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La mia città (Gioco letterario): dello stretto di Messina, l'altra...


Questo blog partecipa al gioco letterario postato da writer Si gratta le giunture la mia città. Le giunture che la tengono attaccata al continente. Le sono diventate arrugginite, per via della risacca di ponente che squarcia i bagnasciugasu cui  stanche riposano le barche colorate e un po' distratte, forse disabitate ormai.Si gratta le giunture sonnecchiante Reggio, la mia città. Il sacro della chiesa corteggia dalla piazza il passeggio immobile, la danza cretina, il profano sueggiù "come l'estrema delle sue abitudini": è l'ora del piccolo morire.Le voci s'addimurano nel lento seguitare della folla nell'ora d'aria di questi carcerati senza pena, forse con qualche colpa.Sgomitano ai lati "du stratuni" facce ammiccantidi politici inquietanti. O soloun po' incapaci.Sono i capi della mia città. Dello stretto di Messina, l'altra: la più bambina. Cretina, dite?Mare magnum scava grappoli di vuoto mangiato d'acqua come isola in punta di piede. Né lo stivale le calza a pennello. Impietosisce la scarpa stretta stretta. Le giunture arrugginite nel cuore dell'Europa Unita: l'unghia uncina carne. Lo scotto da pagare per rimanere a guardare dall'alluce del mondo con una semplicità bambina. Quasi naif per chi, smaliziato, per la prima volta la vede. Non ho paura di amarla, la mia città. Fosse solo per quel moto perpetuo che le crollò addosso gomitoli di macerie novantanove anni fa.