

Dopo i cetrioli spagnoli, assolta anche la soia. Non è nei germogli l'origine dell'ormai famigerato ceppo di Escherichia Coli. Pioggia di critiche sulle autorità tedesche, colpevoli di aver gestito con troppa leggerezza una situazione che ora è diventata una vera e propria psicosi.

All'inizio furono i cetrioli spagnoli, poi ad essere chiamato in causa fu un salame di cervo italiano, infine si è puntato il dito contro i germogli di soia. Ma stamattina il ministero dell'Agricoltura della Bassa Sassonia ha scagionato pure la nuova presunta ipotesi legata all'origine del batterio killer, che sembra prendersi gioco della Germania da ormai oltre 2 settimane. I test preliminari effettuati su 23 dei 40 campioni di germogli di vegetali, tra cui la soia, confiscati nell'azienda Gaertnerhof del villaggio Bienenbüttel, hanno infatti dato risultati negativi. Solo domenica sera Gert Lindemann, il ministro dell'Agricoltura, aveva dichiarato pubblicamente che vi erano "tracce molto chiare che conducono a questa azienda quale fonte dell'infezione".

E i tabloid tedeschi si scagliano contro il proprio governo, incapace di trovare una soluzione all'emergenza che sta creando gravi problemi ai produttori di tutta Europa. "Questo germoglio è troppo intelligente per i nostri ricercatori?", scrive in tono di scherno il tabloid B.Z. Dure critiche contro le autorità anche da parte di Bild e Die Welt, che si schierano apertamente dalla parte dei consumatori. In realtà le colpe sono da imputare anche all’OMS, che ha gestito con troppa disinvoltura una situazione che, da semplice preoccupazione, si è trasformata in una vera e propria psicosi, che rischia di emigrare anche oltre Oceano.

Germania, Svezia, Inghilterra, Olanda, Danimarca, Austria, Svizzera, Francia, Repubblica Ceca, Norvegia, Regno Unito e Paesi Bassi, ma anche Stati Uniti e Canada, i paesi colpiti dall'ormai famigerato ceppo di Escherichia Coli. 23 le vittime, delle quali 22 nella sola Germania. La maggior parte ha contratto la sindrome emolitico-uremica (SEU), che provoca diarrea emorragica e blocco renale.

Intanto i ricercatori del Genomics Institute di Pechino, che hanno realizzato analisi di campioni provenienti dal paese teutonico, sembrano aver scoperto che il ceppo di E.Coli è resistente ad alcune classi di antibiotici. La stessa OMS giorni fa aveva affermato che si tratta di una variante "nuova, estremamente contagiosa e tossica" del batterio.

In Italia il Ministro della Salute, Ferruccio Fazio, è tornato nuovamente a parlare con toni rassicuranti a proposito del batterio killer, affermando che "non mangiare la frutta e la verdura in Italia non ha alcun senso". I campioni di ortaggi esaminati dai diversi istituti zooprofilattici hanno dato tutti esito negativo.

La Coldiretti ha indetto una mobilitazione "antipanico" degli agricoltori, per ribadire l’assoluta sicurezza della produzione italiana. "Dopo i colleghi spagnoli, sono scesi in piazza anche gli agricoltori italiani per difendere il settore ortofrutticolo Made in Italy, che è leader in Europa con 300.000 imprese ortofrutticole nazionali, specializzate per una produzione – sostiene la Coldiretti – attorno ai 25.000.000 di tonnellate, che genera un fatturato di oltre 11 miliardi di euro e garantisce occupazione per 50.000.000 di giornate di lavoro". Il presidente della maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana, Sergio Marini, sostiene che "l'Italia deve chiedere i risarcimenti alle competenti autorità europee per i danni economici subiti ingiustamente dai produttori di frutta e verdura nazionali", come già accaduto in altri paesi come Spagna e Portogallo.

BATTERIO KILLER

ANCORA APERTA LA CACCIA AL VETTORE

 

Procedono con molta lentezza le indagini delle autorità tedesche sul vettore responsabile della trasmissione del batterio Escherichia Coli, che ha provocato 38 morti e oltre 3.000 contagiati. Oggetto di studio sono ora i germogli di broccoli, aglio e finocchio.

Sembrano procedere a tentativi le indagini dell'Istituto Federale di Vigilanza Sanitaria tedesco sull'origine del batterio Escherichia Coli, che ha causato un'ondata di panico in tutta Europa. Molti sono stati i possibili vettori e veicoli del batterio presi in considerazione, ma quasi tutti sono stati definitivamente assolti a seguito di accurate indagini scientifiche, risultate negative ad esempio per il batterio di soia, richiamato in causa più volte, ma sempre "scagionato".

Le analisi di laboratorio acquistano sempre più le caratteristiche di una rocambolesca indagine, con assolti e indagati che si continuano ad aggiungere al registro dei sospettati. La maggior parte di questi è di origine vegetale, con gravi disagi alle economie agricole dei paesi del Centro Europa, che hanno registrato un decremento dell'80% dei consumi ortofrutticoli. Il calo si è registrato particolarmente con i cetrioli spagnoli, primi ad essere oggetto di analisi, ma assolti poco dopo. Come ricorderete, nacque anche una polemica tra Spagna e Germania, che subito addossò le colpe della trasmissione del batterio al governo iberico. Per gli ingenti danni prodotti, nel consiglio straordinario di tutti i i ministeri dell'Agricoltura convocato in Lussemburgo sono stati stanziati oltre 200.000.000 di euro, che figurano come compensazioni finanziarie per il comparto agricolo.

Molta preoccupazione ha destato il ricovero, in Francia, di 6 bambini che hanno contratto un'infezione alimentare legata ad un ceppo raro di E.Coli, anche se i medici hanno dichiarato che le loro condizioni sono gravi, ma non preoccupanti. L'infezione si è manifestata con una forte diarrea emorragica e, secondo le prime analisi, sarebbe dovuta al consumo di hamburger surgelati, ma pare non abbia nulla a che vedere con l'epidemia tedesca.

Mentre il numero delle vittime sale a 38, dopo essere stati assolti i germogli di soia, sul banco degli imputati salgono i germogli di broccoli, aglio e fieno greco, consumati da 5 uomini, colpiti ora dall'infezione. I 5 sono dipendenti della Gaertnerhof, il vivaio della Bassa Sassonia da cui è partita l'epidemia, chiuso a seguito di alcuni provvedimenti del governo federale. L'azienda produceva 18 tipi di germogli, tra cui la soia, e quindi ancora lunga potrebbe essere la lista dei germogli sospettati, che lasciano sempre aperta la caccia al batterio killer.

