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Un blog creato da suria0 il 23/10/2009

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« Adamante il sognatore II

Adamante il sognatore I

Post n°4 pubblicato il 23 Novembre 2009 da suria0

Adamante il sognatore

 

 

 

Neti-Neti

Non questo

Non quello

La verità non è né vera né falsa Non è né vera e falsa al contempo Non è non-vera e non-falsa La verità è priva di qualificazioni Col linguaggio non facciamo che mettere limiti laddove esiste l’illimitato Col pensiero non facciamo che filtrare ciò che è infinito Coi  sensi non facciamo che vedere ciò che dobbiamo e mai ciò che possiamo Chiudiamo lo spazio in cerchi e quadrati e pensiamo di aver creato il mondo.

 

Colui che viene dalle Stelle ha un unico scopo nella vita. Tornare alle Stelle.

 

Davanti allo specchio, alla ricerca di un segno Le immagini si accavallano come per incanto Svaniscono e si sovrappongono a scintille di lucidità Ma tutto sembra essere così sfuggente così nebuloso Come nebbie mattutine sparse fra gli alberi Tutto assume l’inconsistenza del desiderio frustrato Delle vite non vissute Ma per quanto liquido possa frantumarsi ogni mio pensiero fra gli scogli della materialità sembra che lentamente esso acquisisca un senso Un caotico ordine indistinto colore Come una visione onirica appartenente a livelli di coscienza superiori e per questo difficilmente afferrabili col ragionamento con la memoria con i normali sensi Davanti allo specchio ogni forma diventa vuota priva di contorni Il mio volto diventa un antenato ribelle sulle onde del tempo La mia mente una barca veleggiante sulle rovine dell’esistenza Tutto appare come dovrebbe essere Una luce nuova nuova perché illumina da dentro partorisce forme fluttuanti estremamente reali nel senso di profondamente sincere prive di filtri di inutili schemi E non chiedo altro che prendermi e condurmi nei luoghi dove tutto nasce Dove la poesia è custodita dal fuoco e dal silenzio Dove le fate accorrono ai richiami della mia anima per darle conforto e protezione Senti Si lo sento E’ un aulos nel modo frigio Che accompagna il dolce piegarsi del grano Non sarà il freddo dell’ordine della fede del giusto e di ciò che penso ad incarcerarmi a rendermi sterile Questo è solo il primo giorno Quello delle prove ma non dell’iniziazione Il giorno delle delusioni e delle domande Io credo in colui che chiede Io credo in colui che non ha ragione In colui che si perde Come me adesso Visto che la mia immagine è così deformata dalla fissità del mio sguardo non riesco a vedere chi sono veramente O forse sono proprio così Un indefinito contorno Non sono più io Sono colui che osserva E anche colui che osserva l’Osservatore Non sono altro che un testimone di me stesso Tutto il resto è un accidente Un singhiozzo nei fiumi della mutevolezza Io sono senza scopo Senza fine Per questo posso tutto Come un’increspatura nell’acqua che si apre al mistero

 

