Creato da agamennon2007 il 15/05/2009
consigli per la vita eterna

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Agosto 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

roberth_milanoanna1941roambradistelleagamennon2007selalucetiprendestellamarina450paolo72dgl10scrittocolpevolepennaLibera81bluiceeeconcettatuccigilmaounamamma1lapant52
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

 

lieta novella uno

Post n°1 pubblicato il 24 Maggio 2009 da agamennon2007
 

 

 

 

 

                                                   

 

 

 

 

 

 

 

 

Lieta
Novella

 

O VOI, O VOI CHE SAPETE

NON NASCONDETE LA VERITÀ, DAL MOMENTO CHE LA CONOSCETE!


 

 

 

 

 

PREFAZIONE

 

                                            

IL DIO

Ha creato una sola comunità umana, una sola stirpe. Ed invece essi continuano a muoversi guerra l’un l’altro, come se fossero estranei e non fratelli.

“IL demonio, ha seminato nei loro cuori, il seme delle divisioni” e loro, senza rendersene conto gli ubbidiscono, ed educano i figli a considerare i loro stessi fratelli, nemici,

diversi.

Capiranno mai che è l’educazione a renderli diversi, nemici?

Capiranno mai che è l’educazione a renderli capaci o incapaci, ricchi o poveri, liberi o schiavi, a prescindere dall’istruzione scolastica?

Se educhi tuo figlio a rimanere legato al passato sarà come te:  U N  L I M I T A T O !

“Le catene dei padri ricadono sui figli.”

 

 

 

 

 

 

Per quanto possa essere lontano quel passato è lì, che lo incateni, è quello il limite a cui lo condanni, non sarà mai un uomo del suo tempo, (di questo tempo). Per buona parte della gente, il termine libertà non dice nulla, lo ritengono acquisito, naturale come respirare aria.

Questi uomini si fermano alle parole senza viverle, senza capirle, e così abbiamo luoghi di culto, ricchi soltanto di tesori materiali, abbiamo la rivoluzione proletaria degli ignoranti incapaci di ragionare, le ideologie fatte di slogan, abbiamo il fondamentalismo chiuso ottusamente in se stesso, che rifiuta e combatte la libertà.

Abbiamo giovani, che vagano convinti di potere tutto, senza sapere ciò che veramente vogliono. Sempre più schiavi, delle grandi e solide strutture mentali, come la cultura, la civiltà, la fede, create per dividere.

Queste sono le disarmonie che fanno perdere il senso dell’idea di libertà.

 

 

 

 

 

Ora, tutti vivono degli  inflazionati valori delle parole e delle immagini, e non percepiscono più ciò che sta dietro le parole e le immagini, incapaci di ragionare.

L’attuale dittatura dell’imbecillità, si ostina a considerare ogni espressione della libertà, come una minaccia.

L’ottusa educazione di coloro che si definiscono erroneamente credenti, arriva al punto di proibire severamente, pena la morte, l’ingresso di pensieri diversi dai loro, senza comprendere che l’evoluzione della vita sociale e materiale, di questi popoli, non potrà continuare, se non riceverà l’apporto del libero pensiero.

Con l’accettazione della libertà, si ristabilirebbe l’equilibrio nella nostra vita e nel nostro ambiente.

Senza questo equilibrio, ci perderemo negli insondabili abissi della fede ideologica o religiosa, da una parte, e del materialismo dall’altra, come se ciò fosse un fine, non un mezzo, per espandere la nostra consapevolezza.

Solo la libertà ci permette di cercare dentro di noi , ciò che ci unisce all’anima.

Questo porta all’equilibrio, all’armonia dei puri valori archetipici, cioè, l’amore, la bellezza,la giustizia.

Gli individui liberi sono razionali e quindi equilibrati, amano la vita, tutta la vita, costruiscono la pace con il dialogo, evitano il caos, non creano situazioni in cui l’individuo non possa esprimere il suo pensiero.

