Creato da dolcetitty03 il 22/03/2011
 

dolcetitty03

Le parole del cuore

 

 

« Sabato 30 Gennaio 2010, ...Stalking a scuola, arres... »

Both violated [ex caso di stupro]

Post n°7 pubblicato il 04 Aprile 2011 da dolcetitty03

Vicenza: per anni stupra e sevizia la moglie con bisturi
Novembre del 2007. Poco più di un anno fa. Al pronto soccorso dell' ospedale di Vicenza arriva una donna. Le gambe coperte di sangue. L'equipe medica che la prende in carico scopre che l'origine del sanguinamento è un bisturi, rimasto infilzato nella vagina della donna. I medici la curano. Poi, inevitabile, le fanno alcune domande. La donna poco ci mette a crollare...i medici sono sconvolti: ad usare quel bisturi era stato il marito della donna. Si era trattato dell ennesimo "gioco" sessuale, finito male più del solito, che il marito costringeva la donna a subire. Anni di angherie e violenze. Di depravazione. Di stupro continuo e sadico. L' uomo si divertiva a sottoporre la moglie a pratiche sessuali che lei non desiderava, che la umiliavano. Si divertiva a tagliarla, a infliggerle ferite, con bisturi e lime da falegname, mentre lei non poteva reagire, le mani legate, le lacrime e il dolore e il terrore.  La donna ha taciuto per anni, per timore delle ripercussioni, paura per il destino dei figli. Quel giorno, all'ospedale, la donna decise di denunciare il mostro che si aggirava per casa sua, una casa come tante, a Torri di Quartesolo, ricchissima e civilissima provincia vicentina. In questi giorni si sta celebrando il processo. L'uomo dovrà rispondere di violenza sessuale, lesioni aggravate e maltrattamenti in famiglia. Questa donna ha deciso di uscire dal silenzio. Sosteniamola. Deve sapere che ha vicino a sè l'amicizia di tutte noi donne. Perchè come è successo a lei poteva succedere ad una di noi. Questa è il significato di "sorellanza".
Both violated [ex caso di stupro]novembre 2nd, 2007 | by p.s.v. |

