Creato da donmichelangelotondo il 27/10/2013
proporre buoni e belli pensieri
 

Messaggi di Dicembre 2019

10 dicembre 2019 bis

Post n°1545 pubblicato il 10 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

Sanna Marin, nuovo premier della Finlandia. Ci sono alcune caratteristiche nell'identikit di un premier ideale per questo tempo. In ordine sparso: giovane, madre da poco, progressista. Ma se non sono tutte insieme non funziona. Prendete soltanto giovane e progressista e avrete Renzi, prendete giovane e madre e avrete la Meloni. I vecchi uomini, che hanno già sistemato i figli, non si curano del futuro: ne hanno troppo poco, i posteri li infastidiscono e desiderano, non troppo segretamente, che il mondo non gli sopravviva. Le donne anziane sono troppo impegnate a non sfigurare nei loro confronti. Biden non è l'alternativa vincente a Trump più di quanto potesse esserlo Hillary Clinton. Un'altra storia è possibile. Il primo esempio era Jacinta Ardern in Nuova Zelanda, capace di rispondere al terrorismo con fermezza e abbracci, di promuovere la gentilezza come obiettivo di Stato. La seconda è Sanna Marin che ha un programma basato sulla lotta alle diseguaglianze sociali, alla disoccupazione e alla crisi climatica. La terza non so indicarla, ma sarebbe una cosa bella che fosse nata e stesse per partorire da queste parti, preoccupandosi del lungo futuro che aspetta i suoi figli.

 
 
 

10 dicembre 2019

Post n°1544 pubblicato il 10 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

GUAI A NOI
Mt 23,25-32
Il vero bersaglio di Gesù è l'ipocrisia, il comportamento di chi "fa tutte le sue opere per essere ammirato dalla gente" (cf. Mt 23,5). L'ipocrita, parola chiave di Mt 23, privilegia l'apparire sull'essere, a costo di fingere, di recitare una parte davanti agli altri. L'ipocrisia è la non sincerità eretta a comportamento sistematico, al fine di ricevere l'applauso altrui, a prescindere dalla propria reale condizione interiore: in tal modo si perde progressivamente il contatto con la propria reale verità, fino a credere di essere come si appare, a costo di compiere sforzi inverosimili per costruire il proprio personaggio...

 
 
 

9 dicembre 2019

Post n°1543 pubblicato il 09 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

IPOCRISIA E CECITÀ
Mt 23,13-24
Ogni giorno, in ogni piccola o grande vicenda che ci attende, abbiamo la possibilità - e prima ancora il dovere - di ricercare, discernere, perseguire la giustizia e la misericordia. Giustizia e misericordia - da sempre attributi propri del nostro Dio, manifestati, incarnati e narrati da Gesù nella sua vita - sono i fondamenti del nostro vivere umano e cristiano, le esigenze che il Signore ci pone di fronte ogni giorno. Giustizia, cioè pensare, agire, valutare secondo i parametri di Colui che solo è Giusto. Misericordia, cioè avere gli occhi e il cuore rivolti verso i miseri, come colui che è venuto non per i giusti ma per i peccatori.

 
 
 

8 dicembre 2019

Post n°1542 pubblicato il 08 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

Alle tre parole dell'angelo (gioisci, non temere, sarai madre...) Maria non risponde dicendo: "...e basta che altro vuoi?"...
Colpisce la sua risposta: "Ecco la serva del Signore". Maria ci insegna a essere servi, ovvero non sottomessi, bensì a metterci al servizio del Signore, così come un genitore si mette al servizio della famiglia, come un insegnante si mette al servizio dell'istruzione, un impiegato al servizio dell'istituzione per cui lavora, un coniuge alla famiglia,un prete alla parrocchia...
Il servizio è una dimostrazione di amore. Chi ama sa servire perché nella sua vita ha saputo fare spazio a qualcun altro. Chi non serve, invece, ha spazio solo per il proprio ego. Ecco lasciamoci rendere immacolati, privi di egoismi, privi di quell'orgoglio che riempie il cuore lasciando fuori Dio e le persone...

 
 
 

7 dicembre 2019 bis

Post n°1541 pubblicato il 07 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

Buongiorno! Carissimo internauta,chiunque tu sia ti chiedo solo un pensiero: da 19 anni con oggi il Signore Dio mi ha voluto sacerdote della sua Chiesa...ti chiedo una preghiera per me, per le persone a me affidate, per Dio che nella sua pazzia continua a fidarsi di uomini e donne per dare la sua presenza....grazie!