Sono nato in un posto lontano Non saprei rintracciare sulla carta geografica il luogo della mia nascita né definirne con precisione la data esatta Mi direte che qualcosa in me non va L’ho pensato spesso anche io Ma sono certo che alla domanda “Quando e dove sei nato?”  io non darei risposta neppure sotto ipnosi Neanche la mia mente inconscia conosce questo dato Anche se questa è la storia della mia Nascita non so dirvi quando avvenne poiché è come emanata da un’onda Avete visto le onde del mare? Anche lo spazio contiene onde e le dimensioni a noi meno note sono un incessante susseguirsi di onde dove l’esistenze affiorano più o meno evidenti più o meno consistenti ai nostri sensi apparendo talvolta come aquila o nebbia o luce vagante Altre volte siamo solo oscura assenza di tutto potenza allo stato puro Possibilità infinita Poi facciamo una scelta e l’onda diventa il nostro destino il nostro tempo Per questo non so dirvi quando e dove nacqui La mia patria è dove l’immensità del tramonto abbraccia il mare Puoi ammirare questo confine immaginario col cuore ma non provare a fermarlo con lo sguardo poiché è fuori dei tuoi limiti Puoi solo respirarlo Puoi fermarti  e provare a sentirlo L’orizzonte è sempre sotto i tuoi piedi Forse nacqui fra le sparse nebbie mattutine dove gli alberi affondano fra i densi umori che evaporano dalle croste superficiali di Madre Terra Io non so dove e quando Potrei saperlo? Ma so come Poiché le nostre vite non sono che veloci affacciarsi fra dimensioni diverse e non vi è differenza fra nascere qui o in qualche remota galassia credo che ciò che fa la differenza sia il come Come io vedo le cose Come le affronto Il ‘come’ è quello che deve interessare Ovunque ci troviamo Il quando e il dove non sono affar nostro Sono solo accidenti, numeri insignificanti Potrebbe essere qui o nella nebulosa di Andromeda Anche perché essendo spazio e tempo due ingannevoli illusioni dei nostri sensi ogni affermazione sulla verità non è che una mera visione priva di consistenza Neti Neti  Il nostro destino deve compiersi Sta a noi scegliere se vivere seguendo l’amore o la paura Ovunque ci troviamo Qualunque sia la nostra condizione Dall’Adesso possiamo saltare Raggiungere le vette Verso il sole O possiamo seguire le ombre di tempi inesistenti Possiamo cercare il potere in noi o fuori di noi Possiamo in ogni istante vedere o chiudere gli occhi dello spirito Tutto dipende da come noi decidiamo di vivere il nostro destino E così di crearlo

 

So che sono nato da un’informe movimento Da un magma di pensieri vorticanti Da energie errabonde che si rincorrevano fra gli spazi Questa materia primordiale che tuttora mi sostiene e mi permette di vivere oltre la misura umana proviene dalla fonte di ogni conoscenza Dalla fucina della Forza oscura che permea tutto quanto esiste Ma ciò che contraddistinse la mia nascita fu il Dono Cosa sia questo dono è difficile da spiegare Oltre a darmi un’esistenza terrena relativamente lunga mi permette di vedere in sogno quello che è stato e che sarà Intendiamoci Non è che io immagini qualcosa Io semplicemente leggo nel grande libro che contiene la storia di tutti gli universi E leggendo vedo E così conosco Questo dono si manifestò con regolarità fin dai primi attimi della mia lunga vita attuale Ma mai ne ho messo a conoscenza altre persone Adesso che la nuova Era Celeste sta prendendo forma ho deciso di scrivere come tutto iniziò Poiché è una storia che abbraccia varie epoche e molte vicende dovrò limitarmi a quelle più significative Quelle che mi hanno portato alla scoperta della reale portata del Dono  Vi furono vari incontri e molti misteriosi accadimenti che mi misero sulla strada giusta Scoprii presto le catene dell’amore Il dolore e la gioia e come tutto questo fosse solo un’effimera illusione Scoprii presto che il divino è tutto in ogni cosa Mai una parte E’ sempre tutto in tutto E che quindi in tutto potevo trovare tutto il divino che cercavo Così con questa fiducia nella giustezza e completezza trascendentale di ogni cosa riuscii a sconfiggere i demoni della passione e della tristezza Scoprii a mie spese che giudicare gli altri per essere come sono è uno spreco enorme di preziosa energia vitale Che cercare fuori di noi le cause dei nostri mali è la menzogna che più di ogni altra ci devia dal vero cammino spirituale Che volgere lo sguardo in noi stessi è l’unica via per l’immortalità Poiché come ho detto il quando e il dove sono eventi di ben poco interesse toglierò dal mio resoconto ogni riferimento a luoghi ed epoche precise in modo che quello che ne risulti sia più un fiume di idee che non un susseguirsi di eventi storici I nomi, poi Sciocche etichette cui facciamo aderire un falso senso di esistenza Cui aggrappiamo il nostro ego per difenderci dal mondo e da noi stessi Non hanno importanza

 

Non devi preoccuparti di convincere gli altri delle tue idee quanto di essere un esempio vivente e lasciare gli altri liberi di seguirlo o meno. Accettare che gli altri siano come sono è il presupposto e la conseguenza dell’assenza di giudizio e dell’accettazione di se stessi.

