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"CHERNOBYL? NON FU UN DISASTRO". La tesi choc degli scienziati italiani.

Post n°44 pubblicato il 06 Giugno 2011 da Saikoro

Il giornalista Claudio Bernieri ha effettuato una serie di interviste a tecnici ed esperti che hanno seguito o seguono le vicende della centrale di Chernobyl. Ecco che cosa gli hanno detto.

 


1 - NON C'E' NESSUN PERICOLO PER I BAMBINI. PAROLA DI TECNICO NUCLEARE

Il professor Arrigo Cigna, tecnico nucleare torinese dell'Enea ed esperto di radioprotezione, è stato diverse volte a Chernobyl per studiare lo stato del sarcofago e i rischi per la popolazione locale. E la sua posizione è agli antipodi di quella del dissidente russo.

"Non esistono dei pericoli." ci dice "E poi, riveliamolo: nel 1991 io ho passato 2 ore chinato per terra a raccogliere campioni nella parte più contaminata del reattore. Nel giro di 8 ore mi sono preso la dose di radiazioni equivalente a quella di 3 giorni di radiazioni qui in Italia. Non era una dose folle. E sa quanti sono stati i morti certi conseguenti a Chernobyl? 200, 300 persone, ringraziando il cielo. Certo che poi ci sono state decine di migliaia di morti tra la popolazione locale, ma è un dato statistico. Lei prenda un gruppo di persone nella Pianura Padana, lo segua per 10 o 20 anni e vedrà che molti nel tempo moriranno. E' nell'ordine naturale delle cose. Ma non c'entra niente la radioattività. Gli anziani vadano a Chernobyl e stiano tranquilli. Muoiano in pace. Non è una situazione così tragica... Anche per l'aumento dei tumore alla tiroide c'è una spiegazione meno allarmante.

Prima di tutto bisogna dire che c'è stato un certo pericolo solo per quei bambini che avevano meno di 4 anni ai tempi dell'esplosione; già un adulto non si ammalerà di tumore alla tiroide. La tiroide di un bambino è 10 volte più piccola della tiroide di un adulto e, siccome la quantità di iodio che lì si concentra è uguale, la dose che prendono i bambini è più pericolosa. Ma per quei bambini che sono nati dopo l'esplosione non c'è nessun pericolo. Aiutiamo pure i bambini di Chernobyl. Ma non corrono alcun pericolo: aiutarli è un'azione umanitaria come tante altre. Lodevole, come aiutare i bambini del Ruanda o i barboni della Stazione centrale di Milano. Ma per favore, non parliamo di radioattività... Non esiste questo pericolo per i bambini di Chernobyl. Intorno a questa centrale si intrecciano oscuri interessi e ci marcia l'allarmismo.

Là, in Ucraina, con Chernobyl è come se fosse stata chiusa la Fiat: con la differenza che un operaio italiano trova un altro lavoro, mentre là che fa? Muore di fame. I dati scientifici vengono drogati da problemi economici. Se lei lavora a Chernobyl ha uno stipendio 3 volte superiore a quello di un operaio comune. Di nuovo: per noi non cambia la vita se ci aumentano lo stipendio, mentre là cambia tutto. E i russi sono disposti a tutto, anche a falsificare ricerche e dati, pur di continuare a rimanere sul posto, e a dire che la situazione è pericolosa... Sembra di stare a Napoli. I russi sono sempre pronti a vendere la nonna pur di sopravvivere...

Invece il pericolo maggiore è un altro: che qualche ufficiale dell'Armata Rossa venda qualche bombetta atomica a un Saddam qualsiasi... Quello è un rischio vero!"


2 - IO, TECNICO ITALIANO A CHERNOBYL

 

"Io ci ha lavorato, là dentro." racconta il professor Antonio Madonna, il tecnico italiano dell’ANPA (Associazione Nazionale Protezione Ambientale) che è stato diverse volte nella centrale di Chernobyl.

"Là cade tutto a terra. Tutto un rivestimento di lamiere per non farci entrare l'acqua quando piove rischia di sfasciarsi. E all'interno, lei immagini una miniera. E che ci sia stato un terremoto e che sia cascato giù tutto. E in più, tutto è radioattivo. E lo sarà per milioni di anni... La pericolosità del sarcofago riguarda però solo i lavoratori che attualmente lavorano nella centrale. Non riguarda la popolazione esterna. Né tanto meno l'Europa."

Gli chiediamo: "Le ultime ipotesi sul disastro di Chernobyl dicono, tra i ben informati a Mosca, che quella notte ci fu un terremoto... Chernobyl era zona sismica… Fu una concausa. E' un'ipotesi accettabile?"