In Violato ho voluto raccontare la storia [vera] di Karim [nome inventato per ovvi motivi], il quindicenne extracomunitario di Dueville accusato di aver stuprato in due occasioni una sua compagna di classe di due anni più giovane. Dopo 15 giorni in cella presso il carcere minorile di Treviso, il minore è stato scarcerato con decreto del giudice per il riesame, in quanto è emerso che non vi era prova alcuna contro di lui. L’amica e gli amici comuni presenti in entrambi gli episodi hanno confermato la versione sempre sostenuta dal minore e da loro stessi nei precedenti interrogatori. Di fronte al giudice, tutti hanno nuovamente raccontato che nei due episodi non vi è stata alcuna violenza da parte di Karim nei confronti di Giorgia, ne tanto meno degli atteggiamenti che potessero far loro sorgere dei dubbi. A favore di Karim parlano anche le 12 pagine della perizia ginecologica richiesta dalla difesa e redatta da uno specialista. La risposta è chiara. Il taglio dell’imene e un leggero arrossamento non possono assolutamente essere associati ad una violenza sessuale. Fine della storia? Non proprio.
Rimangono infatti i 15 giorni passati in carcere dal ragazzino. Rimarrà l’etichetta di “mostro” costruita tramite un linciaggio mediatico senza precedenti. Rimarrà la violenza con cui la cittadinanza si è scagliata contro il minore e il [pre]giudizio della gente marchiato in modo indelebile nel suo giovane volto. Rimarranno i segni di una bruttissima e dolorosa vicenda che lo vedrà fotografato per sempre.
Ma andiamo con ordine. Il giudice decide per l’arresto del minore dopo che Giorgia, accompagnata dalla madre, denuncia di essere stata violentata. Con se ha il referto del pronto soccorso dove “sono evidenziati, il taglio dell’imene e un leggero arrossamento”. Il referto non fa alcun riferimento che il tutto potrebbe essere stato causato da una violenza sessuale. La ragazzina descrive inoltre luoghi ed orari in cui gli stupri sono avvenuti. In entrambi i casi, come già detto, i due ragazzi non sono soli, ma in compagnia di altri amici. I carabinieri interrogano l’amica del cuore della minore e i due ragazzini. Nessuno ha visto e sentito nulla. Nessuno ha fatto caso a comportamenti strani da parte di Karim o di Giorgia. Lo dicono tranquillamente e per più volte. Lo mettono per iscritto. Nero su bianco.
A questo punto ci si chiede il motivo per cui i Carabinieri della stazione di Dueville, comandati dal Maresciallo Parrucca decidono di richiedere al giudice l’arresto del minore. Ci si domanda se questo tipo di intervento fosse davvero necessario o piuttosto l’eccezionalità con cui è avvenuto fosse un’ansiogena risposta dei militari ad una richiesta ben precisa della cittadinanza ed in particolare di alcuni “genitori coraggio”, che in quei giorni erano a picchettare l’entrata della scuola per impedire al “mostro” di partecipare alle lezioni. E se la richiesta d’arresto era un puro bisogno dello stesso Maresciallo, preoccupato di dare visibilità mediatica alla piccola realtà militare del paese? Fatto sta che con gli elementi a carico degli inquirenti, si poteva benissimo continuare le indagini con il minore in uno stato di libertà. Non vi era alcuna possibilità, infatti, che il giovane potesse in quei giorni inquinare le prove, che tra l’altro erano tutte a proprio favore. C’è un episodio apparentemente banale, che da una chiara idea di quello che è stato il comportamento dei Carabinieri. A Don Marco, educatore del minore presso la parrocchia del paese, che chiedeva con un semplice saluto di poterlo assistere spiritualmente, viene impedito di vedere il giovane poco prima che questo venisse trasferito in carcere a Treviso. Credo non vi sia altro da aggiungere.
Altra domanda che ci si pone, in questa bassa vicenda, è se fosse stato possibile evitare al minore Karim un bombardamento mediatico di tali dimensioni. I quotidiani Il Giornale di Vicenza, Il Gazzettino, Il Corriere del Veneto [allegato al Corriere della Sera], e Il Vicenza hanno attuato una vera e propria caccia al mostro, riempiendo intere pagine sull’argomento e trasformando la vita di questo ragazzino e della sua famiglia in un vero e proprio inferno. Non da meno sono state le emittenti locali TVA Vicenza e Canale 68 Veneto. Era possibile descrivere i fatti senza dare giudizio alcuno? Era possibile evitare di condannare anticipatamente e senza motivo il minore? Il mostro lo hanno servito pronto i media locali, a favore senza dubbio delle proprie casse. Per dare un po’ il senso della gravità dell’intervento dei media, basta vedere l’imponenza con cui il solo Giornale di Vicenza ha descritto il caso di stupro a Dueville. Cinque intere pagine nella cronaca e tre titoloni da prima pagina. Allucinante. La responsabilità dei media, in tutta questa vicenda è enorme e va denunciata.