 

 

Ed è sulla superficie serena e placida di una mente totalmente libera, che si può costruire l’inizio dell’immortalità  personale.

Emancipandoci dalla sottomissione, alla coscienza di gruppo, per realizzare se stessi come unicità!

 

P E NS I E R O, 

        

                           C O R P O,

 

                                                      A N I M A,

 

        UN’ UNICA ENTITA’

                                                                                                                                                            continua.....

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

lieta novella due

Post n°2 pubblicato il 26 Maggio 2009 da agamennon2007
 

Eccovi un capitolo che dall’alto facciamo a voi pervenire, che vi proponiamo, dove si trovano chiarissime indicazioni.

Ma voi, siete in grado di meditarlo?

                   

Abaco

 

 

 

L’altra sera ero a cena da una amica, si chiama Sara, non ho ancora deciso se sia più bella o più razionale ha centoventi anni la dea.

Oltre a me c’erano altri ospiti, amici di Sara, c’era un avvocato, un medico, un magistrato, un industriale, un ufficiale dell’esercito tre preti di diverse religioni, quattro professori di cui due donne, una delle quali portava il Velo che le copriva la testa e parte del viso.

Si erano riuniti per discutere un fatto importante, la libertà di portare il Velo anche a scuola.

Dovevano essere lì da un pezzo a discutere, per cui mi salutarono per obbligo, e si immersero di nuovo nella discussione, io rimasi lì seduto con un bicchiere in mano costretto ad ascoltare.

Era la donna con il velo che teneva banco, diceva che si doveva fare qualcosa per difendere la libertà, l’autodeterminazione, perchè era la stessa democrazia di cui tanto ci vantiamo di possedere, ad essere in pericolo,

 Gli altri ospiti ormai si limitavano ad annuire, come per dire: “la libertà non si tocca, la libertà è sacra”.

La donna con il velo era raggiante, sapeva di averli convinti, sapeva di aver vinto.

Lei cosa ne pensa? Mi interroga la Velata, risposi che il problema era molto complesso, andiamo, ribatte lei, davvero non riesce a darci un’idea della sua prospettiva? Poi come barcaiolo, lei rappresenta magnificamente il popolo, sapremmo cosa ne pensa il popolo.

Devo ammettere che ero imbarazzato, cercai Sara con gli occhi, come per chiedere aiuto, e la signora mi disse tre parole:”sii te stesso”; e fui me stesso, mi accesi una sigaretta e cominciai.

Molti anni fa mi trovavo in un paese con alcuni amici, un paese lontano, sembrava di essere in un altro tempo, in un altro mondo.

I russi erano da poco partiti, vinti dagli americani e gli afgani erano ancora abbastanza tolleranti con gli occidentali.

Io ed i miei amici, giravamo quel paese, come uomini del futuro, che sono riusciti a trovare il modo di andare nel passato, ed ad ogni passo si sprofondava sempre più in questo incubo.

Cleopatra un giorno fece notare, che se non ci fossero stati bossoli di ogni misura, sparsi nel terreno, davvero saremmo stati nel medioevo.

Ovunque rottami di carri armati che facevano capolino da ogni collina.

Erano più numerosi dei cartelli pubblicitari che rappresenta un toro.

La Spagna è piena di questi cartelli. L’Afghanistan era pieno di carcasse di macchine da guerra.

Un giorno, in una cittadina in mezzo alle montagne, ricordo che eravamo seduti a prendere il the e  a fare colazione con quel che si trovava.

Era un mattino davvero radioso, il tepore e il calore che la luce trasmetteva a tutto, era la prova, di quanto la vita fosse ostinata e possente a dispetto dell’imbecillità umana. Beh!, eravamo sul terrazzo della locanda dove avevamo pernottato, e da lì si aveva una visione totale della piazzetta sottostante.