Il batterio non ha però diminuito la sua forza, anche se il numero delle infezioni registrate è in calo. Proprio in questi giorni il ministro della Salute tedesco, Daniel Bahr, ha tenuto a precisare che il pericolo non è affatto terminato, nonostante il numero dei decessi sia limitato. Il ministro tedesco non esclude nuovi casi di E.Coli, anche se è ottimista sul risultato finale delle indagini in corso, che dovranno stabilire il reale responsabile dell’epidemia.

ESCHERICHIA COLI: LA SAGA DEL BATTERIO KILLER CONTINUA...

 

Da quasi un mese l'epidemia da E.Coli sta scombussolando le più grandi menti scientifiche, trasformandosi in una sorta di detective story. I ricercatori sono a caccia della fonte del focolaio del batterio su ogni vegetale sul mercato, ma al momento non vi è alcun risultato ufficiale.

Il mistero del batterio killer sembra essersi finalmente risolto. Ieri Reinhard Burger, responsabile del Robert Koch Institute, cioè il laboratorio federale tedesco per le malattie infettive, ha annunciato di aver individuato la causa dell'epidemia da Escherichia Coli, o meglio del suo famigerato ceppo ribattezzato "0104:H4", che ha infettato oltre 3.000 persone e causato già 31 vittime: sarebbe tutta colpa dei germogli di fagioli, dunque. Ma dall'Italia e dal resto d'Europa si attendono ancora conferme. E la mente ci riporta a quanto accaduto quasi un mese fa, prima con i cetrioli spagnoli e poi con altri ortaggi, oltre che con salumi di provenienza italiana.

Ormai da troppe settimane scienziati e ricercatori di tutta Europa sono impegnati per risalire alla fonte del ceppo mortale e produrre un farmaco efficace per il trattamento dell'E.Coli.

Come detto, la saga del batterio killer è iniziata con la paura del cetriolo, dopo che il Ministero della Sanità Tedesco ha allertato i produttori agricoli, affermando che il virus derivava dagli ortaggi, tanto cari in Germania, provenienti dalla Spagna. I cetrioli sono stati immediatamente spazzati via dai negozi di generi alimentari, con gli agricoltori iberici che hanno perso oltre 200.000.000 di euro a settimana. Ma è stato lo stesso Ministro della Sanità tedesco a precisare, dopo qualche giorno e non senza imbarazzo, che la fonte del focolaio del batterio non proveniva dai cetrioli Made in Spain. Ma ormai la frittata era fatta, con la conseguente polemica tra i 2 paesi europei. Così gli scienziati si sono messi di nuovo all'opera nella loro ricerca del "colpevole". Questa volta la scure si è abbattuta sui germogli di soia prodotti in una fattoria della Bassa Sassonia, dove l'E.Coli aveva fatto il maggior numero di vittime.

In realtà la soia è un prodotto "pesante" da digerire e può essere pericoloso anche senza le complicanze dovute a batteri, soprattutto se coltivato con l'uso di sostanze chimiche. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato, peraltro, che la soia può provocare gravi e potenzialmente fatali allergie alimentari.

Ad ogni modo, i test effettuati in Germania sui campioni di soia hanno dato risultati abbastanza contrastanti: secondo il RKI, ad essere contaminati sarebbero germogli di legumi provenienti dalla Gaertnerhof del villaggio Bienenbüttel, cioè la stessa azienda in Bassa Sassonia dove i germogli di soia erano stati discolpati qualche giorno fa.

Nel frattempo, gli ortaggi incriminati hanno viaggiato liberamente in Italia (dove non si sono verificati né casi di diarrea emorragica da EHEC, né di SEU, sindrome emorragica uremica), Francia, Paesi Scandinavi e in tutto il Canale della Manica. Fino ad oggi il numero totale di persone affette da EHEC ha superato le 2.500 unità, con più di 30 morti. Nel frattempo, un ceppo di E.Coli sospetto è stato trovato in alcune barbabietole olandesi, e un batterio simile è stato individuato in un lotto di avocado giunto in Thailandia dall’Europa.

Oltre a quello tra Spagna e Germania, un altro battibecco è quello che ha visto protagonista la Russia e gli altri paesi europei, a seguito del divieto sulle importazioni di ortaggi provenienti dall'Europa centrale. La diatriba è stata all’ordine del giorno del vertice con l'UE di questa settimana a Nizhny Novgorod. La Russia ha assicurato di essere pronta a revocare l'embargo non appena la Commissione europea garantirà che i vegetali provenienti dall'Europa saranno sicuri da consumare.

Forse l'unica reale e concreta disposizione da dare è quella relativa alle precauzioni: in occasione dei pasti, lavare con cura tutti i vegetali crudi, così come le mani, visto che il contagio può essere trasmesso anche da uomo a uomo.

 
 
 

BATTERIO KILLER: ESCHERICHIA COLI

Post n°45 pubblicato il 08 Giugno 2011 da Saikoro
Foto di vorrei_capire0

 

BATTERIO KILLER

 

I MORTI SALGONO A 25. EMERGENZA NEGLI OSPEDALI. L'INTERVISTA: COME DIFENDERSI


 

Si aggrava il bilancio dell'epidemia di E.Coli in Europa. Il batterio killer ha fatto altre due vittime in Germania, portando così a 25 il numero totale dei decessi nel Vecchio Continente. Le ultime due vittime, una donna di 74 e l'altra di 88 anni, presentavano i sintomi di una sindrome emolitica e uremica (SHU), gravi disturbi renali provocati dal batterio E.Coli. La notizia dei due nuovi decessi arriva mentre a Lussemburgo si sta per aprire un summit straordinario dei ministri dell'agricoltura della UE. Dalla bozza della dichiarazione finale prende corpo l'ipotesi di aiuti per 150 milioni di euro all'agricoltura.

EMERGENZA OSPEDALI - Negli ospedali tedeschi ormai è allarme rosso. Il numero dei pazienti ricoverati per accertamenti sull'infezione da batterio continua ad aumentare e le cliniche faticano a stare al passo con le richieste. "La Società Ospedaliera tedesca - scrive lo Spiegel - esige un sostegno finanziario consistente per poter far fronte all'emergenza, mentre le critiche rivolte al governo per la gestione della crisi sanitaria diventano sempre più feroci".

PRIMO CASO IN CANADA - Nel frattempo un primo caso sospetto di infezione si registra in Canada. "L'Ontario ha un caso sospetto di E.Coli legato all'epidemia in Europa", ha dichiarato in un comunicato Arlene King, responsabile sanitario della più popolosa fra le province canadesi. L'uomo, residente nella regione di Peel, ha viaggiato di recente in Germania, dove ha consumato prodotti alimentari locali. Per analisi mediche definitive sono necessari ancora alcuni giorni, precisano i sanitari, ma i test preliminari "confermano la presenza di una tossina compatibile con l'epidemia europea".