"E' un'ipotesi non verificata. Perché sugli altri 3 reattori non è successo niente, a distanza di soli 100 metri? Immagini una serie di barre di 3 o 4 metri che devono entrare all'interno a nido d'ape, verso il basso. Questo fu l'esperimento che causò la catastrofe. Se ci fosse stato un cedimento delle fondazioni per una scossa tellurica, le barre si sarebbero spostate. Invece le sbarre entrarono normalmente nel reattore. Forse ci sarà stata anche una scossa sismica, ma irrilevante."

"Non vi sono dei rischi, dunque, di nuove scosse?" gli chiediamo.

"Ci possono essere piuttosto delle infiltrazioni nelle falde acquifere. O il rischio di un grosso incendio. O un tornado molto forte che possa scoperchiare queste lamiere. E molta polvere radioattiva potrebbe viaggiare nell'atmosfera. Ma non esiste la possibilità che il reattore esploda di nuovo. Tutto può naturalmente succedere a questo mondo, ma per il 99 virgola tantissimi 9 la centrale è ora sicura."

 

"Chi lo garantisce?"

"Nel 1995, con finanziamenti del G7, è iniziato il piano 'Shelter Implementation Plan', in gergo 'SIP', a cui partecipano anche esperti italiani, per portare questo sarcofago a "prato verde", a evacuarlo totalmente. E stabilizzare prima di tutto il sarcofago: che non crolli. Se bisogna andare dentro la centrale e ripulirla, bisognerà che il tetto non seppellisca i lavoratori... Poi bisognerà costruire un nuovo sarcofago metallico, ad arco, che copra l’attuale centrale e che difenda il territorio dal pulviscolo radioattivo, e man mano questa verrà smantellata. Sono già stati stanziati 1.500 miliardi di lire dalla Banca Europea di Ricostruzione, con sede a Londra. E poi individuare la zona dove depositare il materiale radioattivo evacuato."

"Molte polemiche sono nate forse per 'incentivare' ulteriori finanziamenti?"

"Si è deciso, sempre al G7, di finanziare con una serie di altri prestiti il completamento di altre 2 centrali nucleari, per bilanciare la perdita di energia con la chiusura di Chernobyl. Ma i conti di questo prestito sono stati fatti secondo costi occidentali: 3.000 miliardi di vecchie lire. La Banca Europea ha detto al governo ucraino, più o meno: 1.500 miliardi ce li mettiamo noi, il rimanente è a vostro carico. Al che gli ucraini si sono fatti un po' i conti. Si sono detti: Adesso dobbiamo pagare il nostro lavoro al vostro costo? Pagare un ingegnere 5.000 dollari al mese? E del prestito di questa banca il governo ucraino non ne vuole più sapere..."

"Chi lavora oggi a Chernobyl con lei?"

"I tecnici provengono dalle ditte che vincono man mano gli appalti. Ditte francesi, tedesche, americane, anche italiane. Ci sono poi 5.000 lavoratori sul posto. Si stanno costruendo 5 installazioni di decontaminazione nucleare. E si trovano sul posto una cinquantina di tecnici occidentali."

"Come vengono pagati i lavoratori di Chernobyl?"

"Questo lavoro è molto pericoloso. Il sito è molto contaminato. Ha i suoi rischi. Ci si può prendere una bella malattia. I tecnici ucraini prendono stipendi che vanno da 50 a 120 dollari al mese, e che vanno a incidere anche sulla sicurezza, perché le persone più valide certamente non desiderano andare a lavorare lì. E poi, intorno a loro ci sono tanti grandi professori che fanno le loro pensate e ponzano teorie. Ditte giapponesi, europee e americane hanno più volte spinto perchè queste retribuzioni vengano riviste."

 

"Come si vive a Slavutich, la cittadella della scienza vicino a Chernobyl?"

"Nella cittadella di Slavutich vivono ancora molti lavoratori che ai tempi dell'esplosione si contaminarono fortemente. Di sera si ubriacano. Sanno di non potere avere figli, perché potrebbero nascere geneticamente mutati. La vita per loro è cambiata. Nessuno si sposa più. E se lavora nelle zone più radioattive, anche con stipendi di 400 dollari, non si porta nemmeno gli strumenti per verificare che dose si piglia. E' fatalista. Mangia contaminato. E' come se uno si fumasse 500 sigarette al giorno."


3 - NO ALL'INTEGRALISMO VERDE

Professore di chimica e fisica all’Università di Roma 3, Franco Battaglia guida la pattuglia di scienziati italiani schierati contro quello che viene definito 'integralismo verde'.

