Creato da donmichelangelotondo il 27/10/2013
proporre buoni e belli pensieri
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Messaggi del 15/03/2022
Post n°2898 pubblicato il 15 Marzo 2022 da donmichelangelotondo
La fine dell'età dell'abbondanza Dovremo cambiare molte cose, a partire dal modo di produrre energia puntando davvero sulle rinnovabili Ai tempi quel libro mi entusiasmò, oggi mi rendo conto che nell'idea di una abbondanza futura si alimenta e cresce una cultura dello spreco quotidiano. Senza voler fare facili autoprocessi è un fatto che nel mondo occidentale abbiamo vissuto per anni senza calcolare i costi nascosti delle nostre azioni: per esempio il fatto che la bolletta energetica fosse economica, rispetto ad oggi, ci faceva dimenticare il fatto che dal punto di vista del pianeta nulla è gratis e quell'energia aveva comunque un impatto. Un costo per l'ambiente. Oltre al fatto che provenendo dalla Russia ci esponeva ai rischi politici di cui parliamo da qualche giorno. Oggi improvvisamente, per via della guerra, scopriamo che l'era dell'abbondanza è rinviata di un decennio. Per un po' mancheranno gas, petrolio, farina, olio di semi e chissà che altro; per un po' avremo di fatto meno soldi per via dell'inflazione. Dovremo cambiare molte cose, a partire dal modo di produrre energia puntando davvero sulle rinnovabili. E intanto dovremo cambiare comportamenti. Siamo costretti a farlo. Stare più attenti ai consumi. Risparmiare. Qualche giorno fa ho scritto, dovremmo abbassare di un grado i termosifoni per esempio. Non ci vedo nulla di triste. E' triste lo spreco, è triste la noncuranza, è triste la superficialità di certi atteggiamenti. Stare più attenti, dare più valore a quello che abbiamo, provare a farlo durare, non vuol dire solo interpretare un momento difficile, ma voler bene al pianeta che ci ospita, prendercene cura. Forse la guerra riuscirà là dove la pandemia ha fallito: renderci migliori.
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Post n°2897 pubblicato il 15 Marzo 2022 da donmichelangelotondo
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Post n°2896 pubblicato il 15 Marzo 2022 da donmichelangelotondo
Olga Buzova, 23,2 milioni di follower su Instagram, in lacrime dopo il blocco del social in Russia Olga Buzova, 23,2 milioni di follower su Instagram, in lacrime dopo il blocco del social in Russia Sarebbe sensato non fare ironia sulle influencer russe in lacrime, autoritratte in accappatoio bianco e semipermanente color latte su unghie incompatibili con qualsiasi attività manuale che non sia ritoccare lo smalto medesimo perché - come dice una di loro - "questo è il mio lavoro, perderlo significa perdere tutto". Sarebbe saggio non indignarsi se singhiozzano per la "notizia orribile" della chiusura di Instagram commentando (sempre ovviamente sul profilo Instagram, si immagina non correndo sotto le bombe ma ben comodi nell'attività di questionare) che orribile semmai è morire sotto le macerie. Certo. Orribile è morire e veder morire. Detto questo ci si potrebbe sforzare di ricordarsi del tempo in cui viviamo, tempo che oltre ai soldati che bombardano vede attive, contemporaneamente e nello stesso luogo, milioni di persone che comunicano tra di loro attraverso i social, le immagini e i video scambiati attraverso Internet. Spesso, e specialmente quando gli altri mezzi di comunicazione tacciono, solo attraverso quelli. Togliere le piattaforme di condivisione significa isolare completamente chi parte e chi resta, chi fa rete, chi resiste, chi dissente. Poi c'è l'influencer con tot milioni di follower che dice "le notizie sul parto e sui figli le trovate su Telegram", quella che dà appuntamento "altrove, con un alter ego", chissà se si tratta di un altrove mistico o di un metaverso, quella che indossa un abito nero da funerale, comunque di macramè. Un lutto inconsolabile. Fanno sorridere, ma non sottovaluterei l'impatto della censura definitiva. Disattivare le funzioni essenziali dello smartphone, insomma togliere i telefoni: questo sì, più delle sanzioni, può suscitare rivolta.