I SEMI DI SOIA - Le autorità tedesche, d'altra parte, mantengono l'allerta su germogli di soia, cetrioli, pomodori, lattuga, nonostante l'esito negativo dei test preliminari sui campioni sequestrati nell'azienda del villaggio Bienenbüttel. Il ministero della Difesa del consumatore della Bassa Sassonia ha confermato che gli esami su 24 dei 40 campioni sequestrati "non hanno evidenziato la presenza del batterio E.Coli", ma ha aggiunto che "non si può ancora definitivamente escludere che l'infezione sia partita da Bienenbüttel". Secondo il ministro rimane comunque valido l'invito a non consumare verdure crude (cetrioli, lattuga, pomodori), perché potrebbero essere l'origine dell'infezione.

Il ministro dell'Agricoltura tedesco, Ilse Aigner, ha sottolineato che non è facile risalire al focolaio, anche perché l'azienda in cui sono stati sequestrati i campioni "potrebbe non essere la sola ad aver diffuso il batterio". Ma anche perché, da quando è stata scoperta la malattia, sono trascorse diverse settimane. Questo aspetto ha suscitato anche le critiche dei Verdi, che hanno accusato il governo di non aver affrontato subito l'emergenza. Anche sui tempi che ci vorranno per capire da dove è partito il contagio, le autorità non si sono espresse positivamente. In Germania i casi di contagio sono 1.526, mentre i sintomi del batterio sono comparsi in 2.500 persone.

 

SCENDE IN CAMPO L'UE - 150 milioni di euro per aiutare gli agricoltori europei, le cui vendite sono in caduta libera dopo l'epidemia del batterio killer: è la proposta della Commissione UE ai ministri dell'Agricoltura dei 27 che si riuniscono nel primo pomeriggio a Lussemburgo, in una riunione straordinaria (era già programmata per il 17, ma è stata anticipata), proprio per decidere il piano di aiuti ai coltivatori. Le misure interessano gli agricoltori spagnoli, accusati inizialmente dalle autorità tedesche come responsabili dell'epidemia, ma anche quelli italiani, scesi oggi in piazza con manifestazioni da Milano a Latina: a Fondi, davanti all'ingresso del più grande mercato ortofrutticolo italiano (MOF), sono stati distribuiti direttamente ai consumatori i prodotti ortofrutticoli invenduti a causa della psicosi che coinvolge 300mila imprese nazionali che garantiscono proprio in questa stagione lavoro per 50 milioni di giornate: una manifestazione a sostegno della richiesta italiana di risarcimento per i 100 milioni di euro di danni subiti dal Made in Italy alimentare.

Intanto, il commissario UE alla Salute, John Dalli, ha criticato la Germania per la prematura diffusione di informazioni inesatte sull'origine del batterio-killer. Parlando dinanzi al Parlamento di Strasburgo, prima della riunione dei ministri dell'Agricoltura UE, Dalli ha esortato le autorità a evitare "premature conclusioni", perché diffondono "paure ingiustificate". Il commissario ha fatto un appello alla prudenza, osservando che qualsiasi informazione, prima di essere data al pubblico, deve essere scientificamente provata. Dalli ha osservato che qualunque misura diretta a bloccare su tutto il territorio europeo qualsivoglia prodotto è "sproporzionata", perché la crisi è circoscrivibile ad Amburgo, e ha ripetuto di essere in contatto con le autorità russe, perché cancellino il divieto di importazione delle verdure dall'UE (ma oggi anche l'Arabia Saudita ha bloccato l'importazione di verdure europee). Il commissario ha anche assicurato che tanto la Commissione che le autorità sanitarie nazionali lavorano a pieno ritmo per cercare di individuare l'origine del batterio. Origine sulla quale rimane il buio fitto. Il batterio ha già fatto 25 morti (24 solo in Germania) e causato oltre 2.000 contagi, ma nessuno è stato ancora in grado di capire l'origine della contaminazione: scagionati cetrioli e germogli di soia, i ricercatori tedeschi brancolano nel buio alla ricerca dell'agente patogeno.

I primi test sui campioni di germogli di soia prelevati da un'azienda nella Bassa Sassonia hanno dato risultato negativo, ma il numero delle vittime è in aumento e il panico dilaga. E si registrano anche tensioni nel governo di Angela Merkel, pesantemente attaccato dall'opposizione per la gestione della crisi. La situazione in Italia, invece, è sotto controllo e il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha detto che "non ha senso fare ulteriori controlli su frutta e verdura".

 




BATTERIO KILLER

L'ESPERTO ALIMENTARE DEL CNR: "VERDURA COTTA, ATTENZIONE ALLA CARNE"


 

La Germania è nel caos. Le autorità ancora non riescono a dare una spiegazione al numero di morti provocati dal batterio killer, l'Escherichia Coli. O meglio non riescono a capirne l'origine. Molta confusione dunque. Mangiare o no la verdura? E la carne? Affaritaliani.it ha chiesto chiarimenti a Raffaele Coppola, direttore dell'Istituto di Scienze Alimentari del CNR.


Il ministro Fazio lo ha ammesso: "Gran caos, basta vedere i giornali tedeschi".

"Bisogna spiegare che cosa sta accadendo. L'Escherichia Coli è un batterio, un comune abitante dell'intestino di specie animali. I ceppi ordinari non arrecano danno all'organismo in cui vivono, coabitano con altri centinaia di migliaia di microrganismi e contribuiscono a creare la microflora intestinale. Esistono però diversi ceppi con varia patogenicità appartenenti a questa specie. E' ovvio che il sopravvento di un ceppo patogeno può determinare condizioni di salute compromessa nell'uomo. Se a questo si aggiunge che i batteri possono acquisire antibiotico-resistenza per vari meccanismi, questo può comportare che anche la pressione selettiva di alcuni antibiotici possa far crescere il numero di quelli potenzialmente patogeni che erano in inferiorità numerica rispetto a quelli non patogeni".

L'origine del batterio è da ricercare nella carne o, come stanno facendo, nelle verdure?

"L'origine è essenzialmente animale, perché l'E.Coli vive nell'intestino degli animali e si riscontra nelle feci. Poi è vero che può contaminarsi sia un alimento carneo sia un prodotto vegetale".

Quindi è giusta la ricerca nei vegetali?

"Sì, assolutamente. Non è da escludere che siano stati contaminati con acque sporche".

Ma sembra che nella carne non stiano proprio cercando. E di qui derivano diverse critiche alla Germania.