 

Eccolo, dal pozzo di esistenze viene alla luce Un tutto nel niente Io non sono il mio corpo i miei pensieri i miei sentimenti Io sono colui che vede Il Veggente del vedere Lasciatemi stare nei miei spazi nei miei silenzi Questo è il momento della verità Quello che credete di vedere e di sentire non è mai esistito È aria nell’aria  vuoto nel silenzio goccia nell’oceano del niente Questo è il momento della verità Lasciate perdere il mio canto Non è per voi ma per un cuore che non sa ascoltare Sarebbe inutile cercarmi adesso poiché dimoro nelle antichità di note sussurrate Fra deserti dai vivi colori Non nei gridi dei vostri giochi Tutto nasce adesso Volgo lo sguardo e già ricordo Questi volti Queste atmosfere chiare Sapete di venire da remoti spazi? Sapete che eravate qui per aspettarmi così come hanno aspettato voi? Mille volte o forse tante volte quanti sono i soli della Via Lattea mi avete cercato Chiamato E visto nascere Da un bagliore da un ventre da un’onda Ma ero io E mi avete riconosciuto Forse non ricordate Ma io si I vostri sorrisi mi fanno sentire a casa Ancora una volta Anche se è tutto così diverso E mi sento così impacciato Ma io so aspettare So cosa vuol dire crescere Io non ho più fretta Il tempo si è fermato molto tempo fa per me Quando ricevetti il Dono Perciò guardo le vostre espressioni piene di speranza di felicità di stupore Ed io vi fisso come per dirvi “si, eccomi qui Non vi ho mai lasciato” Improvvisamente qualcuno mi trascina via So che non sarà per molto Ma devo lasciarvi Qui ci sono leggi e regole che avevo dimenticato Ma questo fa parte di quello che so E non mi fa paura Dalla luce all’oscurità Ecco Poche definite luci verdi che rimbalzano mentre il vento tossisce sulle finestre Un po’ di agitazione intorno Ma tutto immerso in quella strana luce tremolante Come un’ovatta inconsistente e brillante intorno ad ogni cosa Baffi bluastri e viola Nastri argentei Vortici gialli e rossi Poi di nuovo qui Tutto è cambiato Ma è la stessa cosa La terra respira allo stesso modo anche se un po’ più affannosamente Non sono certo le apparenze fugaci che mi trarranno in inganno Ogni luogo ha il suo specifico particolare colore proprio come ognuno di noi ha un odore che lo contraddistingue e che emergerà su qualsiasi profumo artificiale Perciò so che qui sono già stato Non mi è difficile vedermi saltare sui prati verdi, quando ancora vi erano alberi secolari e cavalli che sfrecciavano felici E quella montagna? “Amo le foreste di quercia e di faggio Amo perdermi nel verde confuso delle erbe autunnali E il profumo del muschio che come incenso respira dalle profondità terrestri Amo il suono di questi ruscelli che parlano dei segreti notturni e queste vette che seguono misteriosi cammini verso il cielo” Ovunque io vada c'è qualcuno che mi segue e che non posso dimenticare Lo lascio ascoltare tremare respirare immergersi nei profondi suoni della foresta nell'insistente e saggio fragore dell'acqua che sciaguatta negli anfratti pietrosi e crea vortici sempre nuovi Fino a quando tutto questo sembra svanire e rimane solo una calda fiamma umida che mi avvolge l'anima come una rossa nebbia mattutina che penetra fino al midollo e  sembra sollevarmi fra le cime degli alberi "Hai mai sentito un organo vibrare fra le colonne maestose di una cattedrale?"  Ma lui resta in silenzio e non riesco più a distinguerlo dal tappeto di foglie e di muschi odorosi Sembra che una nube lo abbia accolto dolcemente Allora in silenzio gli porgo la mano e lo porto con me “Ricordi quando il vento ci accarezzava i capelli e tu piangevi sulla mia spalla e mi chiedevi cosa fosse la vita con lo sguardo all’orizzonte ambrato?” Passavano leggere le rondini scomparendo lontano Un oceano di grano fremeva nella radura scura ed oltre alcuni alberi immaginavo lo schiamazzo di ninfe e di esseri arborei intenti in strani rituali antichi come il mondo “Vedi le fate danzare? ” Il grano sarà presto maturo ed io ricorderò sempre questo momento Ognuno di noi è qui per lasciare una traccia Vedi Il grano nasce cresce muore ma rimane sempre lo stesso Così questo mondo così perfetto così delicato Così la nostra esistenza “Senti questo alito di vento? Questo odore mi ricorda quando fanciulla cavalcavo nelle pianure verdi d’Irlanda tanti anni fa rincorrendo il mio giovane cavaliere