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Post n°2895 pubblicato il 15 Marzo 2022 da donmichelangelotondo
Vini pugliesi: il Primitivo di Manduria chiude il 2021 con numeri da record Sarà un annus horribilis per l'export verso la Russia dell'agroalimentare di qualità italiano ad iniziare dal vino. La guerra Russia-Ucraina avrà effetti pesanti sul settore dell'agroalimentare, in speciale modo del "nettare degli dei" made in Italy e di conseguenza per quello pugliese, che ricordiamo essere la seconda regione italiana per ettolitri prodotti, con 9,7 milioni, preceduta dal Veneto (con circa 11 mln di ettolitri). Il Belpaese è attualmente il primo fornitore di vino della Russia (con una quota di mercato del 30%, davanti a Francia e Spagna) con un giro d'affari che lo scorso anno è stato di 375 milioni di dollari e che aveva registrato un progresso sull'anno precedente dell'11% circa. Oltre al boom della domanda di spumanti (+25%), tra le denominazioni più richieste da Mosca, il Prosecco, il Lambrusco e l'Asti spumante, oltre ai vini Dop toscani, siciliani, piemontesi e veneti. Ed una fetta del mercato della federazione russa se la stavano conquistando anche i vini pugliesi, che per qualità non sono certamente secondi a nessuno. Per avere un'idea del valore raggiunto e dell'aumento delle produzioni vinicole pugliesi registrate, basterà citare il caso del Primitivo di Manduria che ha chiuso il 2021 con risultati più che lusinghieri, che premiano anche una accorta politica di marketing, a cura del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria. I dati ufficiali parlano chiaro: prodotti oltre 23 milioni di litri (+ 2 milioni rispetto al 2020) che equivalgono a più di 30 milioni di bottiglie (+ 2 milioni rispetto al 2020) con un fatturato di 195 milioni di euro (+ 12 milioni rispetto al 2020). Sono questi i numeri del 2021 per il Primitivo di Manduria (+7,2% rispetto al 2020). Ma malgrado ciò, con le minacce economiche in atto tra Europa occidentale e Russia, sarà già un miracolo se la flessione dell'export del vino nel mercato russo , verrà assorbita dall'incremento delle vendite in altre parti del mondo, a cominciare dal mercato nord americano e da quello asiatico. "Il Primitivo di Manduria è un brand riconosciuto in tutto il mondo - sottolinea al riguardo Novella Pastorelli, Presidente Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria. È un vino che non conosce crisi, soprattutto all'estero, con un exploit importante su tutti i mercati nazionali ed internazionali. Ed è proprio l'essere così amato all'estero che il Primitivo di Manduria è il prodotto sul quale maggiormente si concentrano quotidianamente fenomeni di imitazione e contraffazione. Questo è uno degli scopi principali che persegue il Consorzio di Tutela, ovvero combattere condotte illecite intervenendo con massicce azioni legali in ogni parte del mondo, mirate a contrastare opere di contraffazione ed emulazioni dove si tenta di registrare marchi che evocano il Primitivo di Manduria e che ne usurpino l'avviamento commerciale anche in vista di continui aumenti della produzione". Purtroppo il food and beverage Made in Italy, annovera i prodotti più contraffatti al mondo. Con il vino vi sono formaggi, olio e salumi. Coldiretti ha stimato una falsificazione superiore ai 100 miliardi di euro l'anno. I più attivi taroccatori del cibo italiano, arrivano dai "Paesi ricchi ed emergenti del G20 che approfittano della pandemia per sostituire i prodotti tricolori con imitazioni di bassa qualità", dicono da Coldiretti. In quest'ottica di tutela, il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria ha attivato vere e proprie procedure processuali per bloccare moltissimi marchi ingannevoli presenti in tutto il mondo, sia marchi figurativi che marchi denominativi. Ogni giorno nuove azioni di repressione si vanno ad aggiungere, quindi, alle sessantaquattro azioni legali già intraprese dal Consorzio di Tutela per difendere il Primitivo di Manduria. Trentacinque le battaglie vinte (le altre sono ancora in corso) fino ad oggi: due in Cina, una in Cile, cinque in Spagna, tredici in Italia, una in Sud Africa, una in Germania, una in Portogallo, una in Francia ed è stata sospesa la commercializzazione in Europa di 8 marchi depositati presso l'Euipo (l'invalidity division dell'Ufficio dell'Unione europea per la Proprietà intellettuale). Inoltre, è stato acquistato dal Consorzio di Tutela un dominio con la dicitura primitivodimanduria. Tante sono le novità e i progetti in cantiere sia per incrementare la valorizzazione e la promozione del Primitivo di Manduria che, al contempo, per combattere, ulteriormente, la contraffazione della nostra preziosa denominazione. "Abbiamo anche inibito la produzione e la commercializzazione di prodotti alimentari che utilizzavano in modo non autorizzato la dop Primitivo di Manduria - conclude il Presidente Novella Pastorelli. Con l'Erga Omnes il Consorzio di Tutela è diventato il nodo delle decisioni e del coordinamento esclusivo di tutte le politiche di valorizzazione e di tutela della dop Manduria". Speriamo che le tragiche vicende legate al conflitto in atto tra Russia e Ucraina non danneggino oltre misura le nostre produzioni dell'agroalimentare di qualità e non favoriscano pratiche fraudolente, capaci di aumentare i prodotti taroccati venduti come Made in Italy.