"Non credo che non lo stiano facendo, perché la letteratura si è arricchita in pochissimo tempo di diverse ipotesi. C'è chi dice che la contaminazione sia avventura in un ristorante, chi in un porto, poi si è detto che sono stati i cetrioli, poi i semi di soia, ma pare non sia più vero. Non si può e non si deve escludere nulla. Facciamo un esempio..."

Dica.

"Se pensiamo che, quando nei delitti abbiamo a che fare con il DNA di una persona, l'indagine è enormemente complicata, immaginiamo quanto sia difficile indagare su organismi invisibili che si moltiplicano con una rapidità sconvolgente".

Il ministro tedesco della Salute insiste: non mangiare verdura cruda. Il ministro italiano Fazio rassicura che in Italia è buonissima e si deve consumare tranquillamente. Che dobbiamo fare?

"Non credo che in Italia ci sia in questo momento un problema di epidemia. Dunque le verdure crude possono essere consumate. E' ovvio che bisogna lavarle accuratamente, pulirle in modo scrupoloso. Certo, nel dubbio tra consumare verdure cotte o crude, meglio mangiarle cotte".

Sono così rari episodi come quelli che stanno avvenendo in Germania?

"Il caso è saltato agli onori della cronaca solo perché c'è stata una concentrazione ristretta all'area tedesca. Ma malattie da microrganismi di questo tipo si presentano comunemente nel mondo. La letteratura è piena di casi. Il problema è che questa volta il focolare di infezione si è sviluppato in un'area ristretta. Al momento credo sia ingiustificato il panico di non consumare verdure fresche".

Ma come è possibile che questo batterio provochi addirittura la morte? E può uccidere anche un soggetto sano?

"Sì, può portare anche alla morte di una persona sana, perché può provocare delle sindromi enteroemorragiche, cioè perdite di sangue a livello dell'apparato gastroenterico, e la produzione di tossine che hanno un effetto patogeno, e in alcuni casi può essere drammatico".




BATTERIO KILLER

IL VIROLOGO FABRIZIO PREGLIASCO: "NESSUNA PSICOSI. BASTA LAVARSI LE MANI"


 

Il "batterio killer" non deve far paura: basta lavarsi le mani. Occorrerebbe quindi seguire semplici regole d'igiene e, naturalmente, avere buon senso". Per fare chiarezza sul batterio E.Coli che ha colpito la Germania è ha già contagiato 1600 persone e ucciso 17 persone in Europa, Affaritaliani ha intervistato il virologo Fabrizio Pregliasco, ricercatore dell'Istituto di Virologia della Facoltà di Medicina di Milano.


Dottor Fabrizio Pregliasco, che cos'è il batterio killer che ha colpito la Germania e che sintomi provoca?

"Si tratta di di un batterio che conosciamo, purtroppo una variante nuova, ma che è ampiamente presente nel corpo umano. Purtroppo ha creato una nuova variante più aggressiva, legata alla tossina di degradazione che produce. Ma questa stessa sostanza nell'uomo provoca complicanze renali, e nei soggetti deboli può determinare la morte. E' quindi un batterio presente nell'intestino e che normalmente convive con l'uomo. Ma se si diffonde può creare patologie".

Ma come si trasmette?

"Di fatto si tratta di una contaminazione superficiale di qualcosa, forse qualche alimento, non del tutto chiarita. Hanno dato la colpa ai cetrioli, ma non è quello. Certo è che questa comunicazione, che è necessaria, può provocare gravi danni al mercato mondiale. Senza considerare la psicosi collettiva che si genera. E' un guaio. Prima l'aviaria, la suina e poi il cetriolo. E' un effetto negativo di una comunicazione necessaria. I cittadini devono essere informati, ma non è mai facile essere equilibrati. Sarebbe importante evitare eccessi, sia per gli effetti sui mercati ma soprattutto sulla psicosi delle persone".

 

Quali sono le regole basilari per evitare il contagio?

"E' importante prima di tutto individuare l'alimento che sta portando il contagio, che è solo superficiale. E poi utilizzare le prescrizioni igieniche standard: lavarsi le mani frequentemente prima di toccare gli alimenti, disinfettarli e sfregarli con il bicarbonato. Questo è sufficiente per evitare rischi. E nel 50% dei casi abbatterebbe il rischio di contrarre infezioni".

E quando si mangia fuori casa che precauzioni bisogna prendere?

"Bisogna stare attenti al consumo di cibi crudi e di quelli cotti o conservati male; evitare alimenti a rischio soprattutto in estate, quando il caldo fa 'scoppiare', proliferare i batteri. Al bando quindi creme, insalate russe o cibi a base di uova, soprattutto quando sono esposti su piatti fuori dal banco frigo".

Che cosa ci dobbiamo aspettare? Il batterio killer arriverà in Italia?

"E' importante dire che i casi sono concentrati nel nord della Germania, nonostante ci siano contaminazioni anche nel Nord Europa. Ancora nessuno in Italia. Normalmente questi contagi sono per via indiretta. Ma, se la diffusione aumenta, è possibile che qualche caso possa arrivare nel nostro Paese. Ma, con i sequestri preventivi e l'allerta dell'OMS, non dovremmo essere coinvolti o comunque, se lo saremo, sarà solo di striscio. Prevedo che la situazione a breve sarà messa sotto controllo. E comunque non bisogna avere paura: nella gran parte dei casi questo batterio crea una fastidiosa malattia con gastroenterite, ma non mette in pericolo di vita".

 
 
 

"CHERNOBYL? NON FU UN DISASTRO". La tesi choc degli scienziati italiani.

Post n°44 pubblicato il 06 Giugno 2011 da Saikoro
Foto di vorrei_capire0

Il giornalista Claudio Bernieri ha effettuato una serie di interviste a tecnici ed esperti che hanno seguito o seguono le vicende della centrale di Chernobyl. Ecco che cosa gli hanno detto.

 


1 - NON C'E' NESSUN PERICOLO PER I BAMBINI. PAROLA DI TECNICO NUCLEARE

Il professor Arrigo Cigna, tecnico nucleare torinese dell'Enea ed esperto di radioprotezione, è stato diverse volte a Chernobyl per studiare lo stato del sarcofago e i rischi per la popolazione locale. E la sua posizione è agli antipodi di quella del dissidente russo.

