Per caso, ascoltando la radio, ho sentito una pubblicità su una associazione che cerca volontari per opere di sostegno psicologico, materiale e economico nel terzo mondo. Immediatamente e meccanicamente mi collego in internet e tramite il motore di ricerca trovo il sito dell'associazione. Come prima pagina c'è la richiesta di aiuto. Chiunque vuole può aderire, ma, stranamente non chiedono solo soldi, come sempre avviene con queste associazioni. Loro, soprattutto, chiedono volontari che raggiungano quelle terre povere e desolate e portino aiuto materiale e psicologico. Continuo a scorrere le pagine del sito e mi imbatto in un modulo. Dovrei uscire da lì, la cosa non mi riguarda. E invece no. Leggo, sento un bucio nello stomaco, ma leggo. Continuo e conmincio a compilare il modulo. Ad ogni parola che scrivo vedo comparire avanti ai miei occhi un particolare della mia vita.
Chiedono il nome, lo scrivo e vedo mia figlia. Lei ha bisogno di me, tanto bisogno di me ed il mio posto è qui.
Chiedono il cognome, lo scrivo e vedo mio marito. Lui crede di essere autonomo ma è disperatamente solo e incapace di proseguire senza me, senza false modestie..è la cruda realtà.
Poi chiedono la via e la città di residenza, la data di nascita la città di nascita il codice fiscale. Dati che ho scritto per decine e decine di volte per lavoro ed ecco che mi appare il mio lavoro. Proprio in questi giorni in fase di trasloco con tutte queste difficolotà qui hanno bisogno di me.
Chiedono altri dati anagrafici, altre informazioni ed il versamento di 100,00 Euro. Non è poi tanto e penso alle firme messe per il lavoro, gli impegni economici presi e dovrei prioprio restare qui. Allora perchè continuo a scrivere sopra questo modulo?? Sarebbe più logico compilare un modulo per abbonarsi a Topolino, ma questo no!!
Dove dovrei andare? In Kenya!? Cosa sarà questa forza che muove le dita sulla tastiera e che mi spinge a compilare questo maledettissimo modulo? La stanchezza? Il peso dellla vita? Il rapporto con mio marito che prosegue stancamente? L'entrata nella mezza età? I bilanci non sempre positivi? I problemi familiari, di salute, di rapporti? Il lavoro che mi sta succhiando l'anima? Mi sento sola. Una macchina da guerra che procede, non ha la retromarcia e non vede l'uscita del tunnel, Però una macchina che fino ad ora non ha mai schiacciato nessuno lungo il cammino. Sopra questa macchina però c'è anche la mia piccola pallina, lei è salita con me. Ha la gastrite come me. Piange insieme a me. Studiamo insieme. Andiamo al ristorante insieme. E' una figlia meravigliosa, sensibile, bravissima e vorrei darle di più, starle più vicina e non trasmetterle solo ansia. Invece che faccio? Scappo in Kenya? No per questa volta la mia esigenza di aiutare il prossimo, di annullarmi per gli altri dovrà aspettare. Per ora devo tirarmi su per la mia pallina. Adesso per lei ci sono solo io e mettere al mondo un figlio non vuol dire abbandonarlo perchè non ce la fai più Ancora una volta proverò a rialzarmi e lo farò anche, anzi soprattutto per lei, ma anche per me. Forza, allora!! Il Kenya dovrà ancora aspettare un pò. Chissà che un giorno non possa veramente venire da voi. E' un desiderio che coltivo da tempo. Tutte le corse dei nostri giorni mi stanno nauseando e vorrei sentirmi più utile al prossimo. Chissà che un giorno non possa farlo. Forse quel giorno riuscirò a donare solo per il picere di farlo e non per essere amata ed allora sarò felice. Un bacio pallina, mamma resterà con te. Un abbraccio amici miei del Kenya, un giorno, forse, ci conosceremo. Clicco sulla crocetta ed esco dal modulo. Voglio fare una sorpresa a pallina e vado a prenderla a scuola.
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