Colori odori e persino sapori, quando si riconoscevano, c’era di tutto in quella piazzetta, venditori di povere cose, uomini armati e donne, donne che solo  l’intuito ti permette di definire tali, poverette.

Ed ecco le urla, tensione paura e panico, invadono quell’aria tersa, in un attimo, la pace era stata sostituita dalla contesa, l’armonia dal caos, la vita dalla morte, la ragione dall’imbecillità.

E urlava, e urlava, facendosi largo fra la gente.

Era un uomo giovane, una barbetta nera gli ricopriva a malapena il mento, forse gli era cresciuta quella notte, vestito di nero, con un Kalashnikova appeso sulla pancia, con il braccio destro tendeva ed agitava un coltellaccio, di quelli ricurvi, uno di quei coltelli che avevo visto usare da molti in quel paese, per scannare le pecore, con la mano sinistra trascinava un sacco, NO! Non era un sacco, avevo visto dei capelli in quella mano, quel talebano stava trascinando una donna.

continua.....

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

LIETA NOVELLA TRE

Post n°3 pubblicato il 28 Maggio 2009 da agamennon2007
 

La strada tutta buche, i sassi, l’umiliazione, la vergogna, la stavano dilaniando, non urlava, non si difendeva, muta si lasciava trascinare.

Arrivò al centro della piazza, la costrinse in ginocchio e tenendola per i capelli grigi, le taglio la gola.

Il sangue usciva a fontana da quello squarcio, sembrava non avesse fine, ed era prepotente, forte, rimaneva sospeso nell’aria prima di ricadere a terra, nel raggio di due metri, c’era sangue ovunque, rosso, vivo, denso, se ne percepiva l’odore.

L’imbecille aveva lasciato quei capelli grigi, e lei, si era accasciata, come un sacco vuoto, sussultava, come se le mancasse l’aria, i suoi occhi chiedevano perché, all’aria, al sole, al cielo, perchè , perchè , perchè ?

Il talebano si stava allontanando indisturbato, tutto impettito, come convinto di aver compiuto un’impresa eroica.

Più tardi ci dissero, che quella donna era la madre dell’imbecille, ci dissero, che la sua colpa era molto grave.

Mentre si stava lavando i capelli, nel cortiletto dietro casa, un uomo, un suo vicino, gli aveva rivolto la parola e lei, invece di coprirsi, fuggire in casa, stava lì disonorando il figlio.

Meritava di morire!

Se dio non avesse voluto, non l’avrebbe permesso.

Dio è grande!

Concludevano tutti.

CONTINUA.....

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

lieta novella quattro

Post n°4 pubblicato il 30 Maggio 2009 da agamennon2007
 

Ho assistito ad alcune di queste vergogne e molte mi sono state raccontate da altri, incontrati sulla via.

Mogli, sorelle, figlie, madri, donne e solo donne.

Mutilate, frustate, bastonate, lapidate, sgozzate.

C’è da impazzire solo a raccontarli questi fatti, sono convinto, che se un extraterrestre, passando, sentisse quello che sto dicendo, non ci crederebbe, perchè non è possibile che creature provviste di ragione, possano scendere così in basso.

Uccidere la propria  madre, colei che ti ha dato la vita, che ti ha nutrito, accudito, protetto?

Io vi dico che il peggior criminale non lo farebbe mai! Potreste offrirgli tutte le ricchezze del mondo, mai ucciderebbe sua madre!

Io vi dico che se un dio, osasse chiedermi di uccidere un essere umano, gli darei tanti di quegli schiaffoni, tanti di quei calci nel culo, da perdersi nell’universo, se lo trovassero, lo arresterebbero per vagabondaggio.

Io vi dico che un dio, se esiste è per la vita, non per la morte, branco di imbecilli!

Perchè non capite? Perchè non capite che la sola cosa santa e sacra è la vita, e che la donna ne è l’essenza più pura.