 
 
 

7 dicembre 2019

Post n°1540 pubblicato il 07 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

SERVIRE, SEMPRE...
Gv 10,1-10
"Non ero degno di essere vescovo, e lo sapevo ... Dunque, o Signore non permettere che si perda ora che è vescovo colui che tu hai chiamato a questo ministero. E prima di tutto, donami di saper compatire con affetto i peccatori. Ogni volta che mi si confessa il peccato da parte del colpevole, che io sappia prendere parte al suo dolore. Invece di riprenderlo con arroganza, che io sappia affliggermene e piangere". Ambrogio ha cercato di essere pastore dietro al "buon pastore" (Gv 10,11.14). Per entrare nel recinto delle pecore, è passato attraverso la porta che è il Cristo stesso; ha ascoltato le sue parole, si è lasciato chiamare per nome e così ha imparato a guidare il gregge del Signore. Non si è impadronito delle pecore, non le ha sfruttate, non ha fatto da padrone sulla loro fede, ma si è messo a servizio della loro gioia (cf. 2Cor 1,24). Gesù ha posto un criterio discriminante tra il pastore e il ladro o brigante: il pastore Gesù è venuto perché gli uomini "abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza", ladri e briganti sono venuti e vengono per "rubare e sacrificare (e non: "uccidere", come traduce la CEI) e distruggere". Vi è il rischio che le guide del gregge finiscano per togliere la vita alle pecore in nome di Dio, per "sacrificarle", per servirsi delle pecore invece di servirle.

 
 
 

5 dicembre 2019

Post n°1539 pubblicato il 05 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

NULLA ANDRÀ PERDUTO
Mt 22,23-33
La morte non avrà l'ultima parola. Quando i morti risusciteranno, dice Gesù, saremo "come angeli nel cielo", un modo per dire che avrà inizio un'altra realtà, in discontinuità con il nostro mondo e della quale non sappiamo molto. Sappiamo solo che in questa vita siamo amati e questo ci permette di cantare a Dio con il salmista: "Non abbandonerai la mia vita negli inferi, non lascerai vedere al tuo amico la fossa" (Sal 16,10). E insieme a ciascuno di noi, osiamo sperare, ci sarà anche tutto quello che abbiamo amato, che ci ha costituito come persone, come viventi: "Tutto sarà trasfigurato. Tutto ciò che avremo amato, tutto ciò che avremo creato, tutta la gioia e tutta la bellezza avranno posto nel Regno" (Atenagora). "A noi dovrebbe bastare l'essere convinti che la realtà dopo la resurrezione della carne sarà comunione con Dio e con tutti gli umani e che in questa comunione nulla andrà perduto dell'amore che abbiamo vissuto, amando e accettando di essere amati" (E. Bianchi).

 
 
 

4 dicembre 2019

Post n°1538 pubblicato il 04 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

CHE PRANZO MOVIMENTATO
Mt 22,1-14
Il testo si apre presentando un re che prepara una festa di nozze per suo figlio, ma questo, viene subito smorzato dal rifiuto degli invitati: "Non vollero venire". Questi invitati peccano d'indifferenza e di egoismo, non si aprono alla gioia dell'altro. Quante volte pensiamo di bastare a noi stessi e sbattiamo le porte in faccia a chi ci invita a partecipare a una festa in nome di un altro. E qui tinte buie, se è vero che il Signore è misericordioso, è anche vero che è giusto, e proprio per questo ci prende estremamente sul serio chiedendoci di essere responsabili delle nostre azioni, di non pensare, come gli empi del salmo, che egli non vede, non agisce, non tiene conto del male (cf. Sal 10,4.11). Ma Dio va avanti, allarga i suoi orizzonti, cerca altri che forse vorranno partecipare alle nozze, non perché sono più buoni (Matteo sottolinea: "trovarono cattivi e buoni") ma semplicemente più disponibili."La sala di nozze si riempì di commensali": la parabola potrebbe finire qui, su questo lieto fine, su questa luce di una festa finalmente avviata, e invece no, di nuovo una tinta oscura, qualcuno che non indossa l'abito nuziale e per questo viene escluso. Di nuovo sorge la domanda: perché? Capacità di essere adeguati alla festa, di procurarci l'abito nuziale o, se ne siamo sprovvisti (cosa molto probabile per molti di noi), di andare umilmente dal padrone di casa manifestandogli la nostra inadeguatezza: io credo che lui sarà solo felice di procurarcene uno (deve averne molti nei suoi armadi!) e di spogliarci dell'abito vecchio per rivestirci dell'abito nuovo.