Sento l’arpa suonare e la melodia della mia voce che si perde nel fragore delle onde” Non cercare di ricordare Tutta la vita non è che una visione che scappa via ed appena puoi intravederla sentirne il gusto già scompare lasciando un’ombra Vedi Noi pensiamo che tutto il creato ruoti attorno a noi Ma questa mosca che ora passa sulle nostre teste neanche si accorge delle nostre preoccupazioni dei nostri ricordi Per lei non siamo “Adesso l’odore del grano Una melodia dolcissima accompagna le onde dei biondi steli piegati al volere di meravigliose armonie E’ un sitar nel modo della malinconia Mi incammino verso il mistero Mi appare chiara una visione Una lunga processione Lunghe vesti bianche Sento il sapore del pane Le narici si gonfiano delle resine Ora gli incensi bruciano e tutto è pronto ad Eleusi Non tutti possono entrare nella grotta dei Misteri Le vergini accompagnano i Sacri verso fiamme sempre ardenti Passano lievi le vesti sul fuoco purificando il corpo e la mente Poi si inginocchiano e senza guardare mostrano la Via Nessuno può vedere cosa nasconde l’oscurità Le lunghe tuniche  vengono agitate da aliti di vento caldo Il suono delle cavigliere e dei cimbali rende l’aria satura della forza del rito Poi il silenzio Alcune donne si adagiano a terra muovendo le forme sinuose come giovani bisce Perse nella voluttà degli odori e dei suoni Fino all’alba uno scorrazzare di satiri di fumi di ambrosia Fino allaa fine del rito Fino aalla fine del mondo” Non guardare oltre, il fuoco dell’essere brucia la paglia del sogno Incamminiamoci insieme E’ quasi notte Ed ecco che tutto tace Riempio me stesso della notte fresca Chi ha preparato per me questo concerto? Chi ha tessuto per me questa canzone? Sono mille voci che si rincorrono con infinite sfumature, come un mantra che sale al cielo Un suono prolungato Un cantus firmus Verde e nero Sopra di esso altre voci Alcune brevi e stridule altre lunghe e più levigate Una rudimentale polifonia si alza verso l’oscurità e non ne ha paura Anzi la purifica disegnando fantasiosi ricami sulle chiome argentate Benedette siano queste creature che senza sapere niente di me mi offrono il dono del risveglio Non c’è più niente da cercare Da volere Perché tutto è chiaro e presente “Non puoi sapere” dissi Tutte le tue vite non bastano ad abbracciare un solo attimo di verità La tua mente crea un universo che non ti appartiene Come il sogno di una farfalla che si posa un attimo sulla tua mano per poi scomparire per sempre “Allunga la mano e prendi Questa è la mia mente” Le nubi giocavano con le cime dei monti Un sussurro mi fece tremare Quanto siamo lontani dalla verità Proprio quando pensiamo di averla davanti agli occhi A te che cerchi io dico ”Importante non è cercare ma trovare Quello che cerchi è già stato Eccolo” La Verità può solo essere trovata Si può solo accogliere L’unica possibilità che ci è data è quella di fare abbastanza vuoto in noi per lasciarla entrare Inutile cercarla I grandi maestri sono qui Ora Tutti i tempi nei silenzi siderali Le spirali celesti La nostra vita i nostri pensieri non sono che questo attimo E questo soffio di vento Mi lascio cullare dalle correnti abissali come un’alga con lunghe braccia nelle oscurità oceaniche Mi lascio sciogliere fra le mani del niente Lontanissimo un suono Quello che ho sempre voluto Quello che ho sempre desiderato Il suono perfetto Da dove venga non so Forse da una stella Mi sento sicuro Di quella sicurezza che si ha nel guardare un bimbo che dorme Indifeso ed infinitamente potente pieno del mistero e della gioia della vita Lascio che le mie membra si fondano con il nero acquoso e mi lascio cullare da questa forza primordiale placida ma sconvolgente che tutto trascina e travolge In superficie le onde schiumano e il vento spazza i vapori del mare Mentre qui sicuro nell’oscurità mi sento assorbire e non posso più pensare volere credere cercare “Vedi come l’aquila si lascia volteggiare fra le immensità? Senti il suo richiamo E’ un balenare nell’oscurità” Basta un solo istante E’ più che sufficiente Ecco Non è necessaria una barca per attraversare questo mare Perché questo mare non sono altro che io stesso Non serve una luce per illuminare questa strada perché la strada è la mia anima Abbracciamoci adesso che un’onda passa ed un’altra sta per arrivare