Io vi dico che la donna non è inferiore all’uomo, ma superiore , perchè creatrice.

Grazia, bellezza ed armonia le appartengono.

Io vi dico, che la femmina della stirpe umana non ha eguali nell’universo, e chi ne uccide una, uccide una dea, uccide se stesso, uccide la vita.

Ed è maledetto, come caino!

continua.....

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

lieta novella 5

Post n°5 pubblicato il 02 Giugno 2009 da agamennon2007
 

Mi fermai,  Sara sorrideva, guardai la velata e mi accorsi che era in ansia, e così proposi la domanda: “cosa ne pensa di questi uomini signora?”

Non capisco mi rispose, cosa c’entra tutto questo con la libertà di portare il velo, e comunque quegli uomini danno un’interpretazione sbagliata del corano; la nostra religione dice di non uccidere!

La fermai, signora, io non ne faccio una questione religiosa, ho solo riportato dei fatti, fatti veri, concreti, le ho semplicemente chiesto di esprimere il suo pensiero su esseri umani che commettono questi atti.

E va bene, rispose, continuo a non capire dove lei voglia arrivare, ma le risponderò

“penso che quegli uomini, siano crudeli, criminali e malvagi, penso che abbiano fatto bene a fermarli è soddisfatto? O si aspettava una risposta diversa?

Ed ora se non le dispiace, vorremmo capire, le ricordo, che l’argomento era e rimane il velo, ed il diritto alla libertà, di decidere di portarlo o di non portarlo.

Devo ripeterle la domanda? NO! Le risposi, me la ricordo, trovo curioso, che lei non trovi il collegamento, tra quel che si è detto e il velo, e visto che ho deciso di aiutarla glielo spiego.

Lei ha definito quegli uomini, malvagi e criminali, non è così! Lei ha una visione molto ristretta, perciò, il suo giudizio risulta approssimativo, non  meraviglia che le sfugga il nesso con il velo.

Per essere malvagi, crudeli o criminali è necessaria la consapevolezza.

E crudele una tigre che si mangia un bambino?

E’ malvagio un serpente velenoso che morde un uomo?

Quegli uomini hanno la consapevolezza di uccidere un essere umano, ma non posseggono la consapevolezza del bene e del male, del giusto o dell’ingiusto.

 

Quegli uomini signora, sono in buona fede, sono convinti di essere nel giusto e sono così , perché  sono stati educati ad essere così.

Fin da piccoli, la loro educazione mirava ad annullare l’autodeterminazione, sono stati educati a non pensare con la loro testa, il condizionamento è  totale, al punto, che anche da adulti, se considerano un qualsiasi argomento, giungono alle stesse conclusioni a cui il condizionamento li aveva portati.

In apparenza sono persone normali, in realtà, sono dei disgraziati a cui è stato sottratto il bene più  prezioso, l’autodeterminazione, la facoltà di decidere con la propria testa, se si provasse a convincerli che stanno sbagliando, risulterebbe vano ogni tentativo, perché  non si può  mettere vino nuovo in una botte vecchia.

Anche noi, qui in Italia, educhiamo i nostri giovani, anche noi condizioniamo in modi diversi le loro identità.

Se educhi tuo figlio ad essere comunista, sarà comunista, se lo educhi ad essere fascista, sarà  fascista. E da adulti sosterranno, di essere stati loro, ad aver deciso, ad aver determinato.  P O V E R E T T I !

continua.....

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

lieta novella sei

Post n°6 pubblicato il 04 Giugno 2009 da agamennon2007
 

Poi, rivolto alla velata:”lei come è  stata educata signora?”

Se fosse stata una bomba avrebbe fatto una strage, l’esplosione avrebbe provocato il crollo di tutto il palazzo.

IO non sono  talebana, non sono stata condizionata, non ho catene nella testa, per lo meno, non più  di quelle che ha lei! Io sono italiana!