"Integralismo che diffonde bufale: l'elettrosmog, l'uranio impoverito, i cibi transgenici, l'effetto serra..." racconta. "A mezzo metro sotto il terreno della Lombardia ci sono ad esempio 20.000 tonnellate di uranio. Allora si evacua tutta la Lombardia, compresa Milano? La storia dell'uranio impoverito è ad esempio una classica bufala dell’integralismo verde... Cause scientifiche finte, giustificate politicamente da avvocati che fanno i ministri e che non hanno studiato fisica."

Ha scritto recentemente una lettera a Ciampi sui falsi allarmi intorno all'elettrosmog firmata, tra gli altri scienziati, dal prof. Regge.

"Professore, molta gente in Russia vive in un ambiente con un livello di radioattività di 40 curie: è pericoloso?"

"No, non sono radiazioni pericolose. Ci sono zone sulla terra con livelli 50 volte superiori, senza che in quelle zone la gente si ammali."

"I medici russi parlano dell'aumento di molte malattie come conseguenza al disastro di Chernobyl."

"In quei paesi dell'Est esistono dei grossi problemi sanitari irrisolti e i dirigenti di oggi, per comodità, si nascondono dietro al disastro di Chernobyl. E' una scusa per nascondere le loro responsabilità. C'è un vergognoso mercato intorno ai bambini di Chernobyl. Tutte le malattie oggi vengono attribuite a Chernobyl."

"Ad esempio i tumori..."

"Si dice che c'è un aumento di incidenza dei tumori della tiroide, ma questo aumento è inferiore alla realtà. Prima di Chernobyl in Russia sembrava che non ci fosse nessuno con questa malattia. Perché nessuno studiava i casi e li contava. Nel periodo 1981-1985 in Russia non c'era un caso di tumore alla tiroide. Non ci credo. Nessuno ha indagato. Se lei va in Canada, scopre che c'è un notevole aumento di tumore alla mammella nelle donne. Le tecniche diagnostiche si sono affinate e vengono rivelati nuovi casi, che con le vecchie tecniche passavano inosservati.

E poi, diciamolo una volta per tutte! Il sistema sanitario sovietico non aveva distribuito nella popolazione che viveva vicino a Chernobyl una precauzione essenziale: pastiglie di ioduro di potassio, che si fissano alla tiroide e difendono l'organismo dallo iodio radioattivo. Queste pastiglie mancavano. Gli Stati Uniti si offrirono di inviare queste pastiglie. Ma per ragioni politiche l'Unione Sovietica rifiutò."

"Il professore russo Bandazhedskij ha compiuto degli studi, in cui sostiene che l’80% dei bambini in quelle zone ha dei seri problemi di salute..."

"Non è democratico se un ricercatore sconosciuto fa un'indagine per proprio conto, e la contrappone a quella di centinaia di scienziati di istituzioni ufficialmente sconosciute. La sua parola non vale contro quella dell'intera comunità scientifica."

"E cosa dice l'UNSCEAR, la commissione ufficiale dell’ONU che ha indagato per anni sugli effetti delle radiazioni sull'organismo degli abitanti delle zone coinvolte nell’esplosione?"

"Non vi sono incidenze di tumori nel complesso o di mortalità che possano essere attribuiti alle radiazioni conseguente il disastro di Chernobyl. Parola di commissione dell’ONU.

Ci sono decine di scienziati che hanno studiato gli effetti delle radiazioni su Chernobyl. E i risultati sono chiari. Dal punto di vista dei deceduti, il numero maggiore è stato quello dei suicidi: gente che non ha retto psicologicamente.

Dopo l'incidente vennero ricoverati 237 lavoratori. Di questi ne morirono 31 dopo un mese, e fino ad oggi altri 10. Gli altri sono ancora vivi: ma ovviamente nel tempo moriranno tutti, come tutti noi. Questi sono i dati certi."

"Perché allora certi dati allarmanti?"

"Per ragioni politiche ed economiche. Falsi dati che fanno comodo solo ai petrolieri. Ha mai visto qualcuno sfilare per i danni ambientali inferti alle isole Galapagos da parte del naufragio recente di una petroliera? In vent'anni di energia nucleare i morti veri, accertati, sono stati meno di 100. Questi sono i fatti riconosciuti da tutti. In Italia Chernobyl è stata una pacchia per un certo integralismo antinucleare."


