Il vino di Mimmo

L'ENOLOGIA DI QUALITA' IN CALABRIA I CONTI NON TORNANO


Nonostante la grande affermazione dei vini calabresi i conti non mi tornano,non so capire il perchè i muretti a secco delle cinque terre in  Ligiuria sono dichiarati patrimonio dell'UNESCO e quelli calabresi dei vigneti di Scilla nella locride più ripidi di quelli delle cinque terre no ,dove persone che definirei eroici vendemmiano con grosse difficoltà muniti solo della pazienza e dell'amore per questo mestiere dove le spese superano i guadagni.In  alcuni articoli apparsi tanto tempo fa mi sembra nel 2000 sul mensile della regione Calabria un grido di dolore di esperti  come Camperari e Lonati che io da calabrese e appassionato non posso condividere,è anche un'accusa alla classe politica che nulla ha fatto o quasi in tutti questi anni per mantenere e non far morire quello che i nostri nonni avevano costruito col sudore amaro,ma fiero della loro fronte.Camberari dice:Non hanno ricevuti premi a concorsi particolari o a degustazioni raffinate.Ci sono stati vini autentici,ricchi di personalità,affatto "volgari"benchè pigiati con i piedi secondo riti antichi e tribali.Sono i miei vini "quelli sconosciuti o quasi da gran parte della gente.Parlo dell'Arghilà,del Concessa,del San Giovanni tutte "creature"che nascono a pochi chilometri da Reggio Calabria verso il nord della città.Colline baciate dal sole,terra generosa maltrattata nel corso degli anni dal cemento che ha dato alla luce orridi mostri che hanno mortificato origini e vocazione.Erano belle le vendemmie che portavano ai palmenti cassette a iosa di alicante,pinot nero,sangiovese,nocera e in qualche vigneto anche bordeaux.La terra chiedeva acqua e vendetta.Riti tribali fatti di gambe robuste.pertrofiche e mai stanche.Eppure questo Arghillà nel periodo di splendore intenso,ricco  di profumi e con percentuali tanniche così equilibrati.Lonati  è un winemarker d'avanguardia considerato a poco più di cinquanta anni un autentico"professore",non solo per le sue docenze d'enologie all'Università di Torino (insegna anche a Firenze),ma non per l'originale approccio - da ricercatore,da scenziato - con vigneti e vini. Appartiene senz'altro alla nuova generazione di consulenti-guru che per produrre vini puntano più alle vigne a fronte però di una complessità aromatica che lo rendono affascinante e unico.Fu proprio il patrimonio tecnico a far prefedrire quest'uva rispetto ad altre nella selezione della storisa perchè questi tannini conferivano al vino la capacità di conservarsi nel tempo ed essere,oltre che un alimento,unmezzo di scampio a tutti gli effetti.La Calabria non manca certo di luce,di calore e vanta un ricco patrimonio genetico.Grazie Prof. Lonati anche se con molto ritardo dall'uscito del suo articolo.