Nata ed educata nel suo medesimo paese, se consideriamo che io sono laureata e lei no, risulta evidente che è più condizionato lei di me, non le permetto di fare insinuazioni come queste, lei sta offendendo la mia dignità, lei sta offendendo e violentando la mia intelligenza, pretendo le sue scuse!

Calò  un silenzio tombale nella sala, la velata era tutta rossa in faccia e mi fissava.

La sua eccitazione era evidente, mi resi conto che era una bambina, una bambina con il corpo da adulta.

Una bambina a cui era stato impedito di crescere, di maturare, era così  condizionata, che sarebbe stata capace di darsi fuoco in una pubblica piazza, per difendere le sue catene.

Mi faceva pena, non volevo ferirla, non volevo umiliarla, ero indeciso, la mia umanità stata avendo la meglio sulla ragione, e poi, come in un lampo, per la mia mente passarono moltitudini di immagini, bambini incatenati, violentati, annullati nella loro identità , con catene che non sono visibili, ma sono le peggiori, le più  forti, sono quelle mentali, e possono diventare così pesanti, da impedirci di camminare, di vedere, di capire, è come tagliare le ali ad una farfalla, è come chiudere gli occhi alla luce, senza la possibilità di poterli riaprire, è  come morire!

Quei bambini urlavano nella mia mente, chiedevano aiuto.                                                                                                                                                   

E allora capii!!

 

La verità:

Può  far male, può  umiliare, può essere dura, nuda e cruda, ma è  l’unica che può salvare.

Non posso tapparmi le orecchie per non sentire, non posso chiudere gli occhi per non vedere, non posso annullare la mia mente per non capire.

Quelle creature incatenate, sono carne della mia carne, sono la mia famiglia, sono io stesso!.

Ho il dovere, il diritto di difenderli! E parlai:”-

continua.....

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

lieta novella sette

Post n°7 pubblicato il 06 Giugno 2009 da agamennon2007
 

E parlai:”- vede signora, qui è la ragione che impera e se questa ci dirà che ho torto, chiederò  scusa.

Lei afferma di essere italiana, non credo che lei sia italiana, si sta parlando di educazione e non di cittadinanza, e l’educazione gliela da la famiglia, lei è  cresciuta con altre donne che portavano il velo, in casa ed in quel gruppo ristretto che è  la sua comunità , e tutto fin da piccola le diceva, la donna porta il velo”.

Da adolescente andando a scuola, lei aveva contatti con le sue coetanee italiane, alcune sicuramente le erano amiche, sarebbe  davvero strano, se non avesse sentito il bisogno di imitarle, di far parte del gruppo, di non sentirsi diversa, soprattutto nel modo di vestire.

Io credo che tutto questo sia naturale, umano.

Vuole negarlo? Taceva la velata, non può.

Come non può negare di aver provato, tentato in tutti i modi, di convincere sua madre, la sua famiglia, che le sue coetanee erano brave ragazze, che non facevano nulla di male.

Mi immagino la sua delusione ai no, la sua disperazione, chissà quanto ha pianto in silenzio ed al buio, nella sua cameretta.

Lei allora, aveva ancora la forza mentale di voler  capire, aveva ancora il coraggio di chiedere perchè.

Quali erano le risposte, le spiegazioni? La poverina non aveva più la schiena diritta, mi guardava e taceva.

Glielo dico io signora! “Tu non sei come loro, le brave ragazze non si vestono così , che direbbero quelli che ci conoscono, noi siamo donne oneste, ci faresti morire di vergogna”.

Nella sua famiglia, le donne erano state educate da altre donne, a portare il velo, mature al punto nella loro educazione, da non capire una verità grande come il mondo “Non e’ l’abito che ti rende onesta, che ti rende pura, ma il pensiero” una donna vestita da monaca può essere una puttana, una donna vestita come natura l’ha fatta può essere una santa! Lei è stata educata a portare il velo, così come è stata educata sua madre prima di lei, condizionata e violentata al punto, da non potersi considerare una creatura unica ed irripetibile, “Proprio perché, provvisto di autodeterminazione, di volontà  propria, di libertà”.

