Femdom & fetish

A.D. 1300

E' l'alba,

i primi rumori nel convento dei confratelli che si svegliano e si preparano al mattutino.

Mi sollevo dal duro giaciglio, forse l'unica cosa che non ho mai accettato della regola francescana, la penitenza anche nel riposo delle membra; quelle dure tavole scure con cui condividi l'abbraccio di morfeo, anche nel sonno le senti incedere sulla schiena con un incedere lento che, anche nell'inconscio del dormiente, ti penetra nei muscoli, fino alle ossa.

Mi avicino alla finestra, respiro forte, provando una profonda sensazione di serenità e di pace, guardando dal pertugio della cella, le dolci colline, i vigneti, i campi dove lenti contadini ancora assonnati si apprestano alle opere; una leggera nebbia offusca la distesa verde coprendola di un leggero velo di mistero.

Mistero....già.....penso....un messaggio recondito al principiar di questo giorno che per me non è come tutti gli altri vissuti in precedenza e quella foschia su cui si perde il mio sguardo nel verde delle campagne, suscita in me sensi diversi, contrastanti e come in un turbine mi portano ad un unico pensiero, forte, che m'invade....un messaggio recondito che prelude a quanto vivrò nei giorni a venire, alle cose che vedrò, ai misteri che dovrò scoprire, alla gente timorata di dio e persa nel peccato che mi capiterà di incontrare, ai luoghi, santi e profani dove, per fortuna o mio malgrado, entrerò.

Sussulto, due tocchi, mi scuotono dal vagare della mia mente: è un mio confratello che bussa alla mia porta per chiamarmi alle orazioni mattutine.

Un'ora è passata e non me ne ero accorto, assorto com'ero in questo mio pensiero, incessante, che porto con me dalla capitale, dal mio incontro con il Papa, ma devo quietarmi, altrimenti questa cosa, già grande per me, potrebbe sfuggire dal controllo del mio brillante senno.

Giungo le mani ed esco, seguendo frate Alfonso lungo il corridoio ancora buio del convento.

Come ombre silenziose mi appaiono gli altri confratelli, mi salutano con voce soffusa, io rispondo allo stesso modo; scendiamo le scale, entriamo nella chiesa e prendo posto al mio scranno; al centro il messale con i canti gregoriani e le preghiere del mattutino: mi da conforto quell'atmosfera di sonorità silenziosa, di parole quasi sussurrate ed allo stesso tempo solenni;

Prego, canto, quel pensiero che pure c'è in quei momenti resta distante ma presto tornerà perchè....è la mia...MISSIONE!

(fine primo capitolo)