Sono abbastanza grande da poter accogliere in me tutta la vita? Se non lo sono, lo voglio diventare Ho abbastanza spazio in me da contenere tutto me stesso? Da dire “si” a tutto? Certamente troverò questo spazio in me Eviterò di porre limiti a quello che sono Tutto ciò che esiste, si manifesta prima come immaginazione, poi come volontà inconscia, come idea, poi come materia Siamo noi che diamo forma a quello che esiste, anche se è sempre esistito Allarga i tuoi occhi Il cielo non è poi così lontano

 

Raccolgo qualche foglia un legno Un sasso Cosa potrebbe essere? La terra scricchiola sotto i miei piedi Ogni passo un colpo Uno Due Quante volte abbiamo fatto gli stessi passi Pensando di andare lontano Forse di fuggire Ci siamo fermati ad osservare paesaggi sconosciuti isole deserte volti amici e sorridenti Ma cosa credevamo di conoscere di tutto questo? Forse credevamo di sapere Forse era un’illusione Le immagini sono come rallentate Le parole sembrano giravolte sui prati Ma dove sei ora? Si ora Credevi di poter condividere qualcosa o di possedere questo fugace ricordo Ma gli occhi nascondono qualcosa che nessuno potrà mai capire Troppo nera è l’oscurità delle tue pupille “Oddio Non può essere vero questo profumo di acqua e di tiglio E’ un miracolo” Poggiati pure qui accanto Ascoltiamo insieme Se ci fai caso puoi sentire il ruscello che chiama il tuo nome E le nubi gonfie di vita celeste si sgranano al notturno pensiero Ecco cosa era Quanta strada facciamo per trovare noi stessi Siamo solo degli sciocchi Mentre tutto si scioglie davanti a noi aspettiamo che passi la nostra vita ed essa ci lascia lì a cercare sassi lungo una strada che scompare Possiamo trascorrere tutta la vita ad aspettare il momento giusto per vivere La stanza è vuota Pareti bianche Dalla finestra aperta spira un leggero vento che viene dal mare Chiudo gli occhi perché niente deve distrarmi da questo sentimento Resto in attesa di qualcosa Non so cosa Forse un fremito nell’aria che mi preannunci un nuovo mistero Sembra che il vento fresco mi attraversi e che il mio corpo non opponga alcuna resistenza al fluire dei tempi Sembro trasparente anche ai suoni perché non ho più la percezione di qualcosa ma sono io stesso percezione pura oltre i limiti dei sensi E sono il suono stesso e l’aria del mattino Il vento è diventato il mio stesso respiro Ed assaporo il pulsare della terra Vedo dall’alto la mia vita e mi sembra che non vi sia differenza fra questo respiro e tutto ciò che ho sentito e creduto in questi anni “Su un tavolaccio di legno contorto sistemavo poche cose Una ciotola un pezzo di pane l’acqua” Poche cose semplici mi riportavano alla vita.