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Post n°2894 pubblicato il 15 Marzo 2022 da donmichelangelotondo
Rambo disponibile, offresi Si parla di pace e, al contempo, si fanno conti su eventuali costi, eludendo quelli in vite umane Spesso mi sono chiesto quanto possa valere un uomo in conio zincato o cartaceo. Ma poi ho sempre rinunciato a volerlo sapere. Stabilirne una cifra avrei accondisceso e messo a rischio il mio metro di questo tipo di valutazione che ha sempre escluso ogni forma di quotazione, se non quella dell’etica. Affermerei di esser stato sempre timoroso in certi frangenti. Rivedermi le vecchie abitudini e non rompere certi equilibri, nell’illusione di “migliorarne” gli assetti. Mi avrebbe certamente procurato un senso disarmonico che non avrei potuto gestire in modo equilibrato tant’è che la mia coscienza, ogni qualvolta mi affiorava l’idea, votava al diniego. L’uomo, essendo a “immagine” di Dio non può aver altro valore se non quello a Lui riferito con la limitazione sostanziale delle “prerogative” assegnategli. Voler scavalcare questi limiti, l’uomo cerca di entrare in una dimensione a lui non dovuta, non consona alla sua esistenza. Diverrebbe azzardata, direi. Mentre è rilevanza che resta esclusivamente Signoria del Glorificatore, di Dio. Ma sembra che sia rimasto un dogma oscenamente ignorato: un’obbedienza scaltra, fasulla e per nulla “gratificante” agli occhi del credente. Illecitamente si accendono conflitti, tanto che la Terra, vista dall’alto della stazione orbitale, sembra avvolta da una tetra, ricamata “ragnatela”, alloggiata da un infinito drappello di tarantole, più che abitata da umani. Sono i disastrosi conflitti… Simili eventi, una volta iniziati, sfuggono di mano e non v’è rimedio alcuno per fermarli. S’innescano con ragioni labili e superficiali, ma diventano altamente violenti e incontrollabili… la posta in gioco è quasi sempre l’arroganza di uno o dell’altro. Concorrono scuse paranoiche e sporadici flashes di ravvedimenti, dove ci sono le bombe a non tacere, a non frenare la loro veemenza, ad attutire i gridi di morte e il frenetico scavare delle fosse comuni. Nessun segno di pietà e di umanità si nota da quegli atti. Si parla di pace e, al contempo, si fanno conti su eventuali costi, eludendo quelli in vite umane. Con le ritorsioni economiche all’aggressore, al contempo ci sono le offerte di armamenti al suo contrapposto: è il sistema per mantener la pace interdetta? Concorrono personaggi coinvolti a double-face da non far capire se sia il baricentro della verità o quello della menzogna a cui bisogna riferirsi per averne un quadro chiaro della situazione. Chi è l’amico e chi il nemico? Chi il buono e chi è il cattivo? Non lo si comprende dacché nella mischia vengono coinvolti, con stipendi allettanti, persone disposte a tutto, pur di farsi passare quella strana fame, ma che non viene dallo stomaco pieno. Siam tutti fratelli. Ma a causa dei tanti Caini in gioco, manca l’abbraccio, la stretta di mano, l’amore fraterno appunto. È l’accidentale incomprensione, causata dalla cupidigia di potere. La Storia si ripete perché l’uomo non cambia e la guerra è come una sigaretta: “da una parte c’è il fuoco e dall’altra chi lo mantiene acceso. Non ci basta il “bastante” ma l’avere sempre insufficiente il “granaio”, dove alloggiare eventuali maltolti al prossimo. |
Inviato da: cassetta2
il 19/05/2024 alle 19:54
Inviato da: Marilena63
il 11/03/2024 alle 21:58
Inviato da: donmichelangelotondo
il 30/08/2023 alle 19:16
Inviato da: nilsia
il 30/08/2023 alle 19:02
Inviato da: blaskina88
il 30/08/2023 alle 07:31