"Non esistono dei pericoli." ci dice "E poi, riveliamolo: nel 1991 io ho passato 2 ore chinato per terra a raccogliere campioni nella parte più contaminata del reattore. Nel giro di 8 ore mi sono preso la dose di radiazioni equivalente a quella di 3 giorni di radiazioni qui in Italia. Non era una dose folle. E sa quanti sono stati i morti certi conseguenti a Chernobyl? 200, 300 persone, ringraziando il cielo. Certo che poi ci sono state decine di migliaia di morti tra la popolazione locale, ma è un dato statistico. Lei prenda un gruppo di persone nella Pianura Padana, lo segua per 10 o 20 anni e vedrà che molti nel tempo moriranno. E' nell'ordine naturale delle cose. Ma non c'entra niente la radioattività. Gli anziani vadano a Chernobyl e stiano tranquilli. Muoiano in pace. Non è una situazione così tragica... Anche per l'aumento dei tumore alla tiroide c'è una spiegazione meno allarmante.

Prima di tutto bisogna dire che c'è stato un certo pericolo solo per quei bambini che avevano meno di 4 anni ai tempi dell'esplosione; già un adulto non si ammalerà di tumore alla tiroide. La tiroide di un bambino è 10 volte più piccola della tiroide di un adulto e, siccome la quantità di iodio che lì si concentra è uguale, la dose che prendono i bambini è più pericolosa. Ma per quei bambini che sono nati dopo l'esplosione non c'è nessun pericolo. Aiutiamo pure i bambini di Chernobyl. Ma non corrono alcun pericolo: aiutarli è un'azione umanitaria come tante altre. Lodevole, come aiutare i bambini del Ruanda o i barboni della Stazione centrale di Milano. Ma per favore, non parliamo di radioattività... Non esiste questo pericolo per i bambini di Chernobyl. Intorno a questa centrale si intrecciano oscuri interessi e ci marcia l'allarmismo.

Là, in Ucraina, con Chernobyl è come se fosse stata chiusa la Fiat: con la differenza che un operaio italiano trova un altro lavoro, mentre là che fa? Muore di fame. I dati scientifici vengono drogati da problemi economici. Se lei lavora a Chernobyl ha uno stipendio 3 volte superiore a quello di un operaio comune. Di nuovo: per noi non cambia la vita se ci aumentano lo stipendio, mentre là cambia tutto. E i russi sono disposti a tutto, anche a falsificare ricerche e dati, pur di continuare a rimanere sul posto, e a dire che la situazione è pericolosa... Sembra di stare a Napoli. I russi sono sempre pronti a vendere la nonna pur di sopravvivere...

Invece il pericolo maggiore è un altro: che qualche ufficiale dell'Armata Rossa venda qualche bombetta atomica a un Saddam qualsiasi... Quello è un rischio vero!"


2 - IO, TECNICO ITALIANO A CHERNOBYL

 

"Io ci ha lavorato, là dentro." racconta il professor Antonio Madonna, il tecnico italiano dell’ANPA (Associazione Nazionale Protezione Ambientale) che è stato diverse volte nella centrale di Chernobyl.

"Là cade tutto a terra. Tutto un rivestimento di lamiere per non farci entrare l'acqua quando piove rischia di sfasciarsi. E all'interno, lei immagini una miniera. E che ci sia stato un terremoto e che sia cascato giù tutto. E in più, tutto è radioattivo. E lo sarà per milioni di anni... La pericolosità del sarcofago riguarda però solo i lavoratori che attualmente lavorano nella centrale. Non riguarda la popolazione esterna. Né tanto meno l'Europa."

Gli chiediamo: "Le ultime ipotesi sul disastro di Chernobyl dicono, tra i ben informati a Mosca, che quella notte ci fu un terremoto... Chernobyl era zona sismica… Fu una concausa. E' un'ipotesi accettabile?"

"E' un'ipotesi non verificata. Perché sugli altri 3 reattori non è successo niente, a distanza di soli 100 metri? Immagini una serie di barre di 3 o 4 metri che devono entrare all'interno a nido d'ape, verso il basso. Questo fu l'esperimento che causò la catastrofe. Se ci fosse stato un cedimento delle fondazioni per una scossa tellurica, le barre si sarebbero spostate. Invece le sbarre entrarono normalmente nel reattore. Forse ci sarà stata anche una scossa sismica, ma irrilevante."

"Non vi sono dei rischi, dunque, di nuove scosse?" gli chiediamo.

"Ci possono essere piuttosto delle infiltrazioni nelle falde acquifere. O il rischio di un grosso incendio. O un tornado molto forte che possa scoperchiare queste lamiere. E molta polvere radioattiva potrebbe viaggiare nell'atmosfera. Ma non esiste la possibilità che il reattore esploda di nuovo. Tutto può naturalmente succedere a questo mondo, ma per il 99 virgola tantissimi 9 la centrale è ora sicura."

 

"Chi lo garantisce?"

"Nel 1995, con finanziamenti del G7, è iniziato il piano 'Shelter Implementation Plan', in gergo 'SIP', a cui partecipano anche esperti italiani, per portare questo sarcofago a "prato verde", a evacuarlo totalmente. E stabilizzare prima di tutto il sarcofago: che non crolli. Se bisogna andare dentro la centrale e ripulirla, bisognerà che il tetto non seppellisca i lavoratori... Poi bisognerà costruire un nuovo sarcofago metallico, ad arco, che copra l’attuale centrale e che difenda il territorio dal pulviscolo radioattivo, e man mano questa verrà smantellata. Sono già stati stanziati 1.500 miliardi di lire dalla Banca Europea di Ricostruzione, con sede a Londra. E poi individuare la zona dove depositare il materiale radioattivo evacuato."

"Molte polemiche sono nate forse per 'incentivare' ulteriori finanziamenti?"

"Si è deciso, sempre al G7, di finanziare con una serie di altri prestiti il completamento di altre 2 centrali nucleari, per bilanciare la perdita di energia con la chiusura di Chernobyl. Ma i conti di questo prestito sono stati fatti secondo costi occidentali: 3.000 miliardi di vecchie lire. La Banca Europea ha detto al governo ucraino, più o meno: 1.500 miliardi ce li mettiamo noi, il rimanente è a vostro carico. Al che gli ucraini si sono fatti un po' i conti. Si sono detti: Adesso dobbiamo pagare il nostro lavoro al vostro costo? Pagare un ingegnere 5.000 dollari al mese? E del prestito di questa banca il governo ucraino non ne vuole più sapere..."

"Chi lavora oggi a Chernobyl con lei?"

"I tecnici provengono dalle ditte che vincono man mano gli appalti. Ditte francesi, tedesche, americane, anche italiane. Ci sono poi 5.000 lavoratori sul posto. Si stanno costruendo 5 installazioni di decontaminazione nucleare. E si trovano sul posto una cinquantina di tecnici occidentali."

"Come vengono pagati i lavoratori di Chernobyl?"