 

Non offrire al saggio palazzi e castelli poiché egli ama andare fra i prati e i boschi Non offrire al saggio ricchezze e onori poiché egli ama la logora veste che lo copre Non dire al saggio “guarda che tramonto” poiché egli porta in sé tutti i giochi del sole Non offrire al saggio i beni del mondo poiché la sua casa è dove si trova Il suo campo è dove egli gioca Il mondo è lontano Alle sue spalle

 

“La nostra memoria non è confinata nello stretto spazio fra le nostre orecchie ma si estende in tutto il corpo e fuori dei confini della pelle Così la nostra coscienza non è limitata a quello che percepiamo coi nostri sensi fisici ma si estende ai regni superiori grazie alle nostre capacità di sentire con i sensi spirituali” La distanza che separa sogno e realtà è un nostro pensiero Vi è stato prima di ora un eterno passato Vi sarà poi un eterno futuro Devo dunque considerare ogni attimo di questa esistenza un eterno presente Un oceano di smeraldo profumato ondeggia e si insinua fra pieghe di roccia “Il destino di tutti è di essere trasportati da questo flusso Questa risacca incessante Come una musica antica ed ostinata che cresce oltre le meraviglie del mondo Ogni onda scompare Nessuna ritorna Ogni onda diversa dall’altra E questa vita che balena fra i flutti del tempo” Un gioco di ombre silenziose e fruscianti nella notte Questa è la vita E il Tutto non è che questo niente profumato che un vento lontano trascina con sé Ma dove sei mio amore? Ti ho trovato e già perduto Il mio battito è solo un piccolo niente annientato da tanta forza E nessuno può indicarmi la via da seguire Credi che il silenzio delle stelle sia più importante del tuo respiro? “Ora senti Un bagliore ospita la tua anima sofferente La porta lontano Fra nubi indecise all’orizzonte scompari”  Varco il cancello luminoso della coscienza Se solo potessi assaporare il profumo delle tue vesti Sfiorarti dolcemente la bocca Le tue caviglie di cerbiatta Questo silenzio che schianta la mia anima forse avrebbe un senso Invece posso solo immaginarti Solo con la brezza calda della sera e l’indifferenza di chiome fluttuanti nell’oscurità Nel paese antico mi incammino fra stradine consumate da passaggi di esseri sconosciuti Vissuti quando il sogno era storia e la magia realtà Camminavano seguendo preoccupazioni ed intenti Forse solo andavano al lavoro pensando ai problemi della giornata O forse giocavano o andavano a visitare l’amata col cuore in gola Forse mentre camminavano sentivano gli stessi profumi che anche io sento Di erbe di cibi di muffe di pietra bagnata di biancheria stesa ad asciugare di cantine umide Forse sentivano gli stessi rumori Un cane in lontananza lo sbattere di una porta la voce di una vecchia grinzosa affacciata alla finestra Grida di bimbi e rondini Tutto questo è passato Ma è rimasto E’ rimasto in qualche modo nella mia anima Ovunque è scritto ed è rimasto assorbito nei muri dei vicoli e nelle tracce profonde scavate nella pietra e negli scalini consunti affinché qualcuno si ricordasse un giorno che la vita è quella che viviamo in questo momento Tutto il resto è solo illusione di qualcosa che non esiste

 
 
 
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