4 - NOI EUROPEI FINANZIEREMO NUOVE CENTRALI SICURE

Si chiamano Khmelnitsky 2 e Rivne 4 le due nuove centrali nucleari in costruzione in Ucraina. Finanziate, dopo molte proteste e polemiche, dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) con un prestito di 215 milioni di dollari. Ora le due centrali nucleari avranno presto delle gemelle. Ma questa volta, costruite secondo i parametri europei. Ce lo rivela l'ingegner Ugo Spezia, presidente dell’Associazione Italiana Nucleare, e autore del libro "Chernobyl, dieci anni dopo".

"Il progetto è già esecutivo: completate le due unità a tecnologia russa," spiega, "si stanno già costruendo gli impianti civili per le due nuove centrali nucleari. Saranno centrali nucleari a totale tecnologia occidentale. Saranno costruite da un consorzio di ditte europee, tra cui la francese Framaton e la tedesca Siemens, con qualche partecipazione dell’Ansaldo. E con questa realizzazione e i relativi finanziamenti, che complessivamente ammontano a 5 miliardi di dollari, si concluderanno, si spera, le annose polemiche intorno a Chernobyl e la sua supposta pericolosità."

L'ingegner Spezia è molto chiaro in merito: "Il sarcofago è affidabile, sta in piedi, non c'è nessun rischio di crollo né di allagamento. Le infiltrazioni d'acqua piovana vengono periodicamente drenate, i reattori chiusi sono ispezionabili attraverso gallerie sotterranee. 300 tecnici, tra cui gli ispettori dell’Agenzia Nucleare dell’Onu, la IAEA, vigilano sulla sicurezza. Insomma, il reattore spento non è a rischio. Il governo ucraino ha fatto filtrare supposti allarmi sulla sua sicurezza per far lievitare gli investimenti europei. Tutto qua. Vuole ulteriori investimenti in fatto di infrastrutture, nuove fabbriche e industrie finanziate dall’Occidente."

La domanda è nell’aria: "Quindi il sarcofago di Chernobyl, pieno di crepe e sul punto di crollare, è un'invenzione del governo ucraino?"

"Non è possibile che il sarcofago crolli." risponde l’ingegnere. "Anche l'ipotesi di un'inondazione è fuori luogo. Tutto è possibile, come il Diluvio Universale o il Tevere che sommerga tutta Roma. Rischio zero. La radioattività nelle falde acquifere è stata metabolizzata negli anni e fissata dalle alghe. Gli acquedotti di Kiev che si nutrono dalla stessa falda acquifera vicino a Chernobyl hanno un tasso di radioattività inferiore alla norma mondiale.

Due organisni dell’ONU, lo IAEA e il NEA, fino all'anno scorso hanno monitorato lo stato di salute delle popolazioni ucraine a rischio. Gli studi hanno evidenziato un incremento nei tumore alla tiroide tra chi era bambino ai tempi dell'esplosione. 1.800 casi in tutto, un dato superiore al 10% della media. Solo 50 persone sono morte, tutti gli altri sono guariti. Non esiste nessun'altra prova scientifica di malattie come conseguenza all'esplosione del 1986."

E se gli obiettiamo che si parla di moltissimi decessi tra gli 800.000 operai, detti "liquidatori", che rimossero parte del materiale radioattivo e costruirono il sarcofago, lui risponde: "Non c'è stato nessun aumento di decessi fuori dalla norma."

 


5 - E' PIU' RADIOATTIVA SAN PIETRO CHE CHERNOBYL

L'ingegner Paolo Fornaciari, autore del libro "Il petrolio, l'atomo e il metano" (Ed. XXI Secolo), ex direttore delle attività nucleari dell'Enel, è di casa a Chernobyl. Da 10 anni studia i problemi sorti dal disastro nucleare. E spiega, rassicurando gli incerti e provocando gli antinuclearisti, suoi avversari, il reale stato della centrale nucleare ormai chiusa da due anni.

"Chernobyl è stato un caso molto particolare, unico nel suo genere. Si trattava di un reattore nucleare derivato da progetti militari, insomma instabile e quindi pericoloso. La mancanza di acqua refrigerante aumentava la reazione nucleare e la potenza, mentre nei reattori 'occidentali' la spegne. Funzionava a temperature troppo elevate, superiori alle soglie di reazione chimica, con possibilità di produrre, come avvenne, gas esplosivi. Privo di un adeguato sistema di contenimento e con il reattore alloggiato in un edificio con tetto a capriata, come le nostre chiese medioevali. Gestito da burocrati di partito più che da tecnici competenti, in violazione delle più elementari norme di sicurezza. Un incidente come quello non sarebbe mai potuto accadere nelle nostre centrali nucleari."

