Creato da agamennon2007 il 15/05/2009
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« lieta novella unoLIETA NOVELLA TRE »

lieta novella due

Post n°2 pubblicato il 26 Maggio 2009 da agamennon2007
 

Eccovi un capitolo che dall’alto facciamo a voi pervenire, che vi proponiamo, dove si trovano chiarissime indicazioni.

Ma voi, siete in grado di meditarlo?

                   

Abaco

 

 

 

L’altra sera ero a cena da una amica, si chiama Sara, non ho ancora deciso se sia più bella o più razionale ha centoventi anni la dea.

Oltre a me c’erano altri ospiti, amici di Sara, c’era un avvocato, un medico, un magistrato, un industriale, un ufficiale dell’esercito tre preti di diverse religioni, quattro professori di cui due donne, una delle quali portava il Velo che le copriva la testa e parte del viso.

Si erano riuniti per discutere un fatto importante, la libertà di portare il Velo anche a scuola.

Dovevano essere lì da un pezzo a discutere, per cui mi salutarono per obbligo, e si immersero di nuovo nella discussione, io rimasi lì seduto con un bicchiere in mano costretto ad ascoltare.

Era la donna con il velo che teneva banco, diceva che si doveva fare qualcosa per difendere la libertà, l’autodeterminazione, perchè era la stessa democrazia di cui tanto ci vantiamo di possedere, ad essere in pericolo,

 Gli altri ospiti ormai si limitavano ad annuire, come per dire: “la libertà non si tocca, la libertà è sacra”.

La donna con il velo era raggiante, sapeva di averli convinti, sapeva di aver vinto.

Lei cosa ne pensa? Mi interroga la Velata, risposi che il problema era molto complesso, andiamo, ribatte lei, davvero non riesce a darci un’idea della sua prospettiva? Poi come barcaiolo, lei rappresenta magnificamente il popolo, sapremmo cosa ne pensa il popolo.

Devo ammettere che ero imbarazzato, cercai Sara con gli occhi, come per chiedere aiuto, e la signora mi disse tre parole:”sii te stesso”; e fui me stesso, mi accesi una sigaretta e cominciai.

Molti anni fa mi trovavo in un paese con alcuni amici, un paese lontano, sembrava di essere in un altro tempo, in un altro mondo.

I russi erano da poco partiti, vinti dagli americani e gli afgani erano ancora abbastanza tolleranti con gli occidentali.

Io ed i miei amici, giravamo quel paese, come uomini del futuro, che sono riusciti a trovare il modo di andare nel passato, ed ad ogni passo si sprofondava sempre più in questo incubo.

Cleopatra un giorno fece notare, che se non ci fossero stati bossoli di ogni misura, sparsi nel terreno, davvero saremmo stati nel medioevo.

Ovunque rottami di carri armati che facevano capolino da ogni collina.

Erano più numerosi dei cartelli pubblicitari che rappresenta un toro.

La Spagna è piena di questi cartelli. L’Afghanistan era pieno di carcasse di macchine da guerra.

Un giorno, in una cittadina in mezzo alle montagne, ricordo che eravamo seduti a prendere il the e  a fare colazione con quel che si trovava.

Era un mattino davvero radioso, il tepore e il calore che la luce trasmetteva a tutto, era la prova, di quanto la vita fosse ostinata e possente a dispetto dell’imbecillità umana. Beh!, eravamo sul terrazzo della locanda dove avevamo pernottato, e da lì si aveva una visione totale della piazzetta sottostante.

Colori odori e persino sapori, quando si riconoscevano, c’era di tutto in quella piazzetta, venditori di povere cose, uomini armati e donne, donne che solo  l’intuito ti permette di definire tali, poverette.

Ed ecco le urla, tensione paura e panico, invadono quell’aria tersa, in un attimo, la pace era stata sostituita dalla contesa, l’armonia dal caos, la vita dalla morte, la ragione dall’imbecillità.

E urlava, e urlava, facendosi largo fra la gente.

Era un uomo giovane, una barbetta nera gli ricopriva a malapena il mento, forse gli era cresciuta quella notte, vestito di nero, con un Kalashnikova appeso sulla pancia, con il braccio destro tendeva ed agitava un coltellaccio, di quelli ricurvi, uno di quei coltelli che avevo visto usare da molti in quel paese, per scannare le pecore, con la mano sinistra trascinava un sacco, NO! Non era un sacco, avevo visto dei capelli in quella mano, quel talebano stava trascinando una donna.

continua.....

 
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