Ma un AUTOMA! Una schiava che si inchina, ubbidisce ed esegue la volontà di altri, convinta che sia la sua.

CONTINUA.....

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

lieta novella otto

Post n°8 pubblicato il 09 Giugno 2009 da agamennon2007
 

Ma un AUTOMA! Una schiava che si inchina, ubbidisce ed esegue la volontà di altri, convinta che sia la sua.


 

Nacchere

 

 

Mi lasci parlare, mi lasci dire, non mi interrompa.

Io non chiedo di essere creduto, spero solo che lei capisca.

Lei dice che essendo istruita è  più  libera di me.

Non è  l’istruzione scolastica che ti rende libero, una volta lo era scuola di libertà , oggi è  solo un trasmettitore di dati, lei può  avere dieci lauree, avere tutto il sapere umano, ma se non possiede una ragione sufficientemente libera, non avrà mai la forza per poter utilizzare questa massa di dati, sarà come un bibliotecario, che ha a disposizione tutto il sapere, e se deve cambiare una lampadina non sa come fare.

Maestri e professori così, non servono a nulla, se ci mettessimo un registratore risulterebbe più  efficace e si risparmierebbe.

Io parlo di ragione, non di intelligenza.

E’ la ragione che crea l’intelligenza e poi la utilizza, mi lasci fare un esempio:”2500 anni fa, più o meno, un uomo, seduto sotto un albero, con un fiasco di vino tre olive ed un pezzo di pane, partì  da un filo d’erba e arrivò  all’atomo.

Quel’ uomo possedeva un’intelligenza così  piccola, da risultare inferiore ad un bambino di sei anni del nostro tempo. Si rende conto? Non si tratta di visione o di sogno, ma di forza intellettiva, di libertà mentale, capace di arrivare all’atomo utilizzando un’intelligenza scarna ed elementare, quell’uomo possedeva una ragione così possente, da vedere ciò che non si poteva vedere con occhi umani, quel titano signora, ragionava! Ma la cosa meravigliosa è che non era nato così , ma come tutti gli altri uomini, con le stesse potenzialità , ciò che rende diverso lui ed altri come lui, da noi tutti, è l’educazione, educazione alla libertà, la famiglia a casa, gli insegnanti a scuola, che ti stimolano a salire più in alto, fino a volare con la mente.

Invece di insegnare ad immagazzinare dati, stimolate le menti dei giovani a ragionare su quei dati.

Voi oggi domandate ai giovani, cosa sanno su di un fatto, o su di un importante uomo.

Domandategli invece cosa ne pensano di quel fatto, di quell’uomo, e lasciate che volino con la fantasia.

 

Il nostro corpo è un insieme di cellule, che non hanno autodeterminazione, agiscono per emulazione, le giovani ereditano dalle vecchie, una determinata specializzazione, per cui la cellula che fa parte del cuore, farà quello per sempre.

Ci sono cellule, anche nel nostro cervello, sorelle di tutte le altre, ma con specializzazioni diverse, alcune si occupano dell’udito, altre dell’olfatto, della vista, della memoria, della ragione, dell’equilibrio.

Ecco, facciamo un esempio di come si comportano queste cellule, parliamo appunto dell’equilibrio.

Noi tutti possiamo alzarci in piedi e camminare, correre o saltare, ma se volessimo camminare su di una corda tesa, non saremmo in grado di farlo, non si tratta di non esserne capaci, nel senso di non sapere come si fa, ma proprio non avere la forza, sappiamo benissimo come si cammina su di una corda tesa, anche un bambino lo saprebbe fare, semplicemente, non ne possiede la forza.