Ma ciò a cui è più difficile trovare risposta è il motivo che ha spinto una ragazzina di 13 anni a fingere di aver subito uno stupro, denunciando un compagno, il suo grande amore. I due si erano frequentati tempo prima. Avevano vissuto una relazione affettiva, in cui, come ammette candidamente e senza problemi il minore Karim, c’erano stati dei rapporti sessuali completi. Poi lui l’aveva lasciata, forse per un’altra ragazzina o forse per una scelta affettiva diversa. Tra i compagni di scuola, si vocifera di una vendetta da parte della ragazzina nei confronti di Karim. Ma l’imponenza di un caso così grave merita delle risposte più incisive e ricercate che non semplici chiacchierii. Penso per esempio al ruolo della madre della ragazza. Non dimentichiamoci che già un anno prima i genitori di Sara avevano indetto e organizzato un’assemblea per discutere del “caso Karim”, minore extracomunitario finito nella classe della loro figliola. L’accanimento nei confronti del ragazzino, da parte dei genitori di Giorgia, nasce quindi molto tempo prima. Chiedevano l’allontanamento del minore extracomunitario dalla classe, cercando l’appoggio di altri genitori e facendo leva su quel fenomeno che è parte integrante della cultura bigotta e ignorante di luoghi. L’intolleranza. Ma è ancora poco per giustificare l’accanimento con cui questa ragazzina, spinta dalla madre, ha continuato imperterrita a sostenere la propria denuncia, pur contro l’evidenza dei fatti. E per dare un senso ad un tale accanimento trovando una spiegazione che cerchi di andare oltre le chiacchiere più superficiali e stupide c’è bisogno di iniziare a ragionare seriamente sul devastante problema, sempre più crescente nella nostra società, che è l’apparire sempre e comunque. Un grande Fratello fatto a misura di piccolo paese di provincia. E’ solo in questo modo, che si riesce a comprendere come un titolo sul giornale arrivi ad essere più importante di molti sentimenti. In una tale povertà culturale e intellettuale si riuscirà finalmente a notare l’attenzione della gente che non si era mai riusciti a cogliere prima o semplicemente ci si sentirà vivi e più belli. Si sarà portati a sentire lo sguardo dell’altro mentre si cammina per le strade incrostate del paese, ci si sentirà ricercati dagli occhi vuoti degli altri e voluti dalla massa. Una vita mai accettata di casalinga, per esempio, potrà allora avere un senso, pur nel dramma di una presunta violenza sessuale. Il calore delle persone lo sentirai finalmente accanto, sul collo. La popolarità, pur di bassa lega, usata come anestetico, sopperirà a mancanze relazionali da sempre sofferte. Alla base di tutta questa brutale vicenda, credo vi sia il bisogno di esserci e apparire da parte di questa ragazzina ed in particolar modo della madre, che senza dubbio l’ha spinta e sostenuta nella parte. Vi è in tutta questa storia una mancanza disarmante di quei valori fondamentali che sono alla base della vita comunitaria e sociale. L’autenticità delle relazioni e degli affetti più importanti sono sostituiti dall’apparire ad ogni costo, dall’esserci sempre e comunque. E non è da meravigliarsi quindi, che un sentimento d’amore o di rabbia venga sostituito da una prima pagina di giornale o dal proprio nome sulla bocca di tutti.
Un ultimo ma non meno importante pensiero va alla ragazzina, vittima di se stessa, della madre e di quella mancanza di valori che pare averla risucchiata. Paradossalmente la sua, appare come la situazione più difficile. Karim infatti ha dalla sua parte un importantissimo e quanto mai cospicuo gruppo di cittadini che da giorni si è fatto carico della situazione. C’è da augurarsi che tutti coloro che a tutt’oggi stanno spendendo il loro lavoro a massacrare il “mostro che non c’è”, trovino le forze per donare a Giorgia quell’aiuto di cui ha estremamente bisogno.
Buona vita

, , , , , , , , , , , , , ,

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/dolcetitty03/trackback.php?msg=10079307

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
aurora_tua
aurora_tua il 15/07/11 alle 01:43 via WEB
grazie per la cultura bigotta e ignorante del luogo ,, potevi risparmiartela questa frase offensiva .. a tutta la citta'. infine era un caso che poteva succedere in tutta italia. .. hai dscritto molti casi qua nel blog .. ma non hai offeso la citta' dove č avvenuto ..
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

marchia9904mariateresa60_1lumil_0ixtlanngioia1964dgl0perla03_neraMy.friend.flourdolcetitty03robi19700BunnyBannerSky_EaglePerturbabiIepaprika710shalom1982
 

ULTIMI COMMENTI

CHI PUņ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

I BAMBINI NON SI TOCCONO

 

 

 

 

 

 
 
Template creato da STELLINACADENTE20