 
 
 

3 dicembre 2019

Post n°1537 pubblicato il 03 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

DA DOVE?
Mr 21,23-27
Quando riceviamo dagli altri un insegnamento - si tratti di parole o di gesti - non ci interroghiamo se si tratta di una parola/evento efficace che ci giunge da Dio attraverso i fratelli e le sorelle che lui stesso ci ha messo accanto, oppure se è tentazione che viene dal Divisore. No, noi ci chiediamo se questi "profeti", queste voci prestate a Dio hanno o meno il diritto di trasmetterci un messaggio. Più in profondità, ci preoccupiamo del prezzo che rischiamo di pagare con la nostra risposta. Spostiamo cioè il discernimento al calcolo meschino di vantaggi e svantaggi personali che derivano dall'una o dall'altra opzione. Sì, il vangelo odierno dinanzi a Gesù maestro, ci interroga sul "da dove" nascono le nostre risposte e i nostri comportamenti.

 

 

 
 
 

2 dicembre 2019

Post n°1536 pubblicato il 02 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

ATTENDIAMO IL SIGNORE
Mt 21,18-22
Ora Gesù ha fame. Scorge un fico, ma non trova i frutti che cerca. Ha una reazione di sdegno, e alla sua parola il fico si secca "subito". Nel vangelo di Marco l'episodio del fico disseccato si distende su due giorni. In Matteo la scena è raccorciata. I discepoli restano stupefatti. Di che cosa ha fame Gesù? Ha fame e sete di compiere la volontà di Dio, desidera misericordia e non un culto esteriore e ipocrita, cerca un cuore capace di ascolto. Cerca i frutti dell'amore per Dio e il prossimo, non le foglie della pratica esteriore. Il fico seccato è il segno di un giudizio, ma è anche l'occasione di un insegnamento, la possibilità di una conversione. "C'è speranza per l'albero", commenta Gerolamo, poiché le radici sono vive.Anche la preghiera, se non porta il frutto della carità, non è che inutile fogliame, destinato a seccare. "L'uomo è come un albero", dicevano i padri del deserto: "La fatica del corpo sono le foglie, la custodia del cuore il frutto. Ora, poiché com'è scritto: Ogni albero che non produce buon frutto sarà tagliato e gettato nel fuoco, è chiaro che tutto il nostro impegno deve tendere al frutto, cioè a custodire il nostro spirito".

 
 
 

1 dicembre 2019

Post n°1535 pubblicato il 01 Dicembre 2019 da donmichelangelotondo

IL DIO LADRO
Matteo 24,37-44
Attesa del Dio che viene nel tempo delle stelle, in silenzio, senza rumore né apparenza, che non ruba niente e dona tutto. Che viene, con una metafora spiazzante, come un ladro. Il Dio che ha sempre da nascere, sempre straniero in un mondo e un cuore distratti. La distrazione, appunto, da cui deriva la superficialità: " presero moglie e marito e non si accorsero di nulla". Siamo così distratti, che non riusciamo a gustare i giorni e i doni. Per questo non siamo felici, perché siamo distratti. Si può vivere anche senza volti, ma è un altro diluvio. Questo è il tempo dell'attenzione, dove attenzione è rendere profondo ogni momento. Tempo per guardare in alto e più lontano, per essere attenti a ciò che accade e a chi ci circonda.E' l'incontro con Lui che è rapinoso! Ti obbliga a fare il vuoto in te di cento cose inutili, altrimenti ciò che porta non ci sta. Ti mette a soqquadro la casa, ti cambia la vita e la fa ricca di volti, luce, orizzonti. Io ho qualcosa di prezioso che attira il Signore come la ricchezza attira il ladro: è la mia persona, il fiume della mia vita che mescola insieme fango e pagliuzze d'oro, questo nulla fragile e glorioso in me. Vieni pure come un ladro Signore, prendi quello che per te è prezioso. Prendilo e poi ridammelo, armato di luce.

 
 
 

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