Questo perchè le cellule del nostro corpo, si comportano tutte nello stesso identico modo.

Se noi vogliamo far crescere la forza del nostro braccio, dobbiamo stimolare queste cellule affinché crescano di numero.

La cellula di per se non può darti questa forza superiore, l’unico modo per poterlo fare è crescere di numero, per cui, stimoliamo le cellule dei nostri muscoli, crescono di numero e noi riusciamo a sollevare il peso.

Lo stesso avviene con le cellule deputate all’equilibrio.

Se vogliamo far crescere la forza del nostro equilibrio, e camminare su di una corda tesa, dobbiamo stimolare le cellule che ne sono deputate, facendole così  crescere di numero.

Questo vale per qualunque cosa. Vale per la ragione, se ci stimoliamo a ragionare, a considerare, diventeremo sempre più forti mentalmente, più forti, perchè più numerosi.

Davvero, se educassimo noi stessi e i nostri figli al ragionamento, e al pensiero, raggiungeremmo la capacità di considerare e capire ogni cosa.

Tutti possiamo crescere, tutti possiamo diventare geni.

A CONDIZIONE, che non ci poniamo limiti, barriere mentali, perchè sarebbe come se, la ragione negasse se stessa.

Ecco, c’è un uomo che porta un copricapo e  dice:”lo porto perchè lo portava il mio antenato”! Oppure:”lo porto perchè è la mia religione che me lo impone”!

Ecco, Questa è una barriera mentale, una catena.

Quell’ uomo è un poveretto, uno schiavo, anche  in possesso di cento lauree!

Una mente libera direbbe, lo porto perchè mi piace, oppure, perchè è utile, o entrambe le cose.

Una barriera mentale ti impedisce di andare oltre, di crescere, di capire.

E’ un limite insuperabile, è come un idolo.

Se oggi noi educassimo i nostri figli al ragionamento, senza preoccuparci dell’intelligenza (che sono i dati) se li stimolassimo alla libertà, una volta adulti, potrebbero stare comodamente seduti in poltrona a casa loro, e viaggiare a piacere nell’universo.

Riesce ad immaginare una società umana, dove il più imbecille ha la capacità di EINSTEIN?

 

 

 

 

 

 

 Un mondo dove impera la ragione? La guerra, la fame, l’ingiustizia, non avrebbero senso, ed  il nostro mondo davvero sarebbe un paradiso, persino il crimine cesserebbe di esistere.

Per raggiungere tutto questo, non servono ricchezze materiali, ma quelle mentali e per poterle realizzare è necessario spezzare le catene che ti rendono schiavo, per prima cosa.

Per poi elevarsi, elevarsi,elevarsi fino a volare con la mente!

Oh... come sarebbe facile parlare di catene di ferro, di ceppi di rame, di prigioni di pietra e di guardiani armati.

Per tutti sarebbe evidente l’oppressione, la violenza, la schiavitù.

Non sarebbe necessario parlare, spiegare.

Ma come un sol uomo si leverebbe l’umanità  per spezzare le catene, pronto a dare la vita per la libertà .

Oggi, avviene l’opposto, si muore per difenderle le catene, per rafforzarle.

E non ne siete consapevoli!

 

CONTINUA.....

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

lieta novela nove

Post n°9 pubblicato il 11 Giugno 2009 da agamennon2007
 

 

 

Lei afferma di essere italiana, vediamo se è così.

Un individuo è tale perchè ha una sua identità, due fratelli sono diversi l’uno dall’altro, pur facendo parte della stessa identità familiare.

L’insieme di queste, forma l’identità cittadina, l’insieme di queste, forma l’identità nazionale.

La comunità Italia, ha una sua identità, diversa da tutte le altre è diversa dalla francese, dalla marocchina, dalla giapponese.

Badi, non migliore o peggiore, ma diverso, perchè diverso è il modo di pensare, di considerare, di ragionare, diverso è il livello di libertà per argomento.