"Questo lavoro è molto pericoloso. Il sito è molto contaminato. Ha i suoi rischi. Ci si può prendere una bella malattia. I tecnici ucraini prendono stipendi che vanno da 50 a 120 dollari al mese, e che vanno a incidere anche sulla sicurezza, perché le persone più valide certamente non desiderano andare a lavorare lì. E poi, intorno a loro ci sono tanti grandi professori che fanno le loro pensate e ponzano teorie. Ditte giapponesi, europee e americane hanno più volte spinto perchè queste retribuzioni vengano riviste."

 

"Come si vive a Slavutich, la cittadella della scienza vicino a Chernobyl?"

"Nella cittadella di Slavutich vivono ancora molti lavoratori che ai tempi dell'esplosione si contaminarono fortemente. Di sera si ubriacano. Sanno di non potere avere figli, perché potrebbero nascere geneticamente mutati. La vita per loro è cambiata. Nessuno si sposa più. E se lavora nelle zone più radioattive, anche con stipendi di 400 dollari, non si porta nemmeno gli strumenti per verificare che dose si piglia. E' fatalista. Mangia contaminato. E' come se uno si fumasse 500 sigarette al giorno."


3 - NO ALL'INTEGRALISMO VERDE

Professore di chimica e fisica all’Università di Roma 3, Franco Battaglia guida la pattuglia di scienziati italiani schierati contro quello che viene definito 'integralismo verde'.

"Integralismo che diffonde bufale: l'elettrosmog, l'uranio impoverito, i cibi transgenici, l'effetto serra..." racconta. "A mezzo metro sotto il terreno della Lombardia ci sono ad esempio 20.000 tonnellate di uranio. Allora si evacua tutta la Lombardia, compresa Milano? La storia dell'uranio impoverito è ad esempio una classica bufala dell’integralismo verde... Cause scientifiche finte, giustificate politicamente da avvocati che fanno i ministri e che non hanno studiato fisica."

Ha scritto recentemente una lettera a Ciampi sui falsi allarmi intorno all'elettrosmog firmata, tra gli altri scienziati, dal prof. Regge.

"Professore, molta gente in Russia vive in un ambiente con un livello di radioattività di 40 curie: è pericoloso?"

"No, non sono radiazioni pericolose. Ci sono zone sulla terra con livelli 50 volte superiori, senza che in quelle zone la gente si ammali."

"I medici russi parlano dell'aumento di molte malattie come conseguenza al disastro di Chernobyl."

"In quei paesi dell'Est esistono dei grossi problemi sanitari irrisolti e i dirigenti di oggi, per comodità, si nascondono dietro al disastro di Chernobyl. E' una scusa per nascondere le loro responsabilità. C'è un vergognoso mercato intorno ai bambini di Chernobyl. Tutte le malattie oggi vengono attribuite a Chernobyl."

"Ad esempio i tumori..."

"Si dice che c'è un aumento di incidenza dei tumori della tiroide, ma questo aumento è inferiore alla realtà. Prima di Chernobyl in Russia sembrava che non ci fosse nessuno con questa malattia. Perché nessuno studiava i casi e li contava. Nel periodo 1981-1985 in Russia non c'era un caso di tumore alla tiroide. Non ci credo. Nessuno ha indagato. Se lei va in Canada, scopre che c'è un notevole aumento di tumore alla mammella nelle donne. Le tecniche diagnostiche si sono affinate e vengono rivelati nuovi casi, che con le vecchie tecniche passavano inosservati.

E poi, diciamolo una volta per tutte! Il sistema sanitario sovietico non aveva distribuito nella popolazione che viveva vicino a Chernobyl una precauzione essenziale: pastiglie di ioduro di potassio, che si fissano alla tiroide e difendono l'organismo dallo iodio radioattivo. Queste pastiglie mancavano. Gli Stati Uniti si offrirono di inviare queste pastiglie. Ma per ragioni politiche l'Unione Sovietica rifiutò."

"Il professore russo Bandazhedskij ha compiuto degli studi, in cui sostiene che l’80% dei bambini in quelle zone ha dei seri problemi di salute..."

"Non è democratico se un ricercatore sconosciuto fa un'indagine per proprio conto, e la contrappone a quella di centinaia di scienziati di istituzioni ufficialmente sconosciute. La sua parola non vale contro quella dell'intera comunità scientifica."

"E cosa dice l'UNSCEAR, la commissione ufficiale dell’ONU che ha indagato per anni sugli effetti delle radiazioni sull'organismo degli abitanti delle zone coinvolte nell’esplosione?"

"Non vi sono incidenze di tumori nel complesso o di mortalità che possano essere attribuiti alle radiazioni conseguente il disastro di Chernobyl. Parola di commissione dell’ONU.

Ci sono decine di scienziati che hanno studiato gli effetti delle radiazioni su Chernobyl. E i risultati sono chiari. Dal punto di vista dei deceduti, il numero maggiore è stato quello dei suicidi: gente che non ha retto psicologicamente.

Dopo l'incidente vennero ricoverati 237 lavoratori. Di questi ne morirono 31 dopo un mese, e fino ad oggi altri 10. Gli altri sono ancora vivi: ma ovviamente nel tempo moriranno tutti, come tutti noi. Questi sono i dati certi."

"Perché allora certi dati allarmanti?"

"Per ragioni politiche ed economiche. Falsi dati che fanno comodo solo ai petrolieri. Ha mai visto qualcuno sfilare per i danni ambientali inferti alle isole Galapagos da parte del naufragio recente di una petroliera? In vent'anni di energia nucleare i morti veri, accertati, sono stati meno di 100. Questi sono i fatti riconosciuti da tutti. In Italia Chernobyl è stata una pacchia per un certo integralismo antinucleare."


4 - NOI EUROPEI FINANZIEREMO NUOVE CENTRALI SICURE

Si chiamano Khmelnitsky 2 e Rivne 4 le due nuove centrali nucleari in costruzione in Ucraina. Finanziate, dopo molte proteste e polemiche, dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) con un prestito di 215 milioni di dollari. Ora le due centrali nucleari avranno presto delle gemelle. Ma questa volta, costruite secondo i parametri europei. Ce lo rivela l'ingegner Ugo Spezia, presidente dell’Associazione Italiana Nucleare, e autore del libro "Chernobyl, dieci anni dopo".

"Il progetto è già esecutivo: completate le due unità a tecnologia russa," spiega, "si stanno già costruendo gli impianti civili per le due nuove centrali nucleari. Saranno centrali nucleari a totale tecnologia occidentale. Saranno costruite da un consorzio di ditte europee, tra cui la francese Framaton e la tedesca Siemens, con qualche partecipazione dell’Ansaldo. E con questa realizzazione e i relativi finanziamenti, che complessivamente ammontano a 5 miliardi di dollari, si concluderanno, si spera, le annose polemiche intorno a Chernobyl e la sua supposta pericolosità."