Anche per l'ingegner Forniaciari tutto è sotto controllo: "Il livello medio di radioattività nella 'area vietata' attorno alla Centrale di Chernobyl è oggi di circa 500 mrem/anno, con un massimo pari a 70 volte il fondo naturale a 300 metri dal sarcofago. Ebbene, noi abbiamo 700 mrem/anno in Piazza S. Pietro a Roma, valore più elevato di quello medio della zona interdetta di Chernobyl. Il porfido dei cubetti del selciato della piazza infatti, come il tufo, la pozzolana e tutte le rocce di origine vulcanica in genere, contiene torio, elemento naturalmente radioattivo."

"Anche certi dati sulle vittime di Chernobyl vanno rivisti." sostiene. "I giornali italiani hanno spesso parlato di migliaia di morti... Il Corriere della Sera, citando l'Istituto Superiore di Sanità, previde ai tempi dell'esplosione che in Italia sarebbero morte addirittura 3.000 persone per malattie legate a Chernobyl. Ciò è falso! Per quanto riguarda il numero dei morti, le relazioni ufficiali dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA) hanno indicato ('One decade after Chernobyl', IAEA, aprile 1996), oltre alle 31 morti immediate, solo altri 14 casi oltre i 3 degli 800 bambini ricoverati negli ospedali per problemi alla tiroide.

Secondo uno studio dell'Istituto svizzero Paul Sherrer gli incidenti avvenuti in campo energetico nel periodo 1969-1986 hanno provocato, a fronte dei 48 morti di Chernobyl, ben 18.000 morti, di cui oltre un terzo dovuto al petrolio e gli altri due terzi a energia idraulica, carbone e gas.

Insomma, tutto è sotto controllo. Non può più avvenire nessun disastro, mi creda. Allora, quando Chernobyl esplose, ci fu una colonna radioattiva che salì nel cielo perché si verificò un incendio di grafite, ma oggi non sarebbe più possibile. Il sarcofago è sicuro.

Secondo me c'è da aver più paura degli altri dodici reattori attualmente in funzione nei paesi dell’ex Unione Sovietica. Reattori identici a quello di Chernobyl, instabili, obsoleti, gestiti male, affidati a burocrati più che a scienziati. Funzionari di partito che nel passato accettavano di dirigere una centrale nucleare per avere un maggiore stipendio e più privilegi. Ma in quanto a competenza...

Ad esempio anche la Lituania, che tra breve entrerà nella comunità europea, possiede un reattore nucleare pericoloso e obsoleto quanto quello di Chernobyl. Che dovrà chiudere. Mentre l'Ucraina sta aprendo nuove centrali nucleari… Gli ucraini non vogliono né centrali a carbone, dove muoiono troppi minatori, né i gasdotti russi, ovvero la dipendenza economica da Putin. Vogliono l'autonomia energetica, e la cercano nel nucleare.

E noi europei li aiuteremo a completare le loro centrali nucleari. Anche se noi italiani... Siamo sempre lì ad alimentare polemiche contro il nucleare: noi, l'unico paese che brucia petrolio e gas per avere energia... Se nel mondo facessero tutti come noi, scoppierebbe la terza guerra mondiale per accaparrarsi il petrolio disponibile. Noi italiani paghiamo per l'energia il triplo della Svezia e il doppio della Francia, perché non abbiamo centrali nucleari. Questi dati non vengono rivelati.

Ma le nostre imprese prima o poi dovranno chiudere, perché non sono competitive. Il petrolio e il gas costano il triplo del nucleare abbinato al carbone. Infatti Bush l'ha capito e ha prodotto un nuovo piano basato proprio su carbone e nucleare, il sistema più rispettoso per l'ambiente. E noi, invece, poveri petrolio-dipendenti... Noi facciamo i furbi...

Dipendiamo dall'energia nucleare del reattore di Krisk, in Slovenia, a 120 km da Trieste, e poi dalle 8 centrali nucleari francesi. Rifiutiamo a casa nostra le centrali nucleari e compriamo il nucleare fuori confine. Non è morale. E, tra l'altro, le centrali nucleari francesi e slovene sono più vicine a Milano o Torino che Montaldo di Castro...

In quest'ottica, provi a decifrare l'interesse di Agnelli nello scalare la Montedison. Vede, Agnelli e una consociata francese hanno bisogno della Montedison per vendere energia nucleare francese in Italia, tanta è la nostra fame di nucleare...

Eh, sapesse quanti interessi economici, quante tangenti ruotarono intorno ai metanodotti algerini ai tempi di Craxi, quando con la messinscena di un referendum si bloccò la costruzione di Montaldo di Castro..."

 
 
 
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