Se un tedesco viene in Italia, prende la cittadinanza, mangia lo stesso pane, respira la stessa aria, parla perfettamente la lingua, è un cittadino italiano come lei come me, uguali diritti e doveri, ma non può dirsi italiano, così come non può dirsi lei italiana.

Ecco, io l’accolgo, le apro tutte le porte, le dico sei come me, lei prende tutto ciò che è materiale ma rifiuta ciò che mi rende tale: “IL PENSIERO”.

Così facendo, rifiuta di essere italiana.

Se vuole dirsi italiana, deve pensare italiano.

A nulla serve essere nati, cresciuti, studiato persino in una nazione, se poi se ne rifiuta l’essenza, il pensiero!

 

Se lei pensasse italiano, capirebbe che ci sono centinaia di migliaia di bambini nel nostro paese, che vengono violentati dalla loro stessa famiglia, “ come hanno fatto con lei” ora per ora, giorno per giorno.

Questi innocenti vengono annullati, uccisi e non c’è nessuno che se ne avveda, nessuno che si erga e dica, ecco, questo è il crimine peggiore, consideriamolo.

Sì lo so che è molto difficile poter intervenire, ma ciò che conta oggi è riconosciamolo come crimine, acquisiamone consapevolezza, portiamolo alla luce questo maligno che avvelena il mondo.

La violenza mentale va riconosciuta, perché è la peggiore delle violenze, perchè ti annulla come essere umano.

In Italia abbiamo molte leggi che tutelano il bambino, applichiamole.

Quando la famiglia viene ritenuta non idonea, quel bambino viene allontanato, per il suo bene, non c’è altro modo di salvare quegli innocenti.

Se lei pensasse italiano, per questo lotterebbe, e non per il velo!

 

CONTINUA.....

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

lieta novella dieci

Post n°10 pubblicato il 13 Giugno 2009 da agamennon2007
 

Se lei pensasse italiano, capirebbe che ci sono moltissime donne come lei, vendute ancora oggi come schiave, che non possono scegliersi il compagno della vita, con cui fare dei figli, ma gli viene imposto, così come gli viene imposto come vestirsi, cosa bere, cosa mangiare, cosa leggere, cosa pensare, donne come lei considerate inferiori e trattate come animali.

 

Se lei pensasse italiano, capirebbe, che la più stupida, la più imbecille delle donne italiane è una dea al suo confronto.

Perché è libera, libera di metterselo dove vuole il velo, su una coscia, sui fianchi, sulle spalle, in testa, in borsetta, o lasciarlo a casa.

Le bambine italiane non vengono educate a non portarlo il velo! Ma a decidere con la propria testa, cosa farsene!

 

Se lei pensasse italiano, capirebbe: che il non portare la testa coperta è stata una conquista per la donna e per la civiltà

Che c’è stato un tempo in cui anche qui da noi, le donne non potevano uscire di casa, con i capelli al vento.

“Un fazzoletto o un cappellino”, o sarebbero state giudicate poco di buono, puttane!

Capirebbe che ci sono state delle guerriere della libertà, che nessuno considera.

Donne così forti, da superare e vincere la vergogna, l’umiliazione, di essere derise, additate, alcune hanno perso la vita, altre sono state rinchiuse a vita.

Così forti, da superare e vincere le botte e i castighi dei loro genitori e dei loro mariti.

Impavide andavano avanti, a testa alta, a testa scoperta.

Belle come Dee!

E ora arriva lei, sostenendo che si sono sbagliate? Che queste donne avevano torto? No! E’ lei che si sbaglia, siete voi che avete torto! Ma il dramma è che non lo capite, ed educate voi stesse i vostri figli, i vostri carcerieri, i vostri carnefici.

Se lei pensasse italiano, capirebbe!                  Perché un pò più libera.

continua.....

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
« Precedenti Successivi »
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963