L'ingegner Spezia è molto chiaro in merito: "Il sarcofago è affidabile, sta in piedi, non c'è nessun rischio di crollo né di allagamento. Le infiltrazioni d'acqua piovana vengono periodicamente drenate, i reattori chiusi sono ispezionabili attraverso gallerie sotterranee. 300 tecnici, tra cui gli ispettori dell’Agenzia Nucleare dell’Onu, la IAEA, vigilano sulla sicurezza. Insomma, il reattore spento non è a rischio. Il governo ucraino ha fatto filtrare supposti allarmi sulla sua sicurezza per far lievitare gli investimenti europei. Tutto qua. Vuole ulteriori investimenti in fatto di infrastrutture, nuove fabbriche e industrie finanziate dall’Occidente."

La domanda è nell’aria: "Quindi il sarcofago di Chernobyl, pieno di crepe e sul punto di crollare, è un'invenzione del governo ucraino?"

"Non è possibile che il sarcofago crolli." risponde l’ingegnere. "Anche l'ipotesi di un'inondazione è fuori luogo. Tutto è possibile, come il Diluvio Universale o il Tevere che sommerga tutta Roma. Rischio zero. La radioattività nelle falde acquifere è stata metabolizzata negli anni e fissata dalle alghe. Gli acquedotti di Kiev che si nutrono dalla stessa falda acquifera vicino a Chernobyl hanno un tasso di radioattività inferiore alla norma mondiale.

Due organisni dell’ONU, lo IAEA e il NEA, fino all'anno scorso hanno monitorato lo stato di salute delle popolazioni ucraine a rischio. Gli studi hanno evidenziato un incremento nei tumore alla tiroide tra chi era bambino ai tempi dell'esplosione. 1.800 casi in tutto, un dato superiore al 10% della media. Solo 50 persone sono morte, tutti gli altri sono guariti. Non esiste nessun'altra prova scientifica di malattie come conseguenza all'esplosione del 1986."

E se gli obiettiamo che si parla di moltissimi decessi tra gli 800.000 operai, detti "liquidatori", che rimossero parte del materiale radioattivo e costruirono il sarcofago, lui risponde: "Non c'è stato nessun aumento di decessi fuori dalla norma."

 


5 - E' PIU' RADIOATTIVA SAN PIETRO CHE CHERNOBYL

L'ingegner Paolo Fornaciari, autore del libro "Il petrolio, l'atomo e il metano" (Ed. XXI Secolo), ex direttore delle attività nucleari dell'Enel, è di casa a Chernobyl. Da 10 anni studia i problemi sorti dal disastro nucleare. E spiega, rassicurando gli incerti e provocando gli antinuclearisti, suoi avversari, il reale stato della centrale nucleare ormai chiusa da due anni.

"Chernobyl è stato un caso molto particolare, unico nel suo genere. Si trattava di un reattore nucleare derivato da progetti militari, insomma instabile e quindi pericoloso. La mancanza di acqua refrigerante aumentava la reazione nucleare e la potenza, mentre nei reattori 'occidentali' la spegne. Funzionava a temperature troppo elevate, superiori alle soglie di reazione chimica, con possibilità di produrre, come avvenne, gas esplosivi. Privo di un adeguato sistema di contenimento e con il reattore alloggiato in un edificio con tetto a capriata, come le nostre chiese medioevali. Gestito da burocrati di partito più che da tecnici competenti, in violazione delle più elementari norme di sicurezza. Un incidente come quello non sarebbe mai potuto accadere nelle nostre centrali nucleari."

Anche per l'ingegner Forniaciari tutto è sotto controllo: "Il livello medio di radioattività nella 'area vietata' attorno alla Centrale di Chernobyl è oggi di circa 500 mrem/anno, con un massimo pari a 70 volte il fondo naturale a 300 metri dal sarcofago. Ebbene, noi abbiamo 700 mrem/anno in Piazza S. Pietro a Roma, valore più elevato di quello medio della zona interdetta di Chernobyl. Il porfido dei cubetti del selciato della piazza infatti, come il tufo, la pozzolana e tutte le rocce di origine vulcanica in genere, contiene torio, elemento naturalmente radioattivo."

"Anche certi dati sulle vittime di Chernobyl vanno rivisti." sostiene. "I giornali italiani hanno spesso parlato di migliaia di morti... Il Corriere della Sera, citando l'Istituto Superiore di Sanità, previde ai tempi dell'esplosione che in Italia sarebbero morte addirittura 3.000 persone per malattie legate a Chernobyl. Ciò è falso! Per quanto riguarda il numero dei morti, le relazioni ufficiali dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA) hanno indicato ('One decade after Chernobyl', IAEA, aprile 1996), oltre alle 31 morti immediate, solo altri 14 casi oltre i 3 degli 800 bambini ricoverati negli ospedali per problemi alla tiroide.

Secondo uno studio dell'Istituto svizzero Paul Sherrer gli incidenti avvenuti in campo energetico nel periodo 1969-1986 hanno provocato, a fronte dei 48 morti di Chernobyl, ben 18.000 morti, di cui oltre un terzo dovuto al petrolio e gli altri due terzi a energia idraulica, carbone e gas.

Insomma, tutto è sotto controllo. Non può più avvenire nessun disastro, mi creda. Allora, quando Chernobyl esplose, ci fu una colonna radioattiva che salì nel cielo perché si verificò un incendio di grafite, ma oggi non sarebbe più possibile. Il sarcofago è sicuro.

Secondo me c'è da aver più paura degli altri dodici reattori attualmente in funzione nei paesi dell’ex Unione Sovietica. Reattori identici a quello di Chernobyl, instabili, obsoleti, gestiti male, affidati a burocrati più che a scienziati. Funzionari di partito che nel passato accettavano di dirigere una centrale nucleare per avere un maggiore stipendio e più privilegi. Ma in quanto a competenza...

Ad esempio anche la Lituania, che tra breve entrerà nella comunità europea, possiede un reattore nucleare pericoloso e obsoleto quanto quello di Chernobyl. Che dovrà chiudere. Mentre l'Ucraina sta aprendo nuove centrali nucleari… Gli ucraini non vogliono né centrali a carbone, dove muoiono troppi minatori, né i gasdotti russi, ovvero la dipendenza economica da Putin. Vogliono l'autonomia energetica, e la cercano nel nucleare.

E noi europei li aiuteremo a completare le loro centrali nucleari. Anche se noi italiani... Siamo sempre lì ad alimentare polemiche contro il nucleare: noi, l'unico paese che brucia petrolio e gas per avere energia... Se nel mondo facessero tutti come noi, scoppierebbe la terza guerra mondiale per accaparrarsi il petrolio disponibile. Noi italiani paghiamo per l'energia il triplo della Svezia e il doppio della Francia, perché non abbiamo centrali nucleari. Questi dati non vengono rivelati.

Ma le nostre imprese prima o poi dovranno chiudere, perché non sono competitive. Il petrolio e il gas costano il triplo del nucleare abbinato al carbone. Infatti Bush l'ha capito e ha prodotto un nuovo piano basato proprio su carbone e nucleare, il sistema più rispettoso per l'ambiente. E noi, invece, poveri petrolio-dipendenti... Noi facciamo i furbi...

Dipendiamo dall'energia nucleare del reattore di Krisk, in Slovenia, a 120 km da Trieste, e poi dalle 8 centrali nucleari francesi. Rifiutiamo a casa nostra le centrali nucleari e compriamo il nucleare fuori confine. Non è morale. E, tra l'altro, le centrali nucleari francesi e slovene sono più vicine a Milano o Torino che Montaldo di Castro...

In quest'ottica, provi a decifrare l'interesse di Agnelli nello scalare la Montedison. Vede, Agnelli e una consociata francese hanno bisogno della Montedison per vendere energia nucleare francese in Italia, tanta è la nostra fame di nucleare...

Eh, sapesse quanti interessi economici, quante tangenti ruotarono intorno ai metanodotti algerini ai tempi di Craxi, quando con la messinscena di un referendum si bloccò la costruzione di Montaldo di Castro..."

 
 
 

MEDITATE, DONNE, MEDITATE...

Post n°43 pubblicato il 31 Maggio 2011 da Saikoro
Foto di vorrei_capire0

COSA GUARDANO GLI UOMINI IN UNA DONNA?


Secondo il dottor Paul Dobransky non è solo la bellezza fisica ad attrarre gli uomini al primo sguardo.

I risultati di un sondaggio americano sono sorprendenti: ad attrarre gli uomini sono principalmente occhi e capelli.

Lunghe sedute di preparazione, numerosi cambi di vestito ed interminabili sessioni davanti allo specchio. Prepararsi per un'uscita con le amiche sembra proprio richiedere molto tempo, soprattutto per l'idea o la speranza di riuscire a fare colpo. Ma ci siamo mai chieste cosa notano gli uomini la prima volta in una donna?

Secondo il dottor Paul Dobransky, psicologo ed esperto di relazioni, infatti, nei primi cinque minuti gli uomini sono attratti da particolari dettagli fisici. Se si scende più sul particolare si scopre, sempre secondo l'esperto americano, che ogni uomo ha il suo particolare gusto ed è incredibilmente attratto da un singolo aspetto della donna: "In quei momenti non si tratta di personalità, intelligenza, carriera o qualsiasi altra cosa fondamentale per una relazione, ma è solo sex appeal".

E' il sorriso che li attrae? Un vestito succinto che accompagna un bel corpo? Sembrano entrambe ottime idee, ma per andare sul sicuro l'unica cosa da fare è chiederlo ai diretti interessati. Ecco che, grazie ad un sondaggio realizzato dal sito americano (BettyConfidential.com), abbiamo scoperto delle risposte davvero interessanti e anche una bella sorpresa.


1 – I CAPELLI

Sembra davvero incredibile, ma la maggior parte degli uomini giura di essere attratto, in primo luogo, dai capelli. Lunghi, brillanti e dalla capacità ipnotica, sono il primo elemento che si nota da lontano. I capelli, poi, riescono a regalare una prima impressione sul modo di essere. Le donne con i capelli sani sembrano denotare maggiore personalità, intelligenza e sicurezza professionale, tutti elementi ritenuti importanti per una relazione.


2 – GLI OCCHI E IL VISO

Dopo i capelli, ad essere notati e scrutati sono gli occhi e i lineamenti del viso. Un bel volto accompagnato da uno sguardo intenso colpisce gli uomini molto più che un vestito troppo attillato, spingendoli a cercare una conversazione e un primo contatto.


3 – IL CORPO

Al contrario delle aspettative, il corpo si trova "solo" in terza posizione tra le preferenze maschili. Per avere un bel corpo, infatti, serve cura, dedizione e disciplina, tutte caratteristiche molto apprezzate in una donna.


4 – LO STILE

Infine, lo stile di una donna sembra passare in secondo piano. Il modo di camminare e il tipo di atmosfera che si crea in sua presenza, ovvero il tipo di coinvolgimento che provoca, sono caratteristiche che sfuggono al primo incontro.


Incredibile vero? Tutto questo, forse, dimostra che ciò che conta veramente è una donna più felice e più femminile, in virtù della sensazione di soddisfazione e apprezzamento che sente. La femminilità, infatti, la rende più radiosa e molto attraente agli occhi degli uomini.

 
 
 

ahahah!! Yeeeeeeeeeeeeeeeee

Post n°42 pubblicato il 26 Maggio 2011 da aF.oP.anG.aisselA

أناشد كل الشباب التونسي إلى كسر حجز الصمتوالإنخراط معنا ...يجب أن نقول كلمتن

 

Quello che è da di', e' da di'.. C'ha ragione!!! Yeeeeeeeeeeeee!! ahahahah

 
 
 

BUONANOTTE

Post n°41 pubblicato il 25 Maggio 2011 da Saikoro
Foto di vorrei_capire0

Stavolta, semplicemente BUONANOTTE...

 
 
 

AMORE E FUMO

Post n°40 pubblicato il 25 Maggio 2011 da Saikoro
Foto di vorrei_capire0

 

Tra amiche:

- Anna, tu dopo l'amore fumi?

- Non lo so, non ci ho mai fatto caso...

 
 
 

AMORE E ROSE

Post n°39 pubblicato il 25 Maggio 2011 da Saikoro
Foto di vorrei_capire0

 

Tra amiche:

- Sai Alessia, oggi mio marito è arrivato con un enorme mazzo di rose: stasera dovrò aprire le gambe...

- Perché, non avete un vaso?!?

 
 
 

PUBBLICITA'

Post n°38 pubblicato il 25 Maggio 2011 da Saikoro
Foto di vorrei_capire0

Spot pubblicitario:

- Sai Luisa, ho un amico...

- Un amico?!? E Carlo?

- Ma è Svelto...

- Sarà anche svelto, ma se Carlo lo scopre gli fa una faccia così